31 ottobre 2012

Nicoli: "Mi aspetto una grande Udinese contro un Catania scosso dalla sconfitta con la Juve"

Un'Udinese in grande spolvero dopo due successi consecutivi, è pronta di ricevere il Catania al Friuli. La formazione di Maran, come noto, ne viene dalla sconfitta e dalle mille polemiche della partita con la Juventus. Per analizzare l'incontro in programma alle 20.45, ho sentito in esclusiva il parere del doppio ex Pier Luigi Nicoli: “Dopo una grande vittoria in rimonta contro una squadra fortissima come quella di Zeman, i giocatori dell'Udinese saranno molto gasati. Vogliono dimostrare la loro forza davanti al proprio pubblico. Avranno sicuramente più chance del Catania che viene dalla sconfitta e dalle mille polemiche nate nella gara con la Juve. Penso che la compagine etnea ne risentirà ancora. Spero comunque che sia bella partita con i friulani più carichi moralmente e che quindi partono avvantaggiati. Dall'altra parte vedo i rossoazzurri non ben messi a livello mentale”. L'ex difensore è convinto che i bianconeri daranno tutto per conquistare la terza vittoria consecutiva in campionato: “Giocando casa e conoscendo il calore di un pubblico spettacolare come quello del Friuli, senza nulla togliere a quello del Catania, credo che l'Udinese voglia davvero dimostrare qualcosa. Guidolin dà sempre e darà anche stasera grande carica ai suoi uomini. A mio avviso può arrivare il terzo successo di fila, sarebbe un grande risultato”. Maran ha detto che bisogna dimenticare quanto accaduto domenica scorsa al Massimino e Nicoli è d'accordo con il suo ex compagno di squadra (ai tempi del Chievo, ndr): “Lui è un trentino, uno che non molla mai e che cerca sempre di analizzare le cose perbene. Nel calcio bisogna saper accettare gli errori e Maran darà alla sua squadra la forza di accettare ingiustizie che purtroppo possono esserci. E' un buon allenatore e farà di tutto per dimostrare che quanto accaduto con la Juve appartiene al passato”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Agostini: "Parma-Roma sarà una gara combattuta, ecco la mia favorita"

Il Parma, reduce dalla roboante vittoria a Torino, e la Roma, sconfitta in rimonta dall'Udinese domenica sera, si affronteranno al Tardini per l'undicesima giornata di Serie A. Ho raggiunto in esclusiva il doppio ex Massimo Agostini, che ha commentato così il momento delle due formazioni: “Il Parma viene da due risultati utili consecutivi e dall'ultima vittoria molto importante. E' una squadra assemblata molto bene, Donadoni sa come tener la squadra e come lavorare a livello tattico; è anche una società ben organizzata, con un presidente giovane come Ghirardi e un dirigente come Leonardi che ha carta bianca e sta facendo un grandissimo lavoro. Quando si lavora così, alla fine i risultati arrivano sempre. Dall'altra parte ci saranno i giallorossi che hanno subito una sconfitta brutta per come è maturata. Dopo il doppio vantaggio del primo tempo che poteva portare tre punti importanti, la ripresa ha compromesso tutto ma non va cancellato la buona mezz'ora della prima frazione di gara. La Roma è una squadra che può far male soprattutto fuori casa perché ha la possibilità di giocare di rimessa con i suoi attaccanti. In trasferta non cerca sempre di impostare il proprio gioco, ma è brava a rubar palla e a ripartire. All'Olimpico, invece, dovrebbe provare a costruire ed imporre il suo gioco mentre lo fa solo in alcune situazioni. A centrocampo non c'è nessuno che abbia le doti di regista; lo può fare De Rossi però viene fatto giocare in un'altra maniera da Zeman”. Per l'ex attaccante è la squadra di Zeman a partire da favorita questa sera: “Mi aspetto una partita molto combattuta, ma penso che la Roma formato trasferta possa portare a casa il risultato. Lontano dall'Olimpico, la compagine capitolina ha dimostrato di sapersi rendere molto pericolosa. Se la affronti a viso aperto, i giallorossi ti possono mettere in seria difficoltà e rischi di perdere. Il Genoa ne sa qualcosa: due domeniche fa era partito alla grande, poi però si è scoperto ed è andato sotto. Davanti la Roma ha dei giocatori che possono rivelarsi micidiali, soprattutto in contropiede”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

De Agostini: "Napoli, l'Atalanta è ben organizzata: a Bergamo sarà dura. Cavani out? Con questo Insigne..."

Stasera l'Atalanta ospiterà il Napoli nel match valido per questo turno infrasettimanale. Una gara di difficile da interpretare dato che entrambe le squadre, seppur per motivi diversi, hanno bisogno di ottenere i tre punti. Per presentare questa interessante sfida, ho contattato in esclusiva l'ex centrocampista Stefano De Agostini, che in carriera ha vestito sia la maglia degli orobici che quella dei partenopei: “Nonostante il Napoli sia una delle grandi del nostro campionato, non sarà una partita facile questa sera. L'Atalanta ha dimostrato di saper giocare molto bene. Pur non riuscendo a vincere, anche domenica a Pescara ha creato molto. L'undici nerazzurro gioca un buon calcio, è ben organizzato e ben allenato da Colantuono”. Nonostante i discreti risultati ottenuti fino a questo momento, la compagine bergamasca non sembra essere la stessa vista all'opera nella passata stagione: “Non è sempre facile ripetersi. L'anno scorso quando Denis toccava la palla finiva sempre in rete. L'Atalanta possiede comunque un'ottima organizzazione e delle buone individualità, ogni estate riesce sempre a pescare giocatori importanti. Con lavoro e dedizioni, gli orobici riusciranno a centrare il loro obiettivo anche in questa stagione, anche grazie alla spinta del loro pubblico”. Gli ospiti dovranno fare a meno dell'infortunato Cavani, il cui sostituto dovrebbe essere ancora una volta Insigne: “Senza ombra di dubbio quella di Cavani è un'assenza molto pesante, ma Insigne sta facendo delle cose importanti. E' un giovane di grande prospettiva, sta crescendo e ha ottime qualità tecniche. Non dimentichiamoci che, dopo un solo anno in Serie B, si ritrova in una delle big della massima serie. Bisogna avere pazienza senza accelerare i tempi e in questo senso Mazzarri sta svolgendo un grande lavoro. Insigne è il futuro del Napoli e del calcio italiano”, ha concluso De Agostini, attualmente allenatore.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

30 ottobre 2012

Monelli sullo scudetto '82: "Vi racconto cosa accadde quell'anno. Fiorentina e Juve dovevano andare allo spareggio"

“Quest'anno sono trent'anni da quello scudetto virtuale del 1982. Speriamo di tornare in discoteca. Festeggiamo quello scudetto dell'82, perché tutti ce lo sentiamo sul petto”. A pronunciare queste parole domenica scorsa è stato Andrea Della Valle. Il presidente della Fiorentina ha voluto lanciare un'altra frecciatina alla Juventus, che si aggiudicò lo scudetto incriminato. Ma cosa accadde esattamente quell'anno? E perché Della Valle sostiene che quel titolo appartiene al club gigliato? Lo ho chiesto in esclusiva a Paolo Monelli, che faceva parte di quella Fiorentina: “Premetto che per me era il primo anno a Firenze e, purtroppo, mi infortunai già durante il ritiro estivo. Esordii proprio in quella stagione in Serie A, collezionati tredici presenze giocando da titolare solo un paio di partite. Davanti la coppia d'attacco titolare era formata da Daniel Bertoni e Ciccio Graziani. Disputammo un campionato straordinario, negli scontri diretti con la Juventus arrivarono due 0-0 e all'ultima giornata ci trovavamo entrambi in testa alla classifica a pari punti. Noi eravamo impegnati a Cagliari e i bianconeri a Catanzaro; il Cagliari aveva bisogno di un punto per ottenere la salvezza. Ci furono degli episodi importanti a nostro sfavore. Su un cross dalla destra Graziani segnò, ma il gol fu annullato ingiustamente dall'arbitro. A Catanzaro, invece, la Juve vinse 1-0 andando in rete su calcio di rigore. Non ricordo se quel rigore ci fosse o meno, ma sullo 0-0 fu negato un penalty al Catanzaro. Ci furono tante polemiche e credo che da quel momento nacque questa grossa rivalità tra i viola e la Juve. Questo episodio che fece sì che negli anni ci fosse questa rivalità, sentita soprattutto dai tifosi della Fiorentina”. L'ex attaccante, però, non vuole sbilanciarsi sulla rivendicazione dello scudetto da parte della Fiorentina: “Non so a chi appartiene quello scudetto. Ritengo però che, dopo un'annata del genere, l'epilogo più bello sarebbe stato andare allo spareggio. Non so chi si sarebbe aggiudicato il titolo, Fiorentina e Juventus erano due squadre eccezionali in quel periodo. Non so quindi a chi spettasse quello scudetto, però mi sarebbe piaciuto che si giocasse uno spareggio per stabilirlo”, ha concluso Monelli.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Un giovane talento greco in prova al Lanciano: ecco chi è

La Virtus Lanciano parla greco. Sondando il mercato straniero, il club abruzzese è finito sulle tracce del centravanti classe '94 Apostolos Tsipouras, prodotto del vivaio dell'Aris Salonicco. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, da quest'oggi il talentuoso giovane ellenico si allenerà in terra frentana per un breve periodo di prova. Sarà il tecnico della Primavera rossonera Pasquale Logarzo a testarlo e valutarlo nei prossimi giorni. In patria si parla un gran bene di lui. Gli addetti ai lavori lo paragonano al suo più illustre connazionale Angelos Charisteas, eroe di EURO 2004. Nei mesi passati è stato più volte vicino all'esordio nella massima serie greca con la maglia dell'ambizioso Aris Salonicco, prima di tentare l'avventura in Italia. A portarlo al Lanciano è stato l'agente FIFA Gianfranco Cicchetti, con la collaborazione della Free Players e di Panagiotis Domoutzoglu.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

29 ottobre 2012

Club di A e B sulle tracce dello spagnolo Koke: esperienza e gol a costo zero

Sergio Contreras Pardo, meglio conosciuto come Koke, potrebbe essere uno dei prossimi stranieri a sbarcare nel nostro campionato. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, l'attaccante spagnolo classe '83, attualmente svincolato, sarebbe infatti finito nel mirino di alcuni club italiani di Serie A e B. A lui starebbero pensando alcune squadre che stanno avendo problemi in zona realizzativa e l'ipotesi diventa interessante se si pensa che c'è la possibilità di tesserarlo in maniera immediata e a parametro zero. Koke, che in Italia è rappresentato dall'agente FIFA Gianfranco Cicchetti, è una seconda punta rapida e veloce, con un ottimo fiuto del gol. Il suo nome non è nuovo alle cronache di mercato italiane. Nel 2005, infatti, fu vicinissimo a vestire la maglia della Juventus. L'allora dg bianconero Luciano Moggi lo aveva adocchiato dopo la sua prima stagione tra le fila del Marsiglia, quando Koke esplose a suon di gol e buone prestazioni. L'affare, però, non andò in porto (pare che il club transalpino all'epoca chiese troppo per privarsi di lui) e la punta iberica fu costretta ad emigrare un anno più tardi in Grecia, dove diventò stella, capitano e funambolo dell'ambizioso Aris Salonicco, con la cui maglia giocò ad alti livelli per cinque anni. Successivamente ha vestito la casacca della Houston Dynamo (nella MLS statunitense) e del Rayo Vallecano (nella Liga spagnola). Attualmente Koke è svincolato dopo l'esperienza nella massima serie del campionato azero con il FK Baku, ma adesso aspetta soltanto una chiamata per rimettersi in gioco e intraprendere una nuova avventura. Per aggiudicarselo, le società italiane interessate dovranno vedersela con club portoghesi, russi e rumeni, che nelle ultime settimane hanno imbastito delle trattative per lui. Inutile nascondere, però, che Koke preferirebbe un'esperienza in Italia. Un usato sicuro che potrebbe far comodo a diverse squadre.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Rabito: "A Padova El Shaarawy mi impressionò da subito. E' in continua crescita, bravo il Milan a puntare su di lui"

Stephan El Shaarawy prende per mano il Milan. Ancora una volta, ci ha pensato l'attaccante italo-egiziano a regalare tre punti preziosi ai rossoneri e a salvare, per il momento, Massimiliano Allegri. Uno che conosce bene il suo talento è Andrea Rabito, che ha giocato con lui due anni fa al Padova: “Le sue qualità sono indubbie e le aveva mostrate a Padova in Serie B. Fin dal ritiro estivo si vedeva il suo talento naturale; quello che sorprendeva di lui era la naturalezza con cui esprimeva le sue qualità. Mi ha sorpreso per la grande umiltà, nonostante avesse grandi doti e avesse fatto un campionato straordinario. Una volta approdato in rossonero, di certo non ci si aspettava che potesse fare subito bene. Ha avuto bisogno di un periodo di adattamento, giocare nel Milan per un '92 non è cosa solita. Magari a Milanello hanno voluto rifinirgli il fisico visto che a Padova aveva avuto dei problemi alle ginocchia, questo per non bruciarlo, ha raccontato in esclusiva. Fa bene quindi il Milan a puntare su di lui per uscire da questo periodo difficile: “Vedendo le difficoltà che hanno i rossoneri nell'andare in gol, direi che hanno fatto bene a puntare sulle sue qualità innate. In nove giornate di campionato ha fatto sei gol e ha segnato anche in Champions League. Credo che in questo momento sia nel pieno della sua crescita; è talmente giovane che di crescita si deve parlare, non ha limiti e a vent'anni può solo migliorare. Il Milan fa bene a tenerselo stretto, è un giovane da valorizzare e da far giocare in campo”. Rabito si è anche espresso sulla collocazione tattica di El Shaarawy: “Credo che si esprima meglio partendo da una zona defilata del campo. Non ha le caratteristiche del trequartista, è più una seconda punta veloce, bravo a rifinire e ad attaccare gli spazi. Partendo da una posizione defilata può esprimere al meglio quelle che sono le sue caratteristiche puntando l'avversario e saltandolo, andando al tiro e servendo assist ai compagni. L'ho visto giocare nel Milan partendo sia dal centro-destra che dal centro-sinistra e i risultati gli stanno dando ragione. Nel tempo può davvero giocare ovunque, l'importante è che ci sia qualcuno di peso che faccia il lavoro sporco e faccia da sponda per lui”. Qualcuno, però, accusa il classe '92 di essere egoista: “Non sono d'accordo, anzi. E poi, a mio avviso, questo non sarebbe da vedere in maniera negativa. Essere egoista vuol dire anche avere personalità: a volte devi prendere delle decisioni in una frazione di secondo e, se non sei determinato, rischi di fare cose a metà. Quindi meglio provare un tiro in porta che non provarlo e i risultati si vedono. Quando giocavo con lui a Padova, mi sembrava tutt'altro che egoista”, ha concluso l'attaccante attualmente svincolato.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

28 ottobre 2012

Juventus Primavera, Garcia Tena: "Battere il Toro ha un sapore speciale e ora sotto con il City. Infortunio alle spalle, guardo avanti"

Manca ancora più di un mese all'attesissimo derby tra la Juventus e il Torino, ma intanto ci pensa la Juve Primavera a far bottino pieno contro i granata. Nel match valido per l'ottava giornata del campionato Primavera che si è disputato ieri pomeriggio, la squadra allenata da Marco Baroni ha superato il Toro per 1-0 grazie alla rete segnata da Beltrame al 5'. Una vittoria importante, non solo ai fini della classifica. Per commentare il successo nel derby Primavera, ho raggiunto in esclusiva Pol Garcia Tena, difensore della Juventus Primavera: “Sono stati novanta minuti di sofferenza, il Torino è una grande squadra e ha puntato su diversi giocatori d'esperienza (Mario Alberto Santana su tutti, ndr). Noi abbiamo fatto la nostra partita e credo che abbiamo giocato bene. E' stata una vittoria sofferta ma importante. Sono due settimane che riusciamo a portare punti preziosi a casa e questo ci permette di avanzare in classifica”. E poi si sa che tre punti in un derby, anche se non giocato in Serie A, valgono doppio: “Questa è sempre una partita speciale, ha qualcosa in più rispetto a tutte le altre. Vincere dà grande fiducia alla squadra e ci permette di crescere ulteriormente”. Mercoledì c'è in programma un altro match importante per i ragazzi di Baroni, che se la vedranno con il Manchester City nella terza sfida della NextGen Series: "Ci aspetta un'altra partita importante a cinque giorni dal derby di ieri. Se mercoledì riusciremo a centrare l'obiettivo, tutto sarà più facile e avremo buone chance di qualificarci alla fase finale”. Il centrale difensivo spagnolo è reduce da qualche problema fisico, ma ora è tornato a essere uno dei cardini del pacchetto arretrato bianconero: “Sono finalmente riuscito a tornare in campo dopo l'infortunio che mi ha costretto ad andare ad un altro ritmo rispetto ai miei compagni. Adesso però sto bene fisicamente e voglio aiutare la squadra dimostrando di essere utile alla causa. Dobbiamo andare avanti così per crescere tutti insieme”, ha concluso il classe '95.

27 ottobre 2012

Seno: "Bologna-Inter sarà decisa dagli episodi. Il tridente nerazzurro? Tanta roba..."

Dopo quattro successi consecutivi in campionato (sei se si conta anche l'Europa League), l'Inter è in procinto di fare visita al Bologna che, reduce da due sconfitte, non sta di certo attraversando un periodo positivo. Per analizzare il match in programma domani al Dall'Ara, ho contattato in esclusiva il doppio ex Andrea Seno: “Il Bologna viene da un momento non bello sotto l'aspetto dei risultati. Ho visto la squadra di Pioli contro il Catania e devo dire che non ha fatto una grandissima partita. Non manca il gioco, ma è stato sfortunato in alcuni episodi. Sono sicuro che davanti al proprio pubblico vorrà dar vita ad una bella prestazione. Dall'altra parte i nerazzurri stanno vivendo il periodo migliore di questo inizio di stagione; saranno molto sereni e avranno voglia di proseguire la propria striscia positiva. Mi aspetto quindi una partita spettacolare, in cui il risultato sarà condizionato più dai singoli episodi che dalla supremazia di una o dell'altra squadra”. Ma quali sono le armi su cui possono contare i felsinei contro questa Inter? “Gli inserimenti dei trequartisti e dei centrocampisti possono rappresentare un'arma importante con Gilardino là davanti. E' sempre difficile arginare gli inserimenti da dietro e questa è delle pecche del reparto difensivo interista”. Stramaccioni potrebbe proporre nuovamente il tridente Cassano-Milito-Palacio: “Come si suol dire, è tanta roba. Si tratta di tre giocatori che non danno punti di riferimento con il loro movimento, nessuno fa il classico centravanti. Hanno notevoli capacità tecniche e di smarcamento, non è facile contrastarli”, ha concluso l'ex centrocampista.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Muscat sogna l'Italia: "Mi adatterei bene, pronto a lasciare Malta. Sono un difensore col vizio del gol e tifo Inter perché..."

E' uno dei migliori talenti della nuova generazione del calcio maltese. Il suo nome è Zach Muscat, difensore classe '93, colonna portante della nazionale Under 21 del proprio paese. In patria viene descritto come un prospetto in grado di approdare a breve in uno dei migliori campionati del calcio che conta. Muscat, impiegato indifferentemente come centrale difensivo e come terzino destro, ha fisico, corsa, senso tattico e soprattutto grande duttilità. Nonostante la sua giovane età, è già da diversi mesi nel giro della nazionale maggiore guidata da Pietro Ghedin. Nel suo club, il blasonato Birkirkara, che in estate lo ha prelevato dal Pieta Hotspurs, è uno dei punti di forza della squadra. In occasione delle ultime uscite della nazionale maltese U21, tra cui l'amichevole di qualche giorno fa con l'Italia U21 di Serie B, diversi osservatori hanno appuntato il nome del diciannovenne sui propri taccuini; tra questi ci sarebbero anche alcuni 007 di società italiane. Ma chi è questo Muscat? Lo ho chiesto al diretto interessato, intervistato in esclusiva.

Si vocifera che alcuni club italiani abbiano messo gli occhi su di te: come reagisci a tali rumors?
Gioco a calcio da circa diciassette anni e non c'è dubbio che il sogno di ogni giocatore è quello d migliorare e di far esprimere se stesso nel miglior modo possibile sul terreno di gioco. A mio avviso, per migliorare ed inseguire il mio sogno, io ho bisogno di giocare lontano da Malta. L'interesse di società italiane nei miei confronti è un riconoscimento al mio duro lavoro e alla determinazione di fare strada nella mia carriera”.

Ti piace il nostro campionato? Lo segui?
Poiché non sono soltanto un appassionato di calcio ma anche un giocatore, io seguo diversi stili di giocare a calcio, soprattutto quello spagnolo, tedesco, olandese, inglese, sudamericano e anche italiano. Credo che ogni stile abbia i suoi punti di forza. I calciatori italiani possiedono una grande abilità mentale e una disciplina tattica superiore rispetto ai calciatori di altri paesi”.

Quindi ti piacerebbe venire a giocare in Italia?
Penso che mi fonderei abbastanza bene con la mentalità e lo stile di gioco del campionato italiano. Come ho detto prima, il mio sogno è quello di migliorare costantemente e di giocare fuori dal mio paese, dovunque sia. Poterlo fare in Italia mi darebbe grandi vantaggi e tanta motivazione per fare bene”.

Per chi ancora non ti conosce, che giocatore è Zach Muscat?
Mi definirei un leader molto determinato, un difensore tosto ma con qualità che può anche andare a segno quando arriva l'occasione giusta. Infatti nella stagione 2010/11 ho segnato 27 gol in 31 partite”.

Qual è la tua squadra preferita?
L'Inter, ma c'è un motivo in particolare...”.

Prego.
La ragione per cui mi piace l'Inter è che quando cominciai ad interessarmi al calcio, Ronaldo era al culmine della sua carriera. Lui è stato ed è tutt'ora una fonte di ispirazione per me perché era un grandissimo giocatore, dentro e fuori dal campo. Nonostante tutti i problemi che aveva, soprattutto con i vari infortuni al ginocchio, lui ha sempre spinto per migliorare e per continuare a fare quello che amava. Questo per me è ciò completo che rende un giocatore”.

Mercoledì scorso con la tua Under 21 avete giocato e perso contro l'Italia U21 B. Chi degli avversari ti ha impressionato maggiormente?
Quasi sempre la Nazionale Under 21 di Malta affronta ogni partita partendo da perdente, come è accaduto mercoledì. L'Italia ha giocato molto bene, manovrando con intelligenza a centrocampo; ha potuto contare su una difesa molto solida e su degli attaccanti che correvano molto. Per me Manuel Giandonato si è fatto sentire facendo ben circolare la palla a centrocampo e ha coronato la sua buona prestazione segnando direttamente su calcio di punizione”.

26 ottobre 2012

Il Pescara sbarca in Uruguay: quattro giovani talenti nel mirino

Manca ancora un po' di tempo prima che la sessione invernale di calciomercato apra ufficialmente i battenti, ma il Pescara non vuole farsi trovare impreparato a gennaio per rinforzarsi a dovere. In vista del mercato di riparazione si sta iniziando a guardare in Sudamerica. E' per questo motivo che, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, alcuni emissari della società adriatica si recheranno in Uruguay per osservare da vicino quattro talentuosi giocatori. Si tratterebbe, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, dei centrocampisti Sebastian Cristoforo ('93) e Jim Varela ('94) del Penarol, del trequartista classe '91 Matias Vecino del Nacional di Montevideo e della punta classe '93 Diego Rolán del Defensor Sporting.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Mareggini: "Siena-Palermo è diventato uno scontro diretto. Tra Pegolo e Ujkani scelgo..."

Vista la situazione di classifica di entrambe le squadre, il confronto tra il Siena ed il Palermo assume una certa importanza. Ho interpellato in esclusiva Gianmatteo Mareggini, ex estremo difensore di bianconeri e siciliani, per avvinarci alla sfida che si disputerà domani al Franchi: “Il Siena sapeva che questa partita sarebbe stata importante per accumulare punti per la salvezza, ma è diventato un incontro importante anche per il Palermo. Alla luce dei fatti è un vero e proprio scontro diretto e gli scontri diretti sono sempre difficili da decifrare”. Una sfida, a distanza, anche tra i due portieri Pegolo e Ujkani: “Tra i due ritengo che stia facendo meglio l'estremo difensore dei toscani. Nettamente rilanciato a Siena, Pegolo ha fatto benissimo già l'anno scorso e si sta confermando in questa stagione. Soprattutto in situazioni difficili con la squadra che deve lottare per salvarsi, il portiere è sempre sotto pressione, ma lui si è fatto sempre trovare pronto dimostrando grande lucidità. Sta facendo meglio di Ujkani che, arrivato la scorsa estate a Palermo, sta vivendo di alti e bassi. A Novara aveva fatto molto bene, sono sicuro che con il tempo si ambienterà e migliorerà”. Le due squadre occupano attualmente gli ultimi posti in classifica, ma secondo Mareggini hanno le potenzialità per riuscire a salvarsi: “Se non avesse avuto la penalizzazione, il ruolino di marcia del Siena sarebbe stato lo stesso degli ultimi anni. I toscani dovranno lottare fino all'ultima giornata con il coltello fra i denti come accaduto con Sannino, ma questo Cosmi lo sa e lo avrà già detto ai suoi. Solamente lottando e andando più forte degli avversari può portare risultati importanti a casa come ha fatto battendo l'Inter al Meazza. Il Palermo, purtroppo, ha disatteso le aspettative iniziali e si trova a dover rincorrere. Credo che i giocatori con maggior esperienza, Miccoli su tutti, sappiano prendere in mano la squadra nelle situazioni più difficili e tirarla fuori da una classifica inaspettata. Quella rosanero non è più la squadra degli scorsi anni che può lottare per una posizione di vertice, però la vedo da centro classifica o comunque da salvezza tranquilla”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Chieti, Mungo: "Bell'esperienza in Nazionale. Prima la salvezza, poi si vedrà. Sono del Parma ma..."

Con la maglia del Chieti è andato a segno negli ultimi due match casalinghi ed è da poco tornato da Coverciano dopo due giornate con la Nazionale Under 20 Lega Pro del ct Valerio Bertotto. Stiamo parlando di Domenico Mungo, talentuoso trequartista classe '93 di proprietà del Parma ma attualmente in forza ai neroverdi in Seconda Divisione di Lega Pro. Lo ho raggiunto in esclusiva.

Domenico, come sono andati questi due giorni di stage con la Nazionale?
Molto bene, sono stati degli allenamenti proficui e tutto è andato per il verso giusto. Abbiamo anche fatto una partita fra di noi in allenamento. Direi che è stata un'esperienza positiva”.

Come hai reagito quando hai saputo della chiamata di Bertotto?
A riferirmelo è stato il direttore (il ds del Chieti Battisti, ndr) e quando mi ha detto che dovevo andare a Coverciano quasi non ci credevo. Se è arrivata questa chiamata è anche merito del Chieti e di quanto sto facendo in campionato con questa maglia”.

Quali obiettivi vi siete posti per questa stagione?
Prima di tutto pensiamo alla salvezza, anche se siamo senza dubbio una buona squadra. Poi se arriverà qualcosa di più sarà solo merito nostro”.

E tu che obiettivi ti sei prefissato?
Cerco sempre di fare il mio meglio, anche in allenamento. Voglio arrivare al giorno della partita sempre al 100%”.

Il gol che hai segnato contro il Martina sarà ancora negli occhi dei tifosi del Chieti...
Domenica scorsa alcuni tifosi mi hanno fermato dicendomi che è stata la rete più bella che hanno visto. Forse è anche il gol più bello da quando gioco a calcio”.

Le tue prestazioni sono un segnale anche per il Parma?
Il Parma mi conosce perfettamente e sa che giocatore sono. Non penso che la prossima stagione giocherò con la maglia gialloblu, staremo a vedere”.

Per chi non ti conosce, se dovessi descrivere le tue caratteristiche?
Ho sempre giocato da trequartista e mi piace giocare in questo ruolo. Per due anni sono stato impiegato come esterno e in passato anche come mediano”.

E che ragazzo sei fuori dal campo?
Un ragazzo normale, tranquillo, umile a cui piace scherzare”.

C'è un giocatore in particolare al quale ti ispiri?
Fin da bambino il mio idolo è sempre stato Pirlo, almeno sin quando era al Milan. Ora però gioca nella Juventus e quindi non lo è più (ride, ndr)”.

25 ottobre 2012

Pro Vercelli, Bencivenga: "Usciremo da questo momento difficile. Ecco cosa è cambiato con Camolese"

Non è incominciata nel migliore dei modi l'avventura di Giancarlo Camolese alla guida della Pro Vercelli. Nella sfida casalinga contro il Padova il tecnico torinese, subentrato a Maurizio Braghin dieci giorni fa, ha esordito con una sconfitta per 2-1. Ma siamo soltanto alla decima giornata di campionato e nulla è perduto. Anzi, i bianconeri sono pronti a rimettersi immediatamente in carreggiata a partire dalla trasferta di Brescia in programma sabato prossimo. La volontà c'è ed è tanta. Lo si capisce anche dalle parole del terzino sinistro Angelo Bencivenga, alla sua seconda stagione con la maglia della Pro, intervenuto in esclusiva ai miei microfoni.
 
Angelo, partiamo con un bilancio di queste prime giornate.
Finora abbiamo avuto alcune difficoltà, ma ce lo aspettavamo; sapevamo che la Serie B è una categoria diversa dalla Lega Pro. Essendo cambiati tanti elementi della rosa, abbiamo deciso di puntare sul gruppo, sui nuovi arrivati e sui giocatori che hanno maggiore esperienza. Siamo sicuri del fatto che riusciremo a venir fuori da questo momento negativo. Dobbiamo solamente essere tranquilli e seguire le indicazioni del nuovo allenatore, che ha una carriera molto importante alle spalle”.

A proposito, per ora cosa ha portato il cambio Braghin-Camolese?
Mister Braghin aveva un'idea di gioco totalmente diversa da quella di Camolese, sia come modulo che come spirito. A me piace spingere, attaccare e difendere e con Braghin andavo a nozze. Con il nuovo tecnico, invece, devo concentrarmi più sulla fase difensiva. Mister Camolese vuole avere più equilibrio nel reparto arretrato, con una difesa che si schiera a tre o a cinque a seconda della situazione. Vuole puntare su una squadra equilibrata per uscire da questo momento e tutti noi ci siamo messi a sua disposizione”.

Dal punto di vista personale come valuti questo inizio di stagione?
Ho lasciato alle spalle un periodo non facile, adesso sto meglio. Fino a questo momento sono arrivati un paio di risultati soddisfacenti ma anche qualche partita persa. Sabato scorso con il Padova sono stato fuori perché mister Camolese ha deciso di puntare sui giocatori più esperti. Io in campo do sempre l'anima, anche quando non sto bene; se non sono al 100%, però, posso dare molto alla causa”.

Sabato siete tornati a giocare nel vostro Piola: quanto è stato importante?
Veramente importantissimo, è stato come tornare a casa propria. Prima ero dispiaciuto di non poter solcare il terreno di gioco del Silvio Piola, avevo tantissima voglia di ritornare a giocare in casa: era importante come lo è stato nella finale play-off dello scorso anno. È stato fondamentale avere nuovamente la possibilità di giocare davanti ai nostri tifosi, a casa nostra”.

24 ottobre 2012

Gli svincolati Santarelli e Petrassi si aggregano alla Vallée d'Aoste

Il Vallée d'Aoste, attualmente al quartultimo posto della classifica della Seconda Divisione della Lega Pro, corre ai ripari e sonda il mercato degli svincolati. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla redazione, da oggi sono aggregati alla squadra valdostana il portiere classe '88 Simone Santarelli ex Lazio, Gallipoli e Foggia, e il terzino destro classe '86 Marco Petrassi, ex Vigor Lamezia, Padova e Gela. I due, entrambi assistiti dall'agente FIFA Gianfranco Cicchetti, rimarranno in prova per qualche giorno in modo che lo staff tecnico possa visionarli e valutare un eventuale loro ingaggio.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Ex arbitro Marelli: "Ben venga la tecnologia in campo, ma in Italia il problema è un altro"

E' notizia di ieri che la FIFA ha dato definitivamente il via libera per l'introduzione della tecnologia al fianco degli arbitri, in particolare per quanto riguarda i gol fantasma. Per commentare questa novità assoluta, ho contattato in esclusiva Luca Marelli, ex arbitro di Serie A e B.

Signor Marelli, come giudica questa presa di posizione da parte della FIFA?
Inizio col dire che la classe arbitrale è sempre a favore delle innovazioni tecnologiche. L'obiettivo degli arbitri è quello di sbagliare sempre meno possibile, quindi più aiuti ci sono meglio è. Penso comunque che l'uso della tecnologia, in Italia, sarà limitato a poche categorie; oltre a Serie A e B, mi viene difficile pensare che sarà introdotta anche in Lega Pro”.

Si è parlato per anni di introdurre la tecnologia nel calcio, come mai ci è voluto così tanto?
Vado a sensazione. Blatter non ha mai voluto introdurre novità regolamentari riguardanti la tecnologia, quindi mi dà l'impressione di essere una sorta di ripicca”.

Ci spieghi meglio...
Facendo leva sul suo potere, Blatter ha imposto alla UEFA di non procedere a rivoluzioni. Dall'altra parte Platini, che punta alla presidenza della FIFA, ha introdotto gli arbitri di porta. Ecco, quella di Blatter mi sembra una mossa politica. E' soltanto una mia idea, ma altrimenti mi riesce difficile capire perché di punto in bianco ha deciso di passare alla tecnologia sui gol fantasma”.

A questo punto i cosiddetti gol fantasma non avranno più ragion d'essere?
La tecnologia aiuterà gli arbitri a non sbagliare ma risolve solamente un paio di casi all'anno perché in ogni stagione i gol fantasma sono due o tre. Sicuramente ci sarà una certezza rispetto a questo tipo di episodi, che però sono marginali. E' vero che l'anno scorso un gol fantasma ha parzialmente cambiato l'esito del campionato e la tecnologia toglie responsabilità agli arbitri, ma dobbiamo ben sapere che si tratta di episodi marginali. Nei recenti Europei la sfida tra Inghilterra e Ucraina è stata decisa da una valutazione sbagliata degli arbitri su un gol fantasma ma, ripeto, si verificano pochi episodi di questo tipo”.

Installare questi sensori costerebbe circa 200mila dollari per stadio, non una cifra eccessiva.
Assolutamente no per quanto riguarda la Serie A e gran parte della Serie B. Per i tempi che corrono, però, le società di Lega Pro non possono permettersi una spesa del genere. Già in cadetteria ci sono club che potrebbero far fatica, ma immagino che a sostegno delle società interverrà il Comune in cui si trovano. Comunque si tratta di un'innovazione non immediata, prima verrà sperimentata come accaduto con i giudici di porta”.

A proposito, ora gli arbitri di porta dovranno convivere con i sensori?
Gli arbitri addizionali, che a mio parere non servono assolutamente a nulla, hanno una funzione completamente differente rispetto alla tecnologia. I sensori avranno il compito di indicare se la palla ha oltrepassato completamente la linea di porta, mentre i giudici di porta hanno altre funzioni. Sono quindi convinto che non si tornerà indietro. Il problema però, almeno per quanto riguarda l'Italia, è un altro secondo me. A livello qualitativo gli arbitri italiani sono eccellenti, ma a livello quantitativo non abbiamo direttori di gara di categoria per un anno intero. E' vero che vengono ben pagati, ma non significa essere concentrati nove mesi consecutivamente. Bisognerebbe pensare a incrementare il numero degli arbitri. Ritengo che la divisione tra CAN A e CAN B, avvenuta nel 2010, sia stata un'errore e porti diversi problemi. In Serie A servirebbero circa cinquanta arbitri”.

23 ottobre 2012

Baronio: "Lazio, dimentica lo scudetto: c'è solo la Juve. Due rinforzi per Petkovic"

Con il 3-2 rifilato al Milan nell'anticipo di sabato sera, la Lazio è riuscita ad inanellare la terza vittoria consecutiva in campionato. Il lavoro di Vladimir Petkovic comincia a dare i suoi frutti e in casa biancoceleste non può che esserci grande soddisfazione. Per commentare il momento positivo di Klose e compagni, ho raggiunto in esclusiva l'ex mediano della formazione capitolina Roberto Baronio.

La Lazio può essere l'anti Juve per lo scudetto?
Non lo so, ma sicuramente può lottare come gli altri anni per un posto in Champions League. Se la Juventus continua così e imprendibile; è superiore a tutti e le inseguitrici - Lazio, Napoli e Inter - se la giocano per la Champions. I biancocelesti sono in corsa per il secondo e terzo posto, ma lo scudetto è un discorso che riguarda solo la Juve”.

Dopo i dubbi iniziali, Petkovic sta raccogliendo diversi consensi...
E' vero, il tecnico biancoceleste raccoglie consensi perché la squadra sta giocando molto bene. Petkovic ha dato direttive semplici ma importanti ai suoi uomini. Oggi la Lazio è una squadra compatta in cui ognuno sa esattamente qual è il proprio compito”.

Da ex centrocampista, cosa ne pensa del reparto centrale biancoceleste?
E' senza dubbio un buon centrocampo, calcolando l'assenza di Brocchi che manca da tanto tempo e sicuramente potrebbe dare una grossa mano. Quello che manca nella zona nevralgica del campo è un regista ai livelli di Hernanes. Uno come Matuzalem, che però ha avuto diversi problemi e attualmente è anche fuori rosa”.

Per migliorare, quindi, la Lazio dovrebbe rinforzarsi a centrocampo?
Se a gennaio ci fosse l'opportunità di prendere un giocatore importante, un centrocampista di livello europeo da piazzare davanti alla difesa, io non me la lascerei sfuggire. Magari rafforzerei anche il pacchetto arretrato con centrale difensivo molto forte”.

Agostini: "Il Milan uscirà dalla crisi. Pato può essere il top player per l'attacco"

Ho contattato in esclusiva Massimo Agostini per un'intervista. Con l'ex attaccante, che ha indossato la casacca del Milan nella stagione 1990/91, abbiamo cercato di analizzare il periodo che sta vivendo la compagine rossonera.

Come può il Milan uscire da questo momento di crisi?
Una società importante come il Milan non ha bisogno di consigli per curare il malanno che ha in questo momento. Stiamo parlando di una squadra di altissimo livello e di un club qualificato al massimo livello. Se hanno scelto di andare in ritiro anticipato è solamente per provare a far ritrovare la serenità ai ragazzi. Sarà poi il campo a dire come andranno le cose. E' senza dubbio un momento difficile a cui il Milan non era abituato, ma ha un gruppo che ne uscirà fuori nella maniera giusta. E' normale che, dopo otto giornate di campionato, non sia bello trovarsi in questa situazione per un club importante come quello rossonero. Domani sera c'è la gara di Champions con il Malaga, un'occasione per ritrovare la strada giusta e per cercare di riprendere la serenità che serve per affrontare i prossimi impegni”.

C'è chi ritiene che la causa sia l'operato in fase di mercato estivo: è d'accordo con questa tesi?
Quest'anno la maggior parte della società si è imposto l'austerity, spendendo un quarto di quanto si spendeva le scorse estati. Alcuni club hanno operato nel modo corretto e con i soldi giusti senza esagerare, mentre il Milan non è riuscito a trovare i giocatori che in questo momento potessero sostituire i vari Thiago Silva, Ibrahimovic, Gattuso, Seedorf e Nesta. I rossoneri hanno preso giovani che devono fare esperienza in Serie A e farsi le ossa, ma serviranno almeno due stagioni per essere catalogati come top player. I rossoneri hanno deciso di puntare anche sui giocatori provenienti dalla Primavera, però bisogna capire che serve pazienza e che i risultati arriveranno a lungo andare. Nel breve periodo arrivavano prima, quando si spendevano fior di milioni per acquistare calciatori importanti. Il fair play finanziario ha preso abbastanza piede in Italia e il calcio sta cambiando, forse in bene. I risultati li vedremo nei prossimi anni, ma ritengo che le nostre squadre possano fare bene in Europa; come si comportano i club stranieri dovremo comportarci anche noi, a piccoli passi. Chi ha da spendere lo può fare e può pretendere di vincere subito, chi non può più farlo invece deve lavorare”.

In attacco sembra esserci più di un problema...
Bisogna tener conto che Pato è tornato a giocare soltanto sabato scorso, Pazzini è partito con tre gol e poi ha avuto una flessione, Robinho ha il mal di pancia dei campioni e non si ritrova più. El Shaarawy invece è stata una scoperta importantissima, è un giocatore molto importante e lo ha dimostrato segnando cinque gol nelle prime otto giornate. Se pensiamo all'addio di Ibra, è normale che qualche problema ci sia. Credo comunque che il Milan abbia delle buone frecce nel loro arco, anche se manca un top player. Pato potrebbe essere il vero top player in avanti, ma bisogna aspettare che ritorni al 100%. C'è da dire, però, che se l'attacco non è supportato in una certa maniera da difesa e centrocampo, allora ne può risentire. Serve equilibrio in tutti i reparti, Allegri e Tassotti hanno l'esperienza e l'intelligenza necessarie per porre dei rimedi. E il Milan, per me, rimane una delle cinque migliori squadre d'Europa”.

22 ottobre 2012

Semioli: "Genoa, che colpo con Delneri: vi svelo i suoi segreti. E sul derby con la Samp..."

A seguito della pesante sconfitta casalinga con la Roma, il Genoa ha deciso di sollevare dall'incarico Luigi De Canio. Al suo posto, anche se manca ancora l'annuncio ufficiale, si siederà sulla panchina rossoblu Luigi Delneri. Uno che con il tecnico di Aquileia ha un feeling particolare è Franco Semioli, che è stato alle sue dipendenze sia al Chievo che alla Sampdoria. Ho raggiunto in esclusiva l'esterno classe '80, attualmente in forza al Vicenza.

De Canio lascia il posto a Delneri, tu lo conosci molto bene...
Per il rapporto che abbiamo, io sono come un figlio e posso parlarne solo bene del mister. E' stato un maestro per me, la persona più importante da quando ho iniziato a giocare a pallone; mi ha sempre voluto con sé e mi ha insegnato veramente tanto. Secondo me, il Genoa ha fatto un gran colpo con lui. Spero riesca a fare bene ora che si rimette in discussione dopo un periodo di inattività”.

A livello tattico cosa cambia per il Genoa?
Bisogna vedere che intenzioni avrà. Penso comunque che apporterà delle modifiche rispetto al modulo utilizzato da De Canio fino ad oggi. La sua idea di gioco è sempre quella del 4-4-2 e credo porterà avanti questo tipo di discorso, a meno che non voglia continuare con il lavoro svolto dai rossoblu finora”.

In allenamento, invece, che tipo di tecnico è?
In allenamento si dedica soprattutto alle impostazioni di gioco e alla parte tattica. Cura molto bene la fase difensiva e tutto quello che concerne il reparto arretrato. E' un tecnico completo e non posso che parlare bene del mister Delneri. E credo che i risultati gli abbiano dato spesso ragione”.

Si dice che Delneri sia molto attento al lavoro sugli esterni...
Fa degli esterni la chiave del suo credo tattico. Lui dagli esterni vuole tutto e pretende moltissimo, sia la fase offensiva che quella difensiva. Chiede che in rosa ci siano sempre quattro esterni, due che giocano da titolari e due in panchina”.

A questo punto il tuo ex compagno Vargas diventerà fondamentale per il Genoa?
E' un esterno molto offensivo, ma piacerà al mister perché possiede grandi qualità”.

Il 18 novembre c'è il derby della Lanterna: che accoglienza ti aspetti per Delneri da parte dei suoi ex tifosi?
Penso verrà accolto bene, almeno questo è ciò che credo io. La tifoseria della Sampdoria è veramente unica e si è comportata sempre bene con tutti; sono rimasto stupito tante volte dal loro comportamento. Inoltre Delneri ha lasciato un bellissimo ricordo nella Genova blucerchiata per la qualificazione in Champions League. Spero che lo trattino bene perché se lo merita”.

A proposito, che ricordo hai della stagione 2009/10, culminata con il ritorno della Samp in Champions?
Fu un anno davvero fantastico, un'emozione unica. Avevo già raggiunto la Champions in due occasioni con la Fiorentina, ma quella con la maglia della Sampdoria fu una rincorsa indimenticabile. Quella era una squadra curata veramente nei minimi dettagli. Lasciammo tutti a bocca aperta, sconfiggemmo tutte le grandi del nostro campionato. Peccato per l'uscita dall'Europa contro il Werder Brema; quell'eliminazione ci tagliò le gambe e gli effetti si fecero sentire nel corso della stagione”.

Colombo: "Bari-Brescia è da tripla. Biancorossi da play-off, Caracciolo una certezza per le rondinelle"

C'è grande attesa a Bari per il confronto in programma questa sera con il Brescia. I pugliesi e le rondinelle si affronteranno nel posticipo della decima giornata di Serie B. Per analizzare la sfida del San Nicola, ho contattato in esclusiva Corrado Colombo, ex della formazione biancorossa e di quella lombarda: “Mi aspetto sicuramente una bellissima partita. Il Bari sta facendo un grandissimo campionato e non vorrà sfigurare davanti alla propria tifoseria. Le dichiarazioni del presidente del Brescia Corioni, che si è detto pronto a cambiare tutto in caso di sconfitta, danno qualcosa in più a questa gara”. Difficile fare un pronostico secondo l'attaccante, che attualmente gioca in Serie D nel Tuttocuio: “E' un match aperto a qualsiasi tipo di risultato, una partita da tripla”. Sono due squadre che possono puntare ai play-off? “Dopo questo grande inizio di campionato, il Bari può puntare tranquillamente a piazzarsi in zona play-off. Con la zavorra di una penalizzazione di -7 punti, la squadra di Torrente ha già raggiunto quota 10. Per quanto riguarda il Brescia, invece, Caracciolo è tornato a segnare e sarà senza dubbio l'uomo in più. Fa bene Calori a puntare su di lui li che ha sempre fatto gol, è una certezza”, ha risposto Colombo.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Di Guida: "Ecco come lavoriamo con gli svincolati a Coverciano. Sugli allenatori italiani all'estero e i tecnici emergenti..."

Ha interrotto la sua carriera da calciatore a 24 anni a causa di un infortunio per dedicarsi a quella da allenatore. Successivamente ha conseguito il diploma ISEF, ha ricoperto l'incarico di Responsabile Regionale del Piemonte delle Scuole Calcio ma, soprattutto, è impegnato nel periodo estivo a seguire i giocatori senza contratto. Stiamo parlando del Professor Gianni Di Guida che, tra l'altro, ha ottenuto la laurea al supercorso di Coverciano, ovvero è abilitato ad allenare in Serie A. Lo ho intervistato in esclusiva per parlare del lavoro che svolge in estate con i calciatori svincolati, ma anche per focalizzarci sull'esportazione verso l'estero dei tecnici nostrani.

Professor Di Guida, che tipo di lavoro svolgete in sede di ritiro estivo con gli svincolati?
Il raduno dura circa diciotto giorni e prevede, contemporaneamente alla preparazione tecnico-tattica e fisica, il corso allenatori UEFA B. Si sviluppano argomenti teorici e poi si mettono in pratica sul campo. Chi prende parte a questi raduni affronta una giornata abbastanza lunga. La sveglia suona alle 7 del mattino e alle 8 sono già tutti in campo. Dalle 8.15 alle 10 si sta sul campo, poi alle 10.30 si spostano in aula per una lezione che finisce alle 12.30. Dopo di che c'è un'ora di tempo per pranzare a partire dall'una. Un'ora di riposo e poi si riparte con altri tre moduli di lezione dalle 15 alle 17 circa. Alle 18 si torna nuovamente in campo fino alle 20. Alle 20.30 è prevista la cena e dalle 21.30 alle 22.30 c'è l'ultimo modulo giornaliero di lezione. La prima settimana è sicuramente la più piena, soprattutto quando ci sono in programma delle amichevoli”.

Soprattutto negli ultimi anni, però, gli svincolati fanno fatica a trovare squadra.
Sicuramente sono anni difficili perché è in atto un'opera di ringiovanimento da parte della Federazione. Questo, ultimamente, ha creato molti più disoccupati. Per quanto riguarda l'Assocalciatori in materia di svincolati, tre anni fa presentai un progetto e grazie ad esso fu istituito un raduno in più. Così due anni fa feci nascere il ritiro di Veronello, che dà spazio ad altri sessanta atleti. Ciò permette di prepararsi, di capire meglio come funziona il mondo del lavoro e di inserirsi nei contesti dilettantistici. Qualcuno riesce ad inserirsi subito; infatti il 10%, appena cominciato il raduno, si sistema immediatamente. Dopo di che nell'arco della settimana le società cominciano a farsi vive, magari dopo delle amichevoli. Spesso e volentieri il ragazzo, se viene chiamato a metà del corso, preferisce completare il raduno e poi aggregarsi alla sua nuova squadra. Entro ottobre l'80% si è sistemato. Questa è la media degli ultimi anni”.

Perché sempre più allenatori italiani superano le frontiere e vanno all'estero?
E' senza dubbio uno sbocco in più. Solitamente la carriera di un tecnico in Italia è abbastanza lunga, anche se c'è un certo ricambio. Oggi l'allenatore italiano, siccome conosciuto in Europa e nel Mondo come molto preparato professionalmente, è in grado di fare ottime cose all'estero. Fuori dal nostro paese c'è fame di rincorrere la qualità e la competenza, c'è organizzazione, voglia di crescere e di imparare. E' questo il motivo per il quale ci si avvale di tecnici che provengono da un calcio importante come il nostro”.

Questo dimostra che la scuola di Coverciano è una delle migliori d'Europa?
Sono sicuramente orgoglioso di fare parte di questa scuola, ma non siamo noi a sostenere questa tesi. Ovviamente, però, sono contento che si dica questo di Coverciano”.

Spesso però ci sono tecnici molto preparati nelle categorie inferiori che fanno fatica ad emergere...
Sì è vero, ma questo fa parte del gioco. Il nostro è un paese dove c'è una struttura verticistica, c'è grande selezione e arrivare in alto è sempre molto difficile. E' dunque comprensibile che ci siano allenatori che fanno fatica, magari perché in alto c'è gente che dimostra di essere all'altezza; poi non tutti si sentono di rischiare e si punta maggiormente sull'esperienza. Mi viene in mente l'esempio della Pro Vercelli, che ha deciso di ingaggiare un tecnico esperto come Camolese. E' questo, fondamentalmente, il motivo per cui molti giovani non riescono ad emergere. Nel nostro campionato, a certi livelli, prevale l'obiettivo del risultato e se uno non porta risultati soddisfacenti viene esonerato”.

21 ottobre 2012

Canuti: "Inter, contro questo Catania sarà dura. Gomez? Non so se sia pronto per una big"

A poche ore dalla sfida tra l'Inter e il Catania, ho raggiunto in esclusiva Nazzareno Canuti. L'ex difensore, che in carriera ha indossato sia la maglia nerazzurra che quella rossazzurra, ha analizzato così la partita in programma oggi alle 15: “Per l'Inter sarà un match difficile perché il Catania ha sì ottenuto dei risultati negativi in trasferta, ma l'Inter non è che ha dato vita a prestazioni esaltanti tra le mura del Meazza. I nerazzurri fanno fatica in casa e non hanno mai convinto pienamente. E' un Inter leggermente acerba però, secondo me, visto che fuori casa ottiene risultati più che positivi, può maturare in fretta. Di fronte troverà una buona squadra come il Catania. Alla compagine siciliana manca soltanto un playmaker a centrocampo capace di risolvere le cose, però si tratta di una squadra che sta giocando un calcio più che dignitoso. In difesa peccano un po' lontano dal Massimino, mentre in casa sono più concentrati e ottengono risultati migliori. Fuori casa la fase difensiva lascia un po' a desiderare. Detto questo, oggi mi aspetto una partita aperta e combattuta”. Tra le fila del Catania ci sarà ovviamente Alejandro Gomez, il cui nome è stato spesso accostato alla società meneghina in ottica mercato: “A me piace come giocatore, ma c'è da dire che sta riuscendo ad esaltarsi in un contesto di una squadra come il Catania. Bisogna vedere se sarebbe lo stesso in una grande squadra come l'Inter o altre, su un palcoscenico molto importante; ci sarebbe da ragionarci sopra e da meditarci. Ci sono calciatori che fanno bene in squadre di provincia, poi si trasferiscono in una big e si perdono: succede a tanti calciatori”, ha commentato Canuti.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

20 ottobre 2012

Nocerina, Russo: "Che emozione la Nazionale! A Nocera ottimo ambiente, vogliamo vincere il campionato"

La convocazione nella Nazionale Under 20 Lega Pro è stato il coronamento di un anno importante per il giovane Giovanni Russo. Lo scorso agosto il portiere ha abbandonato la Serie D per approdare alla Nocerina, che quest'anno milita nella Prima Divisione della Lega Pro, e dopo poco è anche arrivato l'azzurro. Per commentare il suo periodo positivo e non solo, ho intervistato in esclusiva l'estremo difensore classe '92.

Giovanni, sei reduce dalla convocazione in Under 20 Lega Pro: che esperienza è stata?
Ho provato sensazioni bellissime. E' un grande gruppo, allenato da un bravissimo mister come Bertotto e dal suo vice Moras. Abbiamo fatto molto bene contro la Croazia vincendo per 4-2”.

Peccato che contro la Croazia non hai potuto fare il tuo esordio...
Anche se non sono sceso in campo, sono stato contento di aver fatto parte di questa spedizione. Ci sarà tempo per esordire, così come ci sarà tempo per maturare. In questo momento remiamo tutti dalla stessa parte e puntiamo allo stesso obiettivo”.

C'è qualcuno che ti ha impressionato particolarmente?
I compagni di squadra mi hanno impressionato tutti quanti, è un bel gruppo. Chi ha giocato contro la Croazia lo ha fatto per la maglia, per la maglia della Nazionale”.

Come ti stai trovando in quel di Nocera?
Benissimo, mi hanno accolto tutti a braccia aperte. La Nocerina mi ha voluto fortemente. Colgo l'occasione per ringraziare il direttore sportivo Pitino, il capo degli osservatori Ussia, il tecnico Auteri e il preparatore dei portieri Gentili. Sono davvero contentissimo e sto cercando di dare tutto me stesso”.

E con mister Auteri?
Abbiamo un ottimo rapporto, sereno e tranquillo. Un rapporto normale fondato sulla fiducia reciproca”.

Finora hai collezionato una sola presenza in Lega Pro, la concorrenza è tanta.
La concorrenza non guasta mai. Gabriele (Aldegani, ndr) sta insegnando molto sia a me che a Riccardo (Ragni, ndr). Siamo amici prima che compagni di squadra. Ci frequentiamo anche fuori dal campo e ci diamo una mano a vicenda”.

Quattro risultati utili consecutivi e settimo posto a -3 dalla vetta: dove vuole arrivare questa Nocerina?
Il nostro obiettivo è quello di vincere il campionato. Siamo partiti per puntare al primo posto e, pur essendoci conosciuti da poco, abbiamo ottenuto dei risultati importanti”.

C'è un portiere in particolare al quale ti ispiri?
Fin da bambino il mio idolo è sempre stato Buffon, però mi piace molto anche Marchetti. Ci sono tanti portieri che osservo attentamente quando posso guardare le partite”.

Tutti hanno un sogno nel cassetto, qual è il tuo?
Innanzitutto vincere il campionato con la maglia della Nocerina. Poi, per quanto riguarda il futuro, punto ovviamente ad arrivare a giocare in Serie A”.

Civitarese: "Borini, nessun rimpianto. Caldirola a Cesena per fare esperienza. Palma pronto per l'Atalanta"

Oltre a rappresentare il futuro del calcio italiano, cosa hanno in comune Fabio Borini, Luca Caldirola e il gioiellino dell'Atalanta Antonio Palma? Tutti e tre si avvalgono delle capacità di Roberto Civitarese, uno dei mental coach più in vista del panorama sportivo italiano. Lo ho raggiunto in esclusiva per parlare di questi tre calciatori di sicuro avvenire.

Partiamo da Borini: come procede il suo recupero dall'infortunio?
Ha una frattura al piede destro che lo costringerà a stare fuori per tre mesi. Quando capitano questi avvenimenti esterni che non dipendono dalla volontà del giocatore, bisogna accettare la situazione per quella che è, vivere serenamente questo momento con l'unico pensiero di recuperare il prima possibile e seguire un giusto percorso di riabilitazione. Del resto chi gioca a calcio sa che gli infortuni fanno parte di questo mondo. Quando arrivano, però, bisogna essere sereni e approfittarne per riprogrammare gli obiettivi, allenare la mente oltre che il fisico”.

Nessun pentimento per aver lasciato la Roma e l'Italia?
No, assolutamente. Come ben sappiamo, queste decisioni vengono prese, oltre che dal calciatore, anche dal club di appartenenza. Quest'estate è arrivata una richiesta importante e la Roma ha scelto di monetizzare, ma la destinazione era gradita a Fabio. Sono stati in tre a fare l'affare: il giocatore che è tornato a giocare in un campionato come la Premier dove si è espresso al meglio ed è cresciuto, la Roma e il Liverpool. Fabio aveva dichiarato che pensava di restare nella capitale perché i giallorossi lo avevano riscattato. Ma è chiaro che, quando c'è di mezzo una squadra importante come il Liverpool, il tavolo salta e si rimette tutto in discussione”.

Passiamo a Caldirola, titolare del Cesena e dell'Under 21.
Caldirola è un giocatore molto forte, un ragazzo serio e attento a tutte le cose. Ha degli obiettivi chiari. Proviene da una scuola importante come quella dell'Inter, in questa stagione è a Cesena per accumulare l'esperienza necessaria a ricoprire un ruolo così delicato a grandi livelli. Oltre a essere titolare dell'Under 21, è diventato anche capitano della squadra allenata da Mangia. A Cesena le cose non andavano benissimo dal punto di vista del collettivo e quindi la società è corsa ai ripari, esonerando un allenatore inesperto e facendo tornare in panchina Bisoli, che in Romagna ha raggiunto grandi traguardi. Per via dell'impegno con la Nazionale non ha giocato l'ultima partita, però credo che le sue prestazioni siano positive e importanti. In un'occasione è ha reso al di sotto delle aspettative ma, quando devi trovare le misure con i nuovi compagni, ci può stare. La compagine bianconera comunque è in crescita, il Cesena è molto soddisfatto di Caldirola e Luca è molto soddisfatto di questo suo avvio di stagione con la maglia del Cesena. E poi non può che essere emozionante giocare in uno stadio dove il pubblico sostiene sempre la propria squadra”.

Il classe '94 Palma si sta facendo largo nell'Atalanta, cosa ci puoi dire di lui?
Antonio è un ragazzo molto intelligente, molto sveglio. Nel lavoro che facciamo insieme dimostra di essere ragazzo molto volenteroso e vuole lavorare sui particolari. Ha avuto l'opportunità di essere chiamato da Colantuono in prima squadra e, dato che è quello a cui tutti ambiscono, si è fatto ovviamente trovare pronto. Sapeva che era la sua occasione e aveva tutto quello che gli serviva per poterla cogliere appieno: l'approccio con la gara è stato molto positivo, ha avuto la giusta determinazione e la giusta personalità. Sono venute subito fuori le caratteristiche di questo ragazzo. Qualcuno lo ha definito il vice Cigarini e io credo sia pronto, con i dovuti tempi, a poter disputare qualche partita con la prima squadra. Con l'Atalanta che arriva da alcuni risultati negativi, è chiaro però che la situazione si complica. Lui comunque è sereno, continua il suo percorso per crescere e migliorare sempre di più”.

19 ottobre 2012

Zironelli: "Stimo Montella, sono curioso di vedere la Fiorentina contro questo Chievo"

Tra i match in programma per questa ottava giornata di campionato, c'è anche quello che vedrà affrontarsi il Chievo e la Fiorentina. Le due formazioni si daranno battaglia domenica pomeriggio allo stadio Bentegodi. Il tecnico Mauro Zironelli, che nella sua carriera da calciatore ha indossato sia la casacca gialloblu che quella viola, ha presentato così la gara in esclusiva ai miei microfoni: “Mi auguro che sia una partita spettacolare, perché vado a vederla (ride, ndr). Scherzi a parte, sono molto curioso di vedere da vicino questa Fiorentina che gioca un bel calcio con palla a terra. I clivensi hanno avuto un momento di euforia dopo il cambio di allenatore e la vittoria casalinga contro la Sampdoria”. L'arrivo di Corini sembra aver dato una scossa allo spogliatoio gialloblu: “Gli equilibri non li conosco, però c'è stata sicuramente una scossa positiva perché sono arrivati subito i primi tre punti. Mi dispiace per Di Carlo, ma sono contento per Eugenio. Ho giocato con entrambi, auguro a Mimmo di riprendere presto ad allenare e ad Eugenio di fare bene alla guida del Chievo”. Dall'altra parte ci sarà una Fiorentina che in questo inizio di stagione sembra aver raccolto meno di quanto ha seminato: “E' senza dubbio così. Contro la Juventus i viola avrebbero meritato la vittoria, mentre a Milano con l'Inter sinceramente non li ho visti benissimo. Nelle giornate precedenti, invece, la Fiorentina ha fatto molto bene. Sono curioso perché stimo molto Montella. Sta facendo vedere il bel gioco che aveva mostrato alla guida della Roma e del Catania, ha subito messo in pratica le sue idee con venticinque giocatori nuovi. Quindi tanto di capello a lui...”, ha concluso Zironelli.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Margiotta: "Udinese e Pescara in cerca di riscatto. Sulla loro stagione..."

Forse in pochi quest'estate potevano aspettarsi che alla settima giornata il Pescara avrebbe preceduto l'Udinese in graduatoria, anche se con un solo punto di distacco. E domenica le due squadre si affronteranno al Friuli, in una partita che potrebbe permettere alla squadra di Guidolin di scavalcare gli abruzzesi in classifica. Ho raggiunto in esclusiva Massimo Margiotta, doppio ex delle due formazioni, per analizzare questo match: “Sarà una gara in cui soprattutto l'Udinese vorrà cercare di portare i tre punti a casa. Dopo l'ultima trasferta a Napoli dove avrebbe meritato molto di più che una sconfitta, i friulani vorranno riscattarsi e riprendersi quello che è mancato nelle giornate precedenti. Invece la compagine biancazzurra, prima di subire tre gol contro una Lazio in grande forma, veniva da due risultati importanti consecutivi a Cagliari e con il Palermo. Mi aspetto un match molto combattuto, entrambe hanno grande voglia di riscatto”. Ma dove potranno arrivare i bianconeri in questa stagione? “L'Udinese farà il suo campionato, anche se anno dopo anno è sempre più difficile ripetersi. In questo inizio di stagione sembrava essere ormai finito il ciclo Guidolin, il ciclo Di Natale, invece la grande prestazione contro il Liverpool ha dato un'altra identità alla stagione. I friulani poi hanno un grande allenatore che riesce a tirar fuori il meglio da tutti quanti”, ha risposto l'ex attaccante. Margiotta, infine, si è espresso sulle chance di salvezza del Pescara: “Sulla carta, per la presenza di tanti giovani e tanti stranieri in organico, ci sono un po' di perplessità attorno alla compagine abruzzese. A Pescara però c'è grande entusiasmo; soprattutto all'Adriatico avranno dalla loro parte un pubblico straordinario e questo è fondamentale. Molto dipenderà da come si ambienteranno nuovi arrivati, in fondo nessuno si aspettava le due vittorie consecutive che sono arrivate. Il Pescara darà filo da torcere a qualsiasi avversario e poi si vedrà”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

18 ottobre 2012

Bagni: "Dallo Juventus Stadium uscirà la vincitrice dello scudetto. Sull'attacco della Juve e su Vargas..."

Mancano ormai due giorni e poche ore al fischio d'inizio di Juventus-Napoli. L'attesissima sfida che non vale lo scudetto, ma vale il primo posto in classifica. Per parlare del match dello Juventus Stadium e non solo, ho intervistato in esclusiva Salvatore Bagni, ex centrocampista del Napoli e della Nazionale.

Si avvicina lo scontro tra le prime della classe, accompagnato da mille polemiche...
"Ognuno trova le proprie ragioni, quello che conta è il campo da cui uscirà la squadra vincitrice di questo campionato. Nessuno potrà inserirsi in questo duello tra Juve e Napoli per lo scudetto. La stagione comunque è ancora lunga e i tre punti si potrebbero eventualmente recuperare. Dipenderà molto anche dal cammino europeo di bianconeri e partenopei".

A questo proposito, come valuti quanto fatto vedere in Europa da queste due squadre?
"Fino a questo momento la Juventus ha collezionato due pareggi. Si è visto contro lo Shakhtar che possono esserci delle difficoltà in Champions essendo in corsa per due obiettivi. Discorso diverso per gli azzurri. Se Mazzarri fa giocare le cosiddette riserve in Europa League, ha la possibilità di far giocare i titolari in campionato ed è tutto più semplice".

Cosa ne pensi della polemica sull'utilizzo dei nazionali?
"Penso che sia una cosa riguardante soprattutto quei calciatori che vanno a giocare in Sudamerica. D'altronde si sa a cosa si va incontro puntando sui giocatori sudamericani. Nel recuperare e nel viaggio di ritorno possono esserci dei problemi".

Se fossi al posto di Conte, su quale coppia d'attacco punteresti sabato?
"Vucinic lo schiererei in tutte le occasioni; è l'attaccante più talentuoso e può fare sempre la differenza. Accanto a lui non farei giocare Matri ma uno più rapido e svelto, come Quagliarella o Giovinco".

Infine una domanda di mercato: quale futuro per Edu Vargas?
"Lui sa di essere la quarta punta, la quarta scelta di Mazzarri in attacco: prima di lui viene Insigne e lui lo sa. Vargas è venuto a Napoli per giocare da titolare; va bene stare in panchina per i primi sei mesi, ma poi devi giocare o quantomeno essere a ridosso dei titolari. Giocare dal primo minuto solo in Europa League è difficile. Penso che farà fatica a ritagliarsi uno spazio, proprio a causa della presenza di Insigne. Non credo comunque che il Napoli abbia intenzione di cederlo a gennaio, gli attaccanti rimarranno questi".

16 ottobre 2012

Tavarilli: "Cassano, Bellomo e Galano: vi racconto i talenti di Bari Vecchia. E sul mio Bisceglie..."

Una vita nel Bari. In pochi conosco la società di via Torrebella come Vincenzo Tavarilli. Da giocatore ha vestito la maglia biancorossa dal 1978 al 1981, poi al termine della sua carriera da calciatore ha trascorso anni e anni nel capoluogo pugliese: prima come allenatore delle giovanili, poi come relatore degli osservatori fino a diventare il vice di Vincenzo Torrente sulla panchina della prima squadra. Per non parlare dei giovani che ha lanciato come Nicola Bellomo e Cristian Galano che si stanno mettendo in mostra in questa stagione, ma anche un certo Antonio Cassano. La scorsa estate, però, Tavarilli ha lasciato i galletti per approdare al Bisceglie in qualità di consulente tecnico. Insomma, è una vera e propria enciclopedia sul Bari, che ho intervistato in esclusiva.

Il Bisceglie è al quinto posto del girone H di Serie D, siete soddisfatti?
Abbiamo costruita una squadra importante per poter puntare a disputare un campionato di alta classifica, anche se siamo consapevoli della forza di squadre quali Ischia, Matera e Monopoli. Attenzione però anche a Taranto, Brindisi e Foggia, grandi squadre in ripresa che possono rientrare in questo discorso e si rafforzeranno. Siamo partiti facendo bene soprattutto in casa, ma dobbiamo migliorarci sotto l'aspetto del risultato. In trasferta non siamo ancora riusciti a vincere, ottenendo solo pareggi ed una sconfitta. Abbiamo le potenzialità per vincere fuori casa, ci manca solo la giusta mentalità”.

Ma la possiamo chiamare ancora mister?
Quello attuale è un ruolo nuovo per me. Finora è stato tutto molto positivo, ma dopo trentatré anni mi manca il campo. Anche quando facevo le relazioni per Antonio Conte quando era al Bari, partecipavo attivamente sul campo in qualità di collaboratore tecnico. Mi manca mettermi la tuta e calpestare l'erba, ma questo nuovo ruolo mi soddisfa. Ho un buon rapporto con la squadra, faccio da tramite tra la società e lo staff tecnico”.

Parliamo di alcuni giocatori che lei conosce bene: si aspettava l'esplosione di Bellomo?
Sinceramente me la aspettavo anche prima. Già dallo scorso anno caldeggiavo la sua candidatura ad una maglia da titolare, dicevo che bisognava puntare su questo ragazzo. Si è aspettato un anno in più, ma sono comunque contento per lui. Secondo me Nicola ha qualità importanti dal punto di vista tecnico ed è dotato di una buona visione di gioco. Adesso sta migliorando anche sotto l'aspetto fisico che prima era un suo limite: era gracile e mingherlino, ora si sta irrobustendo. Ha sempre ricoperto il ruolo di trequartista, ma pian piano ai tempi della Primavera l'ho portato a fare la mezzala nel centrocampo a tre e poi l'interno in quello a quattro. Ha grande fiuto del gol e sa far bene il rifinitore; non bisogna limitarlo facendolo giocare da mediano, dovrebbe avere licenza di inserirsi con a fianco un interditore. Nelle giovanili, in qualsiasi categoria, ha sempre fatto gol. Nicola ha già buttato le basi per fare salto di qualità”.

Cosa ci dice invece di Galano?
Per quanto riguarda Cristian, lui ha qualità importanti e grosse potenzialità. Nicola però è un po' più deciso, a Galano invece manca questa incisività, però può migliorarsi sempre di più giocando e andando avanti. Ricordiamoci che stiamo parlando di un ragazzo del '91, ha ventun anni. Quest'anno si ritaglierà il suo spazio con la maglia del Bari in una vetrina importante come la Serie B”.

Ma lei ha anche allenato un giovanissimo Antonio Cassano...
Ha fatto tre anni con me nelle giovanili, dai dodici ai quindici anni. Era un giocherellone come quel ragazzo che vediamo anche oggi, sempre allegro e gioioso. Già da piccolo riusciva a fare la differenza, si vedeva fin dall'inizio che poteva avere un futuro importante. Viveva in un contesto difficile e con una situazione familiare non eccezionale in quel momento, poteva perdersi e prendere altre strade; ma, grazie alla sua grandissima passione per il calcio, è stato bravo a non farlo. Antonio ha il calcio nel sangue ed è riuscito a diventare uno dei migliori giocatori d'Europa”.

Foglio: "Atalanta-Siena? Pronostico un pareggio, ma il mio cuore dice..."

Domenica ci saranno in palio punti pesanti all'Atleti Azzurri d'Italia. A darsi battaglia saranno infatti l'Atalanta e il Siena, entrambe in cerca di riscatto dopo due ko consecutivi. Per analizzare questo match, ho contattato in esclusiva l'ex difensore Paolo Foglio, che in carriera ha vestito sia la maglia degli orobici che quella dei toscani: “Penso che sarà una gara molto combattuta perché si affronteranno due squadre che hanno bisogno di punti. L'Atalanta viene da alcune sconfitte immeritate, nonostante abbia giocato bene non riesce a vincere da tre giornate; dall'altra parte ci sarà un Siena che sta bene e lo si è visto anche contro la Juventus. Sarà una partita importantissima e difficile, una sconfitta potrebbe dare risvolti negativi al gruppo. Il mio pronostico è un pareggio, anche se il mio cuore dice Atalanta: speriamo che possa ottenere i tre punti per uscire da questa situazione negativa”. Ma Atalanta-Siena sarà anche la sfida tra due bomber come Denis e Calaiò: “Sicuramente sono i due giocatori più rappresentativi delle rispettive squadre, poi però succede che a fare gol sia qualcun'altro. La compagine bergamasca ha anche De Luca che ritengo un buon attaccante, mentre i bianconeri possono rendersi pericolosi sugli esterni. Attacco a parte, per Colantuono sarebbe importante recuperare elementi quali Manfredini, Lucchini o Stendardo per il pacchetto arretrato”. Inutile dire che entrambe le formazioni sono in corsa per la salvezza, motivo per cui i punti valgono doppio: “Quello di quest'anno è campionato molto equilibrato, più di quello passato. Credo comunque che l'Atalanta riesca a salvarsi perché ha le potenzialità per farlo e lo ha dimostrato già nella scorsa stagione. La vedo invece più difficile per il Siena, anche se ha un allenatore bravo come Cosmi che non molla mai fino all'ultima giornata”, ha concluso Foglio.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

15 ottobre 2012

Lanciano, Vastola: "Un'emozione fare gol. Ecco chi è la mia favorita per il primo posto"

La Virtus Lanciano non riesce a sfatare il tabù Adriatico. Ancora una volta la squadra di Gautieri non è riuscita ad andare oltre il pareggio in quel di Pescara, facendo 1-1 contro l'altra neo promossa Pro Vercelli. Dopo essere passati in svantaggio, i rossoneri hanno ristabilito la parità grazie alla rete firmata da Gaetano Vastola, alla sua quarta stagione consecutiva con la maglia del Lanciano. Ho intervistato in esclusiva l'esperto centrocampista, che ieri ha siglato il suo primo centro lontano di campi della ex Serie C, nonostante in passato abbia già militato in A con l'Ascoli e in B con l'Avellino.

Gaetano, che sensazione si prova a segnare la prima rete in Serie B?

“E' sicuramente una bellissima emozione. Al di là del fatto di fare gol in B e con la maglia del Lanciano, è una grandissima emozione”.

E con un colpo di testa da attaccante di razza.

“Questi colpi ce l'ho nel mio dna, spesso riesco a trovarmi davanti alla porta a colpire di testa. A volte riesco a centrare il bersaglio, altre volte invece sciupo le occasioni. Ieri, secondo me, ho avuto un paio di occasioni da gol, ma va bene così. L'importante era segnare per pareggiare e non perdere”.

Peccato che non sia servito a centrare il successo...

“Se fosse arrivata la vittoria sarebbe stato tutto più bello, ma sono ottimista. Per quello che abbiamo creato i tre punti erano alla nostra portata, ieri dovevamo vincere e basta. Invece è arrivato il pareggio, ma andiamo avanti fiduciosi perché il campionato è ancora lungo”.

I tre punti non arrivano da tre giornate, con l'Empoli potrebbe essere la volta buona?

“Innanzitutto speriamo di non dover andare a giocare nuovamente all'Adriatico, speriamo di giocare sul terreno del Biondi che può essere sicuramente un fattore positivo. Sabato sarà uno scontro diretto contro una squadra che sta avendo dei piccoli problemi. Hanno cinque punti in meno rispetto a noi e quindi sarà molto importante vincere per aumentare il distacco in graduatoria. Vogliamo fare di tutto per tenere più squadre possibili dietro di noi in classifica. Contro l'Empoli ci tocca vincere”.

Attualmente siete sedicesimi in classifica, ambite ad una salvezza tranquilla?

“Sicuramente sì. E' il primo anno di Serie B e quello è il nostro obiettivo. Raggiungere questo traguardo, però, non è facile in un campionato come questo, dove si giocano tantissime partite durante l'anno e può succedere di tutto; vinci 2-3 partite di seguito, risali in classifica e ti puoi ritrovare in zona play-off. Noi puntiamo a giocarcela con tutte le squadre al nostro livello, ma dobbiamo essere concentrati su noi stessi e non pensare ai nostri diretti avversari”.

Sassuolo 25, Livorno 19, Hellas Verona 18: chi vedi favorita per il primo posto?

“Sinceramente ritengo che il Sassuolo e il Verona abbiano qualcosa in più. Il Livorno ogni tanto stecca, ma è lì e se la giocherà. Le altre però hanno un passo in più e possono fare affidamento su due grandi allenatori che fanno giocare bene i propri uomini. La squadra allenata da Di Francesco, inoltre, non ha mai perso fino ad oggi e questa è una cosa positiva, tutto diventa più facile”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

13 ottobre 2012

Bortolazzi: "L'attacco della Fiorentina è a posto così. Denis? Buon attaccante e professionista serio"

La Fiorentina viaggia ad alta velocità, ma forse avrebbe potuto raccogliere più punti di quelli che ha totalizzato fino a questo momento. La compagine gigliata sembra soffrire la mancanza di un grande bomber in attacco, nonostante Jovetic abbia già segnato cinque reti. Di questo ne ho parlato con l'ex calciatore viola Mario Bortolazzi, contattato in esclusiva: “Mi sembra che il parco attaccanti della Fiorentina sia abbastanza valido con Jovetic e Ljajic, con lo stesso Toni su cui si può ancora fare affidamento e con El Hamdaoui, che contro il Napoli non mi era affatto dispiaciuto. Ripeto, ritengo che il pacchetto avanzato sia decisamente buono”. Bortolazzi, durante la sua esperienza al Napoli da vice di Donadoni, ha avuto l'occasione di allenare German Denis, il cui nome viene sempre più frequentemente accostato alla Fiorentina: “Stiamo parlando sicuramente di un buon giocatore, una prima punta al quale la squadra si appoggia per far salire i centrocampisti. Non so se nel modulo di Montella l'argentino potrebbe essere il centravanti ideale per sviluppare il suo gioco, ma si tratta senza dubbio di un buon attaccante. Che ricordo ho di lui? E' un ragazzo molto disponibile, un professionista valido. In allenamento non si risparmiava mai, era uno di quelli che a fine giornata rimaneva volentieri per provare magari qualche conclusione in porta. Poi tuttodipende dalle esigenze di Montella, se secondo lui Denis si abbina bene con l'inamovibile Jovetic”, ha concluso.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

11 ottobre 2012

Tacchinardi sta con Agnelli: "La Juve può vincere la Champions, però..."

Andrea Agnelli non è uno che si tira indietro e non ha nascosto le ambizioni europee della Juventus, che, secondo il numero uno di Corso Galileo Ferraris, può puntare a vincere la Champions League. Ma i bianconeri possono davvero raggiungere questo obiettivo? Lo ho chiesto in esclusiva all'ex centrocampista della Juve Alessio Tacchinardi: “Io penso che i bianconeri abbiano tutte le possibilità per arrivare fino in fondo. E' una squadra quadrata, che però deve fare esperienza in Champions e deve imparare a gestire le energie nervose. Pochi giorni dopo la vittoria con la Roma hanno affrontato lo Shakhtar e sono parsi scarichi. Se vincere questa competizione è il loro obiettivo, allora bisogna far giocare altri calciatori nell'impegno di campionato precedente a quello di Champions. E' impossibile essere sempre al 100%, serve il turnover altrimenti si arriva svuotati. Penso quindi che la Juve possa tagliare questo importante traguardo ma deve gestire bene le energie, deve giocare 100% e non deve calare di intensità”. Tacchinardi, che ha vinto la Champions con la casacca bianconera nel 1996, ha poi dato un giudizio sul cammino della sua ex squadra nella massima competizione europea: “La Juve ha dimostrato che, se sta bene al 100%, sa recuperare una partita contro un Chelsea molto più forte dell'anno scorso; quella londinese è una squadra fisica, ma adesso anche molto tecnica. La Juventus al 100% sa come recuperare queste gare ed ha grande forza. Se i giocatori sono fisicamente a posto se la giocano con qualsiasi avversario, altrimenti fanno diventare una squadra discreta una squadra di fenomeni come accaduto è con lo Shakhtar Donetsk, che invece è soltanto una buona squadra. La Juventus sta accumulando esperienza, sta vedendo che se sta bene se la può giocare con tutti e che se non sta bene tutti la possono mettere in difficoltà. Fino ad oggi sono arrivati due pareggi, quindi non può più sbagliare. Poi le motivazioni svolgono un ruolo fondamentale e so che Antonio (Conte, ndr) preferisce scendere in campo con una maggiore pressione addosso piuttosto che non giocarsela”.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

10 ottobre 2012

Paolino: "Il Cagliari può salvarsi senza problemi, auguro a Pulga di farcela"

Il Cagliari rivede la luce. Lasciatasi alle spalle i risultati negativi di questo inizio di campionato, l'undici sardo, guidato ora dalla coppia Pulga-Lopez che ha sostituito l'esonerato Ficcadenti, ha espugnato l'Olimpico di Torino vincendo per 1-0 contro i padroni di casa. Per analizzare il momento del Cagliari, lo ho intervistato in esclusiva l'ex calciatore Raffaele Paolino, che per due stagioni ha indossato la maglia rossoblu.

Che impressione ti ha fatto il Cagliari visto domenica?
Seguo sempre il Cagliari, la ritengo una squadra che può fare bene. C'erano dei problemi e i rossoblu sono partiti male, ma con l'arrivo di Pulga è arrivato un po' di entusiasmo. Domenica contro il Torino, il Cagliari ha avuto la cattiveria giusta: forse era quello che era mancato negli impegni precedenti”.

Il cambio Ficcadenti-Pulga ha dato i primi frutti...
E' ancora presto per dire se è il cambio giusto, ma c'era bisogno di questa sterzata. A Torino ho visto una squadra più motivata, ma quando si cambia allenatore ci sono sempre delle motivazioni in più all'inizio”.

Serviva una scossa a livello mentale nello spogliatoio?
Dal punto di vista tecnico il Cagliari è una buona squadra e può sicuramente puntare ad una posizione di metà classifica o anche a qualcosa in più. C'era forse qualche problema a livello mentale, anche se non so le problematiche che ha avuto Ficcadenti. Mi è sembrato comunque che l'ambiente non stesse dalla sua parte; il cambio andava fatto e così è stato”.

Che ricordo hai di Pulga, con il quale hai giocato per due anni proprio a Cagliari?
Di Ivo conservo un ottimo ricordo, quando militavamo insieme nel Cagliari io ero un debuttante mentre lui giocava già da qualche anno. Era ed è una bravissima persona, in campo correva per 110 minuti a partita. Credo che cercherà di mettere proprio questo nella testa dei suoi giocatori, spronandoli a correre per tutto l'arco del match. Sono contento che sia stato scelto lui per la panchina e gli auguro di riuscire a condurre la formazione sarda alla salvezza”.

E sul problema stadio che idea ti sei fatto?
Sono stato per due mesi in Sardegna e ho visto uno stadio in condizioni disastrose. Io sto dalla parte del presidente Cellino, anche se poteva evitare la sconfitta a tavolino in occasione della sfida contro la Roma. Su questa problematica, comunque, do ragione a lui. Il patron rossoblu ha trovato degli spazi idonei ma gli sono sempre stati negati e ad un certo punto uno poi si stufa...”.