Tra grandi del
calcio mondiale che lanciano proprie linee di abbigliamento e
stilisti che fanno a gara per vestire i top club europei, il binomio
calcio-moda è più che mai di attualità. Anche e soprattutto in
Italia, dove Maldini e Vieri sono stati dei pionieri fondando il
marchio Sweet Years nel 2003. Tre anni fa ha deciso di imitarli una
nuova conoscenza del calcio italiano: Dennis
Praet. La sua griffe si chiama DYJCODE
e nessuno meglio del cofondatore Yannick
Nulens sarebbe più adatto a parlarne:
“E' un marchio di abbigliamento belga
creato da Dennis Praet. Insieme a me e ad un altro amico, Joseph
Fradelakis, ha creato online un negozio di abbigliamento a prezzi
accessibili. A distanza di tre anni, ci potete trovare in più di 60
negozi in Belgio. Il nome DYJCODE sta per le prime lettere di ognuno
dei proprietari: Dennis, Yannick e Joseph. Il nostro stile è alla
moda e di tendenza, proviamo a creare uno stile d’abbigliamento
street fashion”.
Intervistato in
esclusiva per Il Solito Calcio,
Nulens, coetaneo di Praet e anche lui calciatore in Belgio, ci
racconta di come e quando è nata l'idea: “Io
e Dennis siamo amici sin da quando eravamo molto piccolo. Giocavamo a
calcio nella stessa squadra e andavamo a scuola insieme. Durante un
viaggio a New York ho presentato Dennis a Joseph. Joseph è un vero
imprenditore ed è saltato fuori con l’idea di un negozio di
abbigliamento online. Ecco come è cominciato tutto”.
A distanza di poco tempo, i tre soci sono soddisfatti del lavoro
svolto: “Gli affari stanno andando
molto bene
- confessa -. Stiamo sviluppando
ciascuna collezione. Stiamo vedendo che persone di tutte le età
comprano i nostri capi, ma direi che siamo più popolari tra i
giovani. Attualmente collaboriamo con una delle più grandi catene di
negozi di abbigliamento del Belgio: ZEB. Possiedono più di 60
negozi, questo ci aiuta a crescere molto velocemente. Inizialmente lo
abbiamo preso come un hobby, ma adesso è un’impresa
professionale”.
E se Praet è stato
un “regalo” per i tifosi della Sampdoria
da parte di Massimo Ferrero,
chi può dire che l'esuberante e vulcanico presidente blucerchiato
non possa studiare una forma di collaborazione con DYJCODE. Magari,
però, in futuro: “Sinceramente non
conosco il Signor Ferrero e non so cosa di cosa si occupi, quindi mi
è difficile rispondere”, taglia
corto Nulens. Di certo non ce la sentiamo di escluderlo dopo che lo
stesso Ferrero aveva lanciato l'idea di affidare all'attrice Natalie
Portman il ruolo di madrina della Samp e addirittura quella di
realizzare un film sulla vita di Samuel Eto'o scritturando Morgan
Freeman, non proprio uno qualunque, per impersonare l'attaccante camerunense.
In ogni caso i tre
soci aspirano ad esportare la loro griffe anche al di fuori dei confini
belgi, anche nel paese patria della moda: “La strada è ancora lunga, ma
chi lo sa. Noi proviamo sempre a trovare nuove strade per espandere
il nostro business. Facciamo ogni cosa passo dopo passo. Però di
certo sogniamo anche di vendere i nostri vestiti in Italia. La cosa
più importante è che Dennis si senta a casa in Italia e che giochi
bene, poi chissà cosa porterà il futuro”.
Da calciatore e imprenditore, Nulens conclude evidenziando il suo
punto di vista sul binomio citato qualche riga più in alto: “Credo
che i calciatori vengano sempre visti come persone con un grande
senso per la moda. La maggior parte dei giocatori sono sempre vestiti
molto bene, specialmente in Italia. Questo è anche uno dei motivi
per cui abbiamo lanciato DYJCODE. Il collegamento fra Dennis e la
moda è molto semplice”. Il
collegamento fra Genova e le Fiandre lo è ancora di più...
Luca Iannone
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