Ho intervistato in esclusiva l'agente FIFA Antonio Pettinato.
Il procuratore, che da anni opera nella sua Calabria e non, cura gli
interessi del centrocampista della Vigor Lamezia Giovanni Giuffrida
oltre che di diversi giovani dalle interessanti prospettive.
Partiamo da Giuffrida. E' vero che
il Catanzaro è sulle sue tracce?
«Le voci sono insistenti e parlano
di un forte interesse. Catanzaro è una grandissima piazza e ci
farebbe enorme piacere, è inutile nascondersi dietro un dito. Lui si
svincolerà il 30 giugno dalla Vigor Lamezia, quindi potrà
trasferirsi a parametro zero e, parlando di un giocatore importante,
molte squadre lo vorrebbero con sé. In ogni caso non c'è nulla di
concreto per il momento, staremo a vedere».
Tra le fila del Parma segui un
ragazzo originario di Corigliano Calabro.
«Sì, si chiama Giorgio Sarli e
gioca nei Giovanissimi Nazionali gialloblu. E' un esterno d'attacco
classe '98 che può giocare sia sulla fascia destra che su quella
sinistra. Possiede tanta corsa, potenza, buon piede e personalità.
E' un giocatore con buone prospettive».
Mentre è in dirittura d'arrivo la
firma con lo Spezia per un altro giovane della tua scuderia.
«Nei prossimi giorni andremo in
Liguria per mettere nero su bianco il trasferimento di Vincenzo
Manfredi, classe '99. E' stato in prova in Germania al Bayern Monaco
e allo Stoccarda, ma anche all'Inter; è appetito da grandi club. Il
presidente dello Spezia ha notato le qualità del ragazzo e ha fatto
di tutto per assicurarsi le sue prestazioni. Si tratta di un
difensore centrale con i piedi buoni, in futuro lo vedremo ad alti
livelli».
Quindi in Calabria stanno crescendo
i nuovi Gattuso, Iaquinta e Perrotta?
«Da calabrese dico che la mia
regione ha tanti giovani talenti. La grande pecca è rappresentata
dalla mancanza di strutture di un certo livello. Quando deve fare il
salto di qualità, un giovane non riesce ad affinare la propria
qualità tecnica. Ma i ragazzi di talento ci sono, basta vedere la
Reggina; lo scorso anno aveva nove undicesimi dei titolari
provenienti proprio dalla Calabria. Le società di Serie A dovrebbero
venire con più frequenza ad organizzare stage e a vedere partite,
anche durante l'arco della stagione. Purtroppo questa regione viene
un po' sottovalutata».
Torniamo alla Reggina...
«Senza dubbio è stata la mamma di
tanti ragazzi che sono andati lontano, vedi Pirlo e Baronio. La
Reggina ha sfornato grandi talenti, ha sempre puntato sul suo settore
giovanile ed è un esempio da seguire, per noi calabresi e non solo.
E' stata una culla di tanti campioni. Non ha disputato un campionato
di altissimo livello e ci si aspettava qualcosa di diverso, però è
stata brava a venire fuori alla grande per come si erano messe le
cose. Non è facile inculcare a gente come Di Michele una mentalità
da salvezza, ma i giocatori si sono immedesimati nella e sono
riusciti a raggiungere l'obiettivo. Non era facile, sono stati
bravi».
E il Crotone, l'altra squadra
cadetta della regione?
«Ritengo che abbia uno dei più
bravi direttore sportivi d'Italia, ma non lo dico soltanto perché è
calabrese. Il ds Ursino è un maestro, anche se segue un altro tipo
di politica rispetto a quella della Reggina. Il Crotone non mira a
valorizzare il proprio prodotto, ma, non avendo grandi mezzi
economici a disposizione, traggono vantaggio dai premi di
valorizzazione derivanti da prestiti e comproprietà. Questa politica
sta dando i suoi frutti, gli esempi di Florenzi e Ciano sono
lampanti. Da anni il Crotone viaggia sulla stessa lunghezza d'onda e
disputa dei buoni campionati, valorizzando la qualità dei giovani
che ha in rosa. Ma, a proposito di Serie B, ci tengo a dire una
cosa...».
Prego.
«Volevo fare i complimenti a due
calabresi come Mimmo Toscano e al suo vice Michele Napoli. Con la
Ternana sono stati la vera rivelazione dell'ultimo campionato
cadetto. Il nome di Toscano è stato accostato anche al Chievo e
questo dimostra che in Calabria c'è gente molto preparata,
nonostante a volte venga vista con un occhio diffidente. L'anno
scorso ha vinto il campionato e in passato ha vinto due campionati
col Cosenza, merita il palcoscenico Serie A».
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