La scorsa settimana abbiamo fatto il
punto della situazione sul futuro di Andrea Tozzo. Dopo la
mancata partenza in direzione Venezia ad agosto, l'ex numero 1 del
Portogruaro è sul piede di partenza e a gennaio dovrebbe arrivare il
momento di un nuovo trasferimento in prestito per lui. Voci di
corridoio raccontano di vari apprezzamenti per il giovane portiere in
comproprietà fra Sampdoria e
Verona, ma in questo momento sarebbe soltanto una la società
concretamente interessata a lui.
21 dicembre 2013
Un ex dirigente blucerchiato vuole Tozzo in Serie B
20 dicembre 2013
Gasbarroni: "Samp-Parma bella gara, Ferraris arma in più"
E' l'antivigilia dell'ultimo incontro
del 2013 della Sampdoria. Domenica pomeriggio la squadra di
Mihajlovic, reduce da tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa
Italia, ospiterà il Parma orfano di Cassano. Per avvicinarci
al match, ho raggiunto in
esclusiva un grande ex di entrambe le squadre come Andrea Gasbarroni,
oggi tra le file del Monza per la sua seconda stagione.
Andrea, cosa ti porti dietro dei
tuoi due anni e mezzo in blucerchiato?
«Ho dei ricordi bellissimi. Dalla
vittoria del campionato cadetto ai due anni in Serie A, sono state
annate ricche di emozioni, molto importanti per me e per la mia
carriera. Nella stagione 2004/05 non raggiungemmo il traguardo della
Champions League per pochissimo, mentre l'anno dopo non fu esaltante
e ci salvammo verso la fine. Ma, nel complesso, porto con me ricordi
davvero forti e, ogni volta che parlo della Samp, lo faccio molto
volentieri».
L'unico dei tuoi ex compagni ancora
a Genova è Angelo Palombo.
«Ormai è da più di dieci anni che
Angelo che veste la maglia blucerchiata e lui la Sampdoria ce l'ha
dentro, quando scende in campo dà sempre il massimo. Rossi lo aveva
spostato in difesa, ma con Mihajlovic è tornato a fare il ruolo che
ha sempre ricoperto da grande protagonista. E' un giocatore
fantastico e non mi stupisce il fatto che stia facendo molto bene in
mediana».
Hai mantenuto rapporti con qualcuno
che faceva parte di quella Sampdoria?
«Ho parlato proprio con Angelo
qualche tempo fa e a volte mi capita di sentirlo. La maggior parte
dei ragazzi che giocavano con me si è ritirata dal calcio giocato,
però continuo comunque a sentire con grande piacere Bazzani, Flachi,
Pavan e mister Novellino».
Domenica la Samp ha l'opportunità
di centrare il terzo successo di fila...
«Il cambio di allenatore ha dato la
giusta scossa come a volte capita. Mihajlovic mi ha dato
l'impressione di essere molto motivato, riesce a trasmettere la
propria personalità ai suoi giocatori e lo si vede in campo. Le cose
stanno andando bene e può farmi solo che piacere perché, ripeto, ho
vissuto momenti bellissimi alla Sampdoria. Ho affrontato Mihajlovic
quando era a fine carriera e la sua carriera da giocatore parla per
lui».
...ma per riuscirci dovrà superare
l'ostacolo Parma.
«Sarà una partita sicuramente
bella. Da una parte c'è una Sampdoria con grande entusiasmo,
dall'altra una buona squadra come il Parma che è allenato da un
tecnico capace. Prevedo una bella gara tra due squadre che andranno
in campo per cercare di vincere. Ma giocare al Ferraris dà sempre
qualcosa in più, grazie a dei tifosi eccezionali e ad una splendida
gradinata. Giocare in casa è senza dubbio un vantaggio per la Samp,
perché i tifosi ti danno una mano; anche quando c'ero io giocare a
Marassi era più semplice e il pubblico ti spingeva fino all'ultimo».
Da una parte mancherà Gabbiadini,
dall'altra Cassano: quale assenza peserà di più?
«Sostituire Cassano non è
semplice, è un talento unico, ma al suo posto potrà esserci un
giocatore importante come Biabiany. Cassano può inventare la giocata
decisiva da un momento all'altro, mentre Gabbiadini ha un gran passo,
una forza incredibile e attacca bene la profondità. Sono due
calciatori dalle caratteristiche diverse, ma ugualmente importanti
per le rispettive squadre e non so quale dei due farà sentire di più
la sua assenza. E, comunque, chi li sostituirà scenderà in campo
per fare bene e per dare mano alla squadra».19 dicembre 2013
Primavera, rivelazione fa rima con Ciccone: alla Samp sulle orme di Vialli
Era l'estate 1984 quando un allora
ventenne Gianluca Vialli lasciava
la Cremonese per approdare a Genova, dove ha scritto pagine
importanti di storia e conquistato ben sei trofei. A distanza
di ventinove anni, un altro giovane compie il suo stesso percorso e
arriva a Bogliasco. Il suo nome è Nicola Ciccone, anche lui
attaccante e anche lui nativo di Cremona.
Diciassette anni compiuti ad aprile, è
uno dei punti di forza degli Allievi Nazionali della Cremonese con
cui, tra l'altro, disputa le Final 8 di categoria di Lega Pro. La
Sampdoria lo nota e da quel momento non gli toglie gli occhi
di dosso, seguendolo in diverse occasioni fino a giugno e
prelevandolo poi il mese successivo. Aggregato alla Primavera in
ritiro a Chiusa Pesio, si mette subito in mostra andando anche a
segno nel Memorial “Viscusi”.
Da allora arrivano tre gol (due in
campionato e uno in TIM Cup), assist e tante buone prestazioni che
hanno confermato la buona intuizione dei dirigenti blucerchiati,
bravi a battere la concorrenza in sede di mercato. Ma un plauso va
fatto anche a chi lo ha segnalato loro, Massimo Borgobello e
Luca Coti, che hanno condotto e portato a termine la
trattativa per il suo trasferimento: «Abbiamo scelto la Sampdoria
soprattutto per i componenti dello staff tecnico e dirigenziale, che
fin da subito hanno dimostrato tutta la propria professionalità»,
affermano.
17 dicembre 2013
Spezia, ds Romairone: "Eramo e Gentsoglou? Buoni elementi ma..."
A breve la finestra invernale di
calciomercato aprirà i battenti e i dirigenti della Sampdoria
sono già al lavoro. Sì per rafforzare l'organico attuale, ma anche
e soprattutto per sfrondare un organico decisamente troppa ampio. In
particolare, è il centrocampo il reparto che verrà sfoltito; tra i
possibili partenti ci sono Savvas Gentsoglou e Mirko Eramo,
fin qui poco utilizzati. Sulle tracce di entrambi i
centrocampisti, stando ad alcune notizie circolate la scorsa
settimana, si sarebbe messa un'altra società ligure: lo Spezia.
16 dicembre 2013
Piana verso l'addio al Como: la situazione tra le richieste e la volontà della Samp
Tenuto (giustamente) in grande
considerazione dalle parti di Corte Lambruschini e Bogliasco, Luca
Piana non sta avendo molta fortuna nella sua prima avventura fra
i professionisti. L'ex Primavera è arrivato al Como in estate
con la formula del prestito, ma un infortunio prima e le scelte del
tecnico Colella poi lo hanno costretto a trascorrere questa prima
parte di stagione fra panchina e tribuna. Soltanto due presenze fino
a questo momento per un totale di circa 80 minuti giocati,
decisamente troppo pochi per uno dei giovani più promettenti venuti
fuori dal settore giovanile blucerchiato negli ultimi anni.
Agostini: "Milan-Roma giocata alla pari. Balotelli encomiabile, Totti..."
Non si è conclusa ieri la quindicesima
giornata di Serie A. Spazio questa sera all'ultimo posticipo di
questo turno, con Milan e Roma pronte a darsi battaglia
a San Siro. Quando mancano poco più di cinque ore al fischio di
inizio, ho raggiunto in esclusiva il doppio ex Massimo Agostini
per analizzare il match.
Il Milan arriva alla partita di
stasera dal fondamentale pareggio casalingo con l'Ajax...
«Con fatica e sofferenza
l'obiettivo della qualificazione agli ottavi di Champions è stato
raggiunto, anche se sarebbe stato meglio raggiungerlo in un'altra
maniera disputando la partita undici contro undici. Però contro
l'Ajax e con un uomo in meno la squadra ha retto bene ed è stata
disposta in maniera egregia da Allegri. A volte con affanno, a volte
diligentemente, i rossoneri si sono difesi portando a casa questa
qualificazione che dà una botta di morale importante sia per il
campionato che per la stessa Champions League. Agli ottavi
affronteranno una squadra tosta come l'Atletico Madrid, ma era
importante passare il turno e cambiare l'atmosfera all'interno dello
spogliatoio».
Che partita sarà quella contro la
Roma a San Siro?
«Dopo l'Ajax, il Milan affronterà
un altro avversario importante al Meazza e Allegri potrà vedere a
che punto è la sua squadra. Sarà un test probante per il Milan che
avrà l'importante occasione di uscire da una zona di classifica
critica cercando di fare punti contro la seconda in classifica, ma la
Roma andrà a Milano per giocarsi la partita attaccando e cercando di
segnare. Nessuna delle due squadre lascerà niente e non vorrei che
tutto questo le portasse ad annullarsi a vicenda...».
Quindi non vede nessuna delle due
squadre favorita?
«Non dico che questa sera verrà
fuori un pareggio, ma sono due squadre che hanno sempre la
possibilità di trovare la via del gol. Adesso come adesso prevedo un
pareggio, ma spero di sbagliarmi perché vorrei vedere una partita
ricca di gol. Classifica alla mano bisognerebbe dire che la Roma
parte favorita, ma il Milan non è merita questa situazione di
classifica e se la può giocare ad armi pari».
Da una parte ci sarà un Mario
Balotelli che sembra ritrovato...
«Abbiamo visto mercoledì contro
l'Ajax cosa è stato capace di fare Balotelli. Si è sobbarcato la
squadra sulle spalle e ha fatto reparto da solo tenendo il pallone e
incassando i falli: è stato encomiabile. Vedendo la situazione dopo
il cartellino rosso a Montolivo, ha giocato per la squadra e non si è
lasciato andare. Va dato merito a Mario per il suo approccio positivo
e perché ha tenuto in guardia la difesa dell'Ajax per tutti i
novanta minuti».
...dall'altra tornerà in campo dopo
l'infortunio Francesco Totti.
«La mancanza di Totti ha permesso
alla Juventus di scavalcare la Roma in classifica e di prendersi il
primo posto. Tutti attendono il ritorno del capitano giallorosso, ma
non bisogna dimenticarsi che quella di stasera sarebbe la prima
partita e anche su un campo difficile. Se la gamba è guarita del
tutto, meglio farlo giocare per uno spezzone di gara, il che gli
garantirebbe di ritrovare lo stimolo e la voglia di stare in campo».13 dicembre 2013
Testardi lascia l'Honved: a gennaio torna alla Samp
Si è conclusa anzitempo l'esperienza
di Emanuele Testardi in Ungheria. Lo scorso giugno la
Sampdoria aveva riscattato dal Sudtirol il cartellino
dell'attaccante romano, salvo poi cederlo con la formula del prestito
all'Honved Budapest. La sua avventura era cominciata nel
migliore dei modi con una tripletta all'esordio contro il Celik
Niksic nel primo turno di qualificazione di Europa League, ma poi non
è proseguita sugli stessi binari.
12 dicembre 2013
Benny Carbone: "Inter in crescita, ma domenica il Napoli deve vincere"
Napoli fuori dalla Champions
League, ma a testa alta. Non è bastato battere 2-0 l'Arsenal per
qualificarsi agli ottavi di finale e, a maggior ragione, la squadra
di Rafa Benitez ci terrà a fare bene nel prossimo impegno. Gli
azzurri si apprestano ad affrontare l'Inter dell'ex Walter
Mazzarri, reduce da tre pareggi consecutivi. Per avvicinarci al match
in programma domenica sera, ho raggiunto in esclusiva l'ex attaccante e oggi allenatore Benito Carbone,
che in carriera ha militato in entrambe le squadre.
Mister Carbone, come esce il Napoli
dalla sfida contro l'Arsenal?
«Prima della partita tutti davano
per spacciato Napoli e dicevano non potesse vincere, ma io avevo
detto e ribadisco che le partite vanno giocate. Sulla carta sembrava
impossibile poter ribaltare i pronostici, ma ieri sera il Napoli è
entrato in campo con un approccio perfetto, con convinzione,
cattiveria e voglia di fare risultato. La squadra ha offerto una
prestazione brillante e tutti si aiutavano l'uno con l'altro. La
partita è stata preparata alla perfezione da Benitez, che grazie
alla sua mentalità europea queste partite non le sbaglia mai. Alla
fine però il Napoli è uscito dalla Champions League con 12 punti ed
è una cosa molto strana. Sulla partita di ieri sera non c'è niente
da dire, peccato soltanto che il Marsiglia abbia subito gol
all'ultimo; sarebbe stato giusto che i partenopei andassero avanti
per tutte le partite disputate in questa prima fase della Champions».
E il pubblico di Fuorigrotta ha
dimostrato di essere della sua stessa idea...
«Credo che il comportamento dei
tifosi abbia fatto bene alla squadra. A fine partita hanno applaudito
tutti, dimostrando un entusiasmo incredibile nonostante l'enorme
dispiacere per la mancata qualificazione. Con il loro sostegno hanno
dato tranquillità, forza e sicurezza ai giocatori. Adesso c'è la
consapevolezza che, se il Napoli gioca così e ha il pubblico dalla
propria parte, è sempre pericoloso. So che il tifoso napoletano vive
per quella maglia e sono convinto che il pubblico può essere davvero
il dodicesimo uomo in campo per il Napoli».
Il prossimo avversario degli azzurri
sarà l'Inter: è l'occasione per tornare alla vittoria?
«L'Inter sta dimostrando di essere
una squadra vera, dà l'impressione di crescere partita dopo partita.
Mazzarri in poco tempo ha svolto un lavoro fantastico e la sensazione
è che abbia creato una gruppo a tutti gli effetti. Anche da quei
giocatori che non riuscivano ad esprimersi ad alti livelli negli anni
scorsi, è riuscito a tirare fuori il meglio. Quindi mi aspetto una
bella partita al San Paolo. Il Napoli ha la chance di confermare la
prestazione di ieri e, in caso di vittoria, anche di tenere a
distanza l'Inter che sta diventando un avversario scomodo».
In caso di vittoria degli ospiti,
però, i nerazzurri si porterebbero a -1 dal Napoli...
«Questo è il motivo per cui credo
che il Napoli debba assolutamente vincere; questa, più di altre, è
una partita da non sbagliare. Gli azzurri non devono dare all'Inter
la possibilità di avvicinarsi a loro e, vincendo domenica, possono
allontanarla, in modo non definitivo ma portando il distacco a sette
punti».
Per Walter Mazzarri sarà la prima
volta al San Paolo da ex.
«Da tifoso mi auguro che Mazzarri
possa ricevere soltanto applausi per tutto quello che ha fatto negli
ultimi anni e per aver raggiunto traguardi molto importanti per la
storia del Napoli. Lui ha riportato la squadra in Champions League e
l'anno scorso è arrivato al secondo posto, non si può pensare ad
un'accoglienza negativa anche se alla fine è andato via. Mazzarri è
stato molto corretto dicendo che aveva bisogno di altri stimoli dopo
anni ad alti livelli sulla panchina azzurra. Ha avuto la possibilità
di allenare una grande squadra come l'Inter e l'ha colta al volo».Da Serie B e Lega Pro interessamenti per Tozzo: a gennaio via per giocare
Terzo nella gerarchia dei portieri alle
spalle di Da Costa e Fiorillo, Andrea Tozzo ha trascorso
questa prima parte di campionato tra panchina e tribuna. Ad agosto il
suo passaggio al Venezia fu bloccato all'ultimo minuto, ma a gennaio
le cose potrebbero andare diversamente perché, si sa, la sessione
invernale di calciomercato può rappresentare l'occasione di cambiare
il volto alla propria stagione per ogni calciatore. E così anche per
il ventunenne estremo difensore, l'anno scorso numero 1 del
Portogruaro e tornato alla Sampdoria in estate.
10 dicembre 2013
Il doppio ex Marazzina: "Chievo e Samp a caccia di punti, ma la salvezza non è a rischio"
Dopo le prime due vittorie dell'era
Mihajlovic, la Sampdoria si appresta ad affrontare la squadra
del campionato che più le somiglia per il percorso che sta facendo.
E' il Chievo Verona, reduce da quattro successi consecutivi
dopo il ritorno in panchina di Eugenio Corini. Ho raggiunto in esclusiva Massimo Marazzina,
ex attaccante di Samp e Chievo, per analizzare la situazione di
queste due compagini in cui ha militato oltre che, ovviamente, il
match in programma allo stadio Bentegodi.
Massimo, innanzitutto che ricordo
hai del tuo breve periodo in blucerchiato?
«Calcisticamente parlando non ho un
bellissimo ricordo, però ho conosciuto delle bravissime persone che
lavorano tutt'ora in società e quando ho avuto occasione di
incontrarle le ho sempre salutate con affetto. E' stato un periodo
storto, un po' per colpa mia, un po' per qualche equivoco tattico.
Dovevo cercare di adattarmi a fare cose che non avevo mai fatto prima
e quindi non sono riuscito a fare bene».
Durante la tua permanenza a Genova
hai conosciuto Angelo Palombo, che ha lasciato la difesa per tornare
a centrocampo.
«E ora è bello riposato (ride,
ndr). Scherzi a parte, conosco bene Angelo che è stato anche in
Nazionale ed è un elemento di grande esperienza. La Sampdoria
gioverà del ritorno a centrocampo di questo giocatore che è
ritornare a riassaporare il campo nel suo ruolo naturale».
Domenica ci sarà Chievo-Samp, la
sfida tra due formazioni in gran forma...
«Entrambe stanno molto bene sia
mentalmente che fisicamente, anche se la situazione di classifica
impone di non giocare in maniera spensierata. Tutte e due vorranno
vincere per raccogliere punti e per mettersi alle spalle altre
squadre concorrenti. Sono due squadre che hanno ritrovato entusiasmo
dopo i rispettivi cambi di allenatore; speriamo di vedere una bella
partita».
Anche in virtù degli arrivi di
Mihajlovic da una parte e di Corini dall'altra, hanno le carte in
regola per salvarsi?
«La Sampdoria ha giocatori di
categoria che hanno lottato per traguardi importanti e non credo
abbiano problemi. Poi il fatto di giocare a Marassi porta sempre
qualche punto in più. Credo che anche il Chievo riuscirà a ottenere
la salvezza. Non era una squadra da ultimo posto in classifica prima
e non è da zona Europa adesso, ma vedendo anche il suo potenziale
offensivo ritengo abbia qualcosa in più delle altre. Vedo altre
squadre messe molto peggio...».
Ovvero?
«Mi dispiace fare nomi, però penso
che il Catania abbia dei problemi molto seri, così come il mio
Bologna che onestamente non vedo benissimo. Infine, con tutto il
rispetto, dico il Sassuolo anche se sta facendo un grandissimo
campionato. Credo che siano queste le tre squadre che troveranno più
difficoltà da qui alla fine».
Tornando alla Samp, dove pensi che
abbia maggiormente bisogno di rinforzi a gennaio?
«Io sono stato protagonista di
cambi di squadra a gennaio e sono testimone di quanto sia difficile
inserire elementi nuovi a metà campionato. Se però una squadra deve
cambiare qualcosa, deve acquistare giocatori pronti e determinanti.
Tutte le squadre che lottano per non retrocedere credo debbano
pensare prima di tutto a non prenderle, quindi servirebbe qualcuno
che possa dare maggiore sicurezza alla difesa. Davanti potrebbe
servire qualcuno che faccia gol ma, se gli attaccanti stanno bene dal
punto di vista fisico, credo che il reparto avanzato sia a posto
così».9 dicembre 2013
Rimini, Morga ha la valigia in mano: a gennaio sarà addio
Rispetto ad inizio stagione non è
molto cambiata né tanto meno migliorata la situazione di Francesco
Morga. Il ventisettenne attaccante di Monopoli non sta vivendo il
miglior momento della sua carriera, ma di certo non per colpa sua. Il
Rimini, così come in estate, ha mantenuto l'intenzione di
cederlo per disfarsi così di un ingaggio come il suo, troppo pesante
per l'attuale situazione finanziaria, e non ne sta facendo mistero;
non a caso, infatti, il tecnico Osio lo ha utilizzato con il
contagocce, mandandolo in campo soltanto in sette occasioni fino a
questo momento.
CAPOLINEA - Ieri invece Morga si
è dovuto accomodare in tribuna, scatenando la contestazione dei
tifosi che non hanno mai nascosto di essere dalla sua parte. Il
divorzio fra le parti, però, sembra ormai inevitabile e l'occasione
per siglarlo è dietro l'angolo. A gennaio, stando ad accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva, le strade del centravanti e della società
romagnola, a meno di clamorosi quanto imprevisti colpi di scena, si
divideranno. In sede di mercato estivo furono Alessandria, Chieti,
Cosenza, San Marino, Spal e Virtus Entella ad intavolare una
trattativa per lui; chissà che proprio fra queste non possa venir
fuori la sua nuova squadra.
Sirene dal Brasile per Romulo, ma lui resta a Verona sognando l'azzurro
L'Hellas Verona si conferma in sesta posizione in graduatoria, una situazione di classifica
difficilmente pronosticabile fino a qualche mese fa. Andrea
Mandorlini è il condottiero della squadra rivelazione del nostro
campionato, mentre al ds Sean Sogliano va il merito di essere
riuscito a mettere a segno colpi significativi nella passata sessione
estiva di calciomercato. Gli arrivi di Iturbe e Toni rappresentano
sicuramente delle intuizioni azzeccate, ma c'è un altro giocatore
arrivato in estate che si sta ritagliando un ruolo da protagonista
nella città dell'Arena. E' Romulo Souza Orestes Caldeira, o molto
più semplicemente Romulo.
IL BRASILEIRAO CHIAMA - Grazie
al grande dinamismo e a quella duttilità che gli permette di giocare
indifferentemente sia come centrocampista sia come esterno basso o
alto, il classe '87 è diventato uno dei punti fermi dell'undici
scaligero (per informazioni chiedere a Mandorlini, che lo ha sempre
utilizzato in campionato). In questa prima parte di Serie A ha
impreziosito le sue 15 presenze con 3 gol e 5 assist, accendendo
l'interesse di club d'oltreoceano. Difatti, secondo accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva, un paio di club brasiliani avrebbero
recentemente posato gli occhi su di lui.
5 dicembre 2013
Dalla Svezia una nuova idea per l'attacco della Samp
Manca ormai poco meno di un mese alla
riapertura del calciomercato e tutte le società italiane iniziano a
muoversi per definire le strategie da mettere in atto in sede di
mercato invernale. Anche i dirigenti della Sampdoria lo stanno
facendo per provare ad esaudire le richieste che mister Mihajlovic ha
fatto e farà in vista di gennaio. Sempre rimanendo nel campo delle
ipotesi, c'è la possibilità che venga rinforzato il parco
attaccanti per consegnare nelle mani del neo tecnico blucerchiato
giocatori adatti al suo 4-2-3-1.
4 dicembre 2013
Orlandi (Studio Assist): "I nostri giovani talenti protagonisti in Lega Pro"
Ho raggiunto in esclusiva Alessandro Orlandi, socio e
responsabile dell'area tecnica dello Studio Assist & Partners,
che gestisce gli interessi di tanti giovani promettenti che si stanno
mettendo in luce nel campionato di Lega Pro. Tra questi Filippo
Perucchini (classe '91 in comproprietà fra Lecce e Milan),
Alberto Paleari (classe '92 della Virtus Vecomp Verona),
Antonio Rosti (classe '93 della Vigor Lamezia), Gabriele
Franchino (classe '91 del Monza) e Paolo Marchi (classe
'91 Como), dei quali abbiamo parlato in questa intervista.
Iniziamo con i portieri. Perucchini
si sta affermando con il Lecce grazie ai suoi interventi, gli ultimi
domenica contro il Grosseto...
«E’ molto contento di aver scelto
Lecce, il rendimento della squadra è in crescita e le sue
prestazioni sono di alto livello. L'auspicio del giocatore è quello
di arrivare in Serie B con questa maglia. La piazza merita davvero
tanto e Filippo è determinato a confermarsi fondamentale per questa
squadra».
Anche Paleari sta ben figurando alla
sua prima stagione da titolare tra i professionisti.
«A Verona Alberto sta dimostrando
tutto il suo valore, si trova molto bene con la squadra e si sta
affermando come uno dei portieri più interessanti in Lega Pro. E’
sicuramente un giocatore da tenere d’occhio in questo
campionato...».
Sempre rimanendo fra i pali, come
procede l'avventura di Rosti alla Vigor Lamezia?
«Nonostante sia solamente un classe
’93, Antonio è alla quarta stagione da titolare in un contesto di
prima squadra. E’ un estremo difensore di grande affidabilità,
molto abile nella comunicazione con la difesa e capace di parate
spettacolari. Anche in questa stagione a Lamezia sta confermando
tutte le sue doti».
Confermatissimo al Monza, Franchino
ha trovato l'ambiente ideale per questo periodo della sua carriera?
«A parer mio e di molti altri
addetti ai lavori, è uno dei terzini più validi della Lega Pro. A
Monza ha trovato sicuramente la dimensione ideale dove poter crescere
e mettere in luce le sue qualità. I fatti parlano per lui: due
stagioni tra i professionisti e altrettanti play-off disputati. E'
sicuramente un giocatore abituato a raggiungere obiettivi importanti
in contesti di ottimo livello».
Marchi, al suo secondo centro
stagionale contro il Venezia, ha un futuro da difensore goleador?
«Paolo si sta dimostrando
insostituibile in fase difensiva e, allo stesso tempo, importante in
fase offensiva. Non a caso alcuni club di categoria superiore stanno
monitorando la sua crescita e le sue prestazioni...».Paramatti: "Il Bologna non parte spacciato con la Juve. Pogba? Pirlo è unico"
La quindicesima giornata di Serie A si
aprirà, eccezionalmente, venerdì sera. Alle 20.45 il Bologna,
fresco di eliminazione dalla Coppa Italia, ospiterà la Juventus,
che martedì farà visita al Galatasaray per l'ultima partita per
l'ultima giornata della fase a gironi di Champions League. Ho contattato in esclusiva l'ex
difensore Michele Paramatti, che nella sua carriera ha
militato sia nella compagine rossoblu che in quella bianconera.
Paramatti, Bologna-Juve è una
partita dal risultato già scritto?
«Sarà già scritto se la Juventus
scenderà in campo con la stessa concentrazione e lo stesso furore
agonistico che hanno contraddistinto le ultime partite. Altrimenti,
il Bologna potrà giocarsi le sue chance nel caso in cui i bianconeri
non giochino da Juve».
Da una parte ci sarà la seconda
peggior difesa del campionato, dall'altra il secondo miglior attacco.
«Sicuramente il potenziale
offensivo dei bianconeri è notevole e in ogni istante potrebbero
trovare la via della rete. Dall'altra parte il Bologna ha evidenziato
nelle ultime prestazioni, a parte quella in Coppa Italia contro il
Siena, di aver ritrovato l'equilibrio difensivo. Con questo nuovo
assetto il Bologna ha ottenuto due ottimi pareggi e spero che questa
striscia positiva possa continuare».
L'anno scorso, nel match di andata
allo Juventus Stadium, i rossoblu andarono al tappeto soltanto nel
recupero...
«Il Bologna può dare filo da
torcere a tutte le squadre. Ha avuto vicissitudini alterne tra
sfortuna ed errori che hanno reso la classifica deficitaria, però ha
l'allenatore e gli uomini giusti e validi per uscire da questa
situazione difficile».
E a decidere quel match fu un certo
Pogba: può prendere il posto di Pirlo in cabina di regia?
«Al suo posto giocherà un altro
centrocampista che sicuramente è da Juve ed è un grandissimo
giocatore, ma Pirlo è insostituibile. Magari ci saranno delle
modifiche al modo di impostare le azioni e al modulo di gioco. In
campo ci saranno undici giocatori da Juventus, però Pirlo è
insostituibile e non vedo un giocatore che possa sostituirlo».
Dunque, a suo modo di vedere, quella
di Pirlo è una perdita pesantissima per la Juve?
«E' pesante perché si tratta di un
giocatore fondamentale, però, come dicevo prima, ci sono altri
giocatori che sicuramente hanno fatto bene e continueranno a fare
bene. Secondo me cambierà il modo di giocare e non si passerà più
dal faro che illumina le azioni offensive, ma si possono trovare
soluzioni altrettanto valide».
Tornando al suo Bologna, crede che
ci siano i presupposti per salvarsi?
«Senza dubbio. E' chiaro che la
partita con la Juventus non è la più facile da affrontare in questo
periodo, ma è una di quelle che potrebbe aiutare moralmente nel caso
di un risultato positivo o, addirittura, di una vittoria».Il doppio ex Colombo: "Mihajlovic ha alzato il morale della squadra. Con il Verona spero che..."
La Sampdoria si rituffa in Coppa
Italia. Nel match valido per i sedicesimi di finale in programma
domani sera, la formazione di Sinisa Mihajlovic se la vedrà con
l'Hellas Verona di Andrea Mandorlini. Per analizzare la sfida
del Luigi Ferraris e non solo, ho contattato in esclusiva l'ex attaccante di Samp e Verona Corrado
Colombo, tra l'altro in visita alla truppa blucerchiata nel
ritiro di Montecatini alla vigilia della sconfitta con la Fiorentina.
Come avevi trovato Rossi e i suoi
giocatori prima della partita di Firenze?
«Sinceramente non sembravano avere
un gran morale e li vedevo rassegnati. L'esonero di Delio Rossi era
già nell'aria e infatti sappiamo tutti com'è finita il giorno dopo
contro la Fiorentina».
Che impressione ti ha fatto la
squadra, invece, in queste prime uscite dopo il cambio di allenatore?
«La Samp ha ottenuto due grandi
risultati. Prima in casa con la Lazio è riuscita ad andare in
vantaggio e poi è arrivato quel gol alla fine contro una squadra
formata comunque da ottimi giocatori; poi ha recuperato una partita a
San Siro che non è mai facile. Con l'arrivo di Mihajlovic è
cambiata l'aria dal punto di vista del temperamento e la squadra ha
assunto le caratteristiche del suo tecnico, le stesse che aveva da
giocatore».
Domani la Samp torna a giocare in
Coppa Italia e lo fa contro il Verona.
«E' vero che a volte questa
competizione viene snobbata, ma ci sarà la possibilità di mettersi
in mostra per quei calciatori che hanno giocato meno fino a questo
momento. I giocatori che verranno messi in campo da Mihajlovic
dovranno essere bravi a farsi trovare pronti e sfruttare questa bella
vetrina».
Uno su tutti Enzo Maresca...
«Ha le qualità per essere uno dei
leader di questa Sampdoria e ricordo che già a 20 anni, quando
giocavamo insieme nell'Under 21, era un leader. Maresca è un
professionista serio e sono convinto che si sia allenato bene in
questi mesi. La partita di domani potrebbe essere un'occasione anche
per lui e poi Mihajlovic vedrà come inserirlo anche in campionato».
Sarà la volta buona per la prima
vittoria dell'era Mihajlovic?
«Sarebbe una bella iniezione di
fiducia per i giocatori e per tutto l'ambiente. In casa si è quasi
sempre obbligati a vincere, però il Verona sta disputando un grande
campionato e ha ottimi giocatori; verrà a Marassi per giocarsi la
partita».
Prova ad azzardare un pronostico:
chi passerà il turno?
«Per la simpatia che mi lega alla
Sampdoria, dico i blucerchiati. Sarebbe bello riuscire ad ottenere il
primo successo sotto la gestione Mihajlovic».29 novembre 2013
Bagni: "Attenta Inter, alla Samp servono punti. Il mercato blucerchiato dipende dalle uscite"
Sono attesi tanti volti conosciuti a
San Siro per la sfida tra Inter e Sampdoria. Il nuovo
presidente nerazzurro Erick Thohir ha voluto invitare tanti ex
calciatori nerazzurri, tra cui anche Salvatore Bagni. Ho contattato in esclusiva l'ex
centrocampista per avere una sua opinione sul prossimo impegno e sul
mercato dei blucerchiati.
Bagni, ci sarà anche lei domenica
al Meazza tra le vecchie glorie interiste?
«In realtà non so ancora se ci
sarò. Ho ricevuto l'invito di Thohir e ho accettato volentieri,
dicendo però che forse non potrò esserci per impegni all'estero».
In ogni caso, che tipo di partita
dobbiamo aspettarci?
«L'Inter ha fatto benissimo fino a
questo punto. Chi poteva aspettarsi che giocasse in quel modo e che
si ritrovassero giocatori che sembravano non avere qualità, forza e
rapidità? Poi, soprattutto, è una squadra che gioca a calcio e
messa bene in campo. Il merito è tutto di Mazzarri. La Sampdoria,
invece, è in una zona di classifica difficilissima. Certo, se avesse
vinto domenica contro la Lazio forse sarebbe stata un'altra partita,
ma adesso ha bisogno di punti. I giocatori di Walter non prendono mai
le partite sotto gamba, saranno pronti a fare risultato e a regalare
la prima vittoria a Thohir, ma non è tutto così scontato nonostante
la differenza di posizione in classifica».
Sulla panchina della Samp ci sarà
un altro grande ex nerazzurro, Sinisa Mihajlovic.
«Conosce bene l'ambiente
blucerchiato e in questo momento era fondamentale ci fosse feeling
con la piazza; anche per questo motivo la scelta è ricaduta su di
lui. Mihajlovic ha dato e ricevuto tantissimo a questa squadra per la
quale è stato disposto a lasciare una nazionale importante come la
Serbia. E' voluto tornare giocandosi molto ma senza aver alcuna
paura. Sono d'accordo con lui quando dice che i vincenti trovano una
strada e i perdenti una scusa, è una frase che mi piace e in cui mi
rispecchio. Dall'altra parte c'è comunque un rischio, perché tutti
i tifosi lo conoscono e si aspettano molto da lui».
Tra le fila dell'Inter c'è Belfodil
che non sta trovando molto spazio...
«Belfodil lo conosco molto bene
così come Taider. Quest'ultimo si è ritagliato il suo spazio ed è
tenuto in grande considerazione da Mazzarri, che ama quei giocatori
che si mettono a disposizione del tecnico e si sacrificano. L'altro è
un attaccante e quindi è più difficile trovare spazio; l'attuale
modulo dell'Inter, che prevede una sola punta ed un trequartista, lo
penalizza abbastanza e togliere il posto a Palacio è impossibile in
questo momento. Bisogna dargli tempo e lui deve crederci, mettendosi
a disposizione e aspettando la sua chance. In un anno e mezzo tra
Bologna e Parma ha dimostrato di avere qualità importanti e ora sta
comunque giocando in una grande squadra».
...e c'è chi dice potrebbe venire
in prestito a Genova.
«Ne ho sentito parlare anche io,
sia per quanto riguarda la Sampdoria che altre squadre. Io non so se
andrà via in prestito, è una decisione che prenderà lui con il suo
procuratore. L'agente di Belfodil, George Atangana, è un amico e
sono sicuro che gli consiglierà il meglio, poi anche la società
dirà la sua e insieme decideranno. Ripeto, non so cosa farà a
gennaio, ma questa è una storia che sento da parecchio tempo. Se
partirà, lo farà per racimolare minuti in una squadra dove si potrà
ritagliare uno spazio maggiore che all'Inter».
Quali mosse dobbiamo attenderci
dalla Sampdoria in sede di mercato invernale?
«Carlo (Osti, ndr) è un
amico oltre che una persona veramente perbene e corretta, quindi gli
auguro al più presto di riuscire a tirarsi fuori da questa
situazione. Però bisogna sottolineare che non è facile muoversi
quando hai un organico di trentuno giocatori. In assoluto farà mosse
di mercato, però deve anche far andar via qualcuno perché non si
può aumentare il numero di elementi in rosa. Questo è
normalissimo».28 novembre 2013
Il Kortrijk trattiene Santini: "Non vuole partire a gennaio, nessun contatto con la Samp"
Che la Sampdoria sia alla
ricerca di un rinforzo per il reparto avanzato è possibile, ma che
il prescelto sia Ivan Santini è tutto da vedere. Ma varie
indiscrezioni parlano di una Samp concretamente interessata
all'attaccante croato, attuale capocannoniere della Jupiler Pro
League (la massima serie del campionato belga) con la maglia del
Kortrijk. Per saperne di più, ho sentito in esclusiva Jelle Brulez, responsabile della
comunicazione del club delle Fiandre.
Innanzitutto, per chi non lo
conoscesse, chi è Ivan Santini?
«Santini è probabilmente il
miglior attaccante centrale che ha mai giocato nel Kortrijk e, per il
momento, è una delle migliori punte in Belgio. E' un attaccante
completo davvero forte: sa tenere la palla, ha fiuto per il gol,
dialoga bene con i compagni, lavora molto duramente e rappresenta un
costante pericolo nell'area avversaria. Inoltre è un bravissimo
ragazzo, è molto religioso e ha grande cura della sua famiglia, che
è considera la cosa più importante del mondo. Lui è un modello per
i calciatori professionisti. Si impegna a fondo sia dentro che fuori
dal campo e sa come mantenersi in forma. Il suo carattere e gli anni
trascorsi nella Bundesliga hanno contribuito a fare di lui un atleta
professionista. Ha acquisito un sacco di esperienza nonostante la
giovane età. Attraverso tutte le sue esperienze nella vita e nel
calcio, con alti e bassi, ha maturato questo carattere veramente
forte».
Pensate che possa fare bene anche in
un campionato difficile come la Serie A?
«Siamo convinti che Santini abbia
le carte in regola per giocare nella vostra Serie A. Potrebbe giocare
in qualsiasi campionato, indipendentemente dalla difficoltà».
Il Kortrijk ha mai avuto contatti
con la Samp per lui?
«No, non abbiamo mai parlato con la
Sampdoria».
E con altre società italiane?
«Diverse squadre stanno seguendo
Santini, ma è normale che un giocatore con le sue qualità attiri su
di sé molte attenzioni».
Ma Santini potrebbe cambiare maglia
a gennaio?
«Lui ha dichiarato alla stampa che
preferirebbe restare al Kortrijk almeno fino al termine di questa
stagione».
Da quanto si legge ha una clausola
di rescissione di 2,5 milioni...
«Questo è quello che ha raccontato
un giornalista belga senza aver verificato le loro fonti. Non è vero
che c'è una clausola rescissoria di 2,5 milioni di euro nel
contratto di Santini».27 novembre 2013
Juary: "Mi aspettavo un'altra Samp, ma Mihajlovic darà filo da torcere all'Inter"
Domenica sugli spalti del Meazza a
seguire la sfida tra Inter e Sampdoria ci sarà anche
Jorge Juary, ex attaccante nerazzurro degli anni '80 e fino a
marzo allenatore del Sestri Levante. Ho raggiunto in esclusiva l'ex calciatore brasiliano per avere il suo
punto di vista su quella che sarà la prima trasferta di Sinisa
Mihajlovic da tecnico blucerchiato.
Juary, da Sestri Levante a
Gallarate: ha nostalgia della nostra regione?
«Onestamente, più ancora della
Liguria, mi manca l'atmosfera del campo perché ho tanta voglia di
allenare e questa è la cosa che mi manca più di tutte. Mi auguro di
tornare un giorno in Liguria, lì ho lasciato tanti amici».
Però poteva tornare in estate per
sedersi sulla panchina del Bogliasco...
«E' vero, c'è stata questa
possibilità ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Alla fine è
il presidente che decide e lui ha scelto un altro allenatore».
Spostiamoci su Inter-Samp. I
blucerchiati possono dare filo da torcere ai nerazzurri?
«Mi aspetto una gara difficile come
tutte le altre per l'Inter, che comunque considero favorita. Senza
dubbio la Samp può dare filo da torcere agli avversari perché è
motivata dopo il cambio di allenatore. Questo può essere un fattore
importante, perché l'avvento di un nuovo tecnico porta sempre un
entusiasmo in più».
Che idea si è fatto dell'avvio di
campionato della Sampdoria?
«Sinceramente mi aspettavo un altro
inizio di stagione da parte della formazione blucerchiata, che invece
è partita così così. Non mi aspettavo nemmeno l'esonero di Delio
Rossi, ma purtroppo sono cose che succedono nel calcio. In ogni caso,
ripeto, domenica non sarà una partita facile per l'Inter».
Quella di affidare la squadra a
Mihajlovic è stata una scelta azzeccata secondo lei?
«Col tempo Mihajlovic potrà fare
sicuramente bene. Lui ha giocato per diversi anni a Genova e quindi
conosce bene la piazza, poi si è dimostrato anche un bravo
allenatore».
In ottica mercato, c'è un
calciatore brasiliano che si sente di consigliare alla Samp?
«Bisogna capire in che ruolo la
Sampdoria cerca dei rinforzi. Senza dubbio in Brasile ci sono dei
giocatori giovani che si potevano e si potranno portare in Italia
come scommesse da vincere».Il doppio ex Canuti: "Milan in ripresa. Catania, meglio un punto che zero"
Archiviato con un'importante vittoria
il match con il Celtic, il Milan si appresta a rituffarsi in
campionato per tornare a vincere anche in Italia. O almeno a
provarci, perché domenica si troverà di fronte un Catania in
cerca di punti salvezza. Ho contattato in esclusiva l'ex difensore Nazzareno Canuti, che
in carriera ha indossato sia la maglia dei rossoneri che quella degli
etnei.
Canuti, che impressione la ha fatto
il Milan vittorioso a Glasgow e più vicino alla qualificazione agli
ottavi di Champions?
«Ho visto una squadra in ripresa e,
soprattutto, gli è andata bene negli episodi di solito negativi in
questo inizio di stagione. Dopo l'1-0, gli avversari hanno avuto la
palla per pareggiare e poi invece il Milan si è dimostrato padrone
del campo. Il Celtic era comunque un avversario abbordabile ma, visti
i tempi, i rossoneri hanno fatto dei passi in avanti».
Questo successo può rappresentare
una svolta per la squadra di Allegri?
«Sicuramente vincere fa bene sia
per la Champions League, sia per il campionato, sia per la Coppa
Italia; fa bene per tutto. Quando si vince le cose girano per il
verso giusto e ogni vittoria dà morale e autostima. La squadra esce
rafforzata dal Celtic Park».
Domenica i rossoneri faranno visita
ad una squadra alla disperata ricerca di punti, il Catania.
«Quando hai bisogno di punti non è
mai una situazione facile; si fa dura quando hai l'obiettivo dei tre
punti che ti sfugge ogni domenica. Io sono sempre del parere che un
pareggio non è da buttare in questi casi, quindi consiglierei ai
rossazzurri di accontentarsi anche se giocano in casa».
Quali insidie potrebbe nascondere
questa trasferta?
«Non ci sono vere e proprie
insidie, è la seconda partita fuori casa di fila dopo Glasgow. I
rossoneri troveranno un Catania piuttosto arrabbiato e con voglia di
riprendersi dopo sconfitta contro il Torino. Però è una partita
alla portata del Milan, è abbastanza abbordabile guardando la
situazione delle due squadre. La partita è più difficile per il
Catania che per il Milan».
L'anno scorso fu El Shaarawy a
trascinare il Milan verso la vittoria, chi può essere decisivo
questa volta?
«Visto che ieri è tornato a
segnare dopo un mese e mezzo, direi Balotelli. Viene da un periodo
negativo anche se lui ormai è abituato ad essere sempre
chiacchierato. Magari il fatto che in Sicilia ci siano temperature
miti può darsi che lo facciano svernare (sorride, ndr)».
E per quanto riguarda gli etnei
invece?
«Il Catania purtroppo ha dei
problemi e deve rinunciare a degli elementi importanti come Bellusci
e Bergessio attualmente fuori per infortunio. Non saprei indicare un
calciatore in particolare, il Catania deve ritrovarsi come squadra».26 novembre 2013
Alberto Masi: "Con la Lazio pari immeritato. Ho Samp e Genova nel cuore"
C'erano tanti volti noti ad assistere
alla prima di Sinisa Mihajlovic da allenatore della Sampdoria.
In compagnia della famiglia del neo tecnico doriano, di Dejan
Stankovic e del proprio agente c'era anche Alberto Masi,
genovese doc, cresciuto nelle giovanili blucerchiate e oggi in forza
alla Ternana. Ho contattato in
esclusiva il ventunenne difensore per un suo parere sull'esordio
della Samp targata Mihajlovic.
Alberto, come hai visto la Sampdoria
domenica?
«Ho visto una Samp molto motivata. A
mio parere il cambio di allenatore è servito ed è arrivato un
tecnico come Mihajlovic che riesce a tirare fuori il meglio dai
propri giocatori. La squadra era messa molto bene in campo anche se,
ovviamente, c'è ancora tanto lavoro da fare».
La squadra, come ha detto mister
Mihajlovic, meritava qualcosa in più?
«Sì, forse meritava qualcosa in
più del pareggio. Nonostante l'inferiorità numerica, la Samp ha
difeso molto bene ed è anche riuscire ad andare in vantaggio; poi
però è arrivato quel gol beffardo all'ultimo minuto. Se avesse
vinto la partita, nessuno avrebbe potuto recriminare».
Peccato per il rosso a Krsticic, tra
l'altro tuo ex compagno nella Primavera.
«Secondo me l'espulsione è stata
un po' eccessiva, però l'arbitro ha deciso così...».
Nei tre giorni a disposizione,
Mihajlovic sembra aver dato quantomeno una scossa alla squadra.
«Certo ha avuto pochi giorni per
preparare questo match, però dal punto di vista delle motivazioni
Mihajlovic ha saputo dare molto ai suoi».
Hai assistito alla partita vicino a
Stankovic, ti ha detto qualcosa in particolare?
«Sono venuto a Genova per assistere
alla partita con il mio procuratore (Federico Cavalli, ndr) e mi sono
ritrovato lì con Dejan. Non ci siamo detti nulla di particolare,
abbiamo semplicemente commentato l'andamento della gara nel corso dei
novanta minuti».
Personalmente, che effetto ti ha
fatto tornare nello stadio dove non sei mai riuscito ad esordire?
«Io sono cresciuto a Genova e sono
sempre stato tifoso sampdoriano fin da bambino. Ho alcuni amici che
giocano ancora qui e, quando posso, mi fa sempre piacere venire a
vedere la Sampdoria al Ferraris».
Sii sincero: ti manca un po' Genova?
«E' la città dove sono nato e
cresciuto, dove ho la mia famiglia e i miei amici, ma comunque sono
contento delle esperienze che sto facendo. Però Genova rimane sempre
nel mio cuore».25 novembre 2013
Monticone: "La Serie A un sogno, ora penso al Lumezzane: voglio e devo migliorare ancora"
Tra i giovani di proprietà della
Sampdoria che meglio si stanno comportando in Lega Pro c'è
sicuramente lui, Mattia Monticone. L'ex capitano della
Primavera blucerchiata, dopo l'esperienza di sei mesi con il Pavia,
si sta confermando domenica dopo domenica come uno dei pilastri
difensivi del Lumezzane. Le sue prestazioni non sono passate
inosservate, tanto che Valerio Bertotto ha deciso di convocarlo per
l'Under 20 Lega Pro e di schierarlo dal primo minuto contro la
Norvegia nell'International Challenge Trophy. Ho raggiunto in esclusiva il difensore classe
'94, all'indomani della sconfitta per 2-1 contro la Pro Patria.
Mattia, cosa ci dici di questi primi
quattro mesi con la nuova maglia?
«Per ora le cose stanno andando
bene. Sto crescendo molto e imparando dai compagni, soprattutto
quelli più anziani come Belotti e Mandelli; per me è un onore
giocare con loro che hanno militato per anni in categorie più
importanti. Mi sto trovando molto bene con la società e i compagni,
sono convinto che possiamo diventare un bel gruppo».
Il Lumezzane ha un'età media di
soli 22,6 anni, ma tu sei uno dei più giovani in rosa.
«E' vero e fino a questo momento
sono sempre stato titolare. Attualmente, purtroppo, il nostro tecnico
Marcolini è in convalescenza (è reduce da un intervento chirurgico,
ndr) e ha preso il suo posto mister Santini. Entrambi mi hanno sempre
mandato in campo dal primo minuto, spero di riconfermarmi e di
dimostrare di meritare il posto».
E poi rispetto a Pavia giochi nel
tuo ruolo naturale...
«Adesso sto giocando nel ruolo in
cui mi trovo meglio. Ringrazierò sempre il responsabile dell'area
tecnica del Pavia Preite e mister Roselli, che mi ha sempre fatto
giocare anche se in un ruolo non mio. L'anno scorso non ho sempre
dato quello che potevo, giocavo come quinto di centrocampo nel 3-5-2
e non ho mai dato veramente tanto. Quest'anno invece vengo schierato
nel mio ruolo ideale e sto facendo bene, però so che posso fare
ancora meglio. Soprattutto rivedendo le partite, mi accorgo di
commettere anche piccoli errori da limare».
Con la Primavera avevi segnato solo
due reti e non è di certo la priorità per un difensore, ma la gioia
del gol non ti manca?
«Ci sto provando (ride, ndr).
Mi sono procurato un rigore ieri contro la Pro Patria e anche a Pavia
se l'arbitro non avesse cambiato idea. Comunque non vedo l'ora di
segnare la mia prima rete tra i professionisti. Il gol è un'emozione
unica ma è la cosa più importante per me, prima devo pensare a
difendere e a dare tutto per la squadra».
Nella partita con il Venezia hai
affrontato Martinelli, tuo ex compagno in Primavera: come lo hai
trovato?
«Devo essere sincero, contro il
Venezia noi abbiamo giocato bene nel primo tempo ma nella ripresa è
cambiata partita proprio grazie al suo ingresso in campo. Martinelli
è un centrocampista completo e lo ha dimostrato anche in
quell'occasione, sembrava un veterano per come ha trascinato la
squadra. Lui, Sampietro e Icardi erano i giocatori che mi piacevano
di più ai tempi della Primavera».
Per te è la seconda stagione in
Lega Pro, è la categoria giusta per te in questo momento?
«Non so quale sia il campionato
adatto a me, io so solo che voglio continuare a migliorarmi il più
possibile. E' normale voler arrivare in Serie A, ma se ci riuscirò
si vedrà soltanto in futuro. Se avrò le capacità tecniche e
mentali lo vedremo. Ora penso a lavorare per migliorare ancora
tanto».
Le tue prestazioni ti hanno fruttato
anche la chiamata dell'Under 20 Lega Pro.
«Ho preso parte a vari stage e sono
riuscito a guadagnarmi la convocazione per la prima partita del
torneo, venendo anche schierato come titolare. E' stato bellissimo.
Giocare in azzurro è sempre un onore, un motivo di orgoglio e
soddisfazione. Adesso devo solo continuare così, anzi fare ancora
meglio per continuare questo percorso che ho intrapreso».
Ma, dopo aver giocato in Under 18 e
Under 19, all'Under 20 non ci pensi?
«Sarebbe un'ulteriore bella
soddisfazione, però so che il ct Evani conta su giocatori forti di
Serie B per la sua Under 20 e quindi non è facile. Io in una sua
convocazione ci spero sempre, poi quello che verrà verrà».23 novembre 2013
Il doppio ex Casazza: "Samp, con Sinisa e Nenad sei in buone mani. Attenzione alla Lazio"
Tra giovedì e oggi Sinisa
Mihajlovic ha diretto le sue prime sedute di allenamento da
mister della Sampdoria. Nel poco tempo a loro disposizione, il
neo allenatore blucerchiato e il suo staff stanno cercando di
preparare al meglio il prossimo impegno della truppa blucerchiata,
che domenica alle 15 riceverà la Lazio. Del cambio tecnico e
del match in programma al Ferraris, ne ho parlato in esclusiva con il doppio ex di Samp e biancocelesti
Fabrizio Casazza, che con Mihajlovic ha condiviso la stagione
2003/04 proprio nella capitale.
Via Rossi, dentro Mihajlovic: qual è
la sua lettura a proposito?
«Probabilmente si era arrivati ad
una situazione in cui c'era la necessità di fare qualcosa. E
bisognerà ancora fare qualcosa, perché non sarà sufficiente un
cambio di allenatore che nelle ultime settimane sembrava essere
sempre più vicino. Si era arrivati ad un bivio e poi il presidente
Garrone ha preso questa decisione. C'è da augurarsi che Sinisa e
tutto il suo staff invertano la rotta che si è presa in questo
inizio di stagione e penso che le premesse possano esserci tutte,
magari con l'aiuto di qualche rinforzo che sembra indispensabile per
un gruppo che fino ad oggi ha avuto qualche difficoltà».
In conferenza stampa il nuovo
tecnico blucerchiato si è lasciato andare a dichiarazioni molto
forti.
«Credo sia anche giusto perché
quando si verifica il cambio di allenatore rappresenta sempre una
sconfitta di tutti. Sinisa ha fatto bene a mettere in chiaro che lui
cercherà di capire chi sono quelli che hanno la fame giusta per
scendere in campo e, sotto questo punto di vista, non credo abbia
sbagliato ad alzare i toni nei confronti della squadra. In questo
momento ci deve essere un solo ed unico pensiero: riuscire a salvare
una situazione che, domenica dopo domenica, si è fatta complicata.
E' giusto che metta tutti sullo stesso piano e che voglia vedere
gente pronta a mettersi mostra in settimana per avere un posto in
squadra».
Il Mihajlovic allenatore rispecchia
quello che era il Mihajlovic giocatore?
«Da giocatore è stato un
grandissimo e tutti lo conosciamo; ha una forza notevole a livello di
personalità e credo che cerchi di trasmettere questa sua forza
interiore alla squadra. E' normale, quando si è calciatori,
ragionare più per sé stessi, ma da allenatore devi ragionare in
funzione di un gruppo e e del bene comune. Sinisa ha avuto esperienze
calcistiche che gli consentono di gestire una squadra, conoscendone
tutte le sfumature possibili. Senza dubbio è una persona e un
allenatore che può fare bene. D'altra parte, guardando alle sue
esperienze passate in in Italia, a Catania ha fatto bene e anche a
Firenze non ha fatto poi così male. Questo gruppo di ragazzi può
fare bene con l'innesto di qualche nuovo giocatore a gennaio e con un
tecnico più stimolato di Rossi, che ultimamente sembrava non avere
più fame o quantomeno non la trasmetteva. Sinisa invece ha tanta
voglia e per la Samp ha lasciato la sua nazionale, anche per
dimostrare di essere un ottimo allenatore».
Insieme a lui è tornato a Genova
anche un altro tuo ex compagno, Nenad Sakic.
«Ho giocato con Nenad alla Samp per
tre anni e posso dire che è un ragazzo eccezionale, mi fa molto
piacere che sia tornato. Mi auguro che insieme riescano nell'intento
di raddrizzare l'andamento di questa squadra che nelle ultime
settimane non dava molto speranze. Inoltre ho sempre avuto un ottimo
rapporto con lui e ho sempre detto che avevamo i serbi più bravi del
mondo. Lui, Zivkovic e Jovicic sono tutti ragazzi speciali».
L'esordio di Mihajlovic sarà contro
un'altra sua ex squadra, la Lazio...
«Mi aspetto una partita come tutte
quelle che la Samp ha disputato contro squadre che lasciano un po'
più spazio agli avversari e vengono a giocarsi la partita senza
tanta pre-tattica. Con le squadre che si chiudono e ripartono, i
blucerchiati hanno più difficoltà. Non sarà una gara facile perché
Lazio ha un ottimo organico e in questo periodo hanno potuto
riassestarsi. Anche loro hanno un ottimo tecnico che è stata la
sorpresa dello scorso anno, quando Petkovic ha sorpreso tutti,
soprattutto quelli che non lo conoscevano. In questo campionato di
Serie A non ci sono partite facili - ce lo ha dimostrato il Sassuolo
- e neanche la prossima lo sarà».
Domenica si affronteranno due
squadre che, in questo avvio, hanno deluso le aspettative.
«Se andiamo a vedere, forse la
squadra che ha deluso di più è proprio la compagine biancoceleste.
La Lazio come potenziale poteva giocarsi il campionato ed è una
piazza molto esigente dove i giocatori sono tutti i giorni sotto
pressione; infatti, dopo un inizio di campionato non bellissimo, si
parlava di un Petkovic in bilico. Dall'altra parte qualcuno aveva
messo in preventivo una Samp con qualche difficoltà, ma non così
tante. Sicuramente ci si aspettava di più da certi giocatori
presenti in rosa e proprio quelli da cui si avevano già dei
riscontri positivi sono mancati di più. Ma sono due delusioni molto
diverse».
I blucerchiati hanno le carte in
regola per tornare ad esultare davanti al proprio pubblico?
«Bisogna cercare di fare una buona
gara, se poi arriva il risultato meglio ancora. Secondo me, al
Ferraris la Samp ha sempre la possibilità di fare la partita.
Dipenderà anche da come Sinisa deciderà di affrontarla e dovrà
valutare se giocare in una certa maniera o in un'altra. La sua idea
di modulo può contare molto, ma devono contare molto anche gli
undici da schierare titolari. E poi questi cambi di allenatore
portano spesso a risultati imprevisti nelle prime partite...».
Prima parlava di nuovi innesti a
gennaio. Cosa si aspetta dal mercato invernale?
«Sicuramente ci sono zone del campo
dove la Sampdoria sta facendo più fatica, ma spetterà alla società
decidere. Sarà importante anche quello che Sinisa vedrà in queste
settimane, poi prima arrivano i rinforzi e meglio è. So che è
facile dirlo ma non facile farlo, però bisognerà cercare di non
sbagliare acquisti. Servono giocatori di qualità che non hai preso
in estate e ora devi obbligatoriamente andare a cercare».22 novembre 2013
Beunardeau sempre in orbita Samp, situazione in stand-by
Negli ultimi giorni non è stato, per
ovvi motivi, in cima ai pensieri dei dirigenti blucerchiati, ma
Quentin Beunardeau non ha assolutamente perso la speranza di
ricevere una chiamata da Genova. Terminato il suo periodo di prova al
Bayern Monaco venerdì scorso, il portierino francese ha fatto
ritorno in patria dove sta continuando ad allenarsi con la sua ex
squadra, il Le Mans, dalla quale si è svincolato ormai un mese fa.
21 novembre 2013
Cusin: "Con Zenga all'Al-Jazira per riportare in alto questo top club"
Dopo le
esperienze alla guida dell'Al-Ain e Al-Nasr,
Walter Zenga è tornato ad allenare negli Emirati
Arabi. Dal 26 ottobre è infatti il nuovo tecnico dell'Al-Jazira e
in questa nuova avventura ha voluto nuovamente al suo fianco Stefano
Cusin, suo vice all'Al Nassr Riyadh prima e all'Al Nasr Dubai
poi. Ho intervistato in
esclusiva Cusin, che ha deciso di lasciare il suo posto da allenatore
all'Al Fujairah per seguire Coach Z ad Abu Dhabi.
A luglio ci raccontava della sua
nuova avventura all'Al Fujairah e ora la ritroviamo all'Al-Jazira.
Cosa è successo nel frattempo?
«All'Al Fujairah avevamo iniziato
bene e fatto un buon lavoro, ottenendo degli ottimi risultati e
dimostrandoci vincenti sul campo. Però io e la società non avevamo
le stesse idee riguardo i giocatori stranieri presi in estate e
c'erano valutazioni diverse. Non c'era condivisione di idee e ho
capito che quello del club non era un programma vincente».
Quando è arrivata la chiamata di
Zenga ha subito detto di sì?
«Mentre allenavo l'Al Fujairah,
Walter era venuto a vedere diverse partite e ci siamo incontrati più
volte. Quando mi ha parlato della trattativa con l'Al-Jazira e mi ha
chiesto di seguirlo non ci ho pensato troppo, perché a me piace
vincere. Non sono stato a pensarci su più di tanto e gli ho dato
immediatamente la mia disponibilità. Poi, una volta che la cosa si è
concretizzata, ho raggiunto l'accordo con l'Al Fujairah per la
rescissione del contratto».
Se ti ha voluto ancora una volta con
sé, significa che conta molto su di lei e sulla sua esperienza...
«Considero Walter prima di tutto un
amico e secondariamente un grande allenatore. Abbiamo lavorato sia in
Arabia Saudita che negli Emirati Arabi facendo bene, forse perché
siamo molto complementari. Mi ha rivoluto con sé perché abbiamo
fatto buone cose insieme e i risultati ci hanno sempre dato ragione;
c'è grande feeling tra noi e ormai ci conosciamo bene, questo è
senza dubbio un vantaggio».
In un'intervista Zenga ha detto che
ha bisogno di collaboratori “con capacità di parlare le lingue”.
«Ha assolutamente ragione. Noi
abbiamo in rosa un giocatore come Barrada (nella scorsa stagione
al Getafe, ndr) che è cresciuto in Francia e parla solo francese.
Sul piano della squadra era rimasto un po' isolato sul piano, ma io
parlo francese e questo è molto importante per comunicare con i
giocatori. Conoscere le lingue è fondamentale in campo».
Che eredità avete raccolto?
«L'Al-Jazira è un grandissimo
club, il più grande dove io abbia mai lavorato. E' una società
molto ben organizzata, ha uno stadio megagalattico e non
dimentichiamoci che il presidente Mansour è anche proprietario del
Manchester City. Nel 2013 la gestione dei precedenti allenatori aveva
evidenziato dei problemi tecnici, noi siamo arrivati trovando una
squadra con tantissimi infortunati, che stanno recuperando, e una
condizione atletica non ottimale. C'è bisogno di ricreare entusiasmo
e di dare il via ad un nuovo progetto, ma la situazione è complessa.
Non è facile perché c'è bisogno di un programma di fondo e ci sono
alcune cose da cambiare; allo stesso momento c'è il problema fisico
da risolvere nel breve periodo e bisogna fare risultato perché la
società si aspetta di vincere. Da quando siamo arrivati non abbiamo
potuto fare affidamento su un giocatore come Valdez che era
infortunato e da poco è tornato ad allenarsi. Non è facile fare
bene in un campionato dove ci sono buone squadre se non si può
contare su tanti titolari».
Come stanno andando le cose da
quando siete arrivati e qual è il vostro obiettivo?
«Le cose stanno andando piuttosto
bene, anche se siamo subentrati il 28 ottobre e due giorni dopo la
squadra doveva scendere in campo, un altro aspetto che va a
complicare le cose. Comunque nella prima partita di campionato
abbiamo pareggiato 2-2 contro Dubai. Successivamente sono stati
convocati quattro giocatori nella nazionale A degli Emirati e cinque
nella nazionale olimpica, quindi non potevamo avere a disposizione
altri giocatori oltre agli infortunati. Nella partita di coppa
abbiamo vinto 3-1 contro l'Al-Ain lanciando ragazzi della formazione
under 19, ma noi avevamo mezza squadra fuori e loro avevamo in campo
giocatori come Asamoah Gyan. In ogni caso l'avvio è stato positivo
ma siamo soltanto all'inizio, perché non è in tre settimane che vai
a risolvere i grandi problemi. La ha bisogno di recuperare diversi
giocatori, di lavorare bene e soprattutto di avere ordine dal punto
di vista fisico. Stiamo lavorando con grande entusiasmo per dare
un'identità a questa squadra e farla ritornare grande. Sabato ci
attende il derby con l'Al Wahda».
Chiudiamo con un commento sulla
rosa, che può vantare alcuni elementi di spicco.
«Abbiamo
l'ex Milan Ricardo Oliveira, il nazionale paraguaiano Nelson Valdez
(ex Werder Brema, Borussia Dortmund, Rubin Kazan e Valencia, ndr)
e il centrocampista coreano Shin Hyung-Min
che nel 2009 ha vinto la Champions League asiatica il Pohang
Steelers, ma anche giovani interessanti e forti come Barrada.
Quest'ultimo è un ragazzo marocchino di 24 anni che nella Liga ha
fatto strabene col Getafe e viene da una stagione importante».
Quindi ci sono tutte le basi per
poter fare bene?
«Stiamo parlando di un top club che
può essere paragonato a Juventus e Milan per struttura della
società, stadio e seguito dei tifosi. E' la prima squadra del Golfo
per importanza e, infatti, tre anni fa ha vinto tutto. Purtroppo nel
frattempo sono andati via alcuni giocatori importanti e bisogna
ricreare i presupposti per un nuovo ciclo vincente. Abbiamo un
contratto fino a giugno 2015, la nostra missione è tornare
competitivi abbastanza velocemente e vincere nel medio periodo,
perché vincere vuol dire programmare».20 novembre 2013
Juventus, ag. Garcia: "E' pronto ad esordire se Conte vuole. A gennaio..."
Con Barzagli in forte dubbio e Bonucci
e Ogbonna squalificati, chissà che ad Antonio Conte non sia venuto
in mente di pescare dalle giovanili per la sua Juventus, che
domenica sarà ospite del Livorno. E chissà che non abbia pensato
proprio a Pol Garcia Tena, protagonista di ottime prestazioni
con la maglia della Primavera tra campionato e UEFA Youth League. Ne ho parlato in esclusiva con
Alessandro Orlandi, socio e direttore dell'area tecnica dello
Studio Assis & Partners, che cura gli interessi del difensore
spagnolo classe '95.
La Juve ha più di una defezione in
difesa e Garcia sta facendo benissimo: domenica lo vedremo in campo
dal primo minuto?
«Non saprei, sono scelte che farà
mister Conte insieme al suo staff durante questa settimana. Senza
dubbio Pol Garcia ad oggi rappresenta uno dei prospetti più
interessanti del settore giovanile bianconero. Un suo eventuale
debutto rappresenterebbe uno stimolo ulteriore per tutti i ragazzi
della cantera juventina che sognano un giorno di esordire con questa
importante maglia».
Quanto è atteso dal ragazzo il
momento dell'esordio?
«Rappresenta sicuramente la sua
ambizione e il suo obiettivo. E’ un traguardo che vuole raggiungere
attraverso l’impegno e il lavoro quotidiano sul campo».
Dal punto di vista psicologico,
credete sia mentalmente pronto ad un passo così importante?
«Uno dei punti di forza di Pol è
sicuramente quello relativo alle qualità mentali. Sotto questo punto
di vista è un giocatore sopra la media, è un professionista
eccezionale e ha una cultura del lavoro pazzesca. Non dimentichiamoci
che ha solamente 18 anni...».
Al di là del debutto o meno contro
il Livorno, c'è grande sintonia con la Juventus...
«Pol si trova bene a Torino, è il
capitano e il leader della Primavera di mister Zanchetta, sente la
fiducia della società ed è determinato a ripagarla quotidianamente
sul campo».
Si è vociferato di un interesse di
Bari e Juve Stabia, ma i bianconeri lascerebbero partire Garcia a
gennaio?
«Sta facendo molto bene sia in
Italia che in Europa ed è chiaro che un giovane di grande
prospettiva possa suscitare l’interesse di numerosi club. Però la
Juventus crede molto nelle potenzialità di Garcia e difficilmente
considererà un prestito già il prossimo gennaio».19 novembre 2013
Marazzina: "L'Inter vorrà vincere a Bologna per Thohir"
Con un giorno di ritardo rispetto al
Bologna, questo pomeriggio l'Inter ha ripreso ad
allenarsi dopo il week-end. Le due squadre si ritroveranno una di
fronte all'altra domenica sera, per il posticipo in programma allo
stadio Dall'Ara. Per avvicinarci alla partita, ho contattato in esclusiva l'ex attaccante
Massimo Marazzina, doppio ex di rossoblu e nerazzurri oltre
che tifoso interista.
L'Inter, reduce da cinque risultati
utili consecutivi, andrà a cercare il sesto a Bologna.
«Essendo la prima con Thohir nuovo
presidente sicuramente tutti ci terranno a far bene, questo è un
aspetto da non sottovalutare. L'Inter scende sempre in campo per
vincere e lo farà anche domenica contro il Bologna, soprattutto
perché ha tanti punti di distacco dalle prime e non può permettersi
di rimanere troppo indietro».
Dall'altra parte, invece, la
compagine felsinea stenta ad avere continuità...
«Il Bologna è la mia seconda
squadra del cuore e dispiace che non se la stia passando benissimo.
Grazie ad un paio di risultati positivi è riuscito a venir fuori dai
bassifondi della classifica, ma adesso deve cercare di fare punti in
casa».
...e a trovare la via del gol.
«Purtroppo si è evidenziata questa
lacuna. Negli ultimi anni il Bologna è stato abituato bene con
attaccanti come Di Vaio, mentre quest'anno non ha garanzie e non c'è
un vero e proprio bomber. Per questo devono cercare un gioco più
corale e provare a mandare in gol i centrocampisti con gli
inserimenti. Però non è facile e Diamanti non può fare tutto da
solo».
Per i nerazzurri sarà la prima
partita senza Moratti presidente.
«Non l'ho mai conosciuto
personalmente perché quando ero all'Inter c'era appena stato il
passaggio delle consegne tra lui e Pellegrini. Da tifoso nerazzurro
lo ricorderò con piacere perché ha investito tanti soldi e ne ha
persi altrettanti; non dimentichiamoci che ha portato dei campioni in
Italia, uno su tutti Ronaldo. Quindi a Moratti si può dire solo
grazie».
Il suo posto lo ha preso Thohir, che
idea si è fatto?
«I propositi sono buoni, ma un'idea
me la farò col tempo. Al tifoso interessa poco la storia di un nuovo
presidente, ma lo valuta dagli acquisti e da tutto il suo operato.
Thohir ha fatto delle promesse e i presupposti ci sono, però adesso
ci vogliono i fatti come, magari, degli acquisti roboanti che spero
faccia».
Domenica può essere l'occasione
buona per festeggiare la prima vittoria da presidente dell'Inter?
«Il Bologna non può regalare
punti, credo fondamentalmente che un bel pari possa starci. Anche se
il pari andrebbe bene sicuramente più ai rossoblu che all'Inter».Mihajlovic, la radiografia di Ricchiuti: "Con lui la Samp può salvarsi"
La Sampdoria aspetta il suo
nuovo condottiero. Ormai è questione di ore per il ritorno a Genova
di Sinisa Mihajlovic nelle vesti di tecnico Da due anni l'ex
blucerchiato è lontano dall'Italia, dove ha allenato Bologna,
Fiorentina e Catania. Forse proprio alle pendici dell'Etna ha vissuto
il suo periodo migliore quando, subentrando all'esonerato Atzori,
totalizzò 36 punti in 23 giornate portando la formazione siciliana
dall'ultimo al tredicesimo posto. Di quella squadra faceva parte
anche Adrian Ricchiuti, oggi alla Virtus Entella. Lo ho intervistato in esclusiva per
conoscere nei minimi dettagli il Mihajlovic allenatore.
Domanda a bruciapelo: Mihajlovic può
essere l'uomo giusto per questa Samp?
«Sicuramente. Quando il mister
arrivò a Catania, la squadra era messa molto peggio della Sampdoria
adesso; mancavano due partite alla fine del girone andata e lui ci
raggiunse in ritiro a Roma. Alla prima partita perdemmo, ma lui non
ci ha mai fatto mancare la fiducia nella salvezza. Riuscì a dare
grande personalità alla squadra e infatti siamo andati a vincere a
Torino contro la Juventus».
Tutti parlano di lui come un
allenatore molto carismatico...
«Posso dire che è vero perché con
noi è stato così. Sa tirare fuori da ognuno la motivazione giusta e
trasmette una grinta incredibile, è un gran motivatore. E poi ha
fatto schierato titolare gente come me, che fino a dicembre non
giocava e poi ha disputato tutte le partite dando una grossa mano.
Per lui anche gente che non giocava prima può tornare utile, non si
fissa su undici giocatori ma su tutta la rosa. Quindi quei calciatori
che non giocavano con Delio Rossi potrebbero trovare spazio con
Mihajlovic».
Ed è stato proprio Mihajlovic ha trasformarti da attaccante a centrocampista.
«E' stata un'incredibile scoperta del mister e lo ringrazio perché grazie a quel ruolo lì sono riuscito a fare quattro anni fantastici in una splendida città come Catania. Riuscì a trovare il ruolo in cui mi potessi esprimere al meglio in Serie A, senza il quale magari non sarei riuscito a trovare lo stesso spazio».
C'è un episodio che ricordi
particolarmente in cui ha evidenziato tutta la sua personalità?
«L'ha dimostrata domenica dopo
domenica, ma c'è una cosa che io ricordo molto bene. Quando davanti
a tutti prendi il capitano, in quel caso era Mascara, e gli dici
determinate cose, vuoi far vedere che il mister conta e si fa
sentire. Tanti allenatori preferiscono non dire niente per non andare
contro i giocatori più importanti, ma Mihajlovic non guarda in
faccia a nessuno».
E dal punto di vista dei rapporti
con i suoi giocatori, come si relaziona?
«Con noi non ha mai avuto peli
sulla lingua e da questo punto di vista ho tanti ricordi. Ha una
grinta incredibile e, ripeto, se ha da dirti qualcosa davanti a tutti
te la dice senza problemi. Che tu sia Maradona o no, tutti i
giocatori sono uguali per lui e grazie a questo è riuscito a tirar
fuori il 101% da ognuno di noi».
Quindi la Sampdoria di oggi può
emulare quel Catania?
«Assolutamente sì. Ho visto
qualche partita e la Samp ha dei problemi, però mister Mihajlovic
avrà tempo per dimostrare che si può raggiungere la salvezza. Nella
parte destra della classifica il campionato è molto livellato e
tutti hanno l'opportunità di rimanere in Serie A. Togliendo le prime
6-7 squadre, tutte le altre sono allo stesso livello e hanno le
stesse possibilità di salvarsi, anche se vedo il Chievo un po' più
indietro rispetto alle concorrenti».16 novembre 2013
Montecalvo: "Pallone d'Oro, dico CR7. Pirlo nella top 5, ma anche Balotelli e Totti..."
Una settimana fa è stata resa nota
un'interessante novità sull'assegnazione del prossimo Pallone
d'Oro. Come annunciato dal presidente della FIFA Blatter, per
questa edizione saranno cinque i finalisti e non tre come è accaduto
fino allo scorso anno. Di questo e non solo, ne ho discusso in esclusiva con il presidente
di FM Communications e di World Football Management Fabio
Montecalvo.
Cristiano Ronaldo, Messi e Ribery
sicuri, chi potrebbero essere gli altri due a contendersi il Pallone
d'Oro?
«Secondo me nel parterre finale
dovrebbero entrare Pirlo e Ibrahimovic. Il regista juventino non solo
per coronare una carriera brillante che lo ha visto vincente in
Italia, in Europa e nel mondo, con il Milan e con la Nazionale, ma
anche perché è ancora protagonista dei successi bianconeri che lo
hanno consacrato protagonista assoluto della scorsa stagione. Per
quanto concerne Ibra, invece, oltre ai meriti professionali ed alle
eclettiche e pirotecniche doti calcistiche, una nomination nei primi
cinque andrebbe data quale talismano positivo dei club che lo
ospitano. Come dire: dove passa Ibra, si vince. E con il PSG, letto,
firmato e confermato».
In ogni caso, chi vedi favorito per
la vittoria finale?
«E' sicuramente una bella
battaglia. Ci sono quei primi mostri sacri del calcio, per dirla alla
Mughini. Cristiano Ronaldo e Messi rappresentano oggi il 'top dei top
players' che non fa classica, ovvero al di sopra di qualsiasi chart
internazionale. Hanno, su tutte, due caratteristiche esclusive: una
continuità di rendimento impressionante e una media goal da guinnes
dei primati. Il vincitore? Sono di parte, dico Cristiano perché è
mio amico...».
Un solo italiano tra i 23 candidati,
Andrea Pirlo, è davvero l'unico a meritarselo?
«Su Pirlo ho già espresso i
relativi meriti e onori. Di sicuro ci sono anche altri nomi che
meriterebbero di entrare nella nomination. Uno su tutti, e come non
considerarlo, è Francesco Totti: un campione assoluto, un
professionista esemplare, un grande calciatore, un eccelso
realizzatore ed un grande uomo. Se ci fosse un premio alla carriera,
all'interno del Pallone d'Oro sarebbe sicuramente da assegnare a lui.
Ma dico anche Buffon, Marchisio, Balotelli e Diamanti».
Dieci anni fa gli italiani in corsa
erano 7, il "made in Italy" non va più di moda?
«In Italia si dovrebbe istituire,
per dirla all'americana, una 'Football Crisis Departement', un'unità
di crisi atta a ricercare, studiare e applicare soluzioni strategiche
per evitare alla già invadente recessione che ha colpito il Bel
Paese, di portare ad una totale deflagrazione anche il nostro amato
calcio. La nostra Serie A purtroppo, tranne per pochissime operazioni
di mercato, diventa ogni anno sempre più debole, con conseguente
migrazione di calciatori all'estero e relativi investimenti in
comunicazione i cui budget divengono sempre più risicati. Si
dovrebbe partire da questi aspetti per comprendere la carenza di
nomination dei calciatori azzurri».
Qualcuno si aspettava di vedere
anche Balotelli nella lista dei 23...
«Sì, la meriterebbe tutta, a mio
avviso, la famigerata nomination. Non dimentichiamoci della
performance sportiva 'castiga Germania' durante l'Europeo 2012. Ma i
meriti, quest'Italia, li riconosce o no? Sono più meritevoli le
'gossippate' e le relative 'balottellate' delle importanti
prestazioni sportive che hanno portato in alto il nostro tricolore?
E' uno sfogo e forse anche un po' generico, ma dovremmo essere tutti
più positivi per far quadrare i conti, e non solo. Quindi forza
Mario, che lo vincerà il Pallone d'Oro prima o poi, e sopratutto,
forza Italia».
Iscriviti a:
Post (Atom)