La Sampdoria aspetta il suo
nuovo condottiero. Ormai è questione di ore per il ritorno a Genova
di Sinisa Mihajlovic nelle vesti di tecnico Da due anni l'ex
blucerchiato è lontano dall'Italia, dove ha allenato Bologna,
Fiorentina e Catania. Forse proprio alle pendici dell'Etna ha vissuto
il suo periodo migliore quando, subentrando all'esonerato Atzori,
totalizzò 36 punti in 23 giornate portando la formazione siciliana
dall'ultimo al tredicesimo posto. Di quella squadra faceva parte
anche Adrian Ricchiuti, oggi alla Virtus Entella. Lo ho intervistato in esclusiva per
conoscere nei minimi dettagli il Mihajlovic allenatore.
Domanda a bruciapelo: Mihajlovic può
essere l'uomo giusto per questa Samp?
«Sicuramente. Quando il mister
arrivò a Catania, la squadra era messa molto peggio della Sampdoria
adesso; mancavano due partite alla fine del girone andata e lui ci
raggiunse in ritiro a Roma. Alla prima partita perdemmo, ma lui non
ci ha mai fatto mancare la fiducia nella salvezza. Riuscì a dare
grande personalità alla squadra e infatti siamo andati a vincere a
Torino contro la Juventus».
Tutti parlano di lui come un
allenatore molto carismatico...
«Posso dire che è vero perché con
noi è stato così. Sa tirare fuori da ognuno la motivazione giusta e
trasmette una grinta incredibile, è un gran motivatore. E poi ha
fatto schierato titolare gente come me, che fino a dicembre non
giocava e poi ha disputato tutte le partite dando una grossa mano.
Per lui anche gente che non giocava prima può tornare utile, non si
fissa su undici giocatori ma su tutta la rosa. Quindi quei calciatori
che non giocavano con Delio Rossi potrebbero trovare spazio con
Mihajlovic».
Ed è stato proprio Mihajlovic ha trasformarti da attaccante a centrocampista.
«E' stata un'incredibile scoperta del mister e lo ringrazio perché grazie a quel ruolo lì sono riuscito a fare quattro anni fantastici in una splendida città come Catania. Riuscì a trovare il ruolo in cui mi potessi esprimere al meglio in Serie A, senza il quale magari non sarei riuscito a trovare lo stesso spazio».
C'è un episodio che ricordi
particolarmente in cui ha evidenziato tutta la sua personalità?
«L'ha dimostrata domenica dopo
domenica, ma c'è una cosa che io ricordo molto bene. Quando davanti
a tutti prendi il capitano, in quel caso era Mascara, e gli dici
determinate cose, vuoi far vedere che il mister conta e si fa
sentire. Tanti allenatori preferiscono non dire niente per non andare
contro i giocatori più importanti, ma Mihajlovic non guarda in
faccia a nessuno».
E dal punto di vista dei rapporti
con i suoi giocatori, come si relaziona?
«Con noi non ha mai avuto peli
sulla lingua e da questo punto di vista ho tanti ricordi. Ha una
grinta incredibile e, ripeto, se ha da dirti qualcosa davanti a tutti
te la dice senza problemi. Che tu sia Maradona o no, tutti i
giocatori sono uguali per lui e grazie a questo è riuscito a tirar
fuori il 101% da ognuno di noi».
Quindi la Sampdoria di oggi può
emulare quel Catania?
«Assolutamente sì. Ho visto
qualche partita e la Samp ha dei problemi, però mister Mihajlovic
avrà tempo per dimostrare che si può raggiungere la salvezza. Nella
parte destra della classifica il campionato è molto livellato e
tutti hanno l'opportunità di rimanere in Serie A. Togliendo le prime
6-7 squadre, tutte le altre sono allo stesso livello e hanno le
stesse possibilità di salvarsi, anche se vedo il Chievo un po' più
indietro rispetto alle concorrenti».
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