18 ottobre 2013

Il doppio ex Colombo: "Samp, mancano uomini d'esperienza e Rossi non c'entra. A Livorno con cattiveria"

Tornati a disposizione di mister Rossi tutti i nazionali, la Sampdoria è al lavoro in questi ultimi giorni utili per preparare al meglio il prossimo impegno. La truppa blucerchiata tornerà in campo domenica alle 15 e sarà ospite del Livorno, per quello che si preannuncia un vero e proprio scontro diretto. In vista di questo importante match, ho raggiunto in esclusiva Corrado Colombo, ex attaccante della Samp e della compagine labronica.

Colombo, torna il campionato e i blucerchiati sono attesi al Picchi di Livorno...
«Non è una partita assolutamente semplice per la Sampdoria, che dovrà giocarsela contro una squadra che gioca bene a calcio e che è allenata da un grande tecnico. Non sarà sicuramente facile portare via punti su un campo con una tifoseria calda come quella livornese».

Quale deve essere lo spirito della Samp per lasciarsi quest'ultimo periodo alle spalle e magari fare punti già domenica?
«I blucerchiati devono giocare con la massima cattiveria agonistica, sembra una frase fatta ma è veramente così. La situazione di classifica è molto delicata, ci sarà bisogno di cattiveria e tanta voglia».

Alla Sampdoria, però, la vittoria in trasferta manca dal 6 gennaio, quando espugnò lo Juventus Stadium.
«Non è sicuramente semplice riuscire a raccogliere punti a Livorno, anche se si tratta di uno scontro salvezza. Contro il Torino ho visto una Sampdoria in difficoltà; in difesa ha giocatori esperti come Gastaldello e Palombo, ma davanti manca l'uomo d'esperienza che garantisce 12 gol a stagione. Gabbiadini è una giovane promessa e ha alle spalle solo due anni di Serie A, se fa più di 12 gol è tutto di guadagnato. Poi anche a centrocampo ci sono tutti giovani, ci voleva un giocatore di maggiore esperienza».

E, nonostante la conferma da parte di dirigenza e proprietà, c'è chi parla di un Delio Rossi a rischio...
«A mio parere Rossi ha meno colpe di tutti. In tutti questi anni ha dimostrato di essere un bravissimo allenatore, ma se manca qualcosa in rosa non è certamente colpa sua».

Da centravanti, su chi punteresti per l'attacco anti Livorno?
«Sicuramente su Gabbiadini e poi su Eder, che l'anno scorso ha fatto bene ed è un attaccante tecnico e veloce. Punterei su loro due, senza escludere Sansone che si è mosso alla grande contro il Torino; è uno di quegli elementi che con una giocata può risolverti la partita».

A proposito di attaccanti, la Samp ha trattato sia Emeghara che Paulinho in estate. Potevano essere utili alla causa?
«Senza dubbio. Paulinho lo conosco fin da quando è arrivato a Livorno a diciotto anni e poteva fare molto comodo all'attacco blucerchiato».

16 ottobre 2013

Pino Vitale: "Io alla Samp? Magari. Regini riuscirà ad emergere"

E' iniziata a circolare ieri un'indiscrezione riguardante Pino Vitale. Il nome dell'ex direttore generale dell'Empoli, attualmente libero dopo non aver rinnovato il proprio contratto con lo Spezia, è stato accostato alla Sampdoria per un suo possibile ingresso nell'organigramma. Ho contattato in esclusiva il diretto interessato per saperne di più e capire se ci sia qualcosa di vero.

Direttore, come commenta le ultime voci?
«Non c'è niente di vero in queste indiscrezioni. Onestamente non mi ha cercato nessuno della Sampdoria e io non posso alimentare bugie».

Già a maggio 2011 si vociferò di un suo possibile approdo in blucerchiato...
«Io ne sarei ben felice perché la Sampdoria è assolutamente una grande società, però per il resto sono tutte fantasie. Io sarei felice, ma purtroppo non è così».

Nemmeno allora ci furono contatti con la Sampdoria?
«No, neanche all'epoca».

Cambiando discorso, Vasco Regini, che fu proprio lei a portare ad Empoli, sta faticando forse più del previsto.
«Oltre a lui ci sono altri due giocatori che sono venuti fuori con noi, ovvero Eder e Pozzi. Tornando a Regini, lui è un ragazzo eccezionale, lavora sempre con grande serenità e volontà. Ha tutto per risalire e farsi apprezzare per quelle che sono le sue qualità».

Come mai ad oggi non ci sta riuscendo? Forse per un problema di ruolo?
«Non voglio mettere bocca su questioni tattiche perché Rossi è un ottimo allenatore e chi ha i giocatori con sé tutti i giorni sa come impiegarli. Credo comunque che quello dalla Serie B alla Serie A sia un salto importante per tutti. Poi Genova è una piazza importante e in un momento delicato come questo sono i giovani a subirne le conseguenze più di tutti. Ma sono convinto che un giocatore importante come Regini si rifarà presto».

2 ottobre 2013

L'ex Arsenal Lupoli: "Il Napoli ha pagato la mentalità italiana"

Non sembrava il Napoli degli ultimi tempi quello visto ieri sera all'Emirates Stadium, ma solo una brutta copia dell'undici di Rafa Benitez che ha stupito tutti in Italia. Il discorso è diverso in Europa e l'Arsenal lo ha dimostrato, mandando ko i partenopei senza battere ciglio. Ne ho parlato con Arturo Lupoli, ex attaccante dei Gunners e oggi al Varese, contattato in esclusiva.

Lupoli, Arsene Wenger batte Rafa Benitez 2-0.
«E' stata una gran bella partita. La differenza l'hanno fatta i primi venti minuti nei quali si è visto un ritmo molto alto da parte dell'Arsenal e c'è stata una notevole differenza di ritmo fra le due squadre. In questi primi minuti i Gunners hanno trovato due bei gol grazie anche alla serata quasi perfetta di Ozil che è andato a segno per primo e poi ha fornito l'assist a Giroud. E' senza dubbio un giocatore tra i più forti d'Europa».

E' soprattutto merito del tecnico francese se l'Arsenal ha avuto la meglio?
«Ieri si è visto quello che il motto della compagine londinese: giocare palla a terra in velocità e verticalizzare appena possibile. E' quello che chiede sempre Wenger ai suoi giocatori. Ieri sera, soprattutto nel primo tempo, penso ci sia stato un approccio migliore da parte dei Gunners che hanno interpretato alla perfezione le direttive del proprio tecnico».

Dall'altra parte quali sono stati, a suo parere, i principali errori del Napoli?
«Andare in un campo come quello dell'Emirates e subire così tanto l'avversario nei primi minuti di gioco, più che un errore, credo sia una conseguenza di quello che è il calcio inglese. In Inghilterra si cerca sempre di attaccare subito ad inizio partita, mentre in Italia si pensa a studiare l'avversario e c'è più tatticismo. Magari il Napoli ha pagato anche questo, perché a livello di individualità penso che le due squadre si equivalgano».

A questo punto per i Gunners la strada in Champions si mette in discesa...
«Se non sbaglio, l'Arsenal ha sempre superato la fase a gironi di Champions League negli ultimi dieci anni e quindi non penso sia una novità. Stiamo parlando di una grande squadra, che in questo momento gioca forse il miglior calcio e non a caso è prima anche in Premier League. Bisogna fare attenzione a questa squadra che può contare su tanti giovani con esperienza, oltre che su elementi come Ozil, Walcott e Giroud che ha trovato la via del gol con più frequenza. L'Arsenal è tra le favorite per la Champions».

Citando Wenger, l'11 dicembre al San Paolo sarà battaglia.
«Tutte le partite del Napoli in casa sono battaglie, ma adesso tanto dipenderà da quanti punti riuscirà a fare contro il Marsiglia. Qualora vincesse in trasferta, le partite casalinghe con Marsiglia e Arsenal faranno da spartiacque; se il Napoli vincerà queste due gare, avrà ottime chance di passare turno. Giocare al San Paolo non è mai facile per nessuno, lo abbiamo visto con il Borussia Dortmund».

E l'Arsenal avrà una freccia in più nel proprio arco: il suo ex compagno Walcott.
«A mio parere è il giocatore che incarna proprio lo spirito dell'Arsenal: è forte tecnicamente e ha una velocità pazzesca, è uno dei più veloci della Premier League. Walcott è una pedina fondamentale per il gioco di Wenger. Nella sfida di ritorno gli azzurri avranno da pensare anche a lui, oltre che ai giocatori visti in campo ieri, ma sicuramente sapranno cosa fare perché il Napoli è una grande squadra».