3 luglio 2013

Cusin riparte dall'Al Fujairah: "Negli Emirati per vincere"

Con le pile ricaricate dopo il suo anno sabbatico, Stefano Cusin è pronto a ripartire nuovamente dal Golfo Persico. Nella prossima stagione il secondo di Walter Zenga all'Al Nassr Riyadh e all'Al Nasr Dubai allenerà infatti negli Emirati Arabi. Sarà alla guida dell'Al Fujairah, che dal 2007 manca dalla UAE Pro-League (la massima divisione del campionato locale). Ma Cusin è deciso a riportare la sua nuova squadra ad alti livelli dopo tanti anni. Lo ho intervistato in esclusiva

Quanto è stato difficile restare lontano dai campi di gioco per tutti questi mesi?
«Non tanto, se devo essere sincero. Soprattutto perché ho firmato il contratto a gennaio e, da quel momento fino ad oggi, ho fatto da direttore tecnico, essendo spesso impegnato sul luogo. I primi sei mesi, invece, li ho vissuti come un periodo di studio; ho avuto l'occasione di andare a Madrid ad osservare da vicino il lavoro di Mourinho e ho seguito l'operato di Montella alla Fiorentina. E' stato un periodo importante per la mia preparazione».

Come e quando è nata questa nuova opportunità?
«Già l'anno scorso, quando lavoravo con Walter (Zenga, ndr), avevo preso la decisione di ricominciare a lavorare da solo perché avevo voglia di mettere in pratica le mie idee. In quel periodo sono stato contattato da un agente che mi ha messo in contatto con lo sceicco proprietario dell'Al Fujairah. Siamo stati vicinissimi a trovare un accordo, poi per una serie di motivo non lo abbiamo trovato trovato anche se da parte mia c'era tutto l'interesse a intraprendere questa nuova avventura. Non se ne è fatto niente la scorsa estate però, quando mi hanno richiamato a gennaio, ho deciso di firmare».

Quali sono quindi le prospettive per questa stagione?
«L'obiettivo è uno solo: vincere il campionato. Mi hanno ingaggiato per questo motivo e io voglio ripagare la fiducia riposta in me. In questi tre anni come vice di Zenga sono cresciuto molto e nella mia testa è molto chiaro cosa bisogna fare per riuscire a vincere. Come tutti i miei colleghi sono un allenatore molto ambizioso, la difficoltà sta nell'incontrare la società giusta al momento giusto. Vincere è difficile in qualsiasi campionato e in qualsiasi paese, ma sulla carta questa è la società giusta per me e io l'allenatore giusto per loro. Ormai conosco molto bene loro mentalità e quindi parto avvantaggiato».

Quale linea di mercato avete seguito e state seguendo per centrare la promozione?
«Sicuramente c'era bisogno di riorganizzare questa squadra e renderla maggiormente competitiva. L'idea primaria era quella di dare un ordine, perché a me non piace lavorare con un gruppo di 27-28 giocatori. Volevo mettere nero su bianco la situazione di ognuno dei giocatori. Preferisco averne a disposizione 21 più 4-5 provenienti dal settore giovanile per inserirli di volta in volta in prima squadra. Ho deciso di aggiungere all'organico cinque giocatori dell'under 19, che quest'anno ha raggiunto la finale nazionale di categoria. A me piace lavorare coi giovani ed è giusto dargli la possibilità di mettere in mostra le loro qualità».

Intanto svolgerete il ritiro estivo in Italia.
«Inizieremo gli allenamenti 15 luglio con un primo periodo di preparazione a Fujairah. Il 10 inizia il Ramadan e gli atleti digiunano per quasi tutto il giorno, quindi ho in programma un solo allenamento di sera dato che non è possibile svolgere una doppia seduta di allenamento. Dall'11 agosto, invece, saremo in Italia. In un primo momento resteremo per due settimane a Norcia, poi ci trasferiremo a Roma prima di rientrare negli Emirati. Ho scelto di fare così perché il nostro primo impegno sarà il 7 settembre in coppa e farà molto caldo; non possiamo passare dalla montagna al caldo senza una tappa intermedia».

Ma la rivedremo mai nel nostro campionato?
«Bisogna essere onesti. Ci sono molti tecnici che risponderebbero di no e che preferirebbero stare all'estero. Per quanto mi riguarda, se trovassi un progetto serio, è ovvio che ritornerei in Italia. Al momento, però, le proposte che ho ricevuto dall'Italia non prevedono un programma, ma piuttosto una gestione temporanea. Questo non significa far parte di un progetto e cercare di far crescere una squadra. Ci sono persone che mi chiamano e mi cercano, ma non è questo il calcio che io ho in mente. Mi diverto più all'estero dove è più stimolante lavorare, ma se in futuro arrivasse un'offerta interessante dall'Italia la valuterei. Per il momento mi diverto all'estero perché c'è l'idea di poter sviluppare un progetto e soprattutto c'è entusiasmo. Sarebbe più difficile accettare di andare ad allenare magari in Lega Pro senza un progetto e con compromessi in partenza. Questo è il motivo per cui non vedo un mio rientro immediato in Italia».

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