Iniziamo con lo scavare nei ricordi.
Lasciasti la Fiorentina e la Serie A per la Samp, cosa ti spinse a
compiere questa scelta?
«La Sampdoria ha sempre
rappresentato la mia prima scelta perché era la mia squadra del
cuore. Ricordo che, quando ero a Napoli ancora giovanissimo, i miei
coetanei mi prendevano in giro perché conoscevo a memoria la
formazione della Samp che vinse lo scudetto. Poi ho nutrito sempre
grande ammirazione nei confronti della famiglia Mantovani; mi hanno
voluto bene fin dal primo momento e, con tutto il rispetto per i
Garrone, come loro non ci sarà più nessuno. Avrei rinunciato a
qualsiasi cosa per vestire la maglia blucerchiata, infatti rifiutai
offerte sia dall'Inghilterra che dalla Spagna. Non rinnegherò mai
Napoli che è la mia città, però quei colori mi hanno sempre fatto
impazzire. Per me è stata una scelta d'amore, ho coronato il mio
sogno. Purtroppo, però, la mia esperienza iniziò male perché mi
infortunai gravemente alla spalla nel secondo giorno di allenamento.
Da lì iniziò il mio calvario, fu una stagione molto dura e
difficile».
Come ricordi il tuo gol sotto la Sud
nel derby del 7 novembre 2000 vinto 2-0?
«Quella rete la porto sempre nel
mio cuore, ho un poster gigante con la mia esultanza sotto la
gradinata. In campo c'era tanta voglia di vincere, nessuno gioca mai
per pareggiare. Noi avevamo tutte le armi per vincere, ma quel Genoa
era una signora squadra. Rimane però la sensazione più bella,
quella di essere riuscito a segnare. D'altronde quello di Genova è
il derby per eccellenza, il più bello ed emozionante; entrare nella
storia dei derby della Lanterna è qualcosa di unico».
La Samp è ad un passo dalla
salvezza aritmetica, la Fiorentina insegue il terzo posto: che gara
dobbiamo aspettarci?
«Sarà una partita sicuramente
difficile. Domenica ero al Dall'Ara e ho visto una bella Sampdoria
che, tutto sommato, ha disputato una buona partita. Attualmente la
Fiorentina, insieme alla Juventus e al Napoli, è la squadra più in
forma del campionato. Vincere come ha fatto contro il Torino non era
facile, ma con un pizzico di fortuna ci è riuscita. Per la Sampdoria
sarebbe importante ottenere qualche punticino, soprattutto fra le
mura amiche, ma contro i viola sarà una gara difficilissima. Spero
che ne esca fuori un bel pareggio e che i blucerchiati conquistino
quanto prima la salvezza matematica».
Sicure le assenze di Eder e
Kristicic, potrebbero non farcela anche Icardi e Mustafi...
«Sarebbero tutte assenze molto
pesanti perché si tratta di giocatori fondamentali per l'aspetto
tattico di Delio Rossi e stanno facendo bene. Mi è dispiaciuto per
Icardi che contro il Bologna aveva iniziato male, ma poteva essere il
match giusto per tornare a fare gol; è un ragazzo molto interessante
e ha grande forza fisica. Mancherà anche Eder che è quel giocatore
capace di far saltare gli schemi. Avere entrambi a disposizione
sarebbe stato importante contro la corazzata Fiorentina, ma la
Sampdoria non è seconda a nessuno».
Maxi Lopez potrebbe avere una delle
ultime occasioni per mettersi in mostra. Ritieni che meriti la
conferma?
«A me non dispiace, è un
buonissimo giocatore anche se domenica dalla tribuna mi è sembrato
di vederlo un po' in sovrappeso; quando è entrato, però, ha fatto
la differenza. Maxi Lopez è un punto di riferimento per la squadra e
nella sua carriera ha sempre fatto gol. Spero che possa rimanere
perché si trova nella piazza giusta per rilanciare i giocatori».
Chiudiamo tornando a Icardi. Tu hai
giocato con Batistuta, al quale l'attaccante blucerchiato è stato
paragonato più volte.
«Fisicamente è molto forte, però
ai suoi tempi Batistuta era il miglior attaccante del mondo. Oltre
che era bello da veder giocare, era il classico capitano di una volta
e in allenamento era mostruoso: centrava la porta senza neanche
guardarla. Icardi è ancora molto giovane, ha molto da imparare e
paragonarlo a Bati mi sembra eccessivo, ma gli auguro di fare una
grandissima carriera».
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