29 ottobre 2012

Rabito: "A Padova El Shaarawy mi impressionò da subito. E' in continua crescita, bravo il Milan a puntare su di lui"

Stephan El Shaarawy prende per mano il Milan. Ancora una volta, ci ha pensato l'attaccante italo-egiziano a regalare tre punti preziosi ai rossoneri e a salvare, per il momento, Massimiliano Allegri. Uno che conosce bene il suo talento è Andrea Rabito, che ha giocato con lui due anni fa al Padova: “Le sue qualità sono indubbie e le aveva mostrate a Padova in Serie B. Fin dal ritiro estivo si vedeva il suo talento naturale; quello che sorprendeva di lui era la naturalezza con cui esprimeva le sue qualità. Mi ha sorpreso per la grande umiltà, nonostante avesse grandi doti e avesse fatto un campionato straordinario. Una volta approdato in rossonero, di certo non ci si aspettava che potesse fare subito bene. Ha avuto bisogno di un periodo di adattamento, giocare nel Milan per un '92 non è cosa solita. Magari a Milanello hanno voluto rifinirgli il fisico visto che a Padova aveva avuto dei problemi alle ginocchia, questo per non bruciarlo, ha raccontato in esclusiva. Fa bene quindi il Milan a puntare su di lui per uscire da questo periodo difficile: “Vedendo le difficoltà che hanno i rossoneri nell'andare in gol, direi che hanno fatto bene a puntare sulle sue qualità innate. In nove giornate di campionato ha fatto sei gol e ha segnato anche in Champions League. Credo che in questo momento sia nel pieno della sua crescita; è talmente giovane che di crescita si deve parlare, non ha limiti e a vent'anni può solo migliorare. Il Milan fa bene a tenerselo stretto, è un giovane da valorizzare e da far giocare in campo”. Rabito si è anche espresso sulla collocazione tattica di El Shaarawy: “Credo che si esprima meglio partendo da una zona defilata del campo. Non ha le caratteristiche del trequartista, è più una seconda punta veloce, bravo a rifinire e ad attaccare gli spazi. Partendo da una posizione defilata può esprimere al meglio quelle che sono le sue caratteristiche puntando l'avversario e saltandolo, andando al tiro e servendo assist ai compagni. L'ho visto giocare nel Milan partendo sia dal centro-destra che dal centro-sinistra e i risultati gli stanno dando ragione. Nel tempo può davvero giocare ovunque, l'importante è che ci sia qualcuno di peso che faccia il lavoro sporco e faccia da sponda per lui”. Qualcuno, però, accusa il classe '92 di essere egoista: “Non sono d'accordo, anzi. E poi, a mio avviso, questo non sarebbe da vedere in maniera negativa. Essere egoista vuol dire anche avere personalità: a volte devi prendere delle decisioni in una frazione di secondo e, se non sei determinato, rischi di fare cose a metà. Quindi meglio provare un tiro in porta che non provarlo e i risultati si vedono. Quando giocavo con lui a Padova, mi sembrava tutt'altro che egoista”, ha concluso l'attaccante attualmente svincolato.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

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