16 ottobre 2012

Tavarilli: "Cassano, Bellomo e Galano: vi racconto i talenti di Bari Vecchia. E sul mio Bisceglie..."

Una vita nel Bari. In pochi conosco la società di via Torrebella come Vincenzo Tavarilli. Da giocatore ha vestito la maglia biancorossa dal 1978 al 1981, poi al termine della sua carriera da calciatore ha trascorso anni e anni nel capoluogo pugliese: prima come allenatore delle giovanili, poi come relatore degli osservatori fino a diventare il vice di Vincenzo Torrente sulla panchina della prima squadra. Per non parlare dei giovani che ha lanciato come Nicola Bellomo e Cristian Galano che si stanno mettendo in mostra in questa stagione, ma anche un certo Antonio Cassano. La scorsa estate, però, Tavarilli ha lasciato i galletti per approdare al Bisceglie in qualità di consulente tecnico. Insomma, è una vera e propria enciclopedia sul Bari, che ho intervistato in esclusiva.

Il Bisceglie è al quinto posto del girone H di Serie D, siete soddisfatti?
Abbiamo costruita una squadra importante per poter puntare a disputare un campionato di alta classifica, anche se siamo consapevoli della forza di squadre quali Ischia, Matera e Monopoli. Attenzione però anche a Taranto, Brindisi e Foggia, grandi squadre in ripresa che possono rientrare in questo discorso e si rafforzeranno. Siamo partiti facendo bene soprattutto in casa, ma dobbiamo migliorarci sotto l'aspetto del risultato. In trasferta non siamo ancora riusciti a vincere, ottenendo solo pareggi ed una sconfitta. Abbiamo le potenzialità per vincere fuori casa, ci manca solo la giusta mentalità”.

Ma la possiamo chiamare ancora mister?
Quello attuale è un ruolo nuovo per me. Finora è stato tutto molto positivo, ma dopo trentatré anni mi manca il campo. Anche quando facevo le relazioni per Antonio Conte quando era al Bari, partecipavo attivamente sul campo in qualità di collaboratore tecnico. Mi manca mettermi la tuta e calpestare l'erba, ma questo nuovo ruolo mi soddisfa. Ho un buon rapporto con la squadra, faccio da tramite tra la società e lo staff tecnico”.

Parliamo di alcuni giocatori che lei conosce bene: si aspettava l'esplosione di Bellomo?
Sinceramente me la aspettavo anche prima. Già dallo scorso anno caldeggiavo la sua candidatura ad una maglia da titolare, dicevo che bisognava puntare su questo ragazzo. Si è aspettato un anno in più, ma sono comunque contento per lui. Secondo me Nicola ha qualità importanti dal punto di vista tecnico ed è dotato di una buona visione di gioco. Adesso sta migliorando anche sotto l'aspetto fisico che prima era un suo limite: era gracile e mingherlino, ora si sta irrobustendo. Ha sempre ricoperto il ruolo di trequartista, ma pian piano ai tempi della Primavera l'ho portato a fare la mezzala nel centrocampo a tre e poi l'interno in quello a quattro. Ha grande fiuto del gol e sa far bene il rifinitore; non bisogna limitarlo facendolo giocare da mediano, dovrebbe avere licenza di inserirsi con a fianco un interditore. Nelle giovanili, in qualsiasi categoria, ha sempre fatto gol. Nicola ha già buttato le basi per fare salto di qualità”.

Cosa ci dice invece di Galano?
Per quanto riguarda Cristian, lui ha qualità importanti e grosse potenzialità. Nicola però è un po' più deciso, a Galano invece manca questa incisività, però può migliorarsi sempre di più giocando e andando avanti. Ricordiamoci che stiamo parlando di un ragazzo del '91, ha ventun anni. Quest'anno si ritaglierà il suo spazio con la maglia del Bari in una vetrina importante come la Serie B”.

Ma lei ha anche allenato un giovanissimo Antonio Cassano...
Ha fatto tre anni con me nelle giovanili, dai dodici ai quindici anni. Era un giocherellone come quel ragazzo che vediamo anche oggi, sempre allegro e gioioso. Già da piccolo riusciva a fare la differenza, si vedeva fin dall'inizio che poteva avere un futuro importante. Viveva in un contesto difficile e con una situazione familiare non eccezionale in quel momento, poteva perdersi e prendere altre strade; ma, grazie alla sua grandissima passione per il calcio, è stato bravo a non farlo. Antonio ha il calcio nel sangue ed è riuscito a diventare uno dei migliori giocatori d'Europa”.

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