30 aprile 2013

Samp, un giovane brasiliano in prova: ecco come è andata tra primo approccio, allenamenti e l'accoglienza di Renan

All'inizio della nuova stagione manca ancora molto tempo, ma in casa Sampdoria non si sta di certo con le mani in mano. E non solo a livello di prima squadra. Come raccolto in esclusiva, la scorsa settimana un brasiliano classe '96 ha sostenuto due giorni di prova con gli Allievi Nazionali di mister Beruatto. Il suo nome è Guilherme Stefanoni e per la prima volta ha lasciato il Brasile proprio per venire a Genova grazie ai documenti, da poco ottenuti, che glielo hanno permesso.
Il suo ruolo naturale è quello di attaccante esterno (però può giocare anche come trequartista) e il suo piede quello destro; fa della rapidità di movimento, della velocità di esecuzione e della grande abilità con la palla tra i piedi i suoi punti di forza. Nella prima partitella a Bogliasco si è subito reso protagonista andando in rete e verso la fine dello stesso allenamento ha dato una grandissima dimostrazione della sua padronanza tecnica: mentre si trovava dalle parti della bandierina del calcio d'angolo, è ricorso ad una strepitosa 'bicicletta' per scavalcare il difensore che lo pressava. Peccato che il pallone sia uscito, però il tecnico Beruatto ha manifestato di aver gradito la sua lucidità mentale più che il gesto tecnico in sé. Certo, non sono mancate le difficoltà perché il giovane ha una struttura fisica ancora da sviluppare e ha dovuto fare i conti con i ritmi di gioco del calcio italiano (seppur in allenamento), molto più elevati rispetto a quelli brasiliani.
Accompagnato nel capoluogo genovese dai suoi agenti, Giulio Biasin e Alessandro Magni della AMSports, Guilherme è libero da vincoli non essendo mai stato tesserato e attende una chiamata dai dirigenti blucerchiati per tornare in prova per almeno una settimana. La Samp non ha ancora deciso cosa fare, ma l'entourage del giocatore prenderà in considerazione altre offerte soltanto se e quando arriverà il 'no' da Corte Lambruschini.
Una curiosità. Dopo la prima sessione di allenamento, Guilherme ha avuto la fortuna di conoscere Renan e la sua fidanzata che lo hanno da subito preso in simpatia. Il centrocampista doriano, oltre ad avergli regalato la sua maglia (come si vede in foto), lo ha voluto invitare a cena per due sere consecutive. E chissà che Renan non possa anche metterci una buona parola con chi di dovere...

24 aprile 2013

L'ex viola Seferovic: "Samp, all’andata la hai fermata ma la Fiorentina verrà per vincere. Bardi e Bruno Fernandes? Fortissimi"

Archiviata la trasferta di Bologna, la Sampdoria di Delio Rossi torna al tempio del Ferraris per un impegno da non sottovalutare assolutamente. A fare visita ai blucerchiati sarà la Fiorentina allenata dall’ex Vincenzo Montella, che ha conquistato sette punti nelle ultime tre giornate ed ora è in piena corsa per il terzo posto. Per conoscere meglio i prossimi avversari, ho raggiunto in esclusiva Haris Seferovic. Chi meglio del ventunenne attaccante svizzero, ceduto dai viola in prestito al Novara a gennaio, potrebbe parlarci della formazione gigliata?

Riavvolgiamo il nastro di quasi cinque mesi: Fiorentina-Sampdoria 2-2, in campo c’eri anche tu.
«Sì, io sono entrato nel secondo tempo e ho giocato mezz'ora. E’ stata una partita difficile, noi abbiamo fatto male e i blucerchiati sono riusciti a colpirci in contropiede. E’ stata una serata storta, abbiamo provato qualsiasi cosa per provare a vincere. La Samp mi ha fatto una bella impressione, una squadra compatta che pratica un buon gioco».

E domenica cosa dobbiamo aspettarci dalla Fiorentina?
«Dal punto di vista fisico i miei ex compagni stanno benissimo, verranno sicuramente a Genova per vincere. Sarà una Fiorentina votata all’attacco».

Se dovessi dire un punto di forza e un punto debole della tua ex squadra?
«Lo stile di gioco è il loro miglior punto di forza. La Fiorentina ha grandi giocatori e un buon allenatore, gioca molto bene e fa del possesso palla il suo marchio di fabbrica. Ma se dovessi individuare un punto debole, non saprei proprio cosa dire».

Il nome del portiere del Novara, Francesco Bardi, è stato accostato alla Samp. Secondo te è pronto per la Serie A?
«E’ fortissimo, sta facendo molto bene qui a Novara. A mio parere ha tutte le carte in regola per giocare nella massima serie».

Anche un altro tuo compagno di squadra, Bruno Fernandes, piace a diverse società della massima serie tra cui quella blucerchiata...
«Con lui mi trovo benissimo. E’ un giovane molto forte, un calciatore intelligente dotato di un bel tiro e di una buona tecnica, abile anche quando si tratta di servire assist ai compagni».

A proposito, la Samp è alla ricerca di un attaccante: possiamo fare il tuo nome al ds Osti?
«Non lo so, adesso voglio pensare al Novara fino alla fine della stagione e poi torno a Firenze. Sul mio futuro non so ancora niente, si vedrà in estate».

23 aprile 2013

L'Ascoli chiude per un centrocampista classe '95

Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, l'Ascoli avrebbe ingaggiato il centrocampista classe '95 Federico Bianchi. Terminato il periodo di prova durato alcuni giorni, la società marchigiana ha deciso di tesserare il giovane talento originario di Lariano, individuato come uno dei possibili punti di forza del vivaio della prossima stagione e già aggregato di recente alla formazione Berretti. Il giovane, seguito da anni dal talent scout e collaboratore della PartnerSport Alessandro Fabbri, approda ad Ascoli dopo aver militato nei settori giovanili di Lodigiani e Cynthia Genzano. Bianchi è ritenuto in prospettiva un centrocampista centrale molto interessante e può ricoprire anche altri ruoli in campo, è dotato di grandi qualità tecniche oltre che di un'ottima visione di gioco.

Il doppio ex Esposito: "Porto nel cuore i colori blucerchiati. Fiorentina? La Samp non è inferiore a nessuno. Su Icardi e Maxi Lopez..."

A Carmine Esposito la Sampdoria è rimasta nel cuore, o meglio, è sempre stata nel suo cuore. Nato a Napoli, l'ex attaccante è sempre stato un tifoso blucerchiato e, quando è approdato a Genova nell'estate del 1999, ha visto esaudito il suo più grande desiderio. Lo ho intervistato in esclusiva in vista dell'impegno casalingo contro la Fiorentina, squadra della quale Esposito ha fatto parte prima di indossare per due stagioni e mezzo la casacca della Samp.

Iniziamo con lo scavare nei ricordi. Lasciasti la Fiorentina e la Serie A per la Samp, cosa ti spinse a compiere questa scelta?
«La Sampdoria ha sempre rappresentato la mia prima scelta perché era la mia squadra del cuore. Ricordo che, quando ero a Napoli ancora giovanissimo, i miei coetanei mi prendevano in giro perché conoscevo a memoria la formazione della Samp che vinse lo scudetto. Poi ho nutrito sempre grande ammirazione nei confronti della famiglia Mantovani; mi hanno voluto bene fin dal primo momento e, con tutto il rispetto per i Garrone, come loro non ci sarà più nessuno. Avrei rinunciato a qualsiasi cosa per vestire la maglia blucerchiata, infatti rifiutai offerte sia dall'Inghilterra che dalla Spagna. Non rinnegherò mai Napoli che è la mia città, però quei colori mi hanno sempre fatto impazzire. Per me è stata una scelta d'amore, ho coronato il mio sogno. Purtroppo, però, la mia esperienza iniziò male perché mi infortunai gravemente alla spalla nel secondo giorno di allenamento. Da lì iniziò il mio calvario, fu una stagione molto dura e difficile».

Come ricordi il tuo gol sotto la Sud nel derby del 7 novembre 2000 vinto 2-0?
«Quella rete la porto sempre nel mio cuore, ho un poster gigante con la mia esultanza sotto la gradinata. In campo c'era tanta voglia di vincere, nessuno gioca mai per pareggiare. Noi avevamo tutte le armi per vincere, ma quel Genoa era una signora squadra. Rimane però la sensazione più bella, quella di essere riuscito a segnare. D'altronde quello di Genova è il derby per eccellenza, il più bello ed emozionante; entrare nella storia dei derby della Lanterna è qualcosa di unico».

La Samp è ad un passo dalla salvezza aritmetica, la Fiorentina insegue il terzo posto: che gara dobbiamo aspettarci?
«Sarà una partita sicuramente difficile. Domenica ero al Dall'Ara e ho visto una bella Sampdoria che, tutto sommato, ha disputato una buona partita. Attualmente la Fiorentina, insieme alla Juventus e al Napoli, è la squadra più in forma del campionato. Vincere come ha fatto contro il Torino non era facile, ma con un pizzico di fortuna ci è riuscita. Per la Sampdoria sarebbe importante ottenere qualche punticino, soprattutto fra le mura amiche, ma contro i viola sarà una gara difficilissima. Spero che ne esca fuori un bel pareggio e che i blucerchiati conquistino quanto prima la salvezza matematica».

Sicure le assenze di Eder e Kristicic, potrebbero non farcela anche Icardi e Mustafi...
«Sarebbero tutte assenze molto pesanti perché si tratta di giocatori fondamentali per l'aspetto tattico di Delio Rossi e stanno facendo bene. Mi è dispiaciuto per Icardi che contro il Bologna aveva iniziato male, ma poteva essere il match giusto per tornare a fare gol; è un ragazzo molto interessante e ha grande forza fisica. Mancherà anche Eder che è quel giocatore capace di far saltare gli schemi. Avere entrambi a disposizione sarebbe stato importante contro la corazzata Fiorentina, ma la Sampdoria non è seconda a nessuno».

Maxi Lopez potrebbe avere una delle ultime occasioni per mettersi in mostra. Ritieni che meriti la conferma?
«A me non dispiace, è un buonissimo giocatore anche se domenica dalla tribuna mi è sembrato di vederlo un po' in sovrappeso; quando è entrato, però, ha fatto la differenza. Maxi Lopez è un punto di riferimento per la squadra e nella sua carriera ha sempre fatto gol. Spero che possa rimanere perché si trova nella piazza giusta per rilanciare i giocatori».

Chiudiamo tornando a Icardi. Tu hai giocato con Batistuta, al quale l'attaccante blucerchiato è stato paragonato più volte.
«Fisicamente è molto forte, però ai suoi tempi Batistuta era il miglior attaccante del mondo. Oltre che era bello da veder giocare, era il classico capitano di una volta e in allenamento era mostruoso: centrava la porta senza neanche guardarla. Icardi è ancora molto giovane, ha molto da imparare e paragonarlo a Bati mi sembra eccessivo, ma gli auguro di fare una grandissima carriera».

22 aprile 2013

Ag. Deza: "L'ho proposto alla Samp ma non solo. Somiglia a Icardi, vi dico tutto su di lui"

E' stata lanciata mercoledì scorso la notizia secondo la quale Jean Deza, seconda punta classe '93 dell'Universidad San Martin e del Perù under 20, sarebbe stato proposto alla Sampdoria in vista della sessione estiva di calciomercato. Si tratterebbe di un colpo a parametro zero per i blucerchiati, dato che il giovane si svincolerà il prossimo giusto. Per avere delle conferme al riguardo e conoscere meglio Deza, ho raggiunto in esclusiva l'agente FIFA Gianluca Fiorini, che ha il mandato in esclusiva per rappresentare l'attaccante in Italia.

Quali sono le principali caratteristiche di Deza?
«Si tratta di una seconda punta che può anche giocare anche come esterno d'attacco. Nel modulo utilizzato da Delio Rossi verrebbe probabilmente impiegato in coppia con un altro attaccante. Per certi versi è simile a Icardi, molto tecnico, veloce e bravo ad andare in profondità».

Se dovesse fare un parallelismo, a quale calciatore già affermato lo paragonerebbe?
«Dal punto di vista tecnico è un giocatore stile Ribery. Gli piace partire dall'esterno per accentrarsi, bravo a dettare ultimo passaggio e a sfornare l'assist decisivo per gli attaccanti»

E' vero che lo ha proposto alla Samp così come a Chievo e Parma?
«Sì, confermo tutto. L'ho proposto alla Sampdoria che lo ha fatto visionare da un osservatore durante l'ultimo Sudamericano sub 20».

Quindi ritiene che sia già pronto per un campionato difficile come quello italiano?
«Assolutamente sì. Con un anno e mezzo di età in meno ha saputo fare bene nel campionato slovacco, adesso è pronto ad approdare in Serie A».

Ha già avuto modo di assaporare il calcio europeo con lo Zilina, disputando anche i preliminari di Champions. Questo può essere un punto a suo favore?
«Secondo me sì, ma molto dipenderà dal discorso extracomunitario. Bisogna vedere innanzitutto se la Sampdoria crede nel calciatore e intende puntare su di lui, poi se avrà una casella da extracomunitario libera».

Il fatto di non avere il passaporto comunitario e cos'altro possono rappresentare un ostacolo alla trattativa?
«Il fatto che magari non ci sia l'opportunità di dargli lo spazio che si merita. Deza vuole venire in Italia per giocare con continuità, non per fare panchina».

18 aprile 2013

Ulivieri: "Samp e Bologna già salve, ma domenica giocheranno per vincere. Krsticic e Palombo..."

Archiviato il derby della Lanterna numero 106, la Sampdoria si appresta a prendere parte alla trasferta emiliana che la porterà al cospetto del Bologna. Del confronto in programma domenica pomeriggio, ne ho parlato in esclusiva con l'indimenticato allenatore blucerchiato Renzo Ulivieri, che ha anche allenato la compagine felsinea in due diversi periodi della sua carriera (dal 1994 al 1998 e dal 2005 al 2007).

Bologna-Sampdoria: che tipo di partita dobbiamo aspettarci?
«Entrambe le squadre potranno scendere in campo senza assilli e in scioltezza, senza problemi di classifica, si gioca meglio. Potrebbe venire fuori anche una bella partita».

La Samp e il Bologna, rispettivamente a -3 e a -2 dai 40 punti in classifica, possono ritenersi salve?
«Direi di sì, ormai manca davvero poco per la certezza matematica. La Sampdoria, che ha avuto una tragica esperienza legata alla mancata salvezza, credo che guardi la cosa con accuratezza, ma ormai può considerasi salva».

Un pareggio potrebbe accontentare entrambe le formazioni?
«Credo di no. Il Bologna non è mai andato in campo per puntare al pareggio e certamente non lo farà domenica; vorrà cercare di vincere così come la Sampdoria».

La Samp dovrà fare a meno di Krsticic, out fino al termine della stagione...
«E' una brutta tegola perché si tratta di un giocatore importante; la sua assenza si è fatta sentire anche quando è stato inutilizzabile per una sola partita. Comunque si vive ugualmente e ritengo che la Sampdoria riuscirà a sopperire alla mancanza del centrocampista serbo».

Palombo è stato adattato centrale difensivo da Rossi, ma quanto è difficile per un centrocampista interpretare questo ruolo?
«Sarebbe più difficile il contrario, cioè se un difensore dovesse giocare a centrocampo, ma ci vuole comunque un po' di pazienza. Quando si gioca più indietro c'è bisogno di maggiore autonomia e questa la si acquisisce col tempo. Manca forse un po' di volume, ma le doti ci sono tutte e senza dubbio Palombo imparerà».

17 aprile 2013

I russi del Monaco contattano Montecalvo: oggetto operazione restyling, intanto spunta il Bari…

Il Monaco di Claudio Ranieri (gioco di parole, no, di persone) è stato acquistato di recente da Dmitry Rybolovlev. Non proprio uno qualsiasi: si tratta dell’ex principale proprietario di Uralkali, colosso dei fertilizzanti che nel 2008 vantava un capitale sociale di circa 35 miliardi di dollari. Dalla cessione di un ramo d'azienda, lo stesso Rybolovlev nel 2010 avrebbe intascato almeno 5 miliardi. Sempre dal 2010, il magnate originario di Perm è anche il maggior azionista (con il 9,7% dei titoli) della Banca di Cipro, dove più si riversano i flussi di denaro russo nell’isola. Nel 2011, poi, Rybolovlev ha deciso di darsi al calcio, acquistando - dopo una lunga trattativa condotta personalmente con il Principe Alberto II - la squadra del Principato, caduta in disgrazia con la retrocessione in Ligue 2. E proprio tra Monaco e Cipro, le Isole Vergini e Singapore è disseminata (o meglio nascosta) buona parte del suo sterminato patrimonio, che Forbes quantifica in 9,1 miliardi di dollari; cifra che lo colloca al 119esimo posto degli uomini più ricchi del pianeta.
Fabio Montecalvo, presidente di FM Communications, più volte in Russia negli ultimi tre anni per incarichi istituzionali, vanterebbe amicizie di altissimo livello nei palazzi di Mosca, tra i quali un ex potente ministro del governo Putin; nel dicembre 2008 si è recato in visita dallo steso Vladimir Putin con una delegazione di imprenditori italiani. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, pochi giorni fa Montecalvo avrebbe ricevuto direttamente una convocazione dall'ex ministro per entrare a far parte dello staff dirigenziale che organizzerebbe il restyling di comunicazione ed immagine del club monegasco.
Montecalvo, vicino al presidente rossonero Silvio Berlusconi così come ad altri personaggi dai nomi altisonanti, come l'ex presidente dei lavori Pubblici Angeli Balducci e il capo della finanza bresciana Emilio Gnutti, nonché simpatizzante del vulcanico patron del Napoli Aurelio De Laurentis, in questo periodo starebbe anche lavorando, sottotraccia, alla ricostruzione del nuovo Bari, per il quale avrebbe coinvolto amicizie personali degli Emirati Arabi sviluppate nei suoi continui viaggi di lavoro. E chissà che San Nicola non illumini proprio i russi per portare la squadra pugliese ad alti livelli, via Principato di Monaco...

16 aprile 2013

Alessandro Orlandi: "Vi presento i giovani talenti e i progetti dello Studio Assist"

Ho intervistato in esclusiva Alessandro Orlandi, direttore dell'area tecnica oltre che socio dello Studio Assist & Partners. Orlandi ci ha descritto alcuni dei giovani talenti da loro rappresentati e ha illustrato le idee per il prossimo futuro.

Partiamo col parlare dei vostri assistiti e in particolare dai fratelli Garcia Tena, uno al Livingston e l'altro alla Juve Primavera...
«Sono entrambi giocatori nei quali crediamo molto. Jesus è un centrale difensivo di piede mancino classe 90, finora ha collezionato 27 presenze ufficiali con la maglia del Livingston condite da 2 gol e alcuni assist. I suoi punti di forza sono la tecnica, la visione di gioco e le capacità tattiche; da sottolineare inoltre l’importante struttura fisica (1,89 m x 84 kg). Per continuità e qualità di rendimento sta sicuramente disputando una stagione strepitosa; a testimonianza di ciò nel mese di gennaio la Federazione Scozzese lo ha premiato addirittura come giocatore del mese. In Scozia sta molto bene ed è apprezzato, ma non vi nascondo che piace ad alcuni club inglesi e italiani. Mentre il fratello Pol, difensore centrale o esterno mancino classe ’95 è uno dei punti di forza della Primavera della Juventus. E’ stato prelevato nell’estate del 2011 dal Barcellona e in questa stagione è stato il giocatore più giovane ad andare in panchina con la prima squadra in competizione ufficiali (una volta in campionato e una in Coppa Italia). I suoi punti di forza sono il tempismo, la tecnica e la concentrazione. Un giovane da seguire con attenzione...».

Nella Prima Divisione si sta distinguendo il ventunenne portiere Filippo Perucchini. Quali sono le proiezioni future per lui?
«Senza dubbio Filippo sta disputando una stagione molto positiva. E’ arrivato a Como come dodicesimo ma dopo pochi mesi è stato capace di ribaltare le gerarchie e di prendersi la fascia da capitano. La cultura del lavoro e le doti mentali rappresentano da sempre i suoi punti di forza, ai quali abbina importanti doti fisiche e tecniche. La priorità resta centrare la salvezza col Como, il giocatore è molto apprezzato dalla piazza, si trova splendidamente e nutre fiducia nei progetti della società. Dopo questa stagione i suoi estimatori certamente aumenteranno, ma le valutazioni si faranno in estate insieme al Milan, squadra proprietaria del suo cartellino».

In Seconda Divisione, invece, sta facendo grandi cose Domenico Mungo con la maglia del Chieti. A giugno tornerà al Parma?
«Domenico si sta affermando come uno dei calciatori più talentuosi della Lega Pro, ma già ad inizio stagione ne eravamo pienamente convinti. E’ un trequartista classe ’93 brevilineo con grandi doti tecniche. E’ reduce dalla gavetta, poiché l’anno scorso giocava in Serie D con la Pro Piacenza ed è un giocatore che in prospettiva può migliorare ancora tanto. In questo momento è concentrato a raggiungere i playoff col Chieti e a continuare a fare bene, poi quando sarà finito il campionato ci incontreremo con il Parma, società che detiene il suo cartellino».

Se dovessi indicare un altro paio di giovani sui quali puntate fortemente?
«Tra i nostri assistiti, due giocatori delle giovanili del Novara hanno dato vita a prestazioni decisamente sopra la media. Parlo di Andrea Casarini, centrocampista centrale ’94 e capitano della Primavera, un giocatore che nel corso della stagione ha avuto davvero una crescita eccezionale. La visione di gioco, la precisione, le geometrie e la tecnica sono i suoi punti di forza. Per caratteristiche, ritengo sia uno dei migliori registi di centrocampo di tutto il campionato Primavera. Mentre per quanto riguarda i più giovani, anche Aaron Confortini, portiere classe ’98 dei Giovanissimi Nazionali, sta disputando un’ottima stagione. E’ stato convocato più volte in Nazionale Under 15 quest’anno e piace ad alcuni club di primissima fascia, italiani e non solo…».

Oltre al mercato italiano, a quali altri paesi state guardando con maggior interesse?
«In questi mesi lo Studio sta stringendo importanti collaborazioni nell’Europa dell’Est, zona che si sta affermando sempre più come fucina di giovani talenti. Inoltre stiamo portando avanti un progetto importante di espansione sul calcio d’Oltreoceano, nello specifico nella MLS statunitense. Siamo orientati verso questo mercato che consideriamo molto utile per le nostre giovani promesse e altrettanto utile per scovare talenti davvero interessanti».

Infine, chiudiamo con i vostri progetti attualmente in corso e quelli per il futuro.
«Il progetto di Studio Assist & Partners nasce circa tre anni fa dalla grande passione per questo sport. Siamo tre soci: l'Avvocato Cesare Rossini, che oltre ad essere agente FIFA è uno dei maggiori esperti diritto sportivo e rappresenta la nostra area legale, Matteo Mossini, agente FIFA che rappresenta la nostra area commerciale, e infine il sottoscritto, che si occupa dell'area tecnica. Inoltre abbiamo creato un’importante rete di collaboratori, circa trenta, tra Italia ed estero in modo da coprire l'intero territorio. E’ una società anagraficamente molto giovane, ma nel contempo ben avviata, con una struttura flessibile composta da associati, collaboratori e partners; la nostra mission è quella di tutelare i nostri assistiti a 360 gradi, dalla stipulazione del contratto all'assistenza legale fino ad arrivare alla comunicazione e al marketing. Per quanto riguarda i progetti futuri stiamo valutando l’apertura di un‘ulteriore sede di rappresentanza, quasi sicuramente all’estero, e ad incrementare leggermente il nostro team di collaboratori e associati».

15 aprile 2013

Samp-Inter, possibili contropartite nell'affare Icardi: tre nomi in ballo

Dai 12 ai 13 milioni di euro. Sono queste le cifre che si leggono e si sentono quando si parla del passaggio di Mauro Icardi all'Inter. Quello che è ormai certo è che la Sampdoria incasserà più di 10 milioni dalla cessione dell’attaccante di Rosario, ma c’è una novità. Alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva riferiscono che nella trattativa potrebbero essere inserite una o più contropartite tecniche. Ad approdare in blucerchiato potrebbe essere almeno un giovane di proprietà della società meneghina tra l’estremo difensore classe ’92 Francesco Bardi (attualmente in prestito al Novara), il coetaneo Samuele Longo (attaccante in prestito all'Espanyol) e il difensore classe ’91 Luca Caldirola (in comproprietà fra i nerazzurri e il Cesena, attualmente in prestito al Brescia). La formula con cui arriverebbero alla la Samp sarebbe probabilmente quella della comproprietà.

13 aprile 2013

Massimo Neri: "Vi racconto come sta andando in Russia con Capello. Squadre straniere superiori alle italiane perché..."

Ho intervistato in esclusiva Massimo Neri, preparatore atletico dello staff tecnico di Fabio Capello. Con Neri, ex Roma, Juventus, Real Madrid, Inghilterra e Sampdoria, abbiamo voluto non solo approfondire gli aspetti legati strettamente all'esperienza con la nazionale russa, ma anche allargare il discorso a tematiche di più stretta attualità.

Misteri Neri, è da quasi un anno che avete intrapreso questa nuova avventura. Come siete stati accolti e che ambiente avete trovato?
«L'accoglienza è stata quella che trovi in un paese straniero, curioso di conoscere, di capire e di apprendere nuovi metodi e sistemi di lavoro; da questo punto di vista l'ambiente sportivo ha accolto favorevolmente Capello e quindi noi dello staff tecnico. La curiosità era reciproca. Da parte nostra c'era la volontà di provare a entrare nella mentalità e nella testa di giocatori e addetti ai lavori per velocizzare l'apprendimento reciproco, che porta poi all'ottenimento dei risultati. Devo dire che, man mano che approfondiamo la conoscenza sia calcistica sia caratteriale di calciatori e addetti ai lavori, le cose vanno sempre più migliorando».

Dall'Inghilterra alla Russia, come è cambiato il vostro e il suo modo di lavorare?
«Quando ti trovi a lavorare con una nazionale, non ci possono essere grandi cambiamenti. Si tratta di gestire giocatori che vengono dai rispettivi club e che si allenano quotidianamente con determinati staff. Il commissario tecnico sceglie i calciatori più forti e più in forma, ma a volte compie anche scelte sulla base del valore di un giocatore, anche se non è al massimo della condizione in un determinato momento della stagione. Da questo punto di vista noi dobbiamo sostanzialmente gestire giocatori allenati da altri, si tratta di un lavoro più minuzioso ma non può andare oltre un certo limite».

Ha inciso, nel suo modus operandi, la grande differenza a livello climatico?
«Al momento no perché abbiamo giocato le prime partite amichevoli ad agosto, poi le gare di qualificazione a settembre e ad ottobre quando la stagione era ancora accettabilissima. Poi abbiamo disputato una nuova amichevole a novembre, ma il freddo intenso non era arrivato. Da quel momento il campionato in Russia viene sospeso e le attività riprendono a metà gennaio. L'amichevole successiva l'abbiamo giocata in Spagna a febbraio con l'Islanda e l'ultima lo scorso 25 marzo a Londra con il Brasile. A giugno andremo in Portogallo per un'altra partita valida per le qualificazioni al Mondiale. Il tanto temuto inverno russo lo abbiamo quindi evitato e non c'è stato alcun problema sotto questo punto di vista, il clima non ha inciso sugli impegni della nazionale. L'unico match rinviato per neve è stato quello in Irlanda del Nord, un paradosso».

Passando all'attualità, le squadre spagnole e tedesche stanno dominando il calcio europeo: crede che siano superiori alle altre anche sotto il profilo della preparazione atletica?
«Per rispondere a questa domanda ci sarebbe da fare un discorso ampio e bisognerebbe scendere nei particolari. Se si prende come esempio il Barcellona, di cui tutti parlano e che rappresenta un esempio di calcio straordinario e spettacolare, c'è da dire che ha una cultura e una scuola che fanno sì che, a partire dalla cantera e dai primi calci al pallone per arrivare fino alla prima squadra, i giocatori praticano lo stesso tipo di gioco. Privilegiano l'aspetto tecnico senza trascurare l'aspetto fisico, che però diventa secondario in una squadra di grandi atleti, sia che provengano dalla cantera sia che arrivino da altri club. Lo stesso Bayern Monaco ha un filosofia del lavoro che lo contraddistingue e, nell'arco degli anni, è riuscito a vincere tanto in Europa. Le squadre spagnole e tedesche stanno dominando il calcio europeo perché fanno della grande qualità tecnica, della scelta dei giocatori, della programmazione e della tipologia di lavoro il loro marchio di fabbrica».

E l'Italia?
«Più in generale, rispetto al calcio italiano, c'è un gap non indifferente, ma ritengo che sia prevalentemente un gap dal punto di vista tecnico. Continuo a sostenere che il calcio è uno sport di abilità mentre l'aspetto fisico e quello atletico vengono dopo, questa è la mia idea. Quando si gioca alla pari dal punto di vista fisico, prevale sempre l'aspetto tecnico. Parlando in maniera specifica, le squadre straniere hanno un altro ritmo rispetto alle nostre».

Intanto la stagione sta per volgere al termine. Cosa si può fare per recuperare le ultime energie e dare il massimo da qui alla fine?
«In questo momento recuperare energie diventa molto difficile perché non c'è più tempo. Nel momento in cui le energie scarseggiano, è preferibile gestire lo stress dal punto di vista mentale e cercare di lavorare sotto questo aspetto. Si potrebbe provare ad aumentare la capacità di reazione e di sprint senza fare grossi lavori aerobici, dato che produrrebbero effetti soltanto a fine campionato».

Esiste un segreto per dare il meglio in quest'ultimo mese?
«Non esiste un segreto, in quest'ultima parte della stagione subentrano le motivazioni e la disponibilità dei giocatori a sacrificarsi così come la capacità di un allenatore a mantenere saldo e unito il gruppo. Chi ha creato buoni presupposti per arrivare fino alla fine ci arriva meglio degli altri, la base pre-campionato è fondamentale; se uno ha lavorato male e cerca di recuperare adesso mancano le fondamenta. Questo potrebbe essere un piccolo segreto, ma più che un segreto dovrebbe essere un presupposto fondamentale».

Montecalvo: "Bayern superiore, ecco come la Juve potrà eguagliarlo. Ma con un certo numero 10 in campo..."

Niente da fare per la Juventus, ultima squadra italiana ad abbandonare la Champions League. I bianconeri vanno sotto 2-0 sia all'andata che al ritorno e spianano la strada al Bayern Monaco, che in semifinale se la dovrà vedere con il Barcellona. Per commentare l'uscita di scena della Juve e parlare dei possibili rimedi per il futuro, ho contattato in esclusiva Fabio Montecalvo, presidente di FM Communications e di World Football Management.

Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto della Juve vista contro il Bayern?
«Il parterre del 'G8' del calcio targato Champions League credo abbia decretato la giusta posizione della Juventus, tra le prime otto d'Europa. Credo che la qualificazione si sia decisa sopratutto nella partita di andata, dove i bianconeri avevano peccato con errori grossolani in difesa. Nel match di ritorno la Juve mi è piaciuta parecchio, ha affrontato una grande partita con lo spirito agonistico di una grande squadra. Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Il Bayern Monaco ha dimostrato di essere una squadra più completa, più competitiva e più all'altezza di essere ad un passo dalla finale di Champions. Non mi è piaciuto non vedere in campo Vidal e Lichtsteiner, le ali ideali per poter spiccare il volo; senza ali, come si sa, non si può volare. Inoltre, se proprio devo dirla tutta, non mi è piaciuto neanche non vedere un certo Alessandro Del Piero ed il suo numero 10 in una competizione quale è la Champions. Ma questa è un'altra storia...».

I tedeschi sono stati senza dubbio superiori, ma soprattutto sotto che punto di vista?
«Oggi si arriva in finale di Champions non solo grazie a un perfetto aspetto tecnico-tattico. Le società costruite per vincere, lo fanno quando il club mostra dei fatturati altisonanti che ti permettono grandi investimenti. Bayern, Real, Barcellona e PSG viaggiano sui 400 milioni di euro di ricavi delle vendite. Il calcio Italiano, invece, è pressoché fermo. Questo aspetto dev'essere chiaro e trasparente per tutti. Poi il Bayern è stato superiore ed è forte, non solo nella qualità dei singoli, ma ha un collettivo di primissimo livello; anche pressati, riescono a saltare l'uomo e a creare la superiorità numerica. Quindi, la loro superiorità è stata espressa da un grande collettivo e da un management fattivamente europeo».

Come si può colmare il gap tra la Juve e le big europee come il Bayern?
«La Juventus è sulla buona strada per poter raggiungere i livelli di prestazione delle 3-4 big d'Europa. Rimango sempre dell'idea che è una compagine costruita in stile 'made in Europe'. I quarti di finale erano l'obiettivo a cui il club ambiva dopo il ritorno nella massima competizione europea. Ora il gap potrà colmarsi cercando di imitare il know-how, secondo i criteri che sopra menzionavo, dei grandi competitori. Quindi grandi plannings di marketing internazionale, 'branding' operativi a livello mondiale, comunicazione altrettanto internazionale per poter alzar il livello dei fatturati e, conseguentemente, investimenti da top club».

In ottica mercato, oltre a Llorente di cosa ha bisogno questa squadra?
«A prescindere dal capitolo Llorente, sono assolutamente d'accordo con quanto sostiene l'amico e validissimo mister Antonio Conte: 'Se hai i soldi, prendi, compri e vinci. Diversamente ci vuole pazienza'. Con questo voglio dire che oggi per vincere in Europa non sono sufficienti solo un paio di innesti, ma ci vogliono, appunto, investimenti proporzionali all'obiettivo che si vuole raggiungere. Ma la Juve è sulla buona strada per arrivar in alto anche in Europa».

A questo punto, tu che lavori per il Real, tiferai per la squadra di Mourinho? La vedi favorita per la vittoria della Champions?
«Difficile non dire che il Real mi è entrato nel cuore, avverto la familiarità del grande club. Ecco, lavorando lì, si respira davvero un'aria di chi è proiettato - quasi obbligato - a vincere. Ero in Turchia con i blancos ed il loro 'team spirit', sul 3-1 per il Galatasaray, è stata l'arma vincente per non far precipitare il risultato. Credo che il Real alzerà la Coppa e prevedo una finale proprio contro il Bayern Monaco. Hala Madrid!».

12 aprile 2013

Castellini: "Indescrivibile l'emozione di un gol nel derby. Domenica il Genoa ha un solo risultato, spero che Palombo sia decisivo"

Scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori di un derby è già qualcosa di difficile, figuriamoci poi per un difensore. Ma lui, Marcello Castellini, ci è riuscito nel corso della sua prima esperienza con la maglia della Sampdoria, seppur la sua rete non consentì alla squadra di Ventura di battere il Genoa. A circa quarantotto ore dal fischio d'inizio della stracittadina numero 106, lo ho intervistato in esclusiva.

Marcello tu di derby ne sai qualcosa e sei riuscito anche ad andare a segno in quello d'andata della stagione 1999/2000...
«E' difficile da spiegare l'emozione che si prova nel fare gol in una partita del genere. L'unica pecca fu rappresentata dal pareggio del Genoa a tre minuti dal novantesimo. Quel gol, segnato da Ruotolo, tolse a me il gusto di aver segnato e ci negò i tre punti».

Se dovessi spiegare cosa ha in più un derby rispetto alle altre partite?
«Le stracittadine hanno sempre qualcosa in più rispetto a tutte le altre gare e quella di Genova in maniera particolare. Generalmente le tifoserie creano delle coreografie che difficilmente vedi in altri stati, anche se ci sono derby altrettanto sentiti. E non è da sottovalutare il fattore Ferraris, con gli spalti vicinissimi al terreno di gioco».

La Samp non vince da quattro giornate, domenica può essere l'occasione giusta?
«E' chiaro ci sono tantissimi fattori in gioco. La Sampdoria non viene da un momento bello sotto il profilo dei risultati ma avrà la possibilità di rifarsi. Fare risultato significherebbe anche mettere nei guai il Genoa e sono sicuro che questo farebbe molto felici i sostenitori blucerchiati».

Quale delle due squadre vedi favorita?
«Il Genoa è la squadra che ha più da perdere a livello di punti e di classifica da questa partita, mentre la Samp è più tranquilla. Quindi, sotto questo punto di vista, dovrebbero essere più affamati i rossoblu perché hanno un solo risultato da portare a casa. Fare un pronostico non è semplice, è una partita a sé e i tifosi ci tengono molto tutto. Tutto il resto si annulla».

Come stai vedendo il tuo ex compagno Palombo nel ruolo di centrale difensivo?
«Assolutamente bene. E' vero che in qualche partita la difesa non ha fatto benissimo, ma è un discorso che riguarda tutta la squadra. Io sono soprattutto contento che Angelo abbia avuto la possibilità di tornare a giocare, è un ragazzo che se lo merita. Sa ricoprire diversi ruoli in campo e adesso sta facendo bene in una posizione inedita».

Per concludere, chi potrebbe essere il man of the match del derby?
«Mi auguro che possa essere proprio Angelo. Se lo meriterebbe per tutto quello che ha passato e per quanto è legato all'ambiente blucerchiato. So che ha sofferto tanto e spero che sia lui a regalare qualcosa di magico alla tifoseria della Sampdoria».

11 aprile 2013

Inler cercato all'estero: spuntano una nuova e una vecchia pretendente

Fin dal suo arrivo all'ombra del Vesuvio, Gokhan Inler non ha mai mostrato di poter essere indispensabile per il Napoli. Certo le buone prestazioni non sono mancate, ma non c'è stata quella continuità di rendimento che ci si aspettava. A questo punto, dopo due stagioni in azzurro, chissà che il centrocampista svizzero non possa andar via per provare a cercar fortuna altrove, anche perché i club interessati a lui non mancano. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, sia l'Arsenal che l'Atletico Madrid avrebbero messo gli occhi su di lui. Per i Gunners si tratta di un ritorno di fiamma, dato che si erano interessati già ai tempi dell'Udinese. Due anni fa i partenopei sborsarono circa 16 milioni di euro per prelevare Inler, ma difficilmente riusciranno a rientrare da un investimento rivelatosi non proprio azzeccato.


10 aprile 2013

Ag. FIFA Albetti: "Il mio Sudafrica, una terra speciale. Vi presento tre giovani africani che proporremo in Europa"

Terra sconosciuta alla maggior parte degli addetti ai lavori, il Sudafrica rappresenta invece la quotidianità per l'agente FIFA Aris Albetti, che ci vive e lavora da circa sei mesi (in collaborazione con il suo socio, l'agente Marco Chiofalo). Lo ho intervistato in esclusiva per provare a conoscere meglio la realtà calcistica sudafricana e saperne di più circa i giocatori rappresentati dallo stesso Albetti.

Iniziamo col parlare di questa tua nuova esperienza professionale: quando e come è cominciata?
Diciamo che questa esperienza è iniziata quasi per caso. Ho cominciato a visitare il Sudafrica cinque anni fa per ragioni familiari e da subito ho avuto la percezione che questo paese abbia qualcosa di speciale, non solo sotto il profilo sportivo. Stiamo parlando del paese economicamente più sviluppato dell'intera Africa e vanta infrastrutture all'avanguardia, basti pensare agli stadi che sono stati costruiti per i Mondiali disputati nel 2010. Credo che per chi voglia iniziare a fare scouting in questo continente, il Sudafrica rappresenti un buon punto di partenza perché permette di monitorare anche i campionati dei paesi confinanti. Questo è un grande vantaggio perché non si disperdono troppe energie e c'è l'opportunità di ottenere una prima scrematura in termini di scouting”.

Ma cosa manca al calcio sudafricano per compiere il salto di qualità?
Potremmo scrivere un libro riguardo a questo argomento. Ho avuto la fortuna di parlare con allenatori di successo che in passato hanno vinto campionati con le squadre più importanti del Sudafrica e tutti sono d'accordo col dire che qui il calcio è ricco di grandi talenti ma è carente di buoni allenatori nei settori giovanili. I migliori club sono troppo focalizzati sulle prime squadre e molto spesso trascurano i settori giovanili, non capendo che l'investimento sul giovane calciatore possa far risparmiare nel medio termine e possa, di conseguenza, creare i campioni di domani. Non fanno parte di questa categoria di club l'Ajax Cape Town e il Supersport United, che stanno dimostrando di avere capito quale direzione prendere e i risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti; basti pensare che Serero dell’Ajax e Pienaar dell’Everton provengono proprio dal settore giovanile dell'Ajax Cape Town”.

Soffermiamoci su alcuni dei calciatori da voi rappresentanti, partendo dal nigeriano classe '92 George Akpabio.
Gioca nel Vasco da Gama in First Division, è un giocatore di sicura prospettiva e per questo motivo la mia agenzia sta lavorando in modo capillare e costante sul giocatore. Il ragazzo è pronto per approdare in Europa e dimostrare le sue eccezionali doti. Attualmente siamo focalizzati sul capire in quale contesto possa maturare più velocemente, senza però essere caricato di troppa pressione. Per chi non lo conoscesse, Akpabio è un giocatore che ricorda molto il primo Emenike, connazionale dello Spartak Mosca, per potenza, tecnica e fiuto del gol. In ogni caso si sta parlando di un ventenne con ampissimi margini di miglioramento”.

Passiamo al diciottenne keniota Brian Mandela Onyango: dopo la nazionale potrebbe arrivare anche l'approdo in Europa?
Onyango sta dimostrando partita dopo partita il suo incredibile potenziale. Con il suo club di appartenenza, il Santos, sta giocando regolarmente, sfornando prestazioni di altissima qualità, ma la nota più positiva riguarda le sue prestazioni con la sua nazionale. Non a caso, nell'ultima partita per le qualificazioni Mondiali contro la Nigeria, è stato uno dei migliori in campo, fermando le avanzate di Victor Moses e compagni. Non male per un ragazzo classe '94. Anche per Onyango siamo convinti che le porte dell'Europa si apriranno presto”.

Concludiamo con il classe '96 Jerome Bitumba, in passato in prova allo Sporting Lisbona.
Si tratta di un ragazzo congolese nato in Sudafrica che attualmente milita nelle giovanili dell'Università di Pretoria. E' un esterno alto di piede, un giocatore estroso, ha nel suo bagaglio tecnico la giocata che può cambiare l'esito della partita in un istante. Sono sicuro che, se imparerà ad essere più costante nell'arco dei novanta minuti, sia destinato a diventare un calciatore di assoluto valore”.

Oltre che in Sudafrica, sappiamo che state lavorando in Benin, Camerun, Ghana, Kenya, Sierra Leone e Zimbabwe...
Attualmente stiamo costruendo delle relazioni strategiche in questi paesi ma al momento non abbiamo alcuna fretta di espanderci, anche perché l'Africa è un continente affascinante ma allo stesso tempo molto difficile. Posso dire, però, che abbiamo già individuato giocatori di qualità pronti per il calcio europeo”.

9 aprile 2013

Il Chievo guarda in B e Lega Pro: possibile doppio colpo a centrocampo

Gli uomini mercato del Chievo sono già al lavoro in vista dell’apertura della finestra estiva di calciomercato. Il direttore sportivo Sartori e i suoi collaboratori starebbero valutando, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, la possibilità di prelevare due giovani per rafforzare la zona nevralgica del campo. Il primo è il regista classe '92 del Cittadella Daniele Baselli e l’altro è il coetaneo senegalese Yves Baraye, centrocampista tuttofare del Lumezzane. I clivensi sono sulle loro tracce.

Per la Sampdoria rispunta Silvestre, cercato anche da un altro club di A

Con il passaggio dalla difesa a quattro alla difesa a tre a opera di Rossi, si è messa in luce la carenza di centrali difensivi all’altezza. Lo dimostra anche il fatto che Palombo è stato adattato in un ruolo non suo e in casa Sampdoria lo sanno bene. E’ questo il motivo per cui, nella prossima sessione di calciomercato, si cercherà di portare in blucerchiato almeno un elemento che vada a rinforzare il pacchetto arretrato. Secondo alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva, uno degli obiettivi sarebbe rappresentato da Matias Silvestre. Il suo nome era già stato accostato alla Samp a gennaio, ma alla fine non se ne fece nulla. Il centrale difensivo argentino non sembra aver trovato il suo ambiente ideale all’Inter e quasi sicuramente cambierà maglia in estate. Sulle sue tracce si sarebbe messo anche il Bologna, pronto a dare battaglia in sede di mercato. Osti, però, potrebbe avere un asso nella manica. Chissà che il cartellino di Silvestre non possa essere inserito nella trattativa che porterà Icardi nella Milano nerazzurra.


8 aprile 2013

Yaya Sanogo seguito da due club di Serie A ma in vantaggio c'è una big inglese

Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti dalla Francia, Chievo e Udinese si sarebbero messe sulle tracce del centravanti classe '93 Yaya Sanogo. L'attaccante dell'Auxerre e della Francia Under 21 ha finora messo a segno otto gol nelle sette presenze collezionate in Ligue 2, ma il suo contratto è in scadenza a giugno e la possibilità che vada via a parametro zero è concreta. Tornando all'interessamento da parte di clivensi e friulani, bisogna sottolineare che forse le italiane si sono mosse tardi per la punta transalpina. Su di lui ha da tempo messo gli occhi l'Arsenal, che sembra essere in pole position per assicurarsi le sue prestazioni.

Aumentano pretendenti e prezzo del bulgaro Tonev

Con l'avvicinarsi della sessione estiva di calciomercato sale il numero delle pretendenti ad Aleksandar Tonev, esterno offensivo sinistro del Lech Poznan e della nazionale bulgara. Il classe '90, soprattutto grazie alla tripletta messa a segno contro Malta nella gara valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2014, ha attirato su di sé gli occhi di due nuovi club che avrebbero già avviato delle trattative per lui. Si tratta, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, del Borussia Moenchengladbach e del PSV Eindhoven. Attenzione però agli interessamenti che provengono da Francia, Turchia e, anche, Italia. Le quotazioni di Tonev sono in continua ascesa, tanto che il valore del suo cartellino è raddoppiato rispetto a gennaio e si è portato a circa 2 milioni di euro.