Non è mai facile tornare con i piedi per terra quando ti viene negato un sogno. Ne sa qualcosa Claudio Della Penna, stellina del settore giovanile della Roma
fino al 2008, lo stesso anno in cui Luciano Spalletti lo fece esordire
negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Torino. Da lì poi le
sfortunate esperienze con Pistoiese e Gallipoli, fino alla cessione alla
Ternana nell'estate 2010. Dopo due stagioni tra le fila dei rossoverdi,
l'esterno offensivo, che ai tempi della Primavera giallorossa e della
Nazionale Under 20 veniva considerato uno dei giovani più promettenti
nel suo ruolo, si è ritrovato senza squadra. Oggi, per provare a
invertire la rotta, il classe '89 si è messo nelle mani della World
Football Management di Fabio Montecalvo. Per parlare del suo passato, del suo presente e soprattutto del suo futuro, ho raggiunto in esclusiva Della Penna.
Di recente hai affidato i tuoi interessi alla WFM, un passo in più verso una nuova sistemazione?
“Lo spero fortemente. Ho avuto modo
di conoscere Fabio Montecalvo grazie ad un amico in comune, dopo una
sola chiacchierata insieme mi ha colpito molto. Spero che riesca a darmi
una mano, confido molto in lui”.
Nel corso di questo anno però ti saranno arrivate sicuramente delle offerte...
“Quest'estate c'è stata una sorta di
calma piatta per me, così come per tanti altri calciatori svincolati.
Sono stato in ritiro con il Latina, ma non sono stato messo sotto
contratto per ragioni puramente economiche”.
Dal settore giovanile della Roma
ad esperienze in Serie B e Lega Pro fino alle nazionali giovanili. Oggi
però ti trovi senza squadra, ti sei chiesto il perché?
“E' una bella domanda. La mia maggior
sfortuna è quella di aver sempre avuto la possibilità di totalizzare al
massimo 10-15 presenze all'anno. Forse la risposta risiede proprio
nella mancanza di continuità. Il primo anno a Terni, nonostante un
piccolo infortunio, facevo comunque parte del gruppo e ho avuto il mio
spazio. Nella scorsa stagione, quella della promozione in Serie B, erano
soltanto 13-14 calciatori a giocare e il resto della squadra ha avuto
poco spazio. Dal punto di vista personale, è stata un'annata molto
negativa”.
Eppure la stessa Roma puntava molto su di te, tanto da regalarti l'esordio in prima squadra a 19 anni.
“Sembrava essere un trampolino di
lancio per la mia carriera. Mister Spalletti mi chiamava sempre in
panchina e mi vedeva di buono occhio. Non ho avuto la possibilità di
fare il mio debutto in Serie A soltanto perché quell'anno era decisivo
per lo scudetto, così mi buttò nella mischia in Coppa Italia. Era un
ottimo periodo, giocavo sempre con la Primavera e per Alberto De Rossi
ero come un figlio. Poi arrivò la cessione in prestito alla Pistoiese e
da lì iniziò il mio declino. La Roma mi aveva lasciato alla deriva,
difendendomi molto poco e portandomi fino al punto di non avere più un
contratto”.
Hai mai pensato di intraprendere un'avventura all'estero?
“Sinceramente sì, vedendo la
situazione del mercato italiano ho preso questa ipotesi in netta
considerazione. In Italia la situazione è bloccata sotto questo punto di
vista, quindi spero di trovare la giusta sistemazione all'estero, ma
non è mai semplice. In ogni caso, io vorrei trovare una squadra che
creda in me e mi dia la possibilità di giocare”.
Negli ultimi anni tanti tuoi
colleghi hanno lasciato l'Europa per trasferirsi oltreoceano. E' una
scelta che compieresti anche tu?
“Preferirei restare in Europa perché
c'è un palcoscenico che ti dà la possibilità di fare ritorno nel nostro
paese in futuro. Se andassi a giocare in Nord America piuttosto che in
Cina, non sarebbe facile poi tornare in Italia, anche se davanti ad
un'offerta concreta difficilmente direi di no”.
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