Non era partita col piede giusto la prima stagione nel calcio professionistico di Luca Piana.
Il promettente classe '94, fino allo scorso anno colonna portante
della difesa della Primavera, aveva lasciato la Sampdoria a
luglio per andare in prestito al Como, dove però non si è
creduto in lui. A fine gennaio è quindi arrivato il trasferimento al
Viareggio, che ha dato fiducia a Piana e gli ha permesso di
mettere in mostra le sue indubbie doti. Ho intervistato in esclusiva il ventenne
difensore di Cogoleto per tracciare un bilancio della sua particolare
annata.
Luca, per te è stata una stagione a
doppia faccia: prima i sei mesi a Como con appena 81 minuti
giocati...
«E' stata senza dubbio
un'esperienza negativa, ma ha avuto anche aspetti positivi che mi
hanno fatto maturare e crescere».
...poi da gennaio sei passato al
Viareggio e la musica è cambiata.
«Questo trasferimento è stato
molto importante per me soprattutto a livello mentale. Spero di
essere riuscito a dimostrare le mie qualità e credo di aver fatto
delle buone prestazioni. Sì, è stato importante».
Ti sei chiesto perché in Lombardia
non ti sia stata data la possibilità di esprimerti?
«Ad essere sincero, neanche io non
ho ancora capito il vero motivo per cui non mi abbiano mai dato la
possibilità di dimostrare le mie qualità. Evidentemente era una
squadra di fenomeni...».
Mentre a Viareggio hai trovato un
tecnico come Lucarelli che ha avuto fiducia in te: quanto è stato
importante?
«Il mister mi ha dato fiducia fin
da subito e io ho cercato di ripagarlo in campo. E' stato un grande
attaccante e adesso è un allenatore che sa di calcio; ci ha
trasmesso la mentalità che aveva da da giocatore. Grazie a lui
abbiamo giocato ogni partita al massimo, indipendentemente dal
risultato. A parte poche eccezioni, abbiamo sempre fatto prestazioni
di buon livello. Quando abbiamo perso c'era rammarico, ma c'era anche
la consapevolezza di essercela giocata».
In bianconero è arrivato anche il
tuo primo gol tra i professionisti...
«Contro il Perugia, che poi ha
vinto il campionato, e nel giorno del mio compleanno: mi sono fatto
il regalo da solo, peccato che non sia servito a vincere. Quel gol mi
rimarrà dentro per sempre. E' stato un momento importante in un
periodo di difficoltà».
Tutto sommato, quindi, che
valutazione dai al tuo primo anno lontano da Genova?
«E' stata una stagione a due facce,
una negativa e l'altra positiva. Io però cerco di prendere da ogni
esperienza le cose buone che mi permettono di crescere. Quando va
tutto bene è tutto più semplice ma quando le cose vanno male, e può
capitare, bisogna essere bravi a venirne fuori».
Dicci la verità, rimpiangi gli anni
nelle giovanili della Samp?
«Lì è andato sempre tutto bene.
Ma il calcio professionistico è tutta un'altra cosa, è molto
diverso. Soprattutto i primi mesi sono importanti perché sono quelli
in cui devi cogliere la palla balla al balzo e adattarti il prima
possibile a questa nuova realtà. Rispetto al settore giovanile, ho
riscontrato differenze soprattutto a livello di ritmo sia in
allenamento sia in partita. E' tutta un'altra cosa».
In conclusione, credi che un'altra
stagione in prestito sia la cosa migliore per il tuo futuro?
«Probabilmente sì, ma adesso
deciderà la società cosa fare. Io spero di fare un salto di
categoria, sarebbe bello giocare in Serie B per crescere
ulteriormente. Speriamo di fare bene anche il prossimo anno».
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