Dopo gli addii di Walter Mazzarri, del
suo staff e di Giuseppe Santoro, il Napoli sta pian piano
ricomponendo i pezzi di un mosaico che probabilmente sarà definito
una volta per tutte la prossima settimana. A proposito del ruolo di
team manager, l'ex difensore azzurro Gianluca Grava potrebbe assumere
un ruolo nel settore giovanile o come collaboratore di Rafa Benitez.
Ecco perché potrebbe rispuntare il nome di Matteo Mascetti,
ex tm di Hellas Verona e Brescia. Lo ho contattato in esclusiva.
Sembra che il Napoli possa destinare
Grava alle giovanili. Prende corpo quindi la sua candidatura?
«Non
so cosa rispondere, non per segretezza o discrezione, ma
semplicemente perché non ho ricevuto alcuna chiamata. Se il mio nome
è realmente sul taccuino della dirigenza posso soltanto esserne
lusingato. Gianluca Grava è un ragazzo perbene ed intelligente,
sceglierà il ruolo che ritiene più adatto alla sua figura
compatibilmente a quanto gli proporrà la società».
Sappiamo della stima che ha verso
Bigon e verso De Laurentis. Non ha pensato di farsi vivo ed appurare
le indiscrezioni?
«Assolutamente
no, per almeno tre motivi. In primis non ho mai avuto l’onore di
conoscere personalmente il presidente. In secondo luogo, il rapporto
che mi lega al direttore è di grande stima e rispetto reciproco; lui
è il direttore ed io l’eventuale team manager, quindi resto a sua
disposizione. Infine, e sarà probabilmente un mio difetto, non è
nella mia natura propormi, farmi vedere, sentire o asfissiare chi
deve prendere decisioni per forzarne le scelte perché credo sia
controproducente. Una volta data la disponibilità è meglio starsene
buoni da parte. Già parlare con la stampa è motivo di imbarazzo per
uno come me che parla sempre un po’ meno del necessario».
Ma se fosse davvero lei il futuro
team manager azzurro, non avrebbe timore d’aver vita dura per i
rapporti storicamente difficili tra Verona e Napoli?
«Sinceramente
no, altrimenti non sarei andato nemmeno a lavorare a Brescia per lo
stesso motivo ed invece ho coltivato grandi amicizie. Nel lavoro i
campanili non esistono. A Napoli sarei il primo tifoso del Napoli,
così come lo fui a Verona, a Brescia e in qualunque città mi
capiterà di andare a lavorare».
Per un team manager, cosa può avere
in più una piazza come quella partenopea?
«Il
calore della gente. Potrebbe sembrare una risposta scontata, ma a
Napoli si vive per il Napoli e le pressioni di tifoseria e stampa
sono fuori dal comune, sia quando le cose vanno bene sia quando non
vanno come ci si aspetta».
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