Ho raggiunto in esclusiva Alessandro
Soli, osservatore che ha collaborato con diverse società europee
e che segue da vicino numerosi campionati stranieri. Soli è stato
uno dei primi fra gli addetti ai lavori a segnalare Badu,
oggi all'Udinese e finito nel mirino del Genoa, ed è un profondo
conoscitore del calcio scandinavo.
Lei è stato uno dei primi a notare
le qualità di Badu. Come lo scoprì e per cosa colpì la sua
attenzione?
«La prima volta che ho visto Badu
ero al Mondiale Under 20 del 2009, in Egitto. Mi colpì la sua
intensità nel gioco e la concretezza dimostrata sia in fase
difensiva che nel far ripartire l'azione. Univa in modo perfetto le
qualità fisiche e di resistenza tipiche dei calciatori africani con
una mentalità tattica di stampo europeo. A quel tempo militava nel
Recreativo Huelva, era in prestito dall'Asante Kotoko, ma la squadra
spagnola non aveva creduto nelle sue qualità e aveva deciso di non
esercitare il riscatto. Mi fa piacere di essere stato uno dei primi a
parlare di lui».
Come giudica l'eventuale colpo del
Genoa se acquistasse il ghanese?
«Parliamo di un giocatore ancora
giovane, ha 22 anni, e con alle spalle un campionato da protagonista
in Serie A. Penso che possa ancora migliorare, ha un elevato
potenziale. Ritengo naturalmente che sarebbe un ottimo innesto per il
4-3-3 di del neo tecnico rossoblu Liverani».
Chi invece potrebbe lasciare il
Grifone per la Lazio è Granqvist, ma qualcuno sostiene che non sia
da Serie A...
«Granqvist è sicuramente un
giocatore di fama internazionale, con richieste da parte di diverse
società europee. A mio giudizio, ha dimostrato un rendimento
altalenante e non sempre ha rispettato le attese. Penso sia il
momento giusto per il giocatore di fare una nuova esperienza e per il
Genoa di monetizzare».
Solo una presenza in rossoblu per il
connazionale Hallenius. Cosa gli manca per riuscire ad affermarsi in
Italia?
«La possibilità di giocare e
dimostrare il suo valore. Hallenius è arrivato tre anni fa in Italia
dall'Hammarby, dove aveva disputato un'ottima annata in
Superettan (la serie B svedese, ndr). Non era certamente pronto
per il Genoa e per la Serie A, ma è stata una scelta errata quella
di prestarlo ad una squadra importante come il Padova, dove è stato
impiegato con il contagocce. I giocatori scandinavi, soprattutto se
provengono dai campionati locali, hanno bisogno di un periodo di
ambientamento ma con la concreta possibilità di essere impiegati
regolarmente. Per fare un esempio mi viene in mente Joel Ekstrand,
difensore centrale prelevato dall'Udinese nel 2011 dall'Helsingborg.
Ha dimostrato di essere in difficoltà al primo anno di Serie A ed
opportunamente la società friulana ha provveduto a mandarlo in
prestito al Watford. In Inghilterra ha giocato regolarmente,
acquisendo maggiore fiducia e mettendo in risalto le buone qualità
che possiede. Oggi è un giocatore rigenerato e di valore, sia
tecnico che economico, pronto anche per il nostro campionato».
Tornando all'Udinese, Ranegie ha
faticato a trovare la via del campo e del gol. Si aspettava una
stagione così difficile per lui?
«Era partito in pompa magna,
affacciandosi alla Serie A con personalità, buone prestazioni e gol.
Mi viene in mente la partita contro il Milan, dove aveva fatto la
differenza. Purtroppo nell'arco degli ultimi sei mesi non è riuscito
a confermare le qualità intraviste all'inizio. Ha bisogno di
continuità e fiducia, non mi stupirei se venisse prestato al Watford
o al Granada e poi fatto tornare alla base. Il campionato inglese è
ideale per le sue caratteristiche, sono certo che farebbe bene».
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