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Intervista a Luca Moscatiello
25 luglio 2010
Intervista a Davide Morello
Che Torino sta nascendo per la nuova stagione?
“Sta nascendo una bella squadra, abbiamo grandi motivazioni”.
Il ds Petrachi si sta dando molto da fare, cosa ti colpisce nel suo modo di operare?
“Petrachi è una grande persona, prima di prendere il giocatore prende l’uomo. Troppo onesto per questo sport”.
Quale è il segreto per ottenere il posto da titolare al Torino in pochi mesi?
“Il vero segreto sta nel fatto che essendo allora disoccupato, avevo tanta voglia di tornare in campo. Mi ha preso il Torino ed ero contentissimo di vestire questa maglia così prestigiosa, perciò quando sono stato chiamato in causa avevo tanta adrenalina e quella rabbia che portavo nei mesi da disoccupato la trasmettevo in campo”.
C’è una caratteristica che ti distingue dai tuoi colleghi?
“La mia dote naturale sta nei piedi. Mi piace giocare molto con i piedi, cosa atipica per un portiere”.
Cosa consigli ai giovani che, pur avendo ottime qualità, non trovano l’occasione che può lanciarli definitivamente?
“Dico solo che alla fine il lavoro paga. A questo ci aggiungiamo anche le qualità umane ed un pizzico di fortuna che non basta mai”.
E tu credevi di poter arrivare a giocare a certi livelli?
“Diciamo che ho sempre creduto nelle mie potenzialità”.
Il portiere del futuro della nazionale italiana?
“Federico Marchetti”.
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Come giudichi l’esperienza al Mondiale sudafricano?
“E’ stata un’esperienza importante nel mio cammino di crescita personale e ora sono già al lavoro per mostrare al tecnico Paulo Sergio e al commissario tecnico della nazionale che ho ancora ottimi margini di miglioramento”.
Come ti stai preparando alla nuova stagione?
“Ho già chiuso la prima parte del ritiro, ora sono a Lisbona e fra poco partirò con la squadra per gli Stati Uniti”.
Pensi che lo Sporting sia competitivo per lottare per il titolo?
“Sono molto concentrato al fine di ottenere importanti risultati personali e di squadra. Lo scudetto resta però la mia priorità perchè lo Sporting è sempre una compagine realmente competitiva”.
Il tuo nome è stato a lungo accostato al Genoa, cosa ci puoi dire al riguardo?
“Il contatto con il Genoa era veritiero, ma semplicemente non ho accettato perchè amo giocare nello Sporting e in questo momento penso solo a questo club. Se in futuro ci sarà la possibilità di giocare all’estero potrei valutare questa ipotesi. Soltanto ovviamente se si tratterà di un top club”.
Quali sono secondo te le differenze tra il campionato portoghese e quello italiano?
“Il campionato italiano è molto più competitivo in tutto ed è molto più tattico nell’impostazione, mentre in Portogallo si tende a giocare di più la palla senza avere sempre impostazioni prestabilite”.
Il calcio è nel tuo dna dato che tuo padre è stato un calciatore importante negli anni ‘80. Lui cosa ti ha saputo trasmettere?
“Mio padre è stato ottimo giocatore e mi ha sempre trasmesso un concetto fondamentale: quello di migliorare sempre e raggiungere nuovi obiettivi, pensando di giocare in una piccola squadra al fine di dover dimostrare sempre il proprio valore per conquistare un posto in una grande squadra”.