Ben 72 gol in 87 apparizioni con la
maglia del Porto, mentre finora con l'Atletico Madrid ne ha messi a
segno 60 in 75 presenze. Numeri da capogiro per uno degli attaccanti più
forti e prolifici del mondo, semplicemente Radamel Falcao.
Oggi fa letteralmente impazzire le difese di mezza Europa, ma non
bisogna dimenticare (e lui stesso di certo non lo dimentica) dove El
Tigre ha iniziato a tirare i primi calci al pallone. Il bomber
dell'Atletico ha mosso i primi passi nel nord di Bogotà, sui campi della
scuola calcio La Gaitana. Sono riuscito a intervistare in esclusiva Alvaro Enrique Poveda, ex presidente de La Gaitana che ha visto nascere, calcisticamente parlando, il piccolo Falcao.
Presidente Poveda, ci racconti qualcosa del giovanissimo attaccante che ha visto crescere...
“Falcao era un bambino con talmente
tanto talento che giocava con quelli di tre anni più grandi ed era
sempre protagonista. Era molto rispettoso ed educato, sempre disposto a
sacrificarsi e ad aiutare i suoi compagni. Da quando aveva nove anni
rimase per quasi due anni ne La Gaitana. Il padre Radamel Garcia, dopo
questa esperienza, lo portò al club Fair Play dove rimase fino a quando
non fu acquistato dal River Plate. La Gaitana è stata la prima scuola di
calcio di Falcao e questo per noi è motivo di grande soddisfazione”.
Quando e come è nata la vostra scuola calcio?
“La Gaitana nacque nel 1983, oggi ci
lavorano più di cento persone. La creammo perché nel nostro quartiere
c'erano tanti ragazzi con la passione del calcio, ma non c'era alcuna
organizzazione. Fu un investimento per mettere insieme nel tempo libero
dei ragazzi vogliosi di giocare e di mettersi in mostra, nella speranza
di proiettarli nel calcio che conta. Vedere crescere questi ragazzi e le
loro famiglie è una grande soddisfazione. Per i nostri giocatori, c'è
prima di tutto una formazione integrale da perseguire: non fumare,
mangiare bene, studiare, tutti valori che permettono soprattutto di
essere persone in gamba prima che dei buoni calciatori. Cerchiamo di
formare anche i genitori-tifosi. Non a caso teniamo un determinato
codice etico e un genitore, se non incita la squadra ma mette pressione e
insulta un avversario, viene portato fuori dallo stadio”.
Non a caso il vostro centro sportivo si chiama Maracanà...
“Il nome del nostro centro sportivo è
Maracanà e lo abbiamo scelto perché ci ispiriamo allo stadio più grande
e famoso della storia. Il calcio ha bisogno di uno spazio dove grandi e
piccoli possono avere delle soddisfazioni, così è nato il Maracanà.
E' un complesso di quattordici campi regolamentari e tre per bambini.
Organizziamo due tornei all'anno con giocatori dai cinque ai diciotto
anni e vi prendono parte circa 270 squadre, per un totale di 5500
ragazzi e 1550 partite giocate. Ma si tengono anche tornei per gli over
35, perché il calcio appartiene a tutti”.
Come stanno andando le cose con l'agente Spada, in Colombia da qualche settimana?
“Federico Spada è il primo agente
FIFA che scopre la realtà del calcio colombiano, il primo procuratore
europeo a vivere nel nostro paese e a confrontarsi con questa realtà
ventiquattro ore su ventiquattro. In Colombia il calcio giovanile è
davvero poco seguito, quindi è fantastico che una persona con cosi tanti
contatti come ne ha Federico Spada venga qui per interessarsi a noi e
ai nostri ragazzi. Federico, oltre ad essere un buon professionista, è
un amico e spesso andiamo insieme a vedere le partite, senza perdere
occasione per confrontarci su vari giocatori”.
La Colombia è la nuova frontiera del calcio europeo ed italiano, chissà che non lo diventi anche La Gaitana.
“Per la nostra scuola calcio è molto
importante che un paese come l'Italia segua questa realtà e soprattutto
La Gaitana. Siamo pronti a sfornare nuovi Falcao!”.
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