Se sabato scorso il Grosseto
non è riuscito a vincere lo deve solo ad un calcio di rigore concesso
agli avversari nel finale. Ma se il Padova è riuscito a pareggiare
soltanto al 96', lo deve soprattutto a Ivan Lanni. Fra i
pali della compagine maremmana, l'estremo difensore classe '90 ha
negato ripetutamente il gol a Cutolo e compagni, dimostrando di essere
in un ottimo periodo di forma. Ne ho parlato con il suo procuratore Riccardo Albanesi che, contattato in esclusiva, si è anche soffermato su un altro dei suoi assistiti, Stefano Napoleoni, il cui ritorno in Italia è sfumato all'ultimo minuto del mercato invernale.
Sabato un'altra prova maiuscola dopo tante buone prestazioni. E' un momento d'oro per Lanni?
“Senza
dubbio il ragazzo è molto contento, stanno uscendo fuori le qualità che
ha sempre avuto e stanno anche migliorando. Per fortuna la società ha
deciso di puntare su di lui. Un premio per la sua pazienza?
Assolutamente sì, questa è una delle sue doti. Ha aspettato con
tranquillità il suo momento, come accade per tanti giovani che non
vengono tenuti in considerazione. La scorsa stagione è stato il secondo
di Narciso, mentre quest'anno, con l'infortunio di Bremec, ha avuto
l'opportunità di farsi notare e si è giocato bene la chance conquistando
il posto da titolare”.
Oggi difende la porta del Grosseto, ma come si è sviluppata la sua carriera?
“Lui
è cresciuto nelle giovanili della Roma, poi è passato al Lecce dove è
stato il terzo portiere. Poi nel 2009 il ds Minguzzi, da sempre suo
estimatore, lo portò al Pisa in Serie D dove Ivan si rese protagonista
della vittoria del campionato; l'anno successivo riuscì a ripetersi in
Lega Pro e fu anche convocato nella nazionale di categoria. Il
presidente Camilli, dopo averlo avuto proprio a Pisa, ha creduto in lui e
lo ha voluto anche a Grosseto”.
Lanni è riuscito ad emergere, ma in Italia ci sono tanti giovani che non ci riescono...
“E'
vero e secondo me è il caso di investire sui nostri giovani. Sono
contento che abbia iniziato a farlo una grande squadra come il Milan.
Purtroppo la maggior parte dei soldi viene investita all'estero e questo
succede soltanto da noi, mentre in Inghilterra, in Spagna o in Francia
un ventenne viene buttato nella mischia. E' un problema che abbiamo
sempre avuto. Se le società italiane aumentassero il budget da spendere
nostri giovani, aiuterebbero il nostro calcio e farebbe emergere tanti
talenti”.
Parlando invece di Napoleoni, ci conferma che è stato ad un passo dal ritorno in Italia?
“E'
stato vicinissimo al Siena. L'ultimo giorno di mercato sembrava fatta,
poi ci sono stati dei problemi e purtroppo la trattativa non è andata a
buon fine. Stefano è anche rimasto in Toscana per una settimana di
prova, d'altronde Iachini lo stima da molto tempo e lo aveva richiesto
già quando allenava il Brescia e la Sampdoria. Alla fine è rimasto in
Grecia firmando con l'Atromitos, ma non è detto che non tornare in
patria la prossima estate; non chiudiamo le porte, perché il suo sogno è
proprio quello di tornare a giocare in Italia. A gennaio è andata così,
ma inviterei le società italiane ad andare a seguirlo in questi sei
mesi durante i quali giocherà in una delle squadre più importanti del
campionato greco. Non è più giovanissimo, ma è un ragazzo che può ancora
dare tanto”.
Per chiudere, se dovesse farci il nome di un altro suo assistito di cui sentiremo parlare in futuro?
“Direi
Pietro Del Duca, centrale difensivo classe '91 di proprietà del
Frosinone. Nella scorsa stagione ha vinto il campionato con la maglia
del San Marino (Seconda Divisione di Lega Pro, ndr). Si tratta
di un giocatore roccioso ma forte anche dal punto di vista mentale.
Punto molto su di lui per il futuro perché possiede grandi margini di
miglioramento”.
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