Potrebbe arrivare a solcare i campi della Serie B Francesco Morga, reduce da una stagione più che positiva in Seconda Divisione di Lega Pro. L'attaccante del Giulianova,
che ha deciso di non iscriversi al prossimo campionato, ha messo a
segno 36 reti nelle 36 presenze collezionate attirando su di sé gli
occhi e le attenzioni di diverse società di categorie superiori. Secondo
accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti da fonti vicine al giocatore, l'ex Genoa e Juve Stabia sarebbe finito nel mirino di Reggina in B e in Prima Divisione di Como e Reggiana. Ma sulle sue tracce c'è anche il Rimini che,
grazie ai suoi gol, vorrebbe provare ad ottenere la promozione dalla
Seconda Divisione. Il desiderio di Morga è però quello di compiere il
salto di categoria e, magari, lasciare la Lega Pro.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
7 luglio 2012
6 luglio 2012
Suso Santana al Tenerife: dettagli e retroscena
Non ci sarà l'Italia nel futuro di Jesus Manuel Santana Abreu, almeno per quanto riguarda le prossime stagioni. Scaduto il suo contratto con gli scozzesi dello Heart of Midlothian, l'ala spagnola ha deciso di fare una scelta di cuore accasandosi al Tenerife, come annunciato ufficialmente poco fa dallo stesso club. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte dalla redazione di CalcioNews24.com,
il giocatore avrebbe firmato un contratto biennale con opzione per
un'altra stagione che gli frutterà 200mila euro all'anno. Il Tenerife ha
così superato la concorrenza di Brescia, Cesena ed Hellas Verona oltre che della Sampdoria,
la prima società che italiana che aveva cercato il calciatore. Una
scelta di cuore per 'Suso' Santana, tornato nell'isola natia.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Bagni: "L'Inter deve dire grazie a Julio Cesar. Palacio ha grandi qualità, farà bene"
Cambio della guardia fra i pali dell'Inter. Fuori Julio Cesar, dentro Samir Handanovic.
L'estremo difensore brasiliano non è stato convocato per il raduno
estivo, lasciando spazio all'ormai ex portiere dell'Udinese. Per avere
un parere autorevole in merito, ho raggiunto in esclusiva Salvatore Bagni, ex centrocampista nerazzurro: "E'
una strategia puramente economico. Solo quello, per alleggerire il
monte ingaggi dato che lui come altri hanno stipendi pesanti. Bisogna
comunque ringraziare Julio Cesar che ha disputato delle stagioni
fenomenali e ha dato tanto. Mi ricordo quando me ne parlava Castellini (ex compagno di Bagni ai tempi del Napoli, poi scout dell'Inter) che
lo aveva visto all'opera in Brasile. Adesso è ovvio e normale che
l'Inter abbia pensato al futuro puntando su Handanovic, che ha
dimostrato di essere un buon portiere". Intanto ieri è stato presentato ufficialmente Rodrigo Palacio, fino ad ora l'unico rinforzo per l'attacco di Stramaccioni: "A
trentuno anni o sei pronto o non sei pronto, ma lui possiede grandi
qualità. Inoltre si tratta di un ragazzo perbene perciò penso che farà
bene come ha già fatto con la maglia del Genoa a suon di gol", ha detto in conclusione Bagni.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Giramondo Dellacasa: "Dopo Svizzera, Ungheria e Algeria, voglio tornare a casa"
Forse il suo nome non sarà noto ai più, ma Gianni Dellacasa è
senza dubbio uno degli allenatori italiani con un bagaglio di
esperienza più importante a livello europeo e non solo. Dopo aver
allenato le giovanili del Torino, ha allenato per molti anni in Svizzera con una parentesi in Serie B alla guida della Cremonese.
Poi in Ungheria e addirittura in Algeria, ma adesso è arrivato il
momento di rimpatriare. Mister Dellacasa ha concesso una lunga ed
interessante intervista ai miei microfoni.
Mister Dellacasa, come si spiega che un tecnico con il suo curriculum sia ancora senza squadra?
“La risposta è molto semplice: il calcio è in evoluzione, sta cambiando e non si fanno investimenti sugli allenatori. Dopo la mia ultima avventura in Algeria, ho ricevuto diverse offerte dal Nord Africa che però ho deciso di rifiutare. Perché? L'esperienza in Algeria è stata interessante dal punto di vista sportivo e ho avuto anche l'occasione di allenare ben otto nazionali algerini; ma sotto tutti gli altri profili è stata un'esperienza negativa, ma lì hanno una mentalità molto particolare”.
A distanza di sei anni, le piacerebbe tornare ad allenare in Italia?
“Sarei contento di riproporre in Italia questo mio bagaglio di esperienza. Mi piacerebbe molto e spero che si riesca a perfezionare qualcosa con un club serio. Se ci fosse un programma ambizioso accetterei anche di allenare in Lega Pro, altrimenti per navigare in acque tranquille potrebbe essere interessante solamente con progetto serio che punti molto sui giovani. Vedremo, bisogna sedersi al tavolo con i dirigenti per tracciare una linea comune”.
Amarcord: le stagioni 1995/96 e 1996/97 al Torino furono da incorniciare...
“Sì e mi sono trovato benissimo, con me al Toro sono cresciuti giocatori che tutt'oggi si ritrovano in Serie A. Con gli Allievi Nazionali fu un anno incredibile; al di là della cavalcata a livello di risultati, i giovani mostrarono grande capacità di trasformarsi sotto il profilo del gioco in una sola stagione. Quando allenavo la Primavera mi dovetti confrontare con le esigenze della prima squadra; c'era un continuo travaso di giocatori e questo creò un gioco meno spumeggiante ma più tattico. Arrivammo fino in finale al Torneo di Viareggio e perdemmo 1-0 contro il Bari, ma fu tutto molto bello”.
In Svizzera ha allenato ben sei squadre diverse, come mai ha scelto un campionato così poco blasonato?
“Dopo quei due anni al Torino andai ad allenare l'Ivrea in Serie D, un'altra esperienza che mi ha lasciato il segno a livello umano; ho conosciuto un presidente e dei dirigenti fantastici. Ricordo che quando ci accordammo sul contratto fu inserito un premio per la salvezza, io dissi che avrei voluto il premio raddoppiato in caso di vittoria del campionato. A sei giornate dalla fine eravamo secondi in classifica a soli tre punti dalla Sanremese. Poi arrivammo quarti, ma ai play-off non partecipai perché arrivò la chiamata del Bellinzona; fu Calleri, che era stato mio presidente al Torino, a contattarmi. Ci laureammo campioni per due stagioni consecutive, grazie alla doppia vittoria del campionato di Serie B e C. In B ci qualificammo ai play-off, ma non riuscimmo a salire. Calleri poi si era disimpegnò ma io rimasi per altri due anni sulla panchina del Bellinzona. La stagione successiva allenai il Winterthur, sempre nella B svizzera. Non sapevo una parola di tedesco, allora iniziai a masticare un po' di lingue, ma la loro mentalità è completamente diversa dalla nostra latina. Nell'estate 2004 accettai l'offerta Neuchatel, che militava nella massima divisione. Rimasi fino alla primavera successiva ed eravamo secondi in classifica, poi tornai in B. Questa volta al Sion, che aveva e ha tutt'ora un grande presidente come Constantin. La mia era una missione impossibile, perché in dodici giornate bisognava recuperare quattordici punti a due squadre; alla fine non riuscimmo a ottenere la promozione in A, ma solamente per un discorso legato alla differenza reti. Restai al Sion anche la stagione successiva, ma dopo dodici partite tornai in Italia, a Cremona. La Cremonese, all'undicesima giornata di Serie B, era all'ultimo posto in graduatoria. Abbiamo cullato il sogno salvezza fino a sei giornate dalla fine del campionato, poi la sconfitta esterna con il Modena ci condannò alla retrocessione. Fu comunque un'esperienza interessante perché ritrovai una mentalità diversa da quella svizzera. Nelle tre stagioni successive tornai in Svizzera; allenai per due anni il Lugano in B e per un anno il Chiasso in C, con cui raggiungemmo la promozione diretta”.
E nel 2000 è stato uno dei candidati per la panchina della Svizzera...
“Sì in quel momento lì nacque questa possibilità. Io e i vertici della federcalcio svizzera ci eravamo incontrati raggiungendo un accordo, però io avevo un contratto di tre anni con il Bellinzona. Ero ovviamente riconoscente ai dirigenti del club che avevano creduto in me e non mi sembrava corretto accettare la proposta della federazione. Avevo chiesto di poter ricoprire entrambi gli incarichi e potevamo farcela a gestire entrambi le cose, ma per loro non era possibile. Così non se ne fece più nulla”.
Veniamo ai giorni nostri. Che esperienze sono state quelle in Ungheria e Algeria?
“Nel 2009 andai al Vasas, in Ungheria. Era impensabile apprendere la lingua, quindi lavoravo con i ragazzi parlando in inglese, tedesco, francese e poco ungherese, ma il messaggio nello spogliatoio passava in maniera incredibile. In Ungheria sotto il profilo atletico-fisico sono dei grandi giocatori e c'è una buona scuola per quanto riguarda la tattica, ma ci sono molte problematiche con il lato tecnico. E' stata un'esperienza molto bella, con un presidente incredibile e serissimo, un ex tennista che aveva anche partecipato alle Olimpiadi. Poi ci furono delle partite strane, ma io ho saputo solamente un anno più tardi cosa stava accadendo; mi ha dato fastidio perché non siamo riusciti a capire cosa succedeva né io né il mio secondo. Ad un anno di distanza furono arrestati alcuni giocatori per calcioscommesse. Al mio secondo anno, ad ottobre 2010, il presidente mi chiamò dicendomi che non poteva più tenermi per problemi economici. Una volta tornato a casa, venne fuori l'occasione con l'ES Setif, club pluricampione d'Algeria. Firmai un contratto della durata di diciotto mesi e nell'accordo c'era anche una clausola: se io avessi abbandonato il mio incarico prima della scadenza avrei dovuto pagare una cifra incredibile. Tra campionato e Champions League africana, giocavamo ogni tre giorni e si accavallarono partite, ma la squadra era abituata a quei ritmi. Ci definirono il Barcellona d'Africa per il bel calcio che praticavamo. In campionato vincemmo sei partite di fila, poi incappammo in due pareggi ed una sconfitta”.
Mister Dellacasa, come si spiega che un tecnico con il suo curriculum sia ancora senza squadra?
“La risposta è molto semplice: il calcio è in evoluzione, sta cambiando e non si fanno investimenti sugli allenatori. Dopo la mia ultima avventura in Algeria, ho ricevuto diverse offerte dal Nord Africa che però ho deciso di rifiutare. Perché? L'esperienza in Algeria è stata interessante dal punto di vista sportivo e ho avuto anche l'occasione di allenare ben otto nazionali algerini; ma sotto tutti gli altri profili è stata un'esperienza negativa, ma lì hanno una mentalità molto particolare”.
A distanza di sei anni, le piacerebbe tornare ad allenare in Italia?
“Sarei contento di riproporre in Italia questo mio bagaglio di esperienza. Mi piacerebbe molto e spero che si riesca a perfezionare qualcosa con un club serio. Se ci fosse un programma ambizioso accetterei anche di allenare in Lega Pro, altrimenti per navigare in acque tranquille potrebbe essere interessante solamente con progetto serio che punti molto sui giovani. Vedremo, bisogna sedersi al tavolo con i dirigenti per tracciare una linea comune”.
Amarcord: le stagioni 1995/96 e 1996/97 al Torino furono da incorniciare...
“Sì e mi sono trovato benissimo, con me al Toro sono cresciuti giocatori che tutt'oggi si ritrovano in Serie A. Con gli Allievi Nazionali fu un anno incredibile; al di là della cavalcata a livello di risultati, i giovani mostrarono grande capacità di trasformarsi sotto il profilo del gioco in una sola stagione. Quando allenavo la Primavera mi dovetti confrontare con le esigenze della prima squadra; c'era un continuo travaso di giocatori e questo creò un gioco meno spumeggiante ma più tattico. Arrivammo fino in finale al Torneo di Viareggio e perdemmo 1-0 contro il Bari, ma fu tutto molto bello”.
In Svizzera ha allenato ben sei squadre diverse, come mai ha scelto un campionato così poco blasonato?
“Dopo quei due anni al Torino andai ad allenare l'Ivrea in Serie D, un'altra esperienza che mi ha lasciato il segno a livello umano; ho conosciuto un presidente e dei dirigenti fantastici. Ricordo che quando ci accordammo sul contratto fu inserito un premio per la salvezza, io dissi che avrei voluto il premio raddoppiato in caso di vittoria del campionato. A sei giornate dalla fine eravamo secondi in classifica a soli tre punti dalla Sanremese. Poi arrivammo quarti, ma ai play-off non partecipai perché arrivò la chiamata del Bellinzona; fu Calleri, che era stato mio presidente al Torino, a contattarmi. Ci laureammo campioni per due stagioni consecutive, grazie alla doppia vittoria del campionato di Serie B e C. In B ci qualificammo ai play-off, ma non riuscimmo a salire. Calleri poi si era disimpegnò ma io rimasi per altri due anni sulla panchina del Bellinzona. La stagione successiva allenai il Winterthur, sempre nella B svizzera. Non sapevo una parola di tedesco, allora iniziai a masticare un po' di lingue, ma la loro mentalità è completamente diversa dalla nostra latina. Nell'estate 2004 accettai l'offerta Neuchatel, che militava nella massima divisione. Rimasi fino alla primavera successiva ed eravamo secondi in classifica, poi tornai in B. Questa volta al Sion, che aveva e ha tutt'ora un grande presidente come Constantin. La mia era una missione impossibile, perché in dodici giornate bisognava recuperare quattordici punti a due squadre; alla fine non riuscimmo a ottenere la promozione in A, ma solamente per un discorso legato alla differenza reti. Restai al Sion anche la stagione successiva, ma dopo dodici partite tornai in Italia, a Cremona. La Cremonese, all'undicesima giornata di Serie B, era all'ultimo posto in graduatoria. Abbiamo cullato il sogno salvezza fino a sei giornate dalla fine del campionato, poi la sconfitta esterna con il Modena ci condannò alla retrocessione. Fu comunque un'esperienza interessante perché ritrovai una mentalità diversa da quella svizzera. Nelle tre stagioni successive tornai in Svizzera; allenai per due anni il Lugano in B e per un anno il Chiasso in C, con cui raggiungemmo la promozione diretta”.
E nel 2000 è stato uno dei candidati per la panchina della Svizzera...
“Sì in quel momento lì nacque questa possibilità. Io e i vertici della federcalcio svizzera ci eravamo incontrati raggiungendo un accordo, però io avevo un contratto di tre anni con il Bellinzona. Ero ovviamente riconoscente ai dirigenti del club che avevano creduto in me e non mi sembrava corretto accettare la proposta della federazione. Avevo chiesto di poter ricoprire entrambi gli incarichi e potevamo farcela a gestire entrambi le cose, ma per loro non era possibile. Così non se ne fece più nulla”.
Veniamo ai giorni nostri. Che esperienze sono state quelle in Ungheria e Algeria?
“Nel 2009 andai al Vasas, in Ungheria. Era impensabile apprendere la lingua, quindi lavoravo con i ragazzi parlando in inglese, tedesco, francese e poco ungherese, ma il messaggio nello spogliatoio passava in maniera incredibile. In Ungheria sotto il profilo atletico-fisico sono dei grandi giocatori e c'è una buona scuola per quanto riguarda la tattica, ma ci sono molte problematiche con il lato tecnico. E' stata un'esperienza molto bella, con un presidente incredibile e serissimo, un ex tennista che aveva anche partecipato alle Olimpiadi. Poi ci furono delle partite strane, ma io ho saputo solamente un anno più tardi cosa stava accadendo; mi ha dato fastidio perché non siamo riusciti a capire cosa succedeva né io né il mio secondo. Ad un anno di distanza furono arrestati alcuni giocatori per calcioscommesse. Al mio secondo anno, ad ottobre 2010, il presidente mi chiamò dicendomi che non poteva più tenermi per problemi economici. Una volta tornato a casa, venne fuori l'occasione con l'ES Setif, club pluricampione d'Algeria. Firmai un contratto della durata di diciotto mesi e nell'accordo c'era anche una clausola: se io avessi abbandonato il mio incarico prima della scadenza avrei dovuto pagare una cifra incredibile. Tra campionato e Champions League africana, giocavamo ogni tre giorni e si accavallarono partite, ma la squadra era abituata a quei ritmi. Ci definirono il Barcellona d'Africa per il bel calcio che praticavamo. In campionato vincemmo sei partite di fila, poi incappammo in due pareggi ed una sconfitta”.
WFM sull'asse Brasile-Italia: un volto noto e uno nuovo per la Serie A
La sessione estiva di calciomercato si è aperta ufficialmente, Fabio Montecalvo e la sua World Football Management
tornano al lavoro. Soprattutto per provare a portare nuovi talenti dal
Brasileirão alla Serie A. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in
esclusiva e
provenienti direttamente dal Brasile, il presidente di WFM si starebbe
muovendo in prima persona per il trasferimento di due talenti verdeoro
in Italia. Il primo è Kaoe Folles Ferreira da Silva, molto più
semplicemente noto come Kaoe; l'esterno classe '91 di proprietà dell'Internacional di Porto Alegre, vicinissimo al Catania lo scorso agosto. L'altro è invece Alex Raphael Meschini; il trentenne centrocampista in forza al Corinthians
sarebbe stato segnalato a Montecalvo dall'ex calciatore Edu Gaspar
(nella foto insieme a Montecalvo), attuale direttore sportivo del club
paulista. I contatti con alcune società della nostra massima serie sono
già stati avviati, in attesa di essere concretizzati nelle prossime
settimane affinché le trattative vadano in porto.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
5 luglio 2012
Ritorno di fiamma rojiblanco per el Principito Sosa
Potrebbe nuovamente cambiare squadra José Ernesto Sosa,
dopo aver vestito ben quattro maglie diverse nel corso degli ultimi tre
anni. Messa alle spalle l'annata certamente non positiva al Napoli, il trequartista argentino ha disputato una buona stagione con il Metalist Kharkiv, ben figurando anche in Europa League. Adesso, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, c'è la possibilità che el Principito sbarchi in Spagna. Infatti l'Atletico Madrid,
che lo segue già dallo scorso gennaio, starebbe ancora pensando a lui
per rinforzare il proprio organico. La volontà del Metalist, però,
sarebbe quella di non privarsi di Sosa a meno che non arrivi una
proposta economicamente convincente, anche perché il giocatore ha ancora
tre anni di contratto.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
4 luglio 2012
Il gioiellino D'Alena alla Roma: "Qui per imparare da De Rossi. Ho rifiutato Juve, Milan e..."
C'è grande fermento in casa Roma per il gran lavoro in
ottica mercato estivo e non soltanto per quanto riguarda la prima
squadra. Proprio questa mattina, la società capitolina si è infatti
assicurata ufficialmente le prestazioni di un giovanissimo calciatore,
considerato uno dei talenti più interessanti dell'intero panorama
calcistico italiano in prospettiva futura. Si tratta dell'ormai ex Lecce
Antonio D'Alena, strappato alla concorrenza di altre big di Serie A, Juventus in primis. Ho contattato in esclusiva il mediano classe '98, che andrà a far parte della formazione dei Giovanissimi Nazionali: “Sono
molto emozionato, appena arrivato a Trigoria ho capito di che mondo si
tratta. La Roma è una delle big d'Italia e pratica il calcio che piace a
me per lo stile di gioco. Ho rifiutato offerte da Juve, Milan, Genoa,
Palermo e altre società di Serie A. Ho preferito la Roma perché mi
affascina il suo stile di calcio e perché punta molto sulla
valorizzazione dei giovani; lo ha fatto la scorsa stagione con Luis
Enrique e lo farà anche nel prossimo futuro con Zeman”. Il giovane ha poi proseguito parlando delle sue caratteristiche e del suo ruolo in campo: “Sono
un centrocampista centrale ed è la posizione che mi è più congeniale.
Gioco come regista davanti alla linea difensiva, amo e adoro questo
ruolo. In caso di necessità, comunque, mi posso disimpegno bene anche
come trequartista. Un po' come De Rossi? Per fare paragoni è un po'
presto, si tratta di uno dei centrocampisti più forti del mondo. E' un
giocatore che stimo e mi piace tantissimo per la passione che mette al
servizio della squadra. Io vivrò a Trigoria e questa sarà un'ottima
molto occasione per vederlo all'opera, per vedere la sua intelligenza in
campo e i suoi movimenti, per crescere e per imparare da un grande
calciatore come lui”, ha affermato in conclusione D'Alena.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Rivas: "Verona, darò tutto per il progetto e i tifosi. Mi volevano in A ma..."
E' stato annunciato ieri l'ultimo colpo di mercato dell'Hellas Verona.
Grazie al prezioso lavoro del ds Sean Sogliano, la società gialloblu è
riuscita ad assicurarsi le prestazioni dell'ex esterno di Bari e Varese Emanuel Benito Rivas. Poco dopo la conferenza stampa di questa mattina, ho raggiunto in esclusiva l'argentino, che ha esternato le sue prime sensazioni da giocatore dell'Hellas: “Sono
rimasto veramente molto impressionato, sia per l'organizzazione sia per
la gente sia per il progetto che ci sono a Verona. La società punta in
alto e partire in questo modo è importante. Sappiamo che sarà difficile,
ma partiamo con questi presupposti ed è un buon punto di partenza. Si
tratta di un qualcosa di molto ambizioso. Il direttore sportivo Sogliano
mi ha seguito, mi apprezzava ed è bello sentirsi voluto così
fortemente. Adesso voglio ripagare la fiducia sul campo”. Ma, come vi avevamo rivelato nella giornata di ieri, non c'erano solo gli occhi del club scaligero su Rivas: “Sì
è vero, c'erano varie voci riguardanti interessamenti da parte di
società di B e anche di A, ma mi è piaciuto tanto il progetto
dell'Hellas. Inoltre la mia intenzione era quella di iniziare con la
nuova squadra fin dal ritiro estivo, non volevo ritardare tanto la
decisione e stare ad aspettare troppo. Ho subito detto sì e ho deciso di
venire a Verona”. La tifoseria veronese è pronta ad accoglierlo con il calore che la ha da sempre contraddistinta: “E'
stato uno dei fattori che mi ha spinto a compiere questa scelta;
l'attaccamento della gente a Verona è molto simile a quello in
Argentina. Cosa mi sento di promettere? Più che promettere di dare
tutto, di lasciare tutto in campo e di dare il 100% non si può dire.
Sarà molto dura, si sa che non è mai facile in Serie B. Noi punteremo
fino alla fine al massimo, a dare tutto per stare nei primissimi posti
della classifica. Sappiamo benissimo, però, a cosa andiamo in contro”.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Ag. Zaza: "Via dalla Samp in prestito. Ecco tutte le opzioni in B"
Brescia e Cittadella, ma anche Grosseto, Juve Stabia e Reggina, fino ad arrivare alle neo promosse Pro Vercelli e Ternana. Tutte società di Serie B interessate, almeno secondo le indiscrezioni circolate nell'ultimo periodo, al giovane attaccante Simone Zaza. Il suo cartellino è di proprietà della Sampdoria, che però è intenzionata a mandarlo in cadetteria per maturare e fare esperienza. A questo proposito ho contattato in esclusiva Christian Maifredi, procuratore della punta classe '91: “E'
tutto vero, ma le società che si sono messe sulle sue tracce sono molte
di più: anche Ascoli, Lecce, Modena e Spezia. Prenderemo una decisione
definitiva entro una settimana, i tempi sono questi. Cercheremo di
optare per il club che, al di là del blasone, dia al giocatore la
garanzia di poter disputare almeno trenta partite intere nell'arco del
prossimo anno e di crescere in Serie B. E spero anche un buon numero di
gol che gli crei, in vista della prossima estate, il mercato che si
merita tra B e A. Io e il mio socio Marco Giulini crediamo molto in lui
perché ha ampi margini di miglioramento e lo ha dimostrato a Viareggio
mettendo a segno undici gol in sei mesi. Faremo questa scelta in piena
sintonia con la Sampdoria che lo cederà con la formula del prestito
secco”. Chissà che in un futuro neanche troppo lontano non possa esserci la permanenza a Genova: “E'
assolutamente uno degli obiettivi. Zaza è un calciatore che negli
ultimi tre anni ha avuto qualche problema dal punto di vista fisico e
disciplinare sia con l'Atalanta che con la Samp, ma allo stesso tempo ha
fatto vedere le sue potenzialità che poi si sono concretizzate in campo
a Viareggio. La prossima sarà una stagione molto importante che lui
dovrà vivere con serenità e tranquillità”, ha concluso Maifredi.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Lo Monaco pesca dall'Independiente: si stringe per due
Nelle ultime sessioni di calciomercato Pietro Lo Monaco ci
ha abituato a piazzare grandi colpi dal Sud America, specialmente in
Argentina. Quest'estate potrebbe ripetersi. Lo Monaco infatti, oltre ai
due Martinez, avrebbe messo nel mirino altri due giocatori argentini da
portare al Genoa. Si tratterebbe, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, di due giocatori attualmente in forza all'Independiente. Il primo è il centrocampista diciannovenne Fabián Monserrat; l'altro è il difensore classe '90 Julián Velázquez.
I contatti tra il neo direttore generale del Grifone e la dirigenza del
club argentino si susseguono spesso, presto potrebbero concretizzarsi.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
3 luglio 2012
Rivas e il Verona vicinissimi. Sbaragliate Cesena e Varese
Sempre più vicino il passaggio di Emanuel Benito Rivas all’Hellas Verona, si è da poco concluso un importante summit
che ha visto protagonisti il giocatore, il suo agente Favio Bilardo e
la società scaligera. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva, l’accordo sarebbe ad un passo. Mancano solo alcuni dettagli e già in settimana potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale. I gialloblu hanno superato la concorrenza di Cesena e Varese che erano rimaste in corsa per assicurarsi le prestazioni dell’argentino.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
2 luglio 2012
Il saluto di Monachello: "Grazie Inter per tutto quello che mi hai dato"
In partenza da Milano verso l'Austria dove, precisamente a Gratz,
raggiungerà la sua nuova squadra, il Sportyvnyj Klub Tavriya
Simferopol', per il raduno estivo, Gaetano Monachello ha voluto affidare ai miei microfoni i suoi saluti. L'attaccante classe '93, ormai ex giocatore della Primavera dell'Inter, ha dichiarato: “Voglio
ringraziare l'Inter per tutto ciò che mi ha insegnato; se sono arrivato
qui lo devo anche a loro. In particolare Paolo Tommasoni, mio
allenatore ai tempi degli Allievi Regionali, che mi ha lanciato e mi ha
fatto arrivare fino alla Nazionale. Oltre alla società nerazzurra,
ringrazio anche il Parma e il responsabile del settore giovanile
Francesco Palmieri”. Monachello ha anche ricordato uno dei successi più belli con la maglia nerazzurra: “La
vittoria del Trofeo Beppe Viola l'anno scorso con Allievi Nazionali è
stata importantissima e bellissima. Lo ricordo con piacere perché sono
stato capocannoniere della competizione insieme a Giovanni Terrani”. L'ultimo pensiero va ai suoi ex compagni: “Quello del '94 è un gruppo fantastico. Per questo motivo voglio salutare i miei compagni; non faccio nomi in particolare perché ho legato con tutti e li ringrazio, dal primo all'ultimo”, ha concluso Monachello.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Cittadella, Busellato: "Dal ritiro alla Nazionale, annata da incorniciare. Le big su di me? Fa piacere ma..."
E' stato una delle più piacevoli sorprese dell'ultimo campionato di Serie B ed uno dei protagonisti di questa stagione del Cittadella. Stiamo parlando di Massimiliano Busellato, centrocampista classe '93 dal futuro assicurato. Lo ho intervistato in esclusiva.
Massimiliano, sabato scorso il tuo esame di maturità. Com'è andata?
“Bene, direi molto bene. Il voto finale, però, ancora non lo so”.
Quest'anno hai dovuto far convivere la scuola e il Cittadella, quanto è stato difficile?
“E' stato abbastanza duro. Non riuscivo a riposarmi molto dopo gli allenamenti perché di sera dovevo studiare. Non è stato un grosso peso, l'ultimo periodo è stato particolarmente difficile ma alla fine è andato tutto bene”.
Però è stata una stagione straordinaria per te...
“E' stata veramente bella e, aggiungerei, inaspettata. La scorsa estate, ho saputo il 15 luglio che sarei andato in ritiro con la prima squadra; andavo per dare una mano e fare qualsiasi ruolo nel caso ci fosse stato bisogno. Ho avuto la fortuna che il mister mi ha subito tenuto in gran considerazione perché giocavo nella maniera che gli piaceva e sono stato premiato”.
E' arrivata anche la convocazione in Nazionale...
“Questa è stata davvero una grande soddisfazione, era un sogno che avevo fin da quando ho iniziato a giocare a calcio. Avevo sempre il desiderio di andare in Nazionale, ma prima di quest'anno non c'ero mai riuscito”.
Sei andato a segno contro Albinoleffe, Pescara e Grosseto: quale il gol più bello?
“Il mio primo, quello segnato a Bergamo contro l'Albinoleffe. E' sicuramente quello che ricorderò per sempre”.
Notizia di due settimane fa: Foscarini tecnico del Cittadella per un altro anno.
“Ha sempre fatto bene, è una gran persona sia sotto il punto di vista tecnico sia sotto quello umano. Penso che sia stata la scelta più giusta, speriamo di riconfermarci con lui anche quest'anno. Oltre ad essere un allenatore, dà una mano anche fuori dal campo; personalmente, mi ha aiutato molto nell'ambito scolastico”.
Si dice che le big di Serie A abbiano messo gli occhi su di te, come reagisci a queste voci?
“Sicuramente mi fa molto piacere, perché fino all'anno scorso giocavo in Primavera e non sapevo neanche cosa fosse il calcio professionistico. Si tratta di qualcosa di veramente bello, ma in questo momento non ci penso; quando e se arriverà un'offerta concreta se ne parlerà, adesso penso solo a iniziare la stagione con il Cittadella e a migliorare ulteriormente. Poi quello che viene di più e ben accetto”.
Tutti hanno un sogno nel cassetto, qual è il tuo?
“Il mio sogno è quello di arrivare a giocare in Champions League e magari vincerla. So che sarà molto difficile, ma continuerò a lavorare per questo obiettivo e un giorno spero di centrarlo”.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Massimiliano, sabato scorso il tuo esame di maturità. Com'è andata?
“Bene, direi molto bene. Il voto finale, però, ancora non lo so”.
Quest'anno hai dovuto far convivere la scuola e il Cittadella, quanto è stato difficile?
“E' stato abbastanza duro. Non riuscivo a riposarmi molto dopo gli allenamenti perché di sera dovevo studiare. Non è stato un grosso peso, l'ultimo periodo è stato particolarmente difficile ma alla fine è andato tutto bene”.
Però è stata una stagione straordinaria per te...
“E' stata veramente bella e, aggiungerei, inaspettata. La scorsa estate, ho saputo il 15 luglio che sarei andato in ritiro con la prima squadra; andavo per dare una mano e fare qualsiasi ruolo nel caso ci fosse stato bisogno. Ho avuto la fortuna che il mister mi ha subito tenuto in gran considerazione perché giocavo nella maniera che gli piaceva e sono stato premiato”.
E' arrivata anche la convocazione in Nazionale...
“Questa è stata davvero una grande soddisfazione, era un sogno che avevo fin da quando ho iniziato a giocare a calcio. Avevo sempre il desiderio di andare in Nazionale, ma prima di quest'anno non c'ero mai riuscito”.
Sei andato a segno contro Albinoleffe, Pescara e Grosseto: quale il gol più bello?
“Il mio primo, quello segnato a Bergamo contro l'Albinoleffe. E' sicuramente quello che ricorderò per sempre”.
Notizia di due settimane fa: Foscarini tecnico del Cittadella per un altro anno.
“Ha sempre fatto bene, è una gran persona sia sotto il punto di vista tecnico sia sotto quello umano. Penso che sia stata la scelta più giusta, speriamo di riconfermarci con lui anche quest'anno. Oltre ad essere un allenatore, dà una mano anche fuori dal campo; personalmente, mi ha aiutato molto nell'ambito scolastico”.
Si dice che le big di Serie A abbiano messo gli occhi su di te, come reagisci a queste voci?
“Sicuramente mi fa molto piacere, perché fino all'anno scorso giocavo in Primavera e non sapevo neanche cosa fosse il calcio professionistico. Si tratta di qualcosa di veramente bello, ma in questo momento non ci penso; quando e se arriverà un'offerta concreta se ne parlerà, adesso penso solo a iniziare la stagione con il Cittadella e a migliorare ulteriormente. Poi quello che viene di più e ben accetto”.
Tutti hanno un sogno nel cassetto, qual è il tuo?
“Il mio sogno è quello di arrivare a giocare in Champions League e magari vincerla. So che sarà molto difficile, ma continuerò a lavorare per questo obiettivo e un giorno spero di centrarlo”.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
1 luglio 2012
Savini e il mercato: "Juve regina, per le milanesi c'è un ostacolo. Lazio e Roma protagoniste"
Si apre ufficialmente oggi, 1 luglio, la sessione estiva di
calciomercato. Per fare un'analisi della campagna acquisti dei club di
Serie A e capire quali potrebbero essere le mosse delle big, ho intervistato in esclusiva l'agente FIFA Ulisse Savini.
Che tipo di mercato dobbiamo aspettarci quest'estate?
“Non dobbiamo e non possiamo aspettarci grandi colpi. Il motivo è molto semplice: l'economia italiana e, in particolare, quella calcistica, non sono attualmente competitive con quelle di altri paesi europei”.
Finora la Juve è la società che si è mossa di più, sarà lei la regina del mercato estivo?
“Assolutamente sì, penso che sarà proprio lei la regina del mercato. Credo che fino a questo momento la Juventus si sia mossa con grande intelligenza, forte delle risorse economiche provenienti anche dallo Juventus Stadium”.
Le milanesi sembrano muoversi con difficoltà, quali mosse potrebbero cambiare lo scenario attuale?
“In generale, credo che le milanesi abbiano anche meno idee, il loro progetto non è chiaro e le strategie mi sembrano un po' confuse. L'abitudine ad avere grandi disponibilità oggi rappresenta un handicap per Inter e Milan”.
Il mercato delle neo promosse: come si rinforzeranno?
“A mio parere, il Torino possiede già una buona ossatura di squadra. L'organico della Sampdoria, invece, va puntellato nel modo giusto. Il Pescara è la squadra che rischia di più, venendo da un progetto, quello di Zeman, difficilmente ripetibile con un allenatore diverso dal boemo”.
Da chi dobbiamo aspettarci il colpo a sorpresa?
“Auspico che le due romane siano protagoniste di questa finestra estiva di calciomercato. I direttori sportivi di Lazio e Roma, Tare e Sabatini, sono molto bravi e ritengo abbiano idee alternative ai soliti stereotipi”.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Che tipo di mercato dobbiamo aspettarci quest'estate?
“Non dobbiamo e non possiamo aspettarci grandi colpi. Il motivo è molto semplice: l'economia italiana e, in particolare, quella calcistica, non sono attualmente competitive con quelle di altri paesi europei”.
Finora la Juve è la società che si è mossa di più, sarà lei la regina del mercato estivo?
“Assolutamente sì, penso che sarà proprio lei la regina del mercato. Credo che fino a questo momento la Juventus si sia mossa con grande intelligenza, forte delle risorse economiche provenienti anche dallo Juventus Stadium”.
Le milanesi sembrano muoversi con difficoltà, quali mosse potrebbero cambiare lo scenario attuale?
“In generale, credo che le milanesi abbiano anche meno idee, il loro progetto non è chiaro e le strategie mi sembrano un po' confuse. L'abitudine ad avere grandi disponibilità oggi rappresenta un handicap per Inter e Milan”.
Il mercato delle neo promosse: come si rinforzeranno?
“A mio parere, il Torino possiede già una buona ossatura di squadra. L'organico della Sampdoria, invece, va puntellato nel modo giusto. Il Pescara è la squadra che rischia di più, venendo da un progetto, quello di Zeman, difficilmente ripetibile con un allenatore diverso dal boemo”.
Da chi dobbiamo aspettarci il colpo a sorpresa?
“Auspico che le due romane siano protagoniste di questa finestra estiva di calciomercato. I direttori sportivi di Lazio e Roma, Tare e Sabatini, sono molto bravi e ritengo abbiano idee alternative ai soliti stereotipi”.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
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