Una settimana fa è stata resa nota
un'interessante novità sull'assegnazione del prossimo Pallone
d'Oro. Come annunciato dal presidente della FIFA Blatter, per
questa edizione saranno cinque i finalisti e non tre come è accaduto
fino allo scorso anno. Di questo e non solo, ne ho discusso in esclusiva con il presidente
di FM Communications e di World Football Management Fabio
Montecalvo.
Cristiano Ronaldo, Messi e Ribery
sicuri, chi potrebbero essere gli altri due a contendersi il Pallone
d'Oro?
«Secondo me nel parterre finale
dovrebbero entrare Pirlo e Ibrahimovic. Il regista juventino non solo
per coronare una carriera brillante che lo ha visto vincente in
Italia, in Europa e nel mondo, con il Milan e con la Nazionale, ma
anche perché è ancora protagonista dei successi bianconeri che lo
hanno consacrato protagonista assoluto della scorsa stagione. Per
quanto concerne Ibra, invece, oltre ai meriti professionali ed alle
eclettiche e pirotecniche doti calcistiche, una nomination nei primi
cinque andrebbe data quale talismano positivo dei club che lo
ospitano. Come dire: dove passa Ibra, si vince. E con il PSG, letto,
firmato e confermato».
In ogni caso, chi vedi favorito per
la vittoria finale?
«E' sicuramente una bella
battaglia. Ci sono quei primi mostri sacri del calcio, per dirla alla
Mughini. Cristiano Ronaldo e Messi rappresentano oggi il 'top dei top
players' che non fa classica, ovvero al di sopra di qualsiasi chart
internazionale. Hanno, su tutte, due caratteristiche esclusive: una
continuità di rendimento impressionante e una media goal da guinnes
dei primati. Il vincitore? Sono di parte, dico Cristiano perché è
mio amico...».
Un solo italiano tra i 23 candidati,
Andrea Pirlo, è davvero l'unico a meritarselo?
«Su Pirlo ho già espresso i
relativi meriti e onori. Di sicuro ci sono anche altri nomi che
meriterebbero di entrare nella nomination. Uno su tutti, e come non
considerarlo, è Francesco Totti: un campione assoluto, un
professionista esemplare, un grande calciatore, un eccelso
realizzatore ed un grande uomo. Se ci fosse un premio alla carriera,
all'interno del Pallone d'Oro sarebbe sicuramente da assegnare a lui.
Ma dico anche Buffon, Marchisio, Balotelli e Diamanti».
Dieci anni fa gli italiani in corsa
erano 7, il "made in Italy" non va più di moda?
«In Italia si dovrebbe istituire,
per dirla all'americana, una 'Football Crisis Departement', un'unità
di crisi atta a ricercare, studiare e applicare soluzioni strategiche
per evitare alla già invadente recessione che ha colpito il Bel
Paese, di portare ad una totale deflagrazione anche il nostro amato
calcio. La nostra Serie A purtroppo, tranne per pochissime operazioni
di mercato, diventa ogni anno sempre più debole, con conseguente
migrazione di calciatori all'estero e relativi investimenti in
comunicazione i cui budget divengono sempre più risicati. Si
dovrebbe partire da questi aspetti per comprendere la carenza di
nomination dei calciatori azzurri».
Qualcuno si aspettava di vedere
anche Balotelli nella lista dei 23...
«Sì, la meriterebbe tutta, a mio
avviso, la famigerata nomination. Non dimentichiamoci della
performance sportiva 'castiga Germania' durante l'Europeo 2012. Ma i
meriti, quest'Italia, li riconosce o no? Sono più meritevoli le
'gossippate' e le relative 'balottellate' delle importanti
prestazioni sportive che hanno portato in alto il nostro tricolore?
E' uno sfogo e forse anche un po' generico, ma dovremmo essere tutti
più positivi per far quadrare i conti, e non solo. Quindi forza
Mario, che lo vincerà il Pallone d'Oro prima o poi, e sopratutto,
forza Italia».
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