Jairzinho, come si sta preparando il Brasile ai Mondiali del 2014?
“In questo momento il Brasile si sta preparando male, a mio avviso. I calciatori con età già avanzata non disputeranno mai il Mondiale in programma fra tre anni, quindi perché continuare a convocarli?“.
Cosa manca al campionato brasiliano per arrivare ai livelli di quelli europei?
“In Brasile il problema è che l’investimento per il calcio non fornisce il giusto sostentamento che il calcio stesso richiede“.
Tanti trofei nella sua bacheca, a quale è più legato?
“Sicuramente alla Coppa del Mondo del 1970. Ci laureammo campioni del mondo in finale contro l’Italia, una partita indimenticabile, finì 4-1 per noi e io misi a segno il terzo gol. Ma soprattutto sono orgoglioso di essere l’unico calciatore ad aver segnato in tutte le edizioni dei Mondiali a cui ho preso parte: nel 1966, nel 1970 e nel 1974“.
Lei ha avuto l’occasione di giocare con Pelè, mostro sacro del calcio al quale è stato paragonato Neymar…
“Pelè era, è e rimarrà unico, ma tutto il Brasile aspetta la consacrazione di Neymar“.
E’ partito il progetto di un osservatorio calcistico internazionale con World Football Management, cosa ne pensa e cosa l’ha spinta a prenderne parte?
“Sono contento di organizzare e lavorare al progetto Young World Football Player targato WFM con l’amico Fabio Montecalvo. Ho scelto di farne parte perché l’Italia e il Brasile sono i migliori paesi al mondo nei quali è possibile reclutare e promuovere giovani talenti“.
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