Partiamo da Napoleoni. Com'è andata
questa metà di stagione nella 'sua' Grecia?
«Stefano ha ripreso la condizione
tardi a causa di un periodo di inattività di circa un mese, ma le
qualità del calciatore non si discutono. L'Atromitos, quando gli è
stato proposto, ha impiegato due giorni per farlo suo. E' pronto per
la prossima stagione che lo vedrà sicuramente protagonista con la
sua squadra in Europa League ma, se l'Atromitos riuscirà a vincere i
play-off del campionato, anche in Champions League».
A gennaio è stato ad un passo dal
Siena, la possibilità che torni in Italia esiste ancora?
«Purtroppo in Italia non ci sono
squadre interessate a lui che gli permetterebbero di prendere parte
alle coppe europee e questo non fa altro che allontanarlo dal nostro
campionato. Stefano non è più un giovanotto e quindi guarda anche
alle sue soddisfazioni personali. E poi giocare la Champions è il
sogno di tutti i calciatori. A gennaio ha sostenuto un periodo di
prova a Siena e ha fatto più che bene considerando che era reduce da
un mese di inattività. Iachini lo ha chiesto ovunque è andato e
anche a gennaio ha dato l'ok, ma i dirigenti hanno fatto scelte
diverse».
Che idea ti sei fatto
dell'impossibilità di realizzare il suo sogno fino ad oggi?
«Lui in Grecia è considerato un
top player, mentre purtroppo in Italia funziona diversamente. Il
livello del nostro calcio si sta abbassando e ci sono sempre più
campioni che scappano. Un calciatore italiano che gioca all'estero
viene visto quasi come uno scarto. Mi dispiace che il suo sogno non
si sia realizzato, però lui è un ragazzo intelligente e capisce che
purtroppo è il nostro sistema a dover cambiare. In Italia si
preferisce un giocatore straniero piuttosto che uno italiano che sta
facendo bene».
Mentre quella di Del Duca che
stagione è stata?
«Per lui è la prima stagione in
prima squadra a Frosinone dopo aver fatto tutta la trafila nel
settore giovanile ed essere stato anche capitano della formazione
Primavera. Questa è stata un'annata sfortunata per lui, perché il
Frosinone aveva in organico difensori importanti. Pietro era reduce
da un ottimo campionato tra le fila del San Marino dove era stato
preso come rincalzo per poi giocare quasi tutta la stagione da
titolare. A fine anno, però, la società sammarinese ha scelto di
puntare su giocatori più giovani piuttosto che su di lui, che
comunque gode di ottima stima a Frosinone. In questo momento il suo
contratto è in scadenza, qualche richiesta c'è stata e la
valuteremo attentamente. Ci confronteremo con il ds Meluso per capire
qual è la situazione; è ancora da capire così come lo è il
mercato di questi tempi».
Quali sono le sue doti migliori?
«Sicuramente è un giocatore molto
forte e concentrato in fase difensiva, è un leader della difesa.
Stiamo parlando di un classe '91 che in difesa sembra un veterano.
Tutto ciò, abbinato alle qualità tecniche, gli ha permesso di
guadagnarsi e di mantenere il posto da titolare in una piazza come
San Marino dove nessuno la conosceva. Io e il mio socio Valerio Curti
Gialdino puntiamo molto su di lui. Ripeto che questa è stata
stagione sfortunata per lui, frenato sia dai problemi fisici sia da
qualche cartellino rosso di troppo».
A questo punto il prossimo anno
diventa fondamentale per lui.
«La prossima sarà la stagione
dell'ultimo treno. Pietro dovrà scendere in campo ogni domenica per
giocarsi le chance di compiere il salto di categoria. Se gli verrà
data la giusta opportunità, sono sicuro che si giocherà bene le
carte sue carte».
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