In un fine settimana nel quale gli occhi degli italiani erano più
attenti alla politica e alle tanto chiacchierate elezioni, la Serie A ha
vissuto la sua ventiseiesima giornata. Una giornata durata più del
previsto, ben quattro giorni per colpa della neve che ha colpito il Nord
Italia e non solo.
Questo settimo turno del girone di ritorno si è aperto con il consueto anticipo del sabato sera, che ha messo di fronte Palermo e Genoa
in un vero e proprio scontro salvezza. Alla fine esce fuori un pareggio
a reti inviolate che permette al Grifone di mantenere le distanze dai
rosanero, rimasti così a -6 punti dal quartultimo posto. Intanto
Zamparini ha dato il benservito a Malesani, richiamando Gasperini a
tirare la sua squadra fuori dai guai.
L’altra genovese, la Sampdoria, si avvicina sempre di più al proprio traguardo portandosi a metà classifica. Questo grazie al 2-0 inflitto al Chievo,
uscito sconfitto dal Ferraris con un gol per tempo nel lunch match.
Anche ai vertici c’è chi allunga sempre di più sulle dirette avversaria.
E’, manco a dirlo, la Juventus, che non lascia scampo al Siena
calando il tris grazie a Lichtsteiner, Giovinco (vittima di qualche
fischio da parte del suo pubblico) e Pogba. Secondo successo di fila per
la Roma di Andreazzoli. Dopo la vittoria di misura
contro la Juve, i giallorossi confermano il proprio trend positivo
espugnando un Atleti Azzurri d’Italia reso bianco dalla fitta nevicata.
Ai tifosi dell’Atalanta resta comunque l’amaro in bocca
e basta dare un’occhiata alla successione dei gol per capire il perché:
Livaja, Marquinho, Pjanic, Livaja, Torosidis. Il Catania
si afferma sempre di più come la vera sorpresa di questo campionato. Se
da una parte c’è chi non si sorprende più dei risultati ottenuti dagli
etnei, dall’altra c’è da sottolineare come il campo del Parma
sia uno dei più ostici di tutta la massima serie (con questa salgono a
tre le sconfitte casalinghe). La squadra di Maran va sul doppio
vantaggio nella prima frazione di gioco, la reazione dei padroni di casa
arriva troppo tardi e il gol di Amauri è inutile ai fini del risultato.
Lo spettacolo migliore l’hanno però offerto Cagliari e Torino.
Tra le mura dell’Is Arenas Cerci risponde a Sau, poi Conti risponde a
Stevanovic, Bianchi risponde a Pinilla e infine, quando meno te lo
aspetti, ci pensa lo stesso Conti a fissare il punteggio finale sul 4-3
al termine dei minuti di recupero.
Grande attesa c’era per il posticipo di domenica sera, per il derby
della Madonnina numero 210 della storia. Alla fine viene fuori un
pareggio che non accontenta nessuno e ha ragione Allegri a dire che
queste sono partite da vincere a prescindere. Il primo tempo è del Milan
che al 20’ passa in vantaggio con El Sharaawy (18 gol in campionato per
lui), mentre nella ripresa è Schelotto (lacrime per la prima rete
nerazzurra) a mettere le cose a posto e a regalare un punto all’Inter.
Il lunedì di Serie A ha visto scendere in campo le altre due squadre presenti sul podio. Il Napoli ha però deluso le aspettative impattando contro il muro difensivo dell’Udinese
e inanellando il terzo pareggio consecutivo. Tante polemiche per
l’arbitraggio di Damato, ma forse Mazzarri farebbe bene a pensare più a
sé stesso e alla sua squadra, attesa dal San Paolo e dalla Juve venerdì
sera. Torna invece al successo la Lazio, che non
vinceva dalla prima giornata di ritorno. Due missili sparati dalla
distanza, il primo da Radu e il secondo da Lulic, consentono alla
compagine biancoceleste di portarsi in solitaria al terzo posto,
distanziando il Milan di due lunghezze.
Era stato rinviato per neve il derby dell’Appennino tra Bologna e Fiorentina,
scese sul campo del Dall’Ara ieri all’inconsueto orario delle 20. I
viola fanno harakiri e, dopo aver concluso il primo tempo in vantaggio
grazie a Ljajic, si fanno raggiungere e poi abbattere dagli avversari.
Al 77’ è Motta a pareggiare i conti, mentre a quattro minuti dal
novantesimo è il neo acquisto Christodoulopoulos a firmare la rimonta
rossoblu. La squadra gigliata mantiene il sesto posto in coabitazione
con il Catania, ma se vuole davvero approdare in Europa deve chiudere
prima le partite. E questo Montella lo sa bene.
Luca Iannone per EuropaCalcio.it
27 febbraio 2013
Il Legia Varsavia potrebbe cedere il promettente portiere Pogorzelec: due italiane alla finestra
Stando ad accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva,
Chievo e Udinese avrebbero posato gli occhi
sull'estremo difensore Oskar Pogorzelec, classe '95 di
proprietà del Legia Varsavia, considerato in patria un'autentica
promessa del calcio polacco. Le due società italiane lo starebbero
tenendo d'occhio da tempo, almeno sin da quando, ad ottobre scorso,
ha fatto il suo debutto con la nazionale Polonia under 18 del ct
Marcin Dorna. Il Legia crede molto nel giovane portiere e lo ha
dimostrato facendolo esordire nella Coppa di Polonia, ma in estate
potrebbe essere costretto a lasciarlo andar via. Il contratto in
scadenza nel 2014 potrebbe infatti orientare il club a cederlo per
non perderlo a parametro zero fra un anno. Gli uomini mercato
clivensi e friulani sono pronti ad approfittarne.
25 febbraio 2013
Il Viareggio proietta il baby portiere Maiellaro verso la Serie B
Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, Spezia e Verona si
sarebbero messe sulle tracce del portiere classe '94 Luigi Maiellaro,
uno dei protagonisti della cavalcata che ha portato la Juve Stabia - dopo aver
battuto la Juventus agli ottavi - fino ai quarti di finale del Torneo di
Viareggio, dove è stata eliminata dal Parma. Il baby pipelet si è messo in luce
grazie alle sue prestazioni più che positive, mostrando a tutti la
concentrazione e l'agilità che lo contraddistinguono. Ma non bisogna
dimenticare che il cartellino dell'estremo difensore appartiene al Gladiator
(squadra campana che milita nel girone H di Serie D) e che, fra i pali dei
nerazzurri, il giovane è imbattuto da quasi 700 minuti, mentre la sua squadra è
l'unica in Italia a non aver ancora conosciuto la sconfitta in questa stagione.
Maiellaro può anche vantare un passato nel settore giovanile del Napoli, che
però decise di non puntare su di lui a causa della sua altezza considerata
inadatta per difendere la porta. Oggi però, con i suoi 177 cm, è riuscito ad
attirare su di sé l'attenzione dei club cadetti, che a breve potrebbero
muoversi concretamente per non lasciarselo sfuggire.
Perea era ad un passo dall'Udinese, anzi di più: i sei osservatori di Pozzo e il sorpasso della Lazio, ecco come è andata
E' ufficiale da circa due settimane, ma l'affare era ormai concluso da inizio mese: Brayan Perea sarà un calciatore della Lazio
a partire dal prossimo 15 luglio. Lo stesso Deportivo Calì,
proprietario del suo cartellino, ha ufficializzato la cessione per una
cifra intorno ai 2 milioni di euro. E pensare che l'Udinese
era stata vicinissima alla punta colombiana, prima ancora dei
biancocelesti. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva direttamente in Colombia, il presidente dei friulani
Pozzo aveva inviato, tra il 2012 e gennaio 2013, sei osservatori per
visionare da vicino il classe '93. Tre di loro avevano dato un responso
positivo su di lui, mentre gli altri tre avevano sconsigliato di
acquistarlo alle cifre richieste dal club di appartenenza. Il patron
bianconero era però riuscito ad ottenere una sorta di prelazione e
successivamente decise di muoversi concretamente; così avanzò un'offerta
di circa 2 milioni, ma soltanto dopo la conclusione del Sudamericano
sub 20 a cui il ventenne attaccante ha partecipato con la sua nazionale.
Ad Udine non aspettavano altro che l'ok del Calì, salvo poi scoprire
che Lotito e Tare erano stati più lesti, chiudendo l'operazione tra fine
gennaio e i primissimi giorni di questo mese. Se poi Perea
rappresenterà un rimpianto di Pozzo e dell'Udinese sarà solo il campo a
stabilirlo...
23 febbraio 2013
Montecalvo: "Juve verso lo scudetto, Napoli poco incisivo. Balotelli? I fatti danno ragione al Milan. Su Inter, Lazio e zona retrocessione..."
In attesa che questa ventiseiesima
giornata di Serie A abbia inizio, ho raggiunto in esclusiva Fabio Montecalvo. Con il presidente
di FM Communications e di World Football Management abbiamo toccato
diversi temi inerenti il nostro campionato, a partire dalla lotta
scudetto fino alla corsa per non retrocedere, passando per la
situazione di Milan, Inter e Lazio.
Il Napoli non ha approfittato del
passo falso della Juve. Lo scudetto è sempre più bianconero?
“Quello visto contro la Sampdoria
è stato forse il peggior Napoli della stagione, non riuscendo ad
andare oltre il pareggio nella gara disputata con i blucerchiati. Un
segnale di cedimento era arrivato già dal primo impegno
infrasettimanale di Europa League con il Viktoria Plzen;
quell'occasione aveva evidenziato come poca incisiva la prova offerta
dai partenopei. La Juventus, a mio avviso, ha confermato la sua
leadership nonostante gli stop fisiologici e proseguirà la sua
marcia verso il tricolore”.
Intanto il Milan ha agganciato il
terzo posto. Allora l'effetto Balotelli non riguarda solo le prossime
elezioni...
“In Italia siamo troppo abituati a
fare processi alle intenzioni o, molto peggio, a divenire giudici ad
interim delle vicissitudini altrui. La mia stima per Mario Balotelli
è nota, sia perché lo ritengo un grande attaccante capace di fare
la differenza nel rettangolo piccolo, sia perché è un ragazzo
perbene, nonostante le ballottellate distribuite un po' qua e un po'
la. Finora i fatti hanno dimostrato quanto sia prezioso il valore di
Super Mario, strategie elettorali a parte. Per il futuro, al campo
l'ardua sentenza”.
Super Mario si sta dimostrando il
miglior acquisto dell'ultima campagna acquisti, sei d'accordo?
“E' sicuramente indiscutibile il
valore del neo attaccante rossonero. Per esser considerato il
migliore acquisto in assoluto, però, aspettiamo che l'uomo affini la
sua formazione e completi la sua maturità”.
Inter e Lazio, il loro obiettivo
massimo può essere la qualificazione in Europa League?
“Non è forse tanto per le
difficoltà intrinseche di Lazio ed Inter, ma star dietro a questo
Milan che spinge ed al Napoli stesso, pronto a mordere ogni preda che
cerca di invadere il suo territorio. Per questo motivo, non sarà
appunto per nulla facile recuperare le posizioni perdute. L'obiettivo
Europa League credo sia dunque diventato più alla portata dei queste
due squadre, in particolar modo dei nerazzurri”.
Corsa per non retrocedere: Palermo,
Pescara e Siena sono già condannate?
“È chiaro che, rispetto ad altre
formazioni, ed anche in merito ai punti in classifica in essere,
Palermo e Pescara sono con mezzo piede nella fossa, come si suol
dire. Il Siena,ultimamente mostrerebbe, a mio avviso, più
determinazione nella volontà del raggiungimento di una posizione
salvezza e più vitalità rispetto alla formazione rosanero e a
quella abruzzese”.
Il Milan continua a seguire Maupay ma attenzione all'Inter e a due inglesi...
Non si ferma di certo qui la politica di ringiovanimento da parte del Milan,
che vuole proseguire con il lavoro svolto finora e provare ad
assicurarsi i migliori giovani in circolazione in Italia e non solo.
Proprio in quest'ottica, stando ad alcune indiscrezioni raccolte in
esclusiva, i rossoneri starebbero continuando a monitorare con molta attenzione le prestazioni di Neal Maupay,
talentuoso attaccante classe '96 che si sta mettendo in luce con la
maglia del Nizza. Nella gara di sabato scorso contro il Bastia, il
nazionale under 17 francese è risultato decisivo realizzando il suo
terzo gol in campionato. Per lui si potrebbe ipotizzare anche un derby
di mercato, dato che anche l'Inter si sarebbe messa recentemente sulle sue tracce. Ma non è da escludere la pista che condurrebbe Maupay oltremanica, dove Arsenal e Manchester United non sembrano intenzionato a stare semplicemente a guardare.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
22 febbraio 2013
Ds Giannandrea: "Coverciano esperienza eccezionale, ora viene il difficile. Nuovo Verratti? E' a Pescara"
Ogni
giorno ci troviamo a parlare del direttore sportivo di questa o di
quella squadra, ma spesso ci si dimentica dei loro numerosi colleghi
(magari giovani) senza squadra. Uno di questi è Giancarlo Giannandrea,
trentenne di Pescara che ha ottenuto la licenza di direttore sportivo
lo scorso novembre, dopo aver partecipato al corso di Coverciano insieme
a Fabio Cannavaro, Stefano Fiore, Fabio Galante, Filippo Galli,
Valentina Mezzaroma e Massimo Oddo, giusto per fare qualche nome.
Attualmente Giannandrea collabora con un club di Serie A per quanto
riguarda lo scouting giovanile nella sua regione, l'Abruzzo. Lo ho intervistato in esclusiva.
Da Cannavaro a Galli, da Oddo alla Mezzaroma. Come è stato avere come 'compagni di scuola' questi big del calcio?
“Senza dubbio è stata un’avventura emozionante, essere compagni all’università del calcio di Coverciano con due campioni del mondo quali Cannavaro e Oddo è davvero qualcosa di unico. Per poi passare a parlare del responsabile del settore giovanile del Milan Filippo Galli, persona umile, simpatica, oltre che competente e grande esperto in materia. Mentre Valentina Mezzaroma è una gran donna con un carisma incredibile, per lei è il giusto avvio per iniziare un percorso imprenditoriale di livello. E' stata davvero una grande esperienza formativa, un corso speciale, in cui ho conosciuto delle persone dal profilo umano eccezionale, personaggi importanti, persone con un mix di caratteristiche determinanti per affermarsi su grandi palcoscenici. In questo percorso ho avuto la fortuna di poter arricchire il mio bagaglio a livello umano e di competenze. Non vi nascondo che il corso un pochino mi manca, nonostante sia stato molto impegnativo, sia stato lungo ben sei settimane e siano stati trattati argomenti interessanti ma al contempo complessi. In sede di esame, si è trattato di trattare di argomenti svolti durante il corso e di discutere una tesi a scelta. 'Per le società dilettantistiche i vari premi di preparazione sono vitali: i casi abruzzesi di Fabio Grosso e Marco Verratti' era il titolo della mia”.
“Senza dubbio è stata un’avventura emozionante, essere compagni all’università del calcio di Coverciano con due campioni del mondo quali Cannavaro e Oddo è davvero qualcosa di unico. Per poi passare a parlare del responsabile del settore giovanile del Milan Filippo Galli, persona umile, simpatica, oltre che competente e grande esperto in materia. Mentre Valentina Mezzaroma è una gran donna con un carisma incredibile, per lei è il giusto avvio per iniziare un percorso imprenditoriale di livello. E' stata davvero una grande esperienza formativa, un corso speciale, in cui ho conosciuto delle persone dal profilo umano eccezionale, personaggi importanti, persone con un mix di caratteristiche determinanti per affermarsi su grandi palcoscenici. In questo percorso ho avuto la fortuna di poter arricchire il mio bagaglio a livello umano e di competenze. Non vi nascondo che il corso un pochino mi manca, nonostante sia stato molto impegnativo, sia stato lungo ben sei settimane e siano stati trattati argomenti interessanti ma al contempo complessi. In sede di esame, si è trattato di trattare di argomenti svolti durante il corso e di discutere una tesi a scelta. 'Per le società dilettantistiche i vari premi di preparazione sono vitali: i casi abruzzesi di Fabio Grosso e Marco Verratti' era il titolo della mia”.
Una volta superato l'esame, però, si fanno i conti con la realtà: quanto è difficile per un giovane ds?
“Dopo aver conseguito l’abilitazione di direttore sportivo, vorrei poter iniziare da dove ho lasciato il mio lavoro, ovvero dal settore giovanile. Sto facendo fatica ad inserirmi, nonostante tutti i titoli che ho conseguito, dalle due lauree universitarie al corso di team manager fino alla qualifica di direttore sportivo professionistico. L’inserimento in un club professionistico è davvero di difficile portata, anche se ho alle spalle sette anni di esperienza seppur in società dilettantistiche. Ma non per questo demordo, anzi, sono sempre più caparbio a raggiungere il mio obiettivo. Spero solo che qualcuno si accorga di me e mi possa dare ben presto una chance, per poter dare il mio contributo alla crescita del settore giovanile italiano, anche perché il campo mi manca molto”.
“Dopo aver conseguito l’abilitazione di direttore sportivo, vorrei poter iniziare da dove ho lasciato il mio lavoro, ovvero dal settore giovanile. Sto facendo fatica ad inserirmi, nonostante tutti i titoli che ho conseguito, dalle due lauree universitarie al corso di team manager fino alla qualifica di direttore sportivo professionistico. L’inserimento in un club professionistico è davvero di difficile portata, anche se ho alle spalle sette anni di esperienza seppur in società dilettantistiche. Ma non per questo demordo, anzi, sono sempre più caparbio a raggiungere il mio obiettivo. Spero solo che qualcuno si accorga di me e mi possa dare ben presto una chance, per poter dare il mio contributo alla crescita del settore giovanile italiano, anche perché il campo mi manca molto”.
A proposito di giovani, cosa credi che debba cambiare in Italia per dare maggior spazio ai talentini nostrani?
“In Italia, rispetto agli altri paesi, la cultura è diversa, quindi non credo si debbano copiare i modelli delle altre nazioni, ma bensì cercare di aiutare in concreto i nostri club. A mio parere, bisognerebbe partire proprio da una legge sugli stadi e sui centri sportivi di proprietà delle società. Da lì, ripartire verso la crescita di talenti fatti in casa, senza dover andare a prendere stranieri costosi o più delle volte inadatti per il nostro campionato a causa della saudade e di altri fattori. Poi cercherei di far crescere i tecnici dei settori giovanili, finalizzandoli all’obiettivo della società e non al loro scopo personale, facendo crescere i ragazzi e di conseguenza migliorandosi anche loro stessi. Inoltre, secondo me è essenziale fare una riforma dei campionati a livello giovanile dei Giovanissimi e degli Esordienti”.
“In Italia, rispetto agli altri paesi, la cultura è diversa, quindi non credo si debbano copiare i modelli delle altre nazioni, ma bensì cercare di aiutare in concreto i nostri club. A mio parere, bisognerebbe partire proprio da una legge sugli stadi e sui centri sportivi di proprietà delle società. Da lì, ripartire verso la crescita di talenti fatti in casa, senza dover andare a prendere stranieri costosi o più delle volte inadatti per il nostro campionato a causa della saudade e di altri fattori. Poi cercherei di far crescere i tecnici dei settori giovanili, finalizzandoli all’obiettivo della società e non al loro scopo personale, facendo crescere i ragazzi e di conseguenza migliorandosi anche loro stessi. Inoltre, secondo me è essenziale fare una riforma dei campionati a livello giovanile dei Giovanissimi e degli Esordienti”.
Marco Verratti, da Pescara a Parigi, dall'Abruzzo alla Champions. Quale altro talento abruzzese può essere il nuovo Verratti?
“Verratti lo seguo dal lontano 2008. E' un talento puro, si vedeva fin da quell’anno che era un piccolo fenomeno e il tempo mi ha dato ragione. Effettuando lo scouting in Abruzzo per una società di Serie A, visiono ogni week end diverse partite delle giovanili, dai Pulcini alla Primavera. Nella nostra regione, ci sono diversi ragazzini interessanti e ne vorrei citare qualcuno, ma per privacy preferisco non fare nomi. C'è un 2000 forte e di sicuro avvenire, un attaccante esterno mancino, un 2002 attaccante esterno tecnico e molto veloce, poi due attaccanti, un 2003 e un 2004, tecnicamente e fisicamente dotati nonostante la loro giovanissima età. Questi ragazzi sono seguiti già da diversi club della massima serie. Invece mi sento di spendere alcune parole nei confronti un giocatore che ho scoperto in un evento due anni fa ed oggi milita tra le fila dei Giovanissimi Nazionali del Pescara. Si chiama Francesco Mele, è un centrocampista centrale classe '98. Gioca nel vertice basso in un 4-3-3, si tratta di un giocatore con buona tecnica di base, grande intelligenza ed ottima visione di gioco. E' già in orbita nazionale italiana under 15”.
Per chiudere, sappiamo che sta lavorando ad un suo progetto...
“Sì,
un dossier appositamente creato per lo sviluppo di un settore giovanile
professionistico, partendo proprio dalla base, ovvero dalla scuola
calcio, cercando di formare, in primis l’uomo tifoso e poi il giocatore
del futuro. E' un progetto ambizioso, proprio per tirar fuori i
talenti del domani dalla propria academy. Si tratta di creare per una
società professionistica un vero vivaio come serbatoio per la prima
squadra. Un progetto lungimirante con un tempo che va dai quattro ai sei
anni, giusto il tempo che un talento preso nella scuola calcio, cresca e
poi sbocci in prima squadra. Consiste nel creare un’academy dove
sviluppare tutta una serie di processi e servizi, che vanno dal
programma motorio a quello psicologico di sviluppo umano del giovane,
oltre alla crescita a livello tecnico-tattico del calciatore. Un modello
che ho creato ad hoc dopo le diverse esperienze che ho avuto nei
settori giovanili dilettantistici e dopo aver avuto la fortuna di
collaborare con l’academy del Milan, dalla quale sono stato formato come
direttore tecnico”.
19 febbraio 2013
Della Penna: "Grazie alla WFM spero di trovare una squadra, italiana o estera. Alla Roma con Spalletti e De Rossi andava tutto per il meglio, poi..."
Non è mai facile tornare con i piedi per terra quando ti viene negato un sogno. Ne sa qualcosa Claudio Della Penna, stellina del settore giovanile della Roma
fino al 2008, lo stesso anno in cui Luciano Spalletti lo fece esordire
negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Torino. Da lì poi le
sfortunate esperienze con Pistoiese e Gallipoli, fino alla cessione alla
Ternana nell'estate 2010. Dopo due stagioni tra le fila dei rossoverdi,
l'esterno offensivo, che ai tempi della Primavera giallorossa e della
Nazionale Under 20 veniva considerato uno dei giovani più promettenti
nel suo ruolo, si è ritrovato senza squadra. Oggi, per provare a
invertire la rotta, il classe '89 si è messo nelle mani della World
Football Management di Fabio Montecalvo. Per parlare del suo passato, del suo presente e soprattutto del suo futuro, ho raggiunto in esclusiva Della Penna.
Di recente hai affidato i tuoi interessi alla WFM, un passo in più verso una nuova sistemazione?
“Lo spero fortemente. Ho avuto modo
di conoscere Fabio Montecalvo grazie ad un amico in comune, dopo una
sola chiacchierata insieme mi ha colpito molto. Spero che riesca a darmi
una mano, confido molto in lui”.
Nel corso di questo anno però ti saranno arrivate sicuramente delle offerte...
“Quest'estate c'è stata una sorta di
calma piatta per me, così come per tanti altri calciatori svincolati.
Sono stato in ritiro con il Latina, ma non sono stato messo sotto
contratto per ragioni puramente economiche”.
Dal settore giovanile della Roma
ad esperienze in Serie B e Lega Pro fino alle nazionali giovanili. Oggi
però ti trovi senza squadra, ti sei chiesto il perché?
“E' una bella domanda. La mia maggior
sfortuna è quella di aver sempre avuto la possibilità di totalizzare al
massimo 10-15 presenze all'anno. Forse la risposta risiede proprio
nella mancanza di continuità. Il primo anno a Terni, nonostante un
piccolo infortunio, facevo comunque parte del gruppo e ho avuto il mio
spazio. Nella scorsa stagione, quella della promozione in Serie B, erano
soltanto 13-14 calciatori a giocare e il resto della squadra ha avuto
poco spazio. Dal punto di vista personale, è stata un'annata molto
negativa”.
Eppure la stessa Roma puntava molto su di te, tanto da regalarti l'esordio in prima squadra a 19 anni.
“Sembrava essere un trampolino di
lancio per la mia carriera. Mister Spalletti mi chiamava sempre in
panchina e mi vedeva di buono occhio. Non ho avuto la possibilità di
fare il mio debutto in Serie A soltanto perché quell'anno era decisivo
per lo scudetto, così mi buttò nella mischia in Coppa Italia. Era un
ottimo periodo, giocavo sempre con la Primavera e per Alberto De Rossi
ero come un figlio. Poi arrivò la cessione in prestito alla Pistoiese e
da lì iniziò il mio declino. La Roma mi aveva lasciato alla deriva,
difendendomi molto poco e portandomi fino al punto di non avere più un
contratto”.
Hai mai pensato di intraprendere un'avventura all'estero?
“Sinceramente sì, vedendo la
situazione del mercato italiano ho preso questa ipotesi in netta
considerazione. In Italia la situazione è bloccata sotto questo punto di
vista, quindi spero di trovare la giusta sistemazione all'estero, ma
non è mai semplice. In ogni caso, io vorrei trovare una squadra che
creda in me e mi dia la possibilità di giocare”.
Negli ultimi anni tanti tuoi
colleghi hanno lasciato l'Europa per trasferirsi oltreoceano. E' una
scelta che compieresti anche tu?
“Preferirei restare in Europa perché
c'è un palcoscenico che ti dà la possibilità di fare ritorno nel nostro
paese in futuro. Se andassi a giocare in Nord America piuttosto che in
Cina, non sarebbe facile poi tornare in Italia, anche se davanti ad
un'offerta concreta difficilmente direi di no”.
Il Chievo guarda ancora in Serie D: piace l'attaccante sardo Cappai
Gli uomini mercato del Chievo
continuano a monitorare con attenzione anche i campionati minori alla
ricerca di possibili affari. In vista della prossima sessione di
calciomercato, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva,
la società clivense avrebbe posato gli occhi su un attaccante che
milita attualmente nel girone G di Serie D. Si tratta del ventitreenne Roberto Cappai,
autore di dodici reti in diciannove presenze collezionate finora con la
maglia della compagine sarda dell'Arzachena. Il centravanti nativo di
Cagliari potrebbe quindi approdare in gialloblu la prossima estate,
salvo poi essere girato ad un club di Lega Pro con la formula del
prestito o della comproprietà.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Il punto della settimanA - 25a giornata
Grazie a chi sa cogliere al volo le
occasioni capitategli davanti, ma grazie anche a chi non riesce ad
approfittare dei passi falsi delle avversarie, la classifica di Serie
A va delineandosi sempre di più. Piani alti o zone calde non
importante, il nostro campionato è sempre più combattuto e per
certi obiettivi sarà così probabilmente fino alle ultime giornate.
La venticinquesima giornata è iniziata
addirittura quattro giorni fa, con l'anticipo del venerdì che ha
visto di fronte il Milan ed il Parma. Sugli spalti di
San Siro, alla fine dei novanta minuti, sono i tifosi di casa ad
esultare per la vittoria dei propri beniamini per 2-1. Il risultato
si sblocca al 39' con un autogol di Paletta, che devia nella sua
porta un innocuo cross dalla destra. Nel corso della seconda frazione
di gioco arrivano i gol di Balotelli (siamo a quota quattro in tre
presenze per Super Mario) e di Sansone in pieno recupero.
Uno dei due pareggi di questo turno è
arrivato invece sabato alle 18, tra Chievo e Palermo. A
firmarlo sono stati l'argentino Formica (prima rete nel nostro
campionato) e Thereau. Saturday night fever nella capitale. Dopo ben
sei partite senza trovare la via dei tre punti, la Roma è
tornata a vincere. Ma non è mai un successo qualsiasi quando si
batte la Juventus e, se poi a decidere il match è capitan
Totti, allora ci sono tutti gli ingredienti giusti affinché
l'Olimpico possa esplodere. Per il neo tecnico giallorosso
Andreazzoli, è il primo sorriso da quando ha preso il posto di
Zeman.
La Juve è caduta, ma il Napoli
ha sciupato la ghiotta occasione di portarsi a -2 punti dalla vetta,
confermando il suo periodo certamente non positivo. Gli azzurri non
hanno saputo fare breccia nel muro difensivo dalla Sampdoria,
brava a fermare i più quotati avversari in una gara terminata poi a
reti inviolate. Possono continuare a sognare in grande i tifosi del
Catania. La compagine etnea
ha consolidato il suo settimo posto in graduatoria, superando il
Bologna grazie ad una rete di Almiron fra le mura casalinghe.
In casa Genoa sembra essere tornato finalmente il sereno. Il
Grifone non ha lasciato scampo all'Udinese, uscita ko per 1-0
(gol di Kucka) dal Ferraris, portando così a otto il bottino di
punti conquistato nelle ultime quattro giornate con Ballardini. Il
Pescara, invece, non sa più vincere (l'ultimo successo risale
alla trasferta di Firenze nell'ultima uscita del girone di andata).
Tutta colpa di Sau, che con la sua doppietta ha permesso il Cagliari
di espugnare l'Adriatico e ha regalato una gioia al presidente
Cellino. Vittorioso anche il Torino che, in virtù del 2-1
inflitto all'Atalanta, è
riuscito ad avvicinarsi sempre di più alla quota salvezza.
Il posticipo di domenica sera è stato
invece a tinte viola. La Fiorentina ha mandato letteralmente
in visibilio i suoi supporters, calando il poker al cospetto
dell'Inter, irriconoscibile rispetto a qualche tempo. Sotto i
colpi di Ljajic e Jovetic (doppietta per entrambi), la squadra di
Stramaccioni è crollata, affidando a Cassano il gol della bandiera
nel finale.
Infine, e con questo arriviamo
all'ultimo match in programma per questo turno, il Siena ha
abbandonato l'ultima posizione in graduatoria agganciando il Pescara
a 21 punti. Un lunedì da dimenticare per la Lazio, una serata
che invece Emeghara ricorderà per sempre. L'attaccante classe '89,
acquistato dalla società toscana a gennaio, è andato a segno per
due volte, firmando insieme a Rosina la sconfitta dei biancocelesti.
Luca Iannone per EuropaCalcio.it
Parma e Chievo sulle tracce di un bomber del Torneo di Viareggio
Nonostante la sua squadra, il Città di Marino, non sia riuscita a qualificarsi agli ottavi di finale del Torneo di Viareggio, Alessio Indelicato
si è riuscito a distinguere per la sua vena realizzativa. Nelle tre
partite disputate, il centravanti classe '95 ha infatti messo a segno
quattro reti (uno decisivo contro i cileni del Deportes Concepcion e tre contro i norvegesi dell'Honefoss). Il suo cartellino appartiene al Rimini,
che la scorsa estate lo ha ceduto in prestito alla compagine laziale
che milita in Serie D e chissà che nel prossimo futuro non possa
venderlo a titolo definitivo. Perché, stando ad accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva, grazie alle sue prestazioni il baby bomber sarebbe finito nel mirino di Chievo e Parma. Le due società gialloblu potrebbero presto sferrare un'offensiva per provare ad aggiudicarsi questo giovane attaccante.
Sulle orme di Falcao: parla il primo presidente della Gaitana, la scuola calcio del Tigre
Ben 72 gol in 87 apparizioni con la
maglia del Porto, mentre finora con l'Atletico Madrid ne ha messi a
segno 60 in 75 presenze. Numeri da capogiro per uno degli attaccanti più
forti e prolifici del mondo, semplicemente Radamel Falcao.
Oggi fa letteralmente impazzire le difese di mezza Europa, ma non
bisogna dimenticare (e lui stesso di certo non lo dimentica) dove El
Tigre ha iniziato a tirare i primi calci al pallone. Il bomber
dell'Atletico ha mosso i primi passi nel nord di Bogotà, sui campi della
scuola calcio La Gaitana. Sono riuscito a intervistare in esclusiva Alvaro Enrique Poveda, ex presidente de La Gaitana che ha visto nascere, calcisticamente parlando, il piccolo Falcao.
Presidente Poveda, ci racconti qualcosa del giovanissimo attaccante che ha visto crescere...
“Falcao era un bambino con talmente
tanto talento che giocava con quelli di tre anni più grandi ed era
sempre protagonista. Era molto rispettoso ed educato, sempre disposto a
sacrificarsi e ad aiutare i suoi compagni. Da quando aveva nove anni
rimase per quasi due anni ne La Gaitana. Il padre Radamel Garcia, dopo
questa esperienza, lo portò al club Fair Play dove rimase fino a quando
non fu acquistato dal River Plate. La Gaitana è stata la prima scuola di
calcio di Falcao e questo per noi è motivo di grande soddisfazione”.
Quando e come è nata la vostra scuola calcio?
“La Gaitana nacque nel 1983, oggi ci
lavorano più di cento persone. La creammo perché nel nostro quartiere
c'erano tanti ragazzi con la passione del calcio, ma non c'era alcuna
organizzazione. Fu un investimento per mettere insieme nel tempo libero
dei ragazzi vogliosi di giocare e di mettersi in mostra, nella speranza
di proiettarli nel calcio che conta. Vedere crescere questi ragazzi e le
loro famiglie è una grande soddisfazione. Per i nostri giocatori, c'è
prima di tutto una formazione integrale da perseguire: non fumare,
mangiare bene, studiare, tutti valori che permettono soprattutto di
essere persone in gamba prima che dei buoni calciatori. Cerchiamo di
formare anche i genitori-tifosi. Non a caso teniamo un determinato
codice etico e un genitore, se non incita la squadra ma mette pressione e
insulta un avversario, viene portato fuori dallo stadio”.
Non a caso il vostro centro sportivo si chiama Maracanà...
“Il nome del nostro centro sportivo è
Maracanà e lo abbiamo scelto perché ci ispiriamo allo stadio più grande
e famoso della storia. Il calcio ha bisogno di uno spazio dove grandi e
piccoli possono avere delle soddisfazioni, così è nato il Maracanà.
E' un complesso di quattordici campi regolamentari e tre per bambini.
Organizziamo due tornei all'anno con giocatori dai cinque ai diciotto
anni e vi prendono parte circa 270 squadre, per un totale di 5500
ragazzi e 1550 partite giocate. Ma si tengono anche tornei per gli over
35, perché il calcio appartiene a tutti”.
Come stanno andando le cose con l'agente Spada, in Colombia da qualche settimana?
“Federico Spada è il primo agente
FIFA che scopre la realtà del calcio colombiano, il primo procuratore
europeo a vivere nel nostro paese e a confrontarsi con questa realtà
ventiquattro ore su ventiquattro. In Colombia il calcio giovanile è
davvero poco seguito, quindi è fantastico che una persona con cosi tanti
contatti come ne ha Federico Spada venga qui per interessarsi a noi e
ai nostri ragazzi. Federico, oltre ad essere un buon professionista, è
un amico e spesso andiamo insieme a vedere le partite, senza perdere
occasione per confrontarci su vari giocatori”.
La Colombia è la nuova frontiera del calcio europeo ed italiano, chissà che non lo diventi anche La Gaitana.
“Per la nostra scuola calcio è molto
importante che un paese come l'Italia segua questa realtà e soprattutto
La Gaitana. Siamo pronti a sfornare nuovi Falcao!”.
18 febbraio 2013
Cusin a 360 gradi: "Vi racconto la mia Africa piena di talenti. Le mie avventure con Zenga, i problemi del Viareggio e dell'Italia"
Definirlo un giramondo forse sarebbe
riduttivo. Ma voi come chiamereste un allenatore che ha lavorato in
Francia, Camerun, Bulgaria, Libia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi?
Stefano Cusin, italiano nato in Canada, non si è fatto
mancare anche diverse esperienze nel nostro paese (ha allenato le
giovanili di Arezzo e Montevarchi, oltre ad essere stato osservatore
della Fiorentina). Nell'estate 2010
la sua strada si è incrociata con quella di un certo Walter
Zenga, del quale è stato il vice all'Al Nassr Riyadh prima e
all'Al Nasr Dubai poi. Dopo due anni insieme, ha però deciso di
salutare l'ex portiere e dalla prossima estate lo vedremo sicuramente
su una nuova panchina. Ho
raggiunto in esclusiva Cusin per un'intervista, speriamo interessante
come la sua carriera.
Partiamo con le due esperienze con
Zenga, la prima in Arabia Saudita e la seconda negli Emirati Arabi...
“Per me sono state due esperienze
determinanti. Walter lo stimavo già da prima e l'ho sempre seguito
in tutte le sue squadre. La possibilità di lavorarci insieme ha
rappresentato una grande palestra, ho imparato tanto da lui ed è
stato decisivo per la mia carriera. In Arabia Saudita c'è un clima
molto particolare, l'unico divertimento è il calcio. Lavoravamo per
una delle più importanti squadre del paese, all'aeroporto avevamo a
volte anche settemila tifosi che ci seguivano in trasferta. E' stata
una grandissima esperienza dal punto di vista umano, ho scoperto un
paese con valori molto profondi. A dicembre i problemi relativi ai
pagamenti ci hanno costretto andare via, ma lo abbiamo fatto da
secondi in classifica, cosa che non succedeva da vent'anni. Giusto il
tempo di firmare e siamo volati a Dubai, una città fantastica. Lì
ho trovato un ambiente completamente diverso e una cultura
completamente diversa, anche se il mondo arabo visto da fuori sembra
tutto uguale. L'Al Nasr era una nobile decaduta alla quale mancava lo
scudetto da venticinque anni. Quando siamo arrivati la squadra era
quartultima in classifica e, a mio parere, abbiamo fatto un super
lavoro. Walter è stato molto bravo, tutti abbiamo dato il 200% e
siamo riusciti nell'impresa di creare una squadra dal nulla. Abbiamo
disputato un grandissimo finale di stagione vincendo le ultime cinque
partite e riuscendo a qualificarci per l'AFC Champions League (la
Champions asiatica, ndr). Nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
Nella seconda stagione siamo partiti ancora meglio e, dopo un
campionato di grande intensità, ci siamo classificati secondi
ottenendo nuovamente la qualificazione in Champions. E' stato un
cammino lungo ma bellissimo. Dal punto di vista sportivo è stato un
grande successo, basti pensare che alla prima partita dopo il nostro
arrivo c'erano settanta spettatori e all'ultima di campionato ben
ventiduemila. Ho ricordi bellissimi di entrambe le esperienze, non
solo per i grandi risultati ottenuti ma soprattutto per i tanti
momenti dal punto di vista umano che abbiamo condiviso tutti
insieme”.
Avendo allenato in tre paesi diversi
dell'Africa, nessuno meglio di lei potrebbe descriverci la realtà
del calcio africano.
“L'Africa rappresenta un enorme
serbatoio di giocatori, è un'area piena di bravi giocatori bravi. Il
vero problema è che in tanti paesi mancano le strutture e ciò
ostacola la crescita finale del calciatore. Tanti grandi talenti
restano nel continente africano fino ai sedici anni, poi volano in
Europa per adeguare la propria formazione dal punto di vista tattico
e della cultura. Per me gli anni trascorsi in Africa sono stati
importanti durante i quali non solo ho scoperto continente, ma anche
una mentalità. Il calcio è lo specchio della società. Quelli
africani non sono paesi con lo stesso sviluppo di quelli
sudamericani, non ci sono televisioni né i soldi per mantenere i
giocatori di qualità. Fa eccezione il Nord Africa, strutturato il
modo differente, l'Angola, che ha un campionato interessante, e il
Sudafrica, che ha più mezzi a disposizione. Il calcio africano è
molto più complesso di quello che sembra, invece non basta recarsi
sul posto per scovare nuovi talenti”.
A proposito di talenti africani, chi
ti ha impressionato durante l'ultima Coppa d'Africa?
“Dal mio punto di vista è stata
una Coppa d'Africa deludente per diversi motivi. Innanzitutto
l'ultima edizione era forse troppo fresca, essendo trascorso un solo
anno. Poi il paese organizzatore, che aveva dato vita ad un grande
Mondiale nel 2010, non è riuscito a fare lo stesso con questa
competizione. Tanti campi da gioco erano in condizioni veramente
pietose, un peccato per lo spettacolo. Uno dei giocatori più
brillanti di questo torneo, pur non essendo più giovanissimo, è
stato Seydou Keita; l'ex Barcellona ha dimostrato di possedere
personalità, geometri e tecnica, vederlo giocare è un piacere. La
Nigeria ha vinto meritatamente con tanti giovani di qualità. Io
personalmente non l'avevo indicata come una delle favorite, ma ha
dimostrato di essere una squadra compatta con il giusto mix tra
calciatori giovani ed esperti. Mi sono piaciuto molto i due centrali
difensivi Omeruo, classe '93, e Ambrose, classe '88. Poi non vorrei
essere banale, ma Traoré e Pitroipa del Burkina Faso hanno disputato
una grandissima Coppa d'Africa. In generale, però, non sono stati
proposti tanti nomi nuovi, la maggior parte dei giocatori era già
nota e conosciuta prima”.
Con Camerun e Acada Sports ha
partecipato a due edizioni del Torneo di Viareggio: come mai, a suo
parere, viene puntualmente snobbato dalle big europee?
“Quindici giorni fa mi trovavo in
Qatar e lì, per partecipare ad un torneo, c'erano le giovanili di
Barcellona e Real Madrid. Per partecipare al Viareggio ogni squadre
deve pagare una quota di iscrizione, mentre per attirare squadre di
questo livello non bisognerebbe fargli pagare niente e, anzi, farsi
carico delle spese. Credo che il problema sia di natura economica, il
Torneo di Viareggio ha dei costi importanti da sostenere e la
risposta alla domanda sta proprio qua. Dal punto di vista prettamente
personale, conservo un grandissimo ricordo delle mie due esperienze
al Viareggio. Tutti si aspettavano di trovare la classica squadra
africana impreparata e, invece, abbiamo conquistato degli ottimi
risultati. Nel 2005 abbiamo giocato contro l'Inter nell'ultima
partita del girone riuscendo a strappare un pareggio, dimostrando
così che il calcio africano è ben strutturato”.
Ma come viene vista all'estero
l'Italia del calcio?
“A questa domanda c'è una doppia
risposta. In senso assoluto, l'Italia ricopre sempre un ruolo
importante nel calcio mondiale; siamo rispettati perché ci
riconoscono una grande cultura tattica e perché abbiamo vinto tanto,
i successi sono per sempre. Dall'altra parte, però, all'estero
sostengono che a livello giovanile potremmo fare molto meglio: questa
è l'accusa che viene rivolta all'Italia. Se non lavoriamo bene in
questo settore, alla fine i nostri giovani sono inferiori a molti
stranieri. Tranne pochi casi illustri come l'Atalanta, non vengono
fatti gli investimenti che invece servirebbero. Recentemente ho
seguito molto il calcio tedesco e lì hanno fatto tantissimi
investimenti, così si sono ritrovati a vincere in Europa a livello
giovanile. In Spagna si investe molto nel settore giovanile, ci si
affida ad allenatori giovani con idee brillanti e si dà spazio al
giovane calciatore, messo in condizione di poter crescere anche
sbagliando. In questi paesi c'è un progetto, che forse è quello che
manca all'Italia”.
Per chiudere, quale sarà il futuro
di Stefano Cusin?
“Siccome ho lavorato tanto in
questi ultimi cinque anni e le vacanze le utilizzavo per studiare e
per partecipare al corso a Coverciano, non avevo mai tempo per
riflettere e riorganizzarmi. Già prima del termine della scorsa
stagione, avevo detto a Walter che non avrei proseguito con l'Al Nasr
perché volevo ricominciare a lavorare da solo. Così mi sono preso
un anno sabbatico per studiare il calcio da vicino. Ho viaggiato
tantissimo avendo modo di studiare, prendere informazioni e di
crescere. Il mio futuro sarà comunque in un paese del Golfo
(Persico, ndr) o dell'Africa”.
Sampdoria, occhi su un giovane centrale croato ma attenzione a Torino e Spezia
L'apertura della campagna acquisti estiva è ancora lontana, ma in casa Sampdoria
si sta lavorando per non farsi trovare impreparati, setacciando il
mercato italiano e non solo. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in
esclusiva, fra i vari nomi presenti sul taccuino
degli obiettivi ci sarebbe anche quello di Dario Zuparic.
Centrale difensivo classe '92, gioca nella massima serie del campionato
croato tra le fila dell'HNK Cibalia Vinkovci e fa parte della Croazia
Under 21. Indicato dagli addetti ai lavori come un giovane di grande
prospettiva, il ventenne di origini bosniache sta venendo alla ribalta
grazie alla sua fisicità e ad una personalità superiore a quella di
tanti coetanei. Nei mesi scorsi Zuparic era stato accostato a Fiorentina
e Udinese, ma ora i blucerchiati dovranno guardarsi da Torino e Spezia se non vorranno lasciarsi sfuggire questo intressante talento, la cui valutazione attuale si aggira intorno al milione di euro.
Luca Iannone per SampNews24.com
Luca Iannone per SampNews24.com
16 febbraio 2013
Dalla D alla Lega Pro: il giovane portiere Biasella è pronto a compiere il grande salto
Futuro in Lega Pro assicurato per Alberto Biasella,
saracinesca dell'Olympia Agnonese, compagine molisana del girone F di
Serie D. A suon di prestazioni positive, secondo accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva, il
talentuoso portiere classe '93 sarebbe infatti finito nel mirino di
diverse società di Prima e Seconda Divisione, pronte ad ingaggiarlo al
termine della stagione in corso. Cresciuto nel settore giovanile del
Pescara, Biasella ha militato nelle ultime tre stagioni nel San Nicolò,
con il quale ha vinto un campionato di Eccellenza e disputato due
campionati di Serie D, guadagnandosi convocazioni nelle varie
rappresentative giovanili di categorie. A dicembre il club abruzzese lo
ha ceduto in prestito proprio all'Olympia Agnonese, dove si sta
affermando come uno dei migliori portieri giovani di tutto il panorama
della Serie D. Da quando è arrivato alla corte di mister Corrado Urbano
(tecnico un passato da calciatore in Serie A con Empoli e Bari),
l'Olympia è stato sconfitto in una sola occasione e Biasella è stato
quasi sempre fra i migliori in campo. Struttura fisica, esplosività e
personalità non gli mancano per fare il salto nelle serie
professionistiche e migliorare ancora. A questo ci sta lavorando Gianfranco Cicchetti,
agente FIFA che ha visto crescere il ragazzo sin quando militava nelle
giovanili del Pescara. Ancora qualche mese e poi il sogno di Biasella
diverrà sicuramente realtà.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Il doppio ex Colonnese: "Floccari e Kozak non fanno rimpiangere Klose. Siena motivato e in salute, ma la Lazio deve rispondere al Milan"
Dopo il pareggio di Moenchengladbach, la Lazio si appresta ad intraprendere una nuova trasferta. Questa volta in direzione Toscana, dove ad attenderla ci sarà un Siena
pronto a lottare fino all'ultima giornata per evitare la retrocessione.
Per analizzare il match in programma lunedì sera e non solo, ho contattato in esclusiva l'ex difensore Francesco Colonnese, le cui ultime maglie vestite sono state proprio quella biancoceleste e quella bianconera dei toscani.
Dalla gara di Europa League arriva una notizia importante: Floccari e Kozak ci sono.
“Assolutamente
sì e questa è una nota molto positiva in virtù dell'assenza di Klose.
In attacco la Lazio aveva puntato tutto sul centravanti tedesco, ma dopo
il suo infortunio questi giocatori messi da parte hanno dimostrato di
essere pronti per cercare di fare bene e di non far sentire la mancanza
di Klose. Sia Floccari che Kozak hanno dato una dimostrazione di grande
personalità”.
Una
curiosità riguardante il ceco è che ha segnato sette gol in Europa
League ma nessuno in campionato. Quale potrebbe essere il motivo?
“A
volte si tratta di semplici casualità. Magari Kozak trova motivazioni
particolari in Europa League e riesce a sfruttare tutta la sua astuzia.
In Serie A, invece, le difese sono più attente e lo conoscono meglio”.
Lunedì è in programma la trasferta a Siena, quali insidie si nascondono per la Lazio?
“I
biancocelesti devono temere una squadra in ottima salute, che ha vinto
contro l'Inter e ha pareggiato a Bologna. E' un Siena motivato dato che
ha le ultime possibilità di rimanere agganciato al treno salvezza. Dopo
l'impegno di giovedì scorso potrebbe farsi sentire un po' di stanchezza,
ma la Lazio non deve assolutamente fare come nel primo tempo contro il
Genoa. Ci vorrà una grande concentrazione e soprattutto una particolare
attenzione al contropiede del Siena, che gioca in maniera raccolta e poi
sfrutta Emeghara in avanti”.
Le ultime quattro giornate hanno fruttato solo due punti, il terzo posto è a serio rischio?
“Indubbiamente
la squadra capitolina deve vincere per rimanere attaccata alla zona
Champions League. Il Milan sta venendo fuori alla grande per contendere
il terzo posto alla Lazio. Nelle prossime due uscite se la vedrà con due
squadre di livello inferiore come Siena e Pescara, deve cercare di
batterle entrambe in vista di test più importanti”.
Infine, un giudizio sul reparto arretrato biancoceleste da ex difensore.
“La
difesa biancoceleste deve ancora migliorare molto, soprattutto in
quanto ad attenzione. Una volta gioca alla grande Dias, una volta Biava
però la Lazio deve cercare di puntare meno sui singoli e più sul
reparto. E' quest'ultimo che deve sempre aiutare i singoli difensori e
non il contrario”.
Chievo e Genoa sulle tracce sul baby bomber del Maribor
Nonostante l'eliminazione dalla fase a gironi del Torneo di Viareggio, il Maribor (nel gruppo con Juventus, Avellino e gli australiani dell'APIA Leichhardt) ha messo in vetrina un centravanti molto interessante in chiave prospettica. Si tratta di Bian Paul Sauperl,
che ha diciassette anni ha già fatto il suo esordio in prima squadra
proprio nel corso di questa stagione. Stando ad accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva, il nazionale under 18 sloveno sarebbe finito sul taccuino degli obiettivi di Chievo e Genoa,
che avrebbero già chiesto informazioni su di lui al direttore sportivo
del Maribor Zlatko Zahovic. In patria assicurano che il futuro di
Sauperl sarà roseo, ma intanto il classe '95 torna a casa dal Viareggio
con una buona prestazione offerta con la Juve e una rete messa a segno
contro l'APIA Leichhardt.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
15 febbraio 2013
Il brasiliano Hernane finisce nel mirino dell'Udinese a suon di gol
Quando un giocatore inizia a segnare con una certa frequenze, non può di certo passare inosservato. Lo sa bene Hernane Vidal de Souza, più semplicemente conosciuto come Hernane. Il centravanti, acquistato dal Flamengo
lo scorso giugno, si sta mettendo in luce in queste prime giornate del
campionato Carioca, con sette reti messe a segno in sei apparizioni. Ma i
gol non sono di certo una novità per lui, che ne aveva siglati ben
sedici in ventidue presenze nell'ultimo campionato Paulista, quando
ancora militava nel Mogi Mirim. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti dal Sud America, il ventiseienne brasiliano avrebbe catturato l'interesse dell'Udinese.
La società bianconera, da sempre attenta a quello che accade
oltreoceano, potrebbe tentare un'offensiva in estate per provare a
portare in Friuli il ventiseienne brasiliano.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Quanti occhi su Canotto: dopo gli interessamenti dalla Lega Pro, per il giovane del Siena si aprono le porte della Premier
Iniziano a brillare le prime stelle al torneo di Viareggio. Nella seconda giornata del girone 7, il Siena
ha ottenuto un'altra vittoria e, dopo aver superato il Bruges per 1-0,
ha sconfitto l'Atalanta con lo stesso risultato. A decidere il match,
trasformando un calcio di rigore intorno alla mezz'ora del secondo
tempo, è stato l'attaccante Luigi Canotto.
Il classe '94 è stato impiegato come seconda punta, ma il suo ruolo
naturale è quello di ala destra (può giocare anche sulla fascia
sinistra). Oltre alla rete su penalty, non sarà passata inosservata la
sua buona prestazione agli occhi degli addetti ai lavori presenti sugli
spalti. Ben trentasei, infatti, erano le società accreditate, tra cui
anche Barcellona, Bordeaux e Sporting Braga. Stando ad accreditate
indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti da fonti vicine al giocatore, però, il club straniero maggiormente interessato a lui è il Tottenham,
che avrebbe avviato dei contatti con il suo entourage. Canotto,
nonostante la sua giovanissima età, può vantare già due esperienze in
Serie D. La prima nel campionato 2010/2011, quando totalizzò ventisei
presenze e due gol con la maglia della Rossanese; la seconda nella
scorsa stagione a Salerno, salvo poi fare ritorno in Toscana a gennaio.
Quest'anno, invece, si è già messo in mostra segnando nove reti (sei in
campionato, due in Coppa Italia e l'ultima proprio ieri al Viareggio).
Il suo non è comunque un nome nuovo per le società nostrane e lo
dimostra il fatto che, la scorsa estate, il Messima, il Bellaria Igea
Marina, il Valle D'Aosta e il Foligno lo avevano richiesto, mentre il
Como aveva effettuato un sondaggio per lui. Il presente di Canotto però
si chiama Siena, il futuro Londra?
Ag. FIFA Spada: "Vi presento il Cortuluá e la sua stellina Borja. Milan su di lui? E' pronto per una big, insieme agli attaccanti rossoneri..."
I miei microfoni hanno raggiunto direttamente in Colombia l'agente FIFA Federico Spada.
Il giovane procuratore è in procinto di partire alla volta di Tuluá per
assistere alla partita tra i padroni di casa del Cortuluá e l'América
de Cali (big match della terza giornata del Torneo Postobon, ovvero la
seconda divisione del campionato colombiano), come ospite di Manuel José
Londono, presidente del Cortuluá, e del suo consigliere Oscar Ignacio
Martan. Fra i tanti argomenti del summit in programma domenica pomeriggio, ci sarà anche l'attaccante classe '93 Miguel Angel Borja, stella del Cortuluá e della Colombia under 20, seguito in Italia soprattutto dal Milan (come vi avevo anticipato in esclusiva alcuni giorni fa).
Federico, come sei entrato in contatto con i vertici del Cortuluá?
“Innanzitutto
vorrei ringraziare la società per la disponibilità mostrata nei miei
confronti. Io ora, come ben sapete, vivo e lavoro a Bogotà e così ho a
che fare quotidianamente con la realtà locale e, quindi, sia con i club
della Primera che con quelli della Segunda Division. Tra queste c'è il
Santa Fe, la squadra campione dell'ultima Apertuta e della Superliga
colombiana. Ho instaurato un ottimo rapporto con il Signor Roberto Diaz,
il braccio destro del presidente del Santa Fe Cesar Pastrana. Roberto
mi ha messo in contatto con il dirigente, nonché consigliere del Cortuluá,
Oscar Ignacio Martan. Oscar si è dimostrato molto gentile e mi ha
invitato allo stadio domenica, quando ci sarà il derby con l'America de
Cali. Un'ottima occasione per vedere da vicino queste squadre da Primera
Division”.
Raccontaci qualcosa in più di questa realtà e di questa squadra.
“E' una squadra che gioca a Tuluá, città che dista più o meno un'ora e mezza da Cali. Il Cortuluá
è senz'altro una squadra che può lottare per i primi posti e lo ha
dimostrato nelle ultime due uscite: vittoria per 3-2 contro
l'Universitario Popayan e pareggio in coppa contro il Pasto, squadra di
Primera Divison. È un gruppo soldi e ben organizzato, che può contare
sulla sicurezza del portiere Mosquera e, soprattutto, su Miguel Borja”.
Inutile dire che il miglior talento del Cortuluá è proprio Borja. Tu lo hai visto all'opera già al Sudamericano sub 20, che tipo di giocatore è?
“Lo
seguo da quasi un anno, è una prima punta che sa fare molto bene il
lavoro sporco, ma che davanti alla porta sbaglia pochissimo. Fisicamente
pronto, è un vero e proprio bomber di razza. L'anno scorso, sempre con
il Cortuluá,
ha giocato poco: solo otto presenze da titolare per un totale di meno
di 800 minuti giocati. Bisogna sottolineare che però ha subito due
espuslione, il che fa pensare a un ragazzo loco e poco affidabile. Ma
non è così, soprattutto dopo il Sudamericano under 20. Borja infatti ha
acquisito maggior fiducia e convinzione nei propri mezzi, ed è pronto a
compiere il grande salto. E' pronto fin da subito a fare la differenza
nella Segunda Division e, prima di lasciare il proprio club, vuole
lasciare un buon ricordo ai suoi tifosi”.
Sulle sue tracce ci sarebbe addirittura il Milan: come valuti questo eventuale colpo?
“Sicuramente
dopo il sub 20, ma soprattutto dopo la tripletta contro la Bolivia, le
doti del calciatore sono state riconosciute anche dai maggiori club
d'Europa. Nonostante abbia giocato meno dei vari Cuero e Perea, Borja
sembra più pronto di loro e, soprattutto, sembra più pronto per una
grande squadra. Allegri ha a disposizione un ottimo attacco, ma
continuando con le tre punte - Balotelli, El Shaarawy, Niang - ha
bisogno di forze fresche che subentrino dalla panchina. Sarebbe un
reparto fantastico, ma soprattutto giovanissimo con l'arrivo del
colombiano: Balotelli 1990, El Shaarawy 1992, Niang 1994, Bojan 1990 e
Borja 1993. E, sapendo che Robinho è sempre più vicino al Santos,
diciamo che un Borja non guasterebbe al Milan”.
E, chissà, magari potresti essere proprio tu a condurre la trattativa per portare Borja nel nostro paese...
“Ci
tengo a precisare che, in queste prime settimane in Colombia, sto
cercando di curare al massimo i rapporti con i vari club, così che in
futuro si possano fidare e possano considerare Federico Spada una grande
persona prima che un grande professionista. Poi chissà, magari quando
arrivo a Tuluá Borja è stato già venduto in Francia piuttosto che in Russia. Ma, se così non fosse, non sarò di certo in vacanza a Cortuluá...”.
14 febbraio 2013
Anche Parma e Roma sul baby talento di casa Andria
Sedici anni e già un paio di apparizioni in Lega Pro. Niente male per Francesco Paolo Salvemini, giovanissimo talento in forza all'Andria BAT.
Messosi in luce nello scorso campionato degli Allievi Nazionali Lega
Pro, l'esterno d'attacco classe '96 ha attirato su di sé gli occhi
interessati di numerose società della massima serie già da diverso
tempo. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, anche il Parma e la Roma
starebbero monitorando con attenzione le prestazioni di Salvemini. In
pole position per assicurarsi le prestazioni di questo talentuoso
sedicenne, seguito anche da Juventus e Napoli, ci sarebbe comunque il Genoa.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Douglas a parametro zero: è sfida tra Napoli e Roma
Di
lui se ne sta parlando da molto tempo come uno dei possibili affari a
costo zero in vista della prossima stagione, in quanto il contratto che
lo lega al Twente scadrà il 30 giugno. Stiamo parlando di Douglas Franco
Teixeira, più semplicemente conosciuto come Douglas,
difensore nato in Brasile ma naturalizzato olandese. In passato il suo
nome è stato accostato anche a Inter e Juventus ma, nonostante sembri
difficile vederlo con la maglia nerazzurra o bianconera, un futuro nel
nostro campionato è tutt'altro che da escludere. Stando ad alcune
indiscrezioni raccolte in esclusiva, proprio due società italiane si starebbero contendendo il centrale difensivo classe '88. Si tratta del Napoli e della Roma, entrambe alla ricerca di rinforzi per il pacchetto arretrato.
Intanto la scorsa settimana è sfumato il passaggio di Douglas ai russi
dell'Anzhi Makhachkala. Che si tratti di un segnale pro Italia?
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Ag. FIFA Cesarini: "Ecco i punti di forza e i punti deboli del Borussia. Prevedo una gara aperta, ma la Lazio con questo Floccari..."
Manca poco meno di dodici ore e poi la Lazio
tornerà a solcare i campi dell'Europa League. Questa sera la formazione
allenata da Vladimir Petkovic sarà di scena in Germania, al Borussia
Park, per affrontare il Borussia Monchengladbach nella
gara di andata dei sedicesimi di finale. Per avvicinarci a questo
importante match e conoscere meglio gli avversari dell'undici
biancoceleste, ho raggiunto in esclusiva l'agente FIFA Mauro Cesarini, grande esperto e profondo conoscitore del calcio teutonico.
Appuntamento stasera alle 21.05, la Lazio dovrà vedersela con il Borussia Monchengladbach.
“E'
una squadra che ha perso molto rispetto alla scorsa stagione. Ha perso
giocatori come Reus, Dante e Neustadter, non è la stessa squadra che lo
scorso anno è riuscita ad arrivare quarta in campionato. E' reduce da
alcuni risultati altalenanti, ma il recupero di Marx è importante per il
loro centrocampo in vista di questa sera. E' un match aperto ma, se la
Lazio gioca pressandoli ed è brava ad approfittare delle ripartenze con
velocità, ha tutte le possibilità per metterli in difficoltà. I tedeschi
si stanno giocando buona parte della stagione”.
Se dovesse individuare dei punti deboli nel Borussia?
“Quando
li ho visti giocare, i due centrali difensivi mi hanno dato
l'impressione di essere piuttosto lenti e tutt'altro che insuperabili.
Lo stesso discorso vale per il centrocampo se dovesse mancare Marx,
mentre in avanti sono temibili. Se il Borussia gioca la partita come sa
fare, può sicuramente dire la sua”.
Qual è invece il giocatore più temibile della squadra allenata dallo svizzero Favre?
“Come
dicevo prima, in attacco sanno essere molto insidiosi e questo
soprattutto grazie a Herrmann. Il tedesco classe '91 ha già messo a
segno sei gol nella Bundesliga. E' un giocatore molto abile nei tagli,
un opportunista capace di mettere in seria difficoltà le difese
avversarie”.
Dall'altra parte Petkovic dovrà però fare a meno di un giocatore che conosce bene il Borussia, ovvero Klose...
“Purtroppo
sì, ma, adesso come adesso, l'Europa League rappresenta una grande
occasione e Floccari non lo sta facendo rimpiangere. Sono sempre
convinto che, se gioca con continuità, Floccari è un calciatore che può
fare bene ed essere utile a molte squadre italiane e non solo come
rincalzo. Lo sta dimostrando adesso. Se poi ci fosse Klose sarebbe
ancora meglio per la Lazio, perché potrebbe contare su un grandissimo
centravanti”.
Il gioiellino Petrella verso il ritorno a Pescara
Dopo essere stato uno dei protagonisti della scorsa stagione in cui il Teramo ha ottenuto la promozione dalla Serie D alla Lega Pro, Mirko Petrella
si sta dimostrando un giovane di grande prospettiva nel campionato di
Seconda Divisione. L'esterno d'attacco classe '93, di proprietà del Pescara ma anche quest'anno in prestito al Teramo,
ha finora totalizzato diciassette presenze e due reti in campionato,
collezionando prestazioni meritevoli di ben altra categoria. Secondo
accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva,
i dirigenti della società biancazzurra starebbero pensando seriamente
di riportare alla base il giovane talento. Ovviamente a partire dalla
prossima estate.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
12 febbraio 2013
Anche il Palermo sulle tracce di Formiliano
Vi abbiamo anticipato qualche giorno fa che Fabricio Formiliano,
difensore centrale del Danubio e della nazionale uruguaiana under 20,
potrebbe approdare in Italia nel prossimo futuro. Bologna e Pescara
hanno messo gli occhi su di lui ma, stando ad accreditate indiscrezioni
raccolte in esclusiva, non sarebbero le uniche italiane. Il Palermo,
infatti, si sarebbe aggiunto alle pretendenti al possente centrale
difensivo classe '93. Grazie alle ultime prestazioni fornite, Formiliano
avrebbe impressionato molto positivamente gli uomini mercato della
società rosanero.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
L'Italia chiama Zabret: il nuovo Handanovic piace a Chievo e Udinese
Chievo e Udinese a caccia del nuovo Handanovic. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, le due società avrebbero posato gli occhi su Gregor Zabret,
estremo difensore del Nk Domzale (squadra nella quale è cresciuto lo
stesso Handanovic) e della nazionale under 19 slovena. In patria
assicurano che ha tutte le carte in regola per ripercorrere le orme
dell'attuale portiere dell'Inter; basti pensare che si tratta di un
classe '95 non ancora diciottenne che, però, viene già impiegato con
continuità nella massima serie del campionato sloveno. Le premesse ci sono tutte, così come le probabilità che Zabret approdi presto nel nostro campionato.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Luca Iannone per CalcioNews24.com
Ag. Estigarribia: "Due volte felice per il gol, Rossi crede in lui. Riscatto? E' prematuro, ma alla Samp sta bene. Ecco due nomi paraguaiani per il mercato..."
A distanza di quasi cinque mesi dalla sua prima rete con la maglia blucerchiata, Marcelo Estigarribia ha potuto provare nuovamente la gioia del gol. Domenica, però, lo ha fatto dinanzi agli occhi dei supporters della Sampdoria,
che fin dal suo arrivo lo hanno accolto a braccia aperte. Per
commentare il momento positivo dell'esterno paraguaiano e non solo, ho intervistato in esclusiva il suo procuratore Giuseppe Addamiano.
L'agente FIFA italiano vive e lavora da anni proprio in Paraguay,
quindi non potevamo farci sfuggire l'occasione per chiedergli anche
qualche dritta sui giovani talenti sudamericani finiti nel suo radar.
Per Estigarriba è arrivato il secondo gol con la maglia della Samp, il primo davanti ai suoi tifosi...
«Era
una rete che aspettava da molto tempo, di fronte ai propri tifosi ha
sempre un sapore speciale. Poi è stato anche un gol pesante, quindi era
doppiamente felice».
Con l'arrivo di Delio Rossi, cosa è cambiato per il suo assistito?
«Con
Ferrara aveva giocato molto spesso titolare nel tridente d'attacco,
mentre con Rossi è tornato nella sua posizione preferita. A sinistra può
spingere con più cattiveria e determinazione, ma può anche dare una
mano in fase difensiva. E' un giocatore generoso e di gran corsa, per
uno come lui è stata fondamentale l'iniezione di fiducia ricevuta da
parte di mister Rossi che crede molto in Marcelo».
Il giocatore è in prestito alla Samp, si è già parlato del riscatto con il Deportivo Maldonado?
«Non
ancora, è un discorso ancora prematuro. In questo momento l'unica
preoccupazione di Marcelo è quella di ottenere quanto prima la salvezza
con la maglia blucerchiata».
Come si sta trovando Estigarribia a Genova?
«Si
è ambientato alla grande, la sua famiglia sta molto bene a Genova e
questo è importante. Si rende conto che fa parte di una società storica e
ambiziosa, con una tifoseria calda che non fa mai mancare suo supporto,
un po' come accade in Sud America».
C'è un giocatore paraguaiano che consiglierebbe alla Sampdoria in ottica mercato?
«Nel
recente Sudamericano sub 20 si sono messi in mostra tanti gioiellini di
18-19 anni. Uno che mi ha impressionato molto dando un gran contributo
per il secondo posto del Paraguay è stato Angel Lucena. Il numero 8
della nazionale paraguaiana under 20 è un centrocampista moderno, un
giocatore 'box to box'. Ma una menzione speciale va alla stella del
gruppo del Paraguay, l'arcigno difensore Matias Perez, seguito dalle più
grandi squadre d'Europa. Da segnalare i suoi tre gol nella competizione
e le grandi prestazioni fornite contro Cile e Argentina, quando ha
annullato prima Castillo e poi Vietto».
Milan e PSG hanno una corsia preferenziale per il talento colombiano Borja ma il tempo stringe...
Non è
stato di certo uno dei protagonisti della Colombia vincitrice del
Sudamericano under 20, ma a Miguel
Angel Borja è bastato
mettere a segno una tripletta (contro la Bolivia) per attirare su di
sé numerosi occhi interessati. Il centravanti classe '93, passato di
recente dal Cortulua all'Independiente Medellin, sarebbe addirittura
oggetto di attenzione da parte delle big d'Europa. Stando ad
accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e
provenienti direttamente dal Sudamerica,
il Milan
e il Paris Saint-Germain sarebbero in possesso di
un'opzione di acquisto proprio sul talentuoso attaccante colombiano,
che arriverebbe ovviamente la prossima estate. C'è tempo fino alla
fine di febbraio per esercitare l'opzione, dopo di che è probabile
che a Borja si interessino concretamente altri grandi club europei.
In questo momento tutto è nelle mani di Galliani e Leonardo, di
Allegri e Ancelotti, ma dovranno pensarci bene prima di lasciarsi
sfuggire questa occasione.
11 febbraio 2013
Ag. FIFA Chiofalo: "Coppa d'Africa, vittoria meritata della Nigeria. Burkina Faso e Capo Verde le sorprese, ecco i migliori giocatori. Vi racconto il mio Sudafrica..."
Per la terza volta nella sua storia, la Nigeria ha conquistato il primo posto nella Coppa d'Africa.
La nazionale, guidata dal ct Stephen Keshi, ha battuto in finale il
Burkina Faso grazie ad un gran gol di Mba. Per approfondire meglio il
discorso relativo a questa competizione continentale spesso snobbata dai
più, ho contattato in esclusiva Marco Chiofalo,
giovane agente FIFA. Chiofalo, che ha seguito passo dopo passo le varie
fasi del torneo, è molto attivo sul mercato africano e, in particolare,
su quello sudafricano.
La Nigeria vince la Coppa d'Africa: un successo meritato?
“Sì,
alla fine il successo della Nigeria è meritato, è stata la squadra più
continua del torneo. Squadra con un mix di giovani e un blocco di
due-tre giocatori esperti, che gli ha permesso di esprimersi al meglio
in ogni partita. Il successo delle Aquile mancava da troppo tempo (dal 1994, ndr) ed
è significativo che sia arrivato in questo momento. La nuova
generazione di talenti nigeriani sicuramente farà molto parlare di sé,
sia in Africa e sia nelle manifestazioni mondiali”.
Se dovessi citare due nomi della nazionale campione d'Africa?
“Direi
Emmanuel Emenike, capocannoniere del torneo con quattro gol che gioca
in Russia nello Spartak Mosca. E’ un classe 1987, una prima punta
rapida, dotata di buona fisicità e di un importante senso del gol. E' un
po' rude tecnicamente, ma si tratta comunque di un attaccante di buon
livello. Come secondo giocatore citerei Sunday Mba, giocatore che fino
ad ora era del tutto sconosciuto alla maggior parte degli addetti ai
lavori. Gioca in patria con la maglia dell’Enugu Rangers e sicuramente
in estate approderà in Europa, anche se ha ricevuto alcune offerte dal
campionato Sudafricano nell’ultima sessione di mercato. Con le sue reti
ha deciso i quarti di finale contro la Costa D’Avorio e la finale contro
il Burkina Faso. E' un interno destro di centrocampo, bravo negli
inserimenti con e senza palla, ha buon tiro dalla distanza, è rapido, ha
buona tecnica e ed è molto bravo nel dare equilibrio al centrocampo”.
La sorpresa del torneo è stato il Burkina Faso finalista?
“Sicuramente
il Burkina Faso è stata una delle sorprese del torneo. Alzi la mano chi
avrebbe pronosticato una sua presenze nella finale. Il calcio africano,
però, non sempre rispecchia i veri valori tecnici: basti pensare
all’ennesima debacle della Costa D’Avorio di Drogba, eliminata ai quarti
dalla Nigeria. Con un tasso tecnico così alto, tutti ci aspettavamo
finalmente la loro consacrazione. La squadra che mi è piaciuta di più,
oltre le già citate, è sicuramente Capo Verde, è stata la vera e propria
sorpresa del torneo. Il suo allenatore Lucio Antunes, il Mourinho di
Capo Verde, ha gestito un grande gruppo di giovani giocatori con a capo
il vecchio capitano Nando. Per questa squadra essere arrivata alla fase
finale della competizione è stato un miracolo e superare il primo turno
per l’intera popolazione capoverdiana è stato come vincere il torneo.
Secondo me è stata la squadra più organizzata tatticamente, con
importanti individualità soprattutto in attacco. Parlo di Ryan Mendes
che gioca in Francia nel Lille, attaccante classe '90, di cui si parla
un gran bene e di Heldon che gioca in Portogallo nel Maritimo, mezza
punta classe '88. Questo gruppo di giovani ha permesso a Capo Verde la
grande ribalta”.
Come miglior giocatore è stato premiato Pitroipa. Un premio meritato per il centrocampista del Burkina Faso?
“Premetto
subito che sono innamorato calcisticamente di Jonathan Pitroipa,
giocatore che già conoscevo bene per i suoi trascorsi nell’Amburgo e nel
Friburgo, mentre ora gioca nel Rennes. Sono abbastanza d’accordo con il
premio quale miglior giocatore del torneo, ma se avessi dovuto
scegliere tra più giocatori, avrei preferito senza dubbio il suo
compagno di reparto Alain Traorè. La mezza punta classe '88 del Lorient,
che con i suoi tre gol in tre partite avrebbe potuto aiutare e molto il
Burkina in finale, se non fosse per l'infortunio subito durante la
terza partita del primo turno con lo Zambia. Mi bastano quelle tre
partite, per dare a lui il premio in assoluto come miglior giocatore.
Sono sicuro che questo ragazzo farà molto strada. Ma durante la prima
fase della Coppa d'Africa, mi hanno colpito positivamente altri due
giocatori...”.
Prego.
“Islam
Slimani, attaccante classe '88 dell’Algeria che gioca in patria con il
Cr Belouizdad. Ha già ricevuto diverse offerte dalla Francia, è un
giocatore molto forte fisicamente ma anche veloce che svaria su tutto il
fronte d’attacco. Attacca molto bene la profondità, è forte di testa
sia per il gioco di sponda e sia per le azioni da gol. Gli manca ancora
l’esperienza in un club europeo. Assomiglia a Karim Benzema. L’altro
nome è quello di Youssef Mskani, mezza punta classe '90 della Tunisia,
gioca in Qatar nel Lekhwiya Sports Club. Di lui si parla ormai da tempo,
pare sia nel mirino di grandi club come, ad esempio, il PSG. Il piccolo
'Mozart' è un giocatore molto forte nel dribbling, ha un gran tocco di
palla, è imprevedibile, gioca a testa alta, ha buona forza fisica e ha
un buon tiro dalla distanza. Gli manca ancora quella continuità in
partita, che gli permetterebbe di diventare veramente un top player”.
Sappiamo che ti stai specializzando sul calcio sudafricano: raccontaci cosa ti ha portato a seguire proprio questo campionato.
“Mi sto
specializzando in generale sul calcio africano, quindi Maghreb,
Emirati, Africa Nera e in modo particolare in Sudafrica. Il mio collega
Aris Albetti, agente FIFA e consulente di mercato, vive a Johannesburg
da circa un anno per motivi lavorativi. Con lui stiamo facendo molto
scouting sul campionato di Psl e sul settore giovanile e cerchiamo di
pubblicizzare il calcio sudafricano a livello mondiale. Il Sudafrica ha
molti aspetti positivi Il primo è sicuramente la situazione a livello
economico che permette ai club di avere buone strutture dove poter
giocare ed allenarsi. E' un paese sconosciuto ai molti, ma che negli
ultimi anni sta vivendo un periodo d’oro, grazie anche alle numerose
manifestazioni organizzate sul territorio. Il livello del calcio
sudafricano può crescere ancora, è sicuramente uno dei migliori
campionati d’Africa, ma ha bisogno di una continua pubblicità sia per
quanto riguarda lo scouting e sia per quanto riguarda le società. Le più
importanti sono Kaizer Chiefs e Orlando Pirates, le due squadre più
forti del Sudafrica”.
Quali sono i giovani talentuosi più interessanti del Sudafrica?
“Il
mercato sudafricano in entrata è legato ovviamente ai molti giovani che
militano in Psl e nella seconda divisione. I giocatori arrivano dalla
Nigeria, dallo Zambia, dallo Zimbawe, ma anche da Mozambico e Botzwana,
tutti mercati che interessano molto le società Sudafricane. In questo
momento potrei farvi il nome di un ragazzo, di cui stiamo seguendo le
prestazioni con il mio collega Albetti. Si tratta del nigeriano George
Akpabi, punta centrale classe '92. Agile, veloce, buon senso del gol,
forte fisicamente, gioca nel Cr Vasco Da Gama che milita nella seconda
divisione sudafricana, in prestito dall’Ajax Cape Town. Vedremo se il
ragazzo manterrà le promesse...”.
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