Dopo la seduta di rifinitura tenutasi questa mattina, la Sampdoria è in partenza con
destinazione Trieste. Domani alle 18, infatti, scenderà sul terreno del Nereo
Rocco per affrontare il Cagliari e
cercare, con una prova di forza, di cancellare quanto accaduto domenica sera al
Ferraris. Per analizzare il momento dei blucerchiati e la gara che li attende, ho contattato in esclusiva il tecnico del Padova Dario Marcolin, che da calciatore ha vestito sia la maglia della
Samp sia quella dei sardi.
Mister, lei ha vissuto ben sei derby della Lanterna. Come
ci si rialza da un ko così pesante?
«Bisogna buttarsi con
mente e corpo sul lavoro. E’ fondamentale la risposta che dà la squadra a
questa sconfitta; non bisogna piangersi addosso, ma avere la forza di reagire.
Se riesci ad ottenere un risultato positivo nella partita successiva, la
delusione viene messa da parte anche se rimane. E’ importante dare una risposta
immediata».
Dopo questa sconfitta è finito sotto accusa anche Delio
Rossi...
«E’ normale, il
responsabile di una squadra è sempre il tecnico ed è la prima persona che viene
additata. Ci sono tanti fattori che complicano il nostro lavoro, perché l’allenatore
cerca di preparare il match nel migliore dei modi ma poi sono i giocatori ad
andare in campo e a decidere le sorti della gara. Il tecnico non è l’unico
caprio espiatorio, piuttosto mi sembra che sia stata una serata storta un po’
per tutti. Sono tanti i fattori in gioco, però sono sicuro che una persona
intelligente come Rossi abbia preparato la partita per cercare di vincerla».
...e il suo 3-5-2.
«Sembra una
sciocchezza, ma è il modulo più utilizzato nel nostro paese: basti pensare alla
Nazionale, all’Inter e alla Juventus, ovvero il massimo in Italia. Non credo
sia questo il problema, anche perché se ci fosse un modulo vincente tutti lo
utilizzerebbero. Evidentemente domenica sera certe situazioni non hanno
funzionato come dovevano e sappiamo che il derby si gioca al 90% con testa ed emotività,
poi fisicamente e tecnicamente».
Un risultato positivo con il Cagliari potrebbe
rappresentare la giusta medicina?
«Sarebbe fondamentale,
la medicina migliore. Noi viviamo novanta minuti alla settimana per fare nostro
il risultato. La Sampdoria ha l’occasione di cancellare la sconfitta nella
stracittadina con una prestazione importante contro il Cagliari. Vincere
sarebbe perfetto».
Ma non sarà facile contro una squadra storicamente ostica
per la Sampdoria.
«Il Cagliari è un’ottima
squadra, formata da elementi che giocano insieme da tanti anni e quasi sempre con
lo stesso modulo. Ha in rosa calciatori forti, come Astori in difesa, Conti a
centrocampo, Cossu in avanti e così via. Stanno facendo bene e di sicuro non sarà
una partita facile perché il Cagliari intende salire in classifica. E’ una
sfida dai tanti contenuti».
Da secondo di Mihajlovic a Firenze ha allenato De Silvestri
che, dopo essere partito bene, non è riuscito a fare altrettanto nel derby...
«E’ un ottimo
giocatore dotato di grande corsa e bravo a proporsi sulla sua fascia; fin dai
tempi della Lazio ha dimostrato che la spinta è la sua arte più importante. Ricordo
che qualche anno fa i migliori esterni destri in Italia erano Maicon dell’Inter,
Maggio del Napoli e lo stesso De Silvestri. Non direi che ha avuto delle difficoltà,
ma magari certe prestazioni sono venute meno perché è un elemento di assoluto
valore».
Mentre quando era vice allenatore del Brescia, un
diciottenne Berardi era agli inizi: può tornare ancora utile alla Samp?
«Stiamo parlando di un
grandissimo professionista. E’ - mi passi il termine - quasi un militare:
quello che gli dici lo fa e con buona qualità. Può essere impiegato sia a
sinistra che a destra, è un ragazzo eccezionale e per gli allenatori è il
massimo avere un calciatore che può ricoprire più ruoli. Sicuramente può fare
ancora comodo ai blucerchiati».
Infine una battuta su Maresca, suo ex compagno nel
Piacenza nella stagione 2002/03, che potrebbe essere reintegrato.
«L’anno scorso ha
avuto qualche problema, non tutte le stagioni vanno per il verso giusto. Ora
potrebbe esserci un ritorno e lui potrebbe dare un contributo con la sua
esperienza. Forse l’amore non è sbocciato subito, ma è un giocatore di indubbio
talento. Può portare alla squadra l’esperienza di un calciatore che ha giocato
in vari campionati e che è dotato di grande qualità tecnica».
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