Tra i giovani di proprietà della
Sampdoria che meglio si stanno comportando in Lega Pro c'è
sicuramente lui, Mattia Monticone. L'ex capitano della
Primavera blucerchiata, dopo l'esperienza di sei mesi con il Pavia,
si sta confermando domenica dopo domenica come uno dei pilastri
difensivi del Lumezzane. Le sue prestazioni non sono passate
inosservate, tanto che Valerio Bertotto ha deciso di convocarlo per
l'Under 20 Lega Pro e di schierarlo dal primo minuto contro la
Norvegia nell'International Challenge Trophy. Ho raggiunto in esclusiva il difensore classe
'94, all'indomani della sconfitta per 2-1 contro la Pro Patria.
Mattia, cosa ci dici di questi primi
quattro mesi con la nuova maglia?
«Per ora le cose stanno andando
bene. Sto crescendo molto e imparando dai compagni, soprattutto
quelli più anziani come Belotti e Mandelli; per me è un onore
giocare con loro che hanno militato per anni in categorie più
importanti. Mi sto trovando molto bene con la società e i compagni,
sono convinto che possiamo diventare un bel gruppo».
Il Lumezzane ha un'età media di
soli 22,6 anni, ma tu sei uno dei più giovani in rosa.
«E' vero e fino a questo momento
sono sempre stato titolare. Attualmente, purtroppo, il nostro tecnico
Marcolini è in convalescenza (è reduce da un intervento chirurgico,
ndr) e ha preso il suo posto mister Santini. Entrambi mi hanno sempre
mandato in campo dal primo minuto, spero di riconfermarmi e di
dimostrare di meritare il posto».
E poi rispetto a Pavia giochi nel
tuo ruolo naturale...
«Adesso sto giocando nel ruolo in
cui mi trovo meglio. Ringrazierò sempre il responsabile dell'area
tecnica del Pavia Preite e mister Roselli, che mi ha sempre fatto
giocare anche se in un ruolo non mio. L'anno scorso non ho sempre
dato quello che potevo, giocavo come quinto di centrocampo nel 3-5-2
e non ho mai dato veramente tanto. Quest'anno invece vengo schierato
nel mio ruolo ideale e sto facendo bene, però so che posso fare
ancora meglio. Soprattutto rivedendo le partite, mi accorgo di
commettere anche piccoli errori da limare».
Con la Primavera avevi segnato solo
due reti e non è di certo la priorità per un difensore, ma la gioia
del gol non ti manca?
«Ci sto provando (ride, ndr).
Mi sono procurato un rigore ieri contro la Pro Patria e anche a Pavia
se l'arbitro non avesse cambiato idea. Comunque non vedo l'ora di
segnare la mia prima rete tra i professionisti. Il gol è un'emozione
unica ma è la cosa più importante per me, prima devo pensare a
difendere e a dare tutto per la squadra».
Nella partita con il Venezia hai
affrontato Martinelli, tuo ex compagno in Primavera: come lo hai
trovato?
«Devo essere sincero, contro il
Venezia noi abbiamo giocato bene nel primo tempo ma nella ripresa è
cambiata partita proprio grazie al suo ingresso in campo. Martinelli
è un centrocampista completo e lo ha dimostrato anche in
quell'occasione, sembrava un veterano per come ha trascinato la
squadra. Lui, Sampietro e Icardi erano i giocatori che mi piacevano
di più ai tempi della Primavera».
Per te è la seconda stagione in
Lega Pro, è la categoria giusta per te in questo momento?
«Non so quale sia il campionato
adatto a me, io so solo che voglio continuare a migliorarmi il più
possibile. E' normale voler arrivare in Serie A, ma se ci riuscirò
si vedrà soltanto in futuro. Se avrò le capacità tecniche e
mentali lo vedremo. Ora penso a lavorare per migliorare ancora
tanto».
Le tue prestazioni ti hanno fruttato
anche la chiamata dell'Under 20 Lega Pro.
«Ho preso parte a vari stage e sono
riuscito a guadagnarmi la convocazione per la prima partita del
torneo, venendo anche schierato come titolare. E' stato bellissimo.
Giocare in azzurro è sempre un onore, un motivo di orgoglio e
soddisfazione. Adesso devo solo continuare così, anzi fare ancora
meglio per continuare questo percorso che ho intrapreso».
Ma, dopo aver giocato in Under 18 e
Under 19, all'Under 20 non ci pensi?
«Sarebbe un'ulteriore bella
soddisfazione, però so che il ct Evani conta su giocatori forti di
Serie B per la sua Under 20 e quindi non è facile. Io in una sua
convocazione ci spero sempre, poi quello che verrà verrà».
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