Iniziamo col parlare del gruppo A, che ha visto
l'Argentina scivolare fuori e il dominio del Cile sempre vincente.
“Penso che dal gruppo
A possa uscire la futura vincitrice di questo interessantissimo Sudamericano
Sub 20. Vedo il Cile davanti a tutti, non solo per il punteggio pieno
ottenuto nel girone, ma per l'enorme solidità mostrata dalla Roja. Un
fortino inespugnabile, con i centrali Huerta e Lichnovsky che regnano in difesa,
con il polmone Baeza in mezzo al campo e con i quattro tenori là davanti: Cuevas,
Rabello, Rubio e ‘El Zlatan’ Castillo. Proprio su questo ultimo volevo
soffermarmi, e se non sbaglio noi l'avevamo già fatto prima che partisse il
torneo. Sbaglio io? Una punta mobile, adatta per il calcio moderno.
Piedi buoni, agilità, tutto quello che si richiede a un attaccante: è il vero
trascinatore di questo super Cile. Ma non dimentichiamoci della ‘mia’
Colombia, che ha tutto per insidiare fino in fondo la Roja. Squadra
compatta costituita da giocatori rapidi e potenti, da una panchina lunga e da
un giocatore che nessuno ha: Juan Fernando Quintero. Grande mossa di
mercato quella di Delli Carri di mandare il classe 1993 oltreoceano nonostante
il Pescara non viaggi in buone acque. Il prezzo del talento colombiano
più si va avanti con il tempo più tende a lievitare, probabilmente presto lo
vedremo con una casacca diversa. A fare compagnia a Cile e Colombia c'è
il Paraguay. Il Paraguay del gioiellino classe ‘94 Derlis Gonzalez e
della ritrovata punta Cecilio Dominguez. Entrambi autori di una partita
storica, quella contro l'Argentina: un gol a testa e passaggio del turno
archiviato. E che dire dell'Argentina? La grande delusione di questo
torneo, giocato per di più tra le proprie mura. Una squadra senza idee,
senza un gioco. Una squadra che va avanti grazie alle individualità ma che poi
ai venti metri si ferma e non riesce a finalizzare. Eliminazione più che
meritata per la Seleccion di Trobbiani. Stesso discorso vale per la
Bolivia, non scesa neanche in campo (undici gol subiti nelle ultime due
partite!)”.
Più combattuto il girone B, ma quattro punti non sono
comunque bastati al Brasile...
“Il gruppo B è stato
il vero e proprio girone di ferro. Fino a qualche ora fa non si sapeva
neanche chi potesse passare. Cinque raggruppate in cinque punti prima
dell'ultima giornata.
Chiudono a 4 punti e in fondo al gruppo Brasile e Venezuela. Venezuela trascinato da un grande Josef Martinez che va ad un passo dalla qualificazione. Brasile che non ci va nemmeno vicino, nonostante l'abbondanza di stelle in campo e in panchina. Qualificazione meritata per Perù, Uruguay e Ecuador. Di queste solo l'Uruguay sembra poter essere in grado di lottare per il titolo. L'Albiceleste, nonostante la fragile difesa(capitolo portiere meglio non aprirlo), abbonda di qualità in avanti. Lopez, Rolan, Bueno, Aguirre, Betancourt: tutti giocatori che giocherebbero titolari in qualsiasi altra nazionale Sub 20 del Sudamerica. Nico Lopez, con 4 gol in 3 partite, è il capocannoniere della competizione. La vera sorpresa positiva di questo Sudamericano Sub-20 è il Perù di Ahmed che, nonostante abbia un Andy Polo part-time causa infortunio, chiude il girone sconfiggendo meritatamente la Selecao per 2 a 0 e balzando così al primo posto. Davanti non si rimpiange Polo grazie ai vari Reyna, Deza, Benavente e Flores. Non penso possa lottare per il titolo ma comunque bisogna stare attenti a questo Perù che fa del contropiede la sua arma principiale. Al terzo posto arriva un Ecuador poco continuo, con troppe sostituzioni da una partita all'altra. La squadra sembra avere trovato un equilibrio grazie al trio Cevallos-Uchuari-Esterilla, i tre giocatori di maggior qualità di questa nazionale. Ce ne saranno delle belle nel girone finale. Le premesse sono delle migliori, tanti gol e tante belle giocate in queste prime venti partite. Ve lo assicuro: nonostante gli orari, non sono mai riuscito a sbadigliare durante queste notti!”.
Chiudono a 4 punti e in fondo al gruppo Brasile e Venezuela. Venezuela trascinato da un grande Josef Martinez che va ad un passo dalla qualificazione. Brasile che non ci va nemmeno vicino, nonostante l'abbondanza di stelle in campo e in panchina. Qualificazione meritata per Perù, Uruguay e Ecuador. Di queste solo l'Uruguay sembra poter essere in grado di lottare per il titolo. L'Albiceleste, nonostante la fragile difesa(capitolo portiere meglio non aprirlo), abbonda di qualità in avanti. Lopez, Rolan, Bueno, Aguirre, Betancourt: tutti giocatori che giocherebbero titolari in qualsiasi altra nazionale Sub 20 del Sudamerica. Nico Lopez, con 4 gol in 3 partite, è il capocannoniere della competizione. La vera sorpresa positiva di questo Sudamericano Sub-20 è il Perù di Ahmed che, nonostante abbia un Andy Polo part-time causa infortunio, chiude il girone sconfiggendo meritatamente la Selecao per 2 a 0 e balzando così al primo posto. Davanti non si rimpiange Polo grazie ai vari Reyna, Deza, Benavente e Flores. Non penso possa lottare per il titolo ma comunque bisogna stare attenti a questo Perù che fa del contropiede la sua arma principiale. Al terzo posto arriva un Ecuador poco continuo, con troppe sostituzioni da una partita all'altra. La squadra sembra avere trovato un equilibrio grazie al trio Cevallos-Uchuari-Esterilla, i tre giocatori di maggior qualità di questa nazionale. Ce ne saranno delle belle nel girone finale. Le premesse sono delle migliori, tanti gol e tante belle giocate in queste prime venti partite. Ve lo assicuro: nonostante gli orari, non sono mai riuscito a sbadigliare durante queste notti!”.
Se dovessi stilare la formazione tipo con i migliori
undici giovani visti all'opera?
“Schierata con un offensivo 4-2-3-1, la mia
top 11 è formata: Benitez; Palacios, Tapia, Lichnovsky, Ramirez; Quintero,
Laxalt; Rubio, Lopez, Benavente; Castillo”.
Ed ecco di seguito
una breve descrizione, fornita dallo stesso Spada, di ognuno degli undici
gioiellini inseriti nel suo undici ideale. Tre cileni, tre colombiani, due
peruviani, due uruguaiani ed un ecuadoriano.
Cristian Bonilla 1993 (Colombia,
Atletico Nacional): il gatto di Medellin non delude le aspettative.
Le aspettative della Colombia ma anche del City di Roberto Mancini che è sulle sue tracce.
Abile tra i pali, meno nelle uscite. Assomiglia, per il suo stile di gioco, a Marteen Stekelenburg.
Le aspettative della Colombia ma anche del City di Roberto Mancini che è sulle sue tracce.
Abile tra i pali, meno nelle uscite. Assomiglia, per il suo stile di gioco, a Marteen Stekelenburg.
Helibelton Palacios
1993 (Colombia, Deportivo Calì): terzino destro di spinta, una vera e propria
ala aggiunta. Può giocare anche come esterno a centrocampo. Tecnica da
migliorare, troppo spesso sbaglia il cross sul fondo. Assomiglia a Emmanuel
Ebouè.
Cristian Ramirez
1994 (Ecuador, Ind. Josè Teran): pendolino di piede mancino. Non finisce mai le
energie e spesso lo trovi a inseguire l'uomo al novantesimo. Batte sia
punizioni che calci d'angoli poichè dotato di buon sinistro. Assomiglia a Yuto
Nagatomo.
Renato Tapia 1995
(Perù, Esther Grande de Bentin): un vero e proprio colosso. Nel suo club gioca
da centrocampista centrale, qui da difensore, risultato? Ottimo. Di testa non
perde un contrasto, ha però il piccolo vizietto di volere sempre uscire palla
al piede dalla sua area di rigore. Assomiglia a Lucio.
Igor Lichnovsky
1994 (Cile, Universidad de Chile): che bel giocatore, già pronto per il
campionato italiano. Ragazzo intelligente e responsabile, ordina la difesa come
se fosse un veterano. Ama impostare ed è un asso nel gioco aereo grazie ai suoi
185 cm. Assomiglia a Gerard Piquè.
Diego Laxalt 1993
(Uruguay, Defenser Sporting Club): il migliore centrocampista del torneo - Quintero fa parte di una categoria a parte -. Jolly
di centrocampo che può fare indifferentemente il regista, la mezzala o il
trequartista.Il centrocampista dalle mille treccine va più veloce con la palla
tra i piedi che senza. Assomiglia ad Anderson.
Diego Rubio 1993
(Cile, Sporting Lisbona): è un peccato che questa ala sia già stata acquistat
un anno fa dallo Sporting. Rapido, uomo assist, realizzatore: Diego Rubio le ha
tutte per diventare un grande. Nei suoi club ha sempre segnato molto, nella
Roja si limita ad assistere il suo amico Castillo. Assomiglia ad Alexis Sanchez.
Juan Fernando Quintero
1993 (Colombia, Pescara): il giocatore più forte e più maturo del torneo. Questo
è quello che ha dimostrato fino ad ora il numero 93 del Pescara. Due gol e
quattro assist (in altrettante partite), non proprio male per un centrocampista.
Assomiglia a Mesut Ozil.
Nicolas Lopez 1993
(Uruguay, Roma): ‘El Conejo’ è scoppiato. Quattro gol e titolo temporaneo di
capocannoniere lo hanno reso l'unico titolare fisso nell'attacco uruguaiano. Attaccante
mancino, implacabile sotto porta. Assomiglia a Robin Van Persie.
Cristian Benevente
1994 (Perù, Real Madrid): trascina il Perù al turno successivo. Segna, fa
segnare, ma soprattutto aiuta il centrocampo. Giocatore di tanta qualità che
con il pallone tra i piedi fa quello che vuole. Assomiglia a Eden Hazard.
Nicolas Castillo 1993 (Cile,
Universidad Catolica): ormai ho finito gli aggettivi per la stella della Roja. Corre,
viene incontro, dà profondità. Ma soprattutto, grandissimo fiuto del gol. Assomiglia
a Zlatan Ibrahimovic.
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