Ho raggiunto in esclusiva per
un'intervista Fabio Montecalvo, presidente della FM Communications
e della World Football Management. Tanti i temi toccati, a partire dal mercato
di riparazione che potrebbe veder approdare in Italia due giocatori da lui
rappresentati. Ma non potevamo evitare di soffermarci sul suo ingresso in
politica, dato che Montecalvo si candiderà alle elezioni in programma il
prossimo mese e si impegnerà anche per alcune questioni scottanti relative al
mondo del pallone.
In
passato il nome di Malandra era di moda per l'Italia, potrebbe esserlo
nuovamente a gennaio o in estate?
“Sebastian
Malandra è un calciatore argentino con passaporto comunitario, che interpreta
il ruolo di centrocampista offensivo, come esterno alto sulla corsia di
sinistra. Adatto a diversi moduli di gioco, in particolar modo al 4-4-2 e al
4-3-3, potrebbe essere, all'occorrenza, utilizzato anche come seconda punta. Quando,
dopo averne apprezzato le caratteristiche tecniche e tattiche, lo portai in
Italia, nell'agosto del 2011, diverse squadre manifestarono un certo interesse,
mirato ad ottenere più informazioni in merito a lui. Adesso ho ripreso le fila
del discorso e sono tornato al lavoro per portare Sebastian in Europa. Il
mercato di riparazione conta ancora una decina di giorni utili a poter
finalizzare le ultime operazioni, mentre quello estivo ci darebbe modo di
aprire il tavolo delle trattative per le scelte più giuste”.
A
proposito di Malandra, raccontaci come andarono veramente le cose con il
Perugia ad agosto 2011.
“Domanda
bollente... Dico solo che i giornalisti umbri mi inseguirono per settimane e i
quotidiani locali titolavano: 'Malandra si prende il Grifo'. Si era svincolato
in ritardo ma, oltre a questo piccolo difetto per il tesseramento, oggi posso
affermare che se qualcuno pensa che io sia uno di quegli 'spaventapasseri' con
l'anello al naso, prima o poi, verrà a fare i conti con il sottoscritto. E voglio
aggiungere che l'ex presidente del Perugia, Damaschi, è una persona perbene.
Come si suol dire: a buon intenditor, poche parole”.
Un altro
giocatore su cui stai lavorando è il difensore serbo è Enes Brnicanin. Che tipo
di giocatore è? Quali sono le proiezioni sul suo futuro?
“Anche
lui, come Malandra, è un laterale adattabile sia come esterno basso che come
esterno alto; preferibilmente la posizione più attinente alle sue qualità si
identifica nella corsia esterna della linea difensiva. Enes in passato fu
accostato anche alla Sampdoria. E' un giocatore molto grintoso e determinato,
fa gruppo, si lega alla maglia che indossa e alla propria tifoseria. Ha giocato
sempre nei paesi dell'est perché non ha mai avuto le possibilità di arrivare in
Europa, causa l'aver dovuto superare circostanze e situazioni di vita molto
particolari; una su tutte, la guerra di Sarajevo, che ha fatto da padrona. Enes
è inoltre un calciatore che non è mai sceso a compromessi sporchi o discutibili
equivoci ma, sopratutto, tengo a precisare che non si tratta di un giocatore
corruttibile. Quindi, tutti quelli che dovessero accoglierlo come compagno di
squadra sono avvisati. È un calciatore da B, ad occhi chiusi, con grandi
margini di miglioramento. Sono al lavoro per trovargli una sistemazione entro
il 31 gennaio”.
Capitolo
mercato. Che idea ti sei fatto delle strategie e delle mosse dei club di Serie
A?
“Mi
sembra un mercato povero più che mai. Qualche scambio, in attesa dei colpi
delle big che vadano a completare le squadre proiettate ad obiettivi europei.
Vedo possibile un rientro di Kakà al Milan, oltre che grande attenzione su un
barese DOC come Nicola Bellomo, da parte di Inter, Milan e Roma. A questo
proposito, ho consigliato al top management della società giallorossa due
futuri top players del campionato italiano: Nicola Bellomo, appunto, e Cristian
Galano, anche lui attualmente in forza al Bari”.
In Italia
è un argomento sempre scottante quello relativo alla legge sugli stadi. Vista
la tua candidatura alle prossime elezioni, cercherai di muoverti anche in
questo senso?
“La
mia candidatura al 'mercato delle politiche' sta entrando nel vivo. Oltre a toccare
temi sociali e di natura socio-economica, è ovvio che, da uomo e manager di
sport, cercherò di dare il mio contributo all'aspetto legislativo che concerne
il mondo del calcio. La legge sugli stadi va realizzata, ex novo e con una
'dinamica elasticità' che permetta alle società calcistiche di avere un dialogo
costruttivo e pragmatico nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Gli
stadi di proprietà rappresentano un'importante 'conditio sine qua non' per
accrescere il business riguardante il marketing sportivo e quindi per
incrementare fatturati e risultati operativi d'esercizio, delle società stesse.
Ma non dimentichiamo anche il cancro del calcio, ovvero il calcioscommesse.
Radiazione definitiva per i giocatori e i dirigenti, ritenuti attori e promotori
del reato, con l'aggravante 'associativo' dello stesso e sequestro preventivo
dei loro patrimoni”.
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