“Che il derby ci serva da
lezione”, Gastaldello dixit. Il ko subito domenica sera dalla
Sampdoria è di quelli memorabili, di quelli che giocatori e
tifosi difficilmente dimenticheranno. D'altronde è capitato solo una
volta alla Samp di uscire sconfitta 3-0 dal Ferraris contro il Genoa.
Era il 28 novembre 2009 e la squadra dell'allora tecnico Delneri
interruppe il periodo positivo di inizio stagione vedendosi rifilare
tre gol nella stracittadina. Ho raggiunto in esclusiva uno degli elementi che componeva quella rosa e
che prese parte a quello sfortunato incontro, l'ex difensore
blucerchiato Pietro Accardi, oggi in forza all'Empoli.
Come ricordi quel derby in cui
entrasti durante la ripresa?
«Ho assolutamente un brutto
ricordo. Sappiamo tutti l'importanza che riveste la stracittadina e
quanto i tifosi tenga ad una gara così delicata e importante per la
forte rivalità che c'è a Genova. Perdere 3-0 è veramente duro da
accettare anche psicologicamente. Ricordo all'indomani sembrava una
giornata di lutto, però fa parte del calcio. Ma, se devo essere
sincero, è stata davvero una brutta esperienza».
Eppure era iniziato bene il
campionato e nelle prime 13 giornate avevate conquistato 24 punti.
«Eravamo partiti benissimo, ma come
tutti sanno in queste partite non c'è una squadra favorita. Spesso
vince chi riesce a mantenere l'attenzione, perché si tratta di sfide
con tanto stress mentale e psicologico. La tensione è sempre molto
alta, chi riesce a mantenere l'attenzione riesce a portare a casa un
risultato positivo».
Prendendo spunto dalle parole di
Gastaldello, quella brutta batosta vi servì da lezione?
«A noi servì perché fece scattare
in noi un qualcosa che ci permise di prenderci la soddisfazione di
vincere nel derby di ritorno. Inoltre raggiungemmo una posizione in
classifica davvero positiva e impensabile ad inizio stagione».
Come ci si riprende dopo una
sconfitta del genere in una sfida del genere?
«Lavorando a testa alta e lavorando
soprattutto sugli errori che sono stati commessi, questo fa parte del
nostro lavoro. Da ogni sconfitta bisogna cercare di prendere il lato
positivo se c'è e se non c'è bisogna comunque andare avanti a testa
alta. Sappiamo benissimo che il calcio ti propone subito la
possibilità di di riprenderti la domenica successiva, basta una
serie di risultati positivi per capovolgere la situazione».
Questa Samp deve ripartire anche
puntando sui propri uomini chiave?
«Devono essere bravi i giocatori
più esperti a trascinare la squadra. Questa è una Sampdoria molto
giovane e ha bisogno dei leader che non mancano, dato che all'interno
ci sono ottimi giocatori con esperienza e personalità. Su tutti
sicuramente Gastaldello e Palombo, che da tanti anni militato in
Serie A e in blucerchiato. Hanno la Samp nel cuore e sapranno bene
come reagire supportando i più inesperti».
Quanto è importante tornare a fare
punti per voltare immediatamente pagina?
«E' molto importante, ma è
importante anche dopo una sconfitta in un match diverso dal derby.
Noi calciatori siamo bravi e non abbiamo difficoltà a metterci
velocemente alle spalle una vittoria o una sconfitta, ma più che
altro, è importante per dare un segnale ai tifosi che sono quelli
che soffrono di più per questo ko».
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