21 dicembre 2013

Un ex dirigente blucerchiato vuole Tozzo in Serie B

La scorsa settimana abbiamo fatto il punto della situazione sul futuro di Andrea Tozzo. Dopo la mancata partenza in direzione Venezia ad agosto, l'ex numero 1 del Portogruaro è sul piede di partenza e a gennaio dovrebbe arrivare il momento di un nuovo trasferimento in prestito per lui. Voci di corridoio raccontano di vari apprezzamenti per il giovane portiere in comproprietà fra Sampdoria e Verona, ma in questo momento sarebbe soltanto una la società concretamente interessata a lui.

Si tratta, come raccolto in esclusiva, della Juve Stabia. Nessuno dei tre portieri attualmente in organico (Branescu, Calderoni e Viotti) sembra in grado di dare le giuste garanzie al tecnico Fulvio Pea e, per questo motivo, si sta ipotizzando di prendere un nuovo elemento fra i pali. A caldeggiare l'arrivo dell'estremo difensore classe '92 sarebbe Fabio Lupo, da novembre direttore sportivo della società campana. L'ex responsabile del settore giovanile blucerchiato ha avuto modo di conoscere Tozzo due stagioni fa e, a questo punto, non è da escludere che le loro strade possano incrociarsi di nuovo.

20 dicembre 2013

Gasbarroni: "Samp-Parma bella gara, Ferraris arma in più"

E' l'antivigilia dell'ultimo incontro del 2013 della Sampdoria. Domenica pomeriggio la squadra di Mihajlovic, reduce da tre vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, ospiterà il Parma orfano di Cassano. Per avvicinarci al match, ho raggiunto in esclusiva un grande ex di entrambe le squadre come Andrea Gasbarroni, oggi tra le file del Monza per la sua seconda stagione.

Andrea, cosa ti porti dietro dei tuoi due anni e mezzo in blucerchiato?
«Ho dei ricordi bellissimi. Dalla vittoria del campionato cadetto ai due anni in Serie A, sono state annate ricche di emozioni, molto importanti per me e per la mia carriera. Nella stagione 2004/05 non raggiungemmo il traguardo della Champions League per pochissimo, mentre l'anno dopo non fu esaltante e ci salvammo verso la fine. Ma, nel complesso, porto con me ricordi davvero forti e, ogni volta che parlo della Samp, lo faccio molto volentieri».

L'unico dei tuoi ex compagni ancora a Genova è Angelo Palombo.
«Ormai è da più di dieci anni che Angelo che veste la maglia blucerchiata e lui la Sampdoria ce l'ha dentro, quando scende in campo dà sempre il massimo. Rossi lo aveva spostato in difesa, ma con Mihajlovic è tornato a fare il ruolo che ha sempre ricoperto da grande protagonista. E' un giocatore fantastico e non mi stupisce il fatto che stia facendo molto bene in mediana».

Hai mantenuto rapporti con qualcuno che faceva parte di quella Sampdoria?
«Ho parlato proprio con Angelo qualche tempo fa e a volte mi capita di sentirlo. La maggior parte dei ragazzi che giocavano con me si è ritirata dal calcio giocato, però continuo comunque a sentire con grande piacere Bazzani, Flachi, Pavan e mister Novellino».

Domenica la Samp ha l'opportunità di centrare il terzo successo di fila...
«Il cambio di allenatore ha dato la giusta scossa come a volte capita. Mihajlovic mi ha dato l'impressione di essere molto motivato, riesce a trasmettere la propria personalità ai suoi giocatori e lo si vede in campo. Le cose stanno andando bene e può farmi solo che piacere perché, ripeto, ho vissuto momenti bellissimi alla Sampdoria. Ho affrontato Mihajlovic quando era a fine carriera e la sua carriera da giocatore parla per lui».

...ma per riuscirci dovrà superare l'ostacolo Parma.
«Sarà una partita sicuramente bella. Da una parte c'è una Sampdoria con grande entusiasmo, dall'altra una buona squadra come il Parma che è allenato da un tecnico capace. Prevedo una bella gara tra due squadre che andranno in campo per cercare di vincere. Ma giocare al Ferraris dà sempre qualcosa in più, grazie a dei tifosi eccezionali e ad una splendida gradinata. Giocare in casa è senza dubbio un vantaggio per la Samp, perché i tifosi ti danno una mano; anche quando c'ero io giocare a Marassi era più semplice e il pubblico ti spingeva fino all'ultimo».

Da una parte mancherà Gabbiadini, dall'altra Cassano: quale assenza peserà di più?
«Sostituire Cassano non è semplice, è un talento unico, ma al suo posto potrà esserci un giocatore importante come Biabiany. Cassano può inventare la giocata decisiva da un momento all'altro, mentre Gabbiadini ha un gran passo, una forza incredibile e attacca bene la profondità. Sono due calciatori dalle caratteristiche diverse, ma ugualmente importanti per le rispettive squadre e non so quale dei due farà sentire di più la sua assenza. E, comunque, chi li sostituirà scenderà in campo per fare bene e per dare mano alla squadra».

19 dicembre 2013

Primavera, rivelazione fa rima con Ciccone: alla Samp sulle orme di Vialli

Era l'estate 1984 quando un allora ventenne Gianluca Vialli lasciava la Cremonese per approdare a Genova, dove ha scritto pagine importanti di storia e conquistato ben sei trofei. A distanza di ventinove anni, un altro giovane compie il suo stesso percorso e arriva a Bogliasco. Il suo nome è Nicola Ciccone, anche lui attaccante e anche lui nativo di Cremona.

Diciassette anni compiuti ad aprile, è uno dei punti di forza degli Allievi Nazionali della Cremonese con cui, tra l'altro, disputa le Final 8 di categoria di Lega Pro. La Sampdoria lo nota e da quel momento non gli toglie gli occhi di dosso, seguendolo in diverse occasioni fino a giugno e prelevandolo poi il mese successivo. Aggregato alla Primavera in ritiro a Chiusa Pesio, si mette subito in mostra andando anche a segno nel Memorial “Viscusi”.

Da allora arrivano tre gol (due in campionato e uno in TIM Cup), assist e tante buone prestazioni che hanno confermato la buona intuizione dei dirigenti blucerchiati, bravi a battere la concorrenza in sede di mercato. Ma un plauso va fatto anche a chi lo ha segnalato loro, Massimo Borgobello e Luca Coti, che hanno condotto e portato a termine la trattativa per il suo trasferimento: «Abbiamo scelto la Sampdoria soprattutto per i componenti dello staff tecnico e dirigenziale, che fin da subito hanno dimostrato tutta la propria professionalità», affermano.

A Cremona veniva impiegato soprattutto come attaccante esterno in un 4-3-3, ma per lui giocare da ala, da trequartista o da seconda punta non fa differenza; insomma, è il classico attaccante moderno che tutti gli allenatori vorrebbero avere a disposizione. Il mancino è il suo piede naturale e si è visto nel derby vinto 3-0 sul quale c'è anche il suo marchio. Insomma, il suo impatto è stato più che positivo, la sua crescita è costante e, soprattutto, i colori blucerchiati gli sono già entrati nel cuore.

17 dicembre 2013

Spezia, ds Romairone: "Eramo e Gentsoglou? Buoni elementi ma..."

A breve la finestra invernale di calciomercato aprirà i battenti e i dirigenti della Sampdoria sono già al lavoro. Sì per rafforzare l'organico attuale, ma anche e soprattutto per sfrondare un organico decisamente troppa ampio. In particolare, è il centrocampo il reparto che verrà sfoltito; tra i possibili partenti ci sono Savvas Gentsoglou e Mirko Eramo, fin qui poco utilizzati. Sulle tracce di entrambi i centrocampisti, stando ad alcune notizie circolate la scorsa settimana, si sarebbe messa un'altra società ligure: lo Spezia.

Per avere una conferma o una smentita in merito, ho contatto in esclusiva Giancarlo Romairone, responsabile dell'area tecnica degli aquilotti: «Per noi non è ancora arrivato il momento di parlare e di fare nomi, a maggior ragione dopo il cambio di allenatore. Senza dubbio quelli di Eramo e Gentsoglou sono nomi di giocatori forti e interessanti, ma valuteremo al meglio la rosa a disposizione e ascolteremo le valutazioni di mister Mangia. Anche se ci si avvicina al mercato, per noi questo discorso è ancora prematuro e, ripeto, siamo convinti di avere una buona squadra». Non è passata inosservata, però, la presenza di Romairone sugli spalti del Ferraris in occasione delle ultime gare dell'undici di Mihajlovic: «Io giro tanto e guardo diverse partite. Poi vedo la Sampdoria molto volentieri e a Genova torno sempre con piacere», ha concluso sorridendo.

16 dicembre 2013

Piana verso l'addio al Como: la situazione tra le richieste e la volontà della Samp

Tenuto (giustamente) in grande considerazione dalle parti di Corte Lambruschini e Bogliasco, Luca Piana non sta avendo molta fortuna nella sua prima avventura fra i professionisti. L'ex Primavera è arrivato al Como in estate con la formula del prestito, ma un infortunio prima e le scelte del tecnico Colella poi lo hanno costretto a trascorrere questa prima parte di stagione fra panchina e tribuna. Soltanto due presenze fino a questo momento per un totale di circa 80 minuti giocati, decisamente troppo pochi per uno dei giovani più promettenti venuti fuori dal settore giovanile blucerchiato negli ultimi anni.

Ecco perché sta prendendo forma l'ipotesi di un interruzione del prestito nel prossimo mese, così che a partire da gennaio il centrale difensivo classe '94 possa riuscire a giocare con maggiore continuità. Come raccolto in esclusiva, ci sono alcuni club di Lega Pro sulle sue tracce (Catanzaro e Pavia su tutti) e anche una società di Serie B. Quest'ultima, però, sarebbe intenzionata a prelevare Piana soltanto in comproprietà, formula che alla Sampdoria non sembrerebbe essere gradita. Più probabile quindi un altro prestito in Lega Pro, questa volta in una squadra che realmente punti su Piana.

Agostini: "Milan-Roma giocata alla pari. Balotelli encomiabile, Totti..."

Non si è conclusa ieri la quindicesima giornata di Serie A. Spazio questa sera all'ultimo posticipo di questo turno, con Milan e Roma pronte a darsi battaglia a San Siro. Quando mancano poco più di cinque ore al fischio di inizio, ho raggiunto in esclusiva il doppio ex Massimo Agostini per analizzare il match.

Il Milan arriva alla partita di stasera dal fondamentale pareggio casalingo con l'Ajax...
«Con fatica e sofferenza l'obiettivo della qualificazione agli ottavi di Champions è stato raggiunto, anche se sarebbe stato meglio raggiungerlo in un'altra maniera disputando la partita undici contro undici. Però contro l'Ajax e con un uomo in meno la squadra ha retto bene ed è stata disposta in maniera egregia da Allegri. A volte con affanno, a volte diligentemente, i rossoneri si sono difesi portando a casa questa qualificazione che dà una botta di morale importante sia per il campionato che per la stessa Champions League. Agli ottavi affronteranno una squadra tosta come l'Atletico Madrid, ma era importante passare il turno e cambiare l'atmosfera all'interno dello spogliatoio».

Che partita sarà quella contro la Roma a San Siro?
«Dopo l'Ajax, il Milan affronterà un altro avversario importante al Meazza e Allegri potrà vedere a che punto è la sua squadra. Sarà un test probante per il Milan che avrà l'importante occasione di uscire da una zona di classifica critica cercando di fare punti contro la seconda in classifica, ma la Roma andrà a Milano per giocarsi la partita attaccando e cercando di segnare. Nessuna delle due squadre lascerà niente e non vorrei che tutto questo le portasse ad annullarsi a vicenda...».

Quindi non vede nessuna delle due squadre favorita?
«Non dico che questa sera verrà fuori un pareggio, ma sono due squadre che hanno sempre la possibilità di trovare la via del gol. Adesso come adesso prevedo un pareggio, ma spero di sbagliarmi perché vorrei vedere una partita ricca di gol. Classifica alla mano bisognerebbe dire che la Roma parte favorita, ma il Milan non è merita questa situazione di classifica e se la può giocare ad armi pari».

Da una parte ci sarà un Mario Balotelli che sembra ritrovato...
«Abbiamo visto mercoledì contro l'Ajax cosa è stato capace di fare Balotelli. Si è sobbarcato la squadra sulle spalle e ha fatto reparto da solo tenendo il pallone e incassando i falli: è stato encomiabile. Vedendo la situazione dopo il cartellino rosso a Montolivo, ha giocato per la squadra e non si è lasciato andare. Va dato merito a Mario per il suo approccio positivo e perché ha tenuto in guardia la difesa dell'Ajax per tutti i novanta minuti».

...dall'altra tornerà in campo dopo l'infortunio Francesco Totti.
«La mancanza di Totti ha permesso alla Juventus di scavalcare la Roma in classifica e di prendersi il primo posto. Tutti attendono il ritorno del capitano giallorosso, ma non bisogna dimenticarsi che quella di stasera sarebbe la prima partita e anche su un campo difficile. Se la gamba è guarita del tutto, meglio farlo giocare per uno spezzone di gara, il che gli garantirebbe di ritrovare lo stimolo e la voglia di stare in campo».

13 dicembre 2013

Testardi lascia l'Honved: a gennaio torna alla Samp

Si è conclusa anzitempo l'esperienza di Emanuele Testardi in Ungheria. Lo scorso giugno la Sampdoria aveva riscattato dal Sudtirol il cartellino dell'attaccante romano, salvo poi cederlo con la formula del prestito all'Honved Budapest. La sua avventura era cominciata nel migliore dei modi con una tripletta all'esordio contro il Celik Niksic nel primo turno di qualificazione di Europa League, ma poi non è proseguita sugli stessi binari.

In seguito il centravanti classe '90 ha collezionato, tra campionato, coppa nazionale ed Europa League, altre 14 presenze segnando due gol (entrambi al Cegléd in coppa), ma alla fine la saudade ha preso il sopravvento. Ad inizio novembre, come raccolto in esclusiva, il giocatore ha deciso, d'accordo con i dirigenti dell'Honved, di interrompere il suo periodo nella capitale ungherese per fare ritorno in Italia. Il 1 gennaio verrà risolto ufficialmente il prestito e la Samp avrà nuovamente nelle sue mani il futuro di Testardi.

12 dicembre 2013

Benny Carbone: "Inter in crescita, ma domenica il Napoli deve vincere"

Napoli fuori dalla Champions League, ma a testa alta. Non è bastato battere 2-0 l'Arsenal per qualificarsi agli ottavi di finale e, a maggior ragione, la squadra di Rafa Benitez ci terrà a fare bene nel prossimo impegno. Gli azzurri si apprestano ad affrontare l'Inter dell'ex Walter Mazzarri, reduce da tre pareggi consecutivi. Per avvicinarci al match in programma domenica sera, ho raggiunto in esclusiva l'ex attaccante e oggi allenatore Benito Carbone, che in carriera ha militato in entrambe le squadre.

Mister Carbone, come esce il Napoli dalla sfida contro l'Arsenal?
«Prima della partita tutti davano per spacciato Napoli e dicevano non potesse vincere, ma io avevo detto e ribadisco che le partite vanno giocate. Sulla carta sembrava impossibile poter ribaltare i pronostici, ma ieri sera il Napoli è entrato in campo con un approccio perfetto, con convinzione, cattiveria e voglia di fare risultato. La squadra ha offerto una prestazione brillante e tutti si aiutavano l'uno con l'altro. La partita è stata preparata alla perfezione da Benitez, che grazie alla sua mentalità europea queste partite non le sbaglia mai. Alla fine però il Napoli è uscito dalla Champions League con 12 punti ed è una cosa molto strana. Sulla partita di ieri sera non c'è niente da dire, peccato soltanto che il Marsiglia abbia subito gol all'ultimo; sarebbe stato giusto che i partenopei andassero avanti per tutte le partite disputate in questa prima fase della Champions».

E il pubblico di Fuorigrotta ha dimostrato di essere della sua stessa idea...
«Credo che il comportamento dei tifosi abbia fatto bene alla squadra. A fine partita hanno applaudito tutti, dimostrando un entusiasmo incredibile nonostante l'enorme dispiacere per la mancata qualificazione. Con il loro sostegno hanno dato tranquillità, forza e sicurezza ai giocatori. Adesso c'è la consapevolezza che, se il Napoli gioca così e ha il pubblico dalla propria parte, è sempre pericoloso. So che il tifoso napoletano vive per quella maglia e sono convinto che il pubblico può essere davvero il dodicesimo uomo in campo per il Napoli».

Il prossimo avversario degli azzurri sarà l'Inter: è l'occasione per tornare alla vittoria?
«L'Inter sta dimostrando di essere una squadra vera, dà l'impressione di crescere partita dopo partita. Mazzarri in poco tempo ha svolto un lavoro fantastico e la sensazione è che abbia creato una gruppo a tutti gli effetti. Anche da quei giocatori che non riuscivano ad esprimersi ad alti livelli negli anni scorsi, è riuscito a tirare fuori il meglio. Quindi mi aspetto una bella partita al San Paolo. Il Napoli ha la chance di confermare la prestazione di ieri e, in caso di vittoria, anche di tenere a distanza l'Inter che sta diventando un avversario scomodo».

In caso di vittoria degli ospiti, però, i nerazzurri si porterebbero a -1 dal Napoli...
«Questo è il motivo per cui credo che il Napoli debba assolutamente vincere; questa, più di altre, è una partita da non sbagliare. Gli azzurri non devono dare all'Inter la possibilità di avvicinarsi a loro e, vincendo domenica, possono allontanarla, in modo non definitivo ma portando il distacco a sette punti».

Per Walter Mazzarri sarà la prima volta al San Paolo da ex.
«Da tifoso mi auguro che Mazzarri possa ricevere soltanto applausi per tutto quello che ha fatto negli ultimi anni e per aver raggiunto traguardi molto importanti per la storia del Napoli. Lui ha riportato la squadra in Champions League e l'anno scorso è arrivato al secondo posto, non si può pensare ad un'accoglienza negativa anche se alla fine è andato via. Mazzarri è stato molto corretto dicendo che aveva bisogno di altri stimoli dopo anni ad alti livelli sulla panchina azzurra. Ha avuto la possibilità di allenare una grande squadra come l'Inter e l'ha colta al volo».

Da Serie B e Lega Pro interessamenti per Tozzo: a gennaio via per giocare

Terzo nella gerarchia dei portieri alle spalle di Da Costa e Fiorillo, Andrea Tozzo ha trascorso questa prima parte di campionato tra panchina e tribuna. Ad agosto il suo passaggio al Venezia fu bloccato all'ultimo minuto, ma a gennaio le cose potrebbero andare diversamente perché, si sa, la sessione invernale di calciomercato può rappresentare l'occasione di cambiare il volto alla propria stagione per ogni calciatore. E così anche per il ventunenne estremo difensore, l'anno scorso numero 1 del Portogruaro e tornato alla Sampdoria in estate.

Adesso la società blucerchiata, che detiene la proprietà del suo cartellino insieme al Verona, sarebbe orientata a lasciarlo partire in prestito per fargli accumulare minuti ed esperienza; in tal modo asseconderebbe la volontà dello stesso classe '92, al quale non mancano le pretendenti. Infatti, come raccolto in esclusiva dalla nostra redazione, ci sarebbero diverse società sulle sue tracce: gli apprezzamenti provengono da un paio di club di Serie B e, soprattutto, dalla Lega Pro. Ad oggi, comunque, non c'è ancora nulla di concreto, ma Tozzo può iniziare a staccare i guanti dal chiodo.

10 dicembre 2013

Il doppio ex Marazzina: "Chievo e Samp a caccia di punti, ma la salvezza non è a rischio"

Dopo le prime due vittorie dell'era Mihajlovic, la Sampdoria si appresta ad affrontare la squadra del campionato che più le somiglia per il percorso che sta facendo. E' il Chievo Verona, reduce da quattro successi consecutivi dopo il ritorno in panchina di Eugenio Corini. Ho raggiunto in esclusiva Massimo Marazzina, ex attaccante di Samp e Chievo, per analizzare la situazione di queste due compagini in cui ha militato oltre che, ovviamente, il match in programma allo stadio Bentegodi.

Massimo, innanzitutto che ricordo hai del tuo breve periodo in blucerchiato?
«Calcisticamente parlando non ho un bellissimo ricordo, però ho conosciuto delle bravissime persone che lavorano tutt'ora in società e quando ho avuto occasione di incontrarle le ho sempre salutate con affetto. E' stato un periodo storto, un po' per colpa mia, un po' per qualche equivoco tattico. Dovevo cercare di adattarmi a fare cose che non avevo mai fatto prima e quindi non sono riuscito a fare bene».

Durante la tua permanenza a Genova hai conosciuto Angelo Palombo, che ha lasciato la difesa per tornare a centrocampo.
«E ora è bello riposato (ride, ndr). Scherzi a parte, conosco bene Angelo che è stato anche in Nazionale ed è un elemento di grande esperienza. La Sampdoria gioverà del ritorno a centrocampo di questo giocatore che è ritornare a riassaporare il campo nel suo ruolo naturale».

Domenica ci sarà Chievo-Samp, la sfida tra due formazioni in gran forma...
«Entrambe stanno molto bene sia mentalmente che fisicamente, anche se la situazione di classifica impone di non giocare in maniera spensierata. Tutte e due vorranno vincere per raccogliere punti e per mettersi alle spalle altre squadre concorrenti. Sono due squadre che hanno ritrovato entusiasmo dopo i rispettivi cambi di allenatore; speriamo di vedere una bella partita».

Anche in virtù degli arrivi di Mihajlovic da una parte e di Corini dall'altra, hanno le carte in regola per salvarsi?
«La Sampdoria ha giocatori di categoria che hanno lottato per traguardi importanti e non credo abbiano problemi. Poi il fatto di giocare a Marassi porta sempre qualche punto in più. Credo che anche il Chievo riuscirà a ottenere la salvezza. Non era una squadra da ultimo posto in classifica prima e non è da zona Europa adesso, ma vedendo anche il suo potenziale offensivo ritengo abbia qualcosa in più delle altre. Vedo altre squadre messe molto peggio...».

Ovvero?
«Mi dispiace fare nomi, però penso che il Catania abbia dei problemi molto seri, così come il mio Bologna che onestamente non vedo benissimo. Infine, con tutto il rispetto, dico il Sassuolo anche se sta facendo un grandissimo campionato. Credo che siano queste le tre squadre che troveranno più difficoltà da qui alla fine».

Tornando alla Samp, dove pensi che abbia maggiormente bisogno di rinforzi a gennaio?
«Io sono stato protagonista di cambi di squadra a gennaio e sono testimone di quanto sia difficile inserire elementi nuovi a metà campionato. Se però una squadra deve cambiare qualcosa, deve acquistare giocatori pronti e determinanti. Tutte le squadre che lottano per non retrocedere credo debbano pensare prima di tutto a non prenderle, quindi servirebbe qualcuno che possa dare maggiore sicurezza alla difesa. Davanti potrebbe servire qualcuno che faccia gol ma, se gli attaccanti stanno bene dal punto di vista fisico, credo che il reparto avanzato sia a posto così».

9 dicembre 2013

Rimini, Morga ha la valigia in mano: a gennaio sarà addio

Rispetto ad inizio stagione non è molto cambiata né tanto meno migliorata la situazione di Francesco Morga. Il ventisettenne attaccante di Monopoli non sta vivendo il miglior momento della sua carriera, ma di certo non per colpa sua. Il Rimini, così come in estate, ha mantenuto l'intenzione di cederlo per disfarsi così di un ingaggio come il suo, troppo pesante per l'attuale situazione finanziaria, e non ne sta facendo mistero; non a caso, infatti, il tecnico Osio lo ha utilizzato con il contagocce, mandandolo in campo soltanto in sette occasioni fino a questo momento.

CAPOLINEA - Ieri invece Morga si è dovuto accomodare in tribuna, scatenando la contestazione dei tifosi che non hanno mai nascosto di essere dalla sua parte. Il divorzio fra le parti, però, sembra ormai inevitabile e l'occasione per siglarlo è dietro l'angolo. A gennaio, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, le strade del centravanti e della società romagnola, a meno di clamorosi quanto imprevisti colpi di scena, si divideranno. In sede di mercato estivo furono Alessandria, Chieti, Cosenza, San Marino, Spal e Virtus Entella ad intavolare una trattativa per lui; chissà che proprio fra queste non possa venir fuori la sua nuova squadra.

Sirene dal Brasile per Romulo, ma lui resta a Verona sognando l'azzurro

L'Hellas Verona si conferma in sesta posizione in graduatoria, una situazione di classifica difficilmente pronosticabile fino a qualche mese fa. Andrea Mandorlini è il condottiero della squadra rivelazione del nostro campionato, mentre al ds Sean Sogliano va il merito di essere riuscito a mettere a segno colpi significativi nella passata sessione estiva di calciomercato. Gli arrivi di Iturbe e Toni rappresentano sicuramente delle intuizioni azzeccate, ma c'è un altro giocatore arrivato in estate che si sta ritagliando un ruolo da protagonista nella città dell'Arena. E' Romulo Souza Orestes Caldeira, o molto più semplicemente Romulo.

IL BRASILEIRAO CHIAMA - Grazie al grande dinamismo e a quella duttilità che gli permette di giocare indifferentemente sia come centrocampista sia come esterno basso o alto, il classe '87 è diventato uno dei punti fermi dell'undici scaligero (per informazioni chiedere a Mandorlini, che lo ha sempre utilizzato in campionato). In questa prima parte di Serie A ha impreziosito le sue 15 presenze con 3 gol e 5 assist, accendendo l'interesse di club d'oltreoceano. Difatti, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, un paio di club brasiliani avrebbero recentemente posato gli occhi su di lui.

SAUDADE? NO, GRAZIE - Ma il numero 2 gialloblu non ha alcuna intenzione di lasciare Verona a gennaio e, anzi, vuole andare avanti nel solco tracciato fino a questo momento. E poi non bisogna tralasciare un aspetto importante: Romulo, avendo il doppio passaporto brasiliano-italiano e non essendo mai stato convocato nella Selecao, potrebbe addirittura vestire la maglia dell'Italia. In fondo perché precludersi la speranza di ricevere una chiamata da parte di Prandelli? E magari di giocare il Mondiale nel suo Brasile? Se il ct azzurro dovesse avere bisogno di un elemento affidabile da poter schierare in più zone del campo, allora potrebbe farci un pensierino.

5 dicembre 2013

Dalla Svezia una nuova idea per l'attacco della Samp

Manca ormai poco meno di un mese alla riapertura del calciomercato e tutte le società italiane iniziano a muoversi per definire le strategie da mettere in atto in sede di mercato invernale. Anche i dirigenti della Sampdoria lo stanno facendo per provare ad esaudire le richieste che mister Mihajlovic ha fatto e farà in vista di gennaio. Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, c'è la possibilità che venga rinforzato il parco attaccanti per consegnare nelle mani del neo tecnico blucerchiato giocatori adatti al suo 4-2-3-1.

Tra le varie piste, come raccolto in esclusiva, una porterebbe direttamente in Scandinavia. Nell'Allsvenskan, la massima serie del campionato svedese, milita infatti Sam Larsson, ala del Goteborg e della Svezia Under 21 che in patria considerano uno dei giovani più promettenti attualmente in circolazione. Questo talentuoso classe '93 fa del tasso tecnico e della velocità nel breve le sue doti migliori; gol e assist sono il suo pane quotidiano. Esterno d'attacco ambidestro, Larsson ben si sposerebbe con il modulo tattico utilizzato da Mihajlovic. La sua valutazione è sicuramente destinata a salire, per la Samp può essere un'ipotesi interessante.

4 dicembre 2013

Orlandi (Studio Assist): "I nostri giovani talenti protagonisti in Lega Pro"

Ho raggiunto in esclusiva Alessandro Orlandi, socio e responsabile dell'area tecnica dello Studio Assist & Partners, che gestisce gli interessi di tanti giovani promettenti che si stanno mettendo in luce nel campionato di Lega Pro. Tra questi Filippo Perucchini (classe '91 in comproprietà fra Lecce e Milan), Alberto Paleari (classe '92 della Virtus Vecomp Verona), Antonio Rosti (classe '93 della Vigor Lamezia), Gabriele Franchino (classe '91 del Monza) e Paolo Marchi (classe '91 Como), dei quali abbiamo parlato in questa intervista.

Iniziamo con i portieri. Perucchini si sta affermando con il Lecce grazie ai suoi interventi, gli ultimi domenica contro il Grosseto...
«E’ molto contento di aver scelto Lecce, il rendimento della squadra è in crescita e le sue prestazioni sono di alto livello. L'auspicio del giocatore è quello di arrivare in Serie B con questa maglia. La piazza merita davvero tanto e Filippo è determinato a confermarsi fondamentale per questa squadra».

Anche Paleari sta ben figurando alla sua prima stagione da titolare tra i professionisti.
«A Verona Alberto sta dimostrando tutto il suo valore, si trova molto bene con la squadra e si sta affermando come uno dei portieri più interessanti in Lega Pro. E’ sicuramente un giocatore da tenere d’occhio in questo campionato...».

Sempre rimanendo fra i pali, come procede l'avventura di Rosti alla Vigor Lamezia?
«Nonostante sia solamente un classe ’93, Antonio è alla quarta stagione da titolare in un contesto di prima squadra. E’ un estremo difensore di grande affidabilità, molto abile nella comunicazione con la difesa e capace di parate spettacolari. Anche in questa stagione a Lamezia sta confermando tutte le sue doti».

Confermatissimo al Monza, Franchino ha trovato l'ambiente ideale per questo periodo della sua carriera?
«A parer mio e di molti altri addetti ai lavori, è uno dei terzini più validi della Lega Pro. A Monza ha trovato sicuramente la dimensione ideale dove poter crescere e mettere in luce le sue qualità. I fatti parlano per lui: due stagioni tra i professionisti e altrettanti play-off disputati. E' sicuramente un giocatore abituato a raggiungere obiettivi importanti in contesti di ottimo livello».

Marchi, al suo secondo centro stagionale contro il Venezia, ha un futuro da difensore goleador?
«Paolo si sta dimostrando insostituibile in fase difensiva e, allo stesso tempo, importante in fase offensiva. Non a caso alcuni club di categoria superiore stanno monitorando la sua crescita e le sue prestazioni...».

Paramatti: "Il Bologna non parte spacciato con la Juve. Pogba? Pirlo è unico"

La quindicesima giornata di Serie A si aprirà, eccezionalmente, venerdì sera. Alle 20.45 il Bologna, fresco di eliminazione dalla Coppa Italia, ospiterà la Juventus, che martedì farà visita al Galatasaray per l'ultima partita per l'ultima giornata della fase a gironi di Champions League. Ho contattato in esclusiva l'ex difensore Michele Paramatti, che nella sua carriera ha militato sia nella compagine rossoblu che in quella bianconera.

Paramatti, Bologna-Juve è una partita dal risultato già scritto?
«Sarà già scritto se la Juventus scenderà in campo con la stessa concentrazione e lo stesso furore agonistico che hanno contraddistinto le ultime partite. Altrimenti, il Bologna potrà giocarsi le sue chance nel caso in cui i bianconeri non giochino da Juve».

Da una parte ci sarà la seconda peggior difesa del campionato, dall'altra il secondo miglior attacco.
«Sicuramente il potenziale offensivo dei bianconeri è notevole e in ogni istante potrebbero trovare la via della rete. Dall'altra parte il Bologna ha evidenziato nelle ultime prestazioni, a parte quella in Coppa Italia contro il Siena, di aver ritrovato l'equilibrio difensivo. Con questo nuovo assetto il Bologna ha ottenuto due ottimi pareggi e spero che questa striscia positiva possa continuare».

L'anno scorso, nel match di andata allo Juventus Stadium, i rossoblu andarono al tappeto soltanto nel recupero...
«Il Bologna può dare filo da torcere a tutte le squadre. Ha avuto vicissitudini alterne tra sfortuna ed errori che hanno reso la classifica deficitaria, però ha l'allenatore e gli uomini giusti e validi per uscire da questa situazione difficile».

E a decidere quel match fu un certo Pogba: può prendere il posto di Pirlo in cabina di regia?
«Al suo posto giocherà un altro centrocampista che sicuramente è da Juve ed è un grandissimo giocatore, ma Pirlo è insostituibile. Magari ci saranno delle modifiche al modo di impostare le azioni e al modulo di gioco. In campo ci saranno undici giocatori da Juventus, però Pirlo è insostituibile e non vedo un giocatore che possa sostituirlo».

Dunque, a suo modo di vedere, quella di Pirlo è una perdita pesantissima per la Juve?
«E' pesante perché si tratta di un giocatore fondamentale, però, come dicevo prima, ci sono altri giocatori che sicuramente hanno fatto bene e continueranno a fare bene. Secondo me cambierà il modo di giocare e non si passerà più dal faro che illumina le azioni offensive, ma si possono trovare soluzioni altrettanto valide».

Tornando al suo Bologna, crede che ci siano i presupposti per salvarsi?
«Senza dubbio. E' chiaro che la partita con la Juventus non è la più facile da affrontare in questo periodo, ma è una di quelle che potrebbe aiutare moralmente nel caso di un risultato positivo o, addirittura, di una vittoria».

Il doppio ex Colombo: "Mihajlovic ha alzato il morale della squadra. Con il Verona spero che..."

La Sampdoria si rituffa in Coppa Italia. Nel match valido per i sedicesimi di finale in programma domani sera, la formazione di Sinisa Mihajlovic se la vedrà con l'Hellas Verona di Andrea Mandorlini. Per analizzare la sfida del Luigi Ferraris e non solo, ho contattato in esclusiva l'ex attaccante di Samp e Verona Corrado Colombo, tra l'altro in visita alla truppa blucerchiata nel ritiro di Montecatini alla vigilia della sconfitta con la Fiorentina.

Come avevi trovato Rossi e i suoi giocatori prima della partita di Firenze?
«Sinceramente non sembravano avere un gran morale e li vedevo rassegnati. L'esonero di Delio Rossi era già nell'aria e infatti sappiamo tutti com'è finita il giorno dopo contro la Fiorentina».

Che impressione ti ha fatto la squadra, invece, in queste prime uscite dopo il cambio di allenatore?
«La Samp ha ottenuto due grandi risultati. Prima in casa con la Lazio è riuscita ad andare in vantaggio e poi è arrivato quel gol alla fine contro una squadra formata comunque da ottimi giocatori; poi ha recuperato una partita a San Siro che non è mai facile. Con l'arrivo di Mihajlovic è cambiata l'aria dal punto di vista del temperamento e la squadra ha assunto le caratteristiche del suo tecnico, le stesse che aveva da giocatore».

Domani la Samp torna a giocare in Coppa Italia e lo fa contro il Verona.
«E' vero che a volte questa competizione viene snobbata, ma ci sarà la possibilità di mettersi in mostra per quei calciatori che hanno giocato meno fino a questo momento. I giocatori che verranno messi in campo da Mihajlovic dovranno essere bravi a farsi trovare pronti e sfruttare questa bella vetrina».

Uno su tutti Enzo Maresca...
«Ha le qualità per essere uno dei leader di questa Sampdoria e ricordo che già a 20 anni, quando giocavamo insieme nell'Under 21, era un leader. Maresca è un professionista serio e sono convinto che si sia allenato bene in questi mesi. La partita di domani potrebbe essere un'occasione anche per lui e poi Mihajlovic vedrà come inserirlo anche in campionato».

Sarà la volta buona per la prima vittoria dell'era Mihajlovic?
«Sarebbe una bella iniezione di fiducia per i giocatori e per tutto l'ambiente. In casa si è quasi sempre obbligati a vincere, però il Verona sta disputando un grande campionato e ha ottimi giocatori; verrà a Marassi per giocarsi la partita».

Prova ad azzardare un pronostico: chi passerà il turno?
«Per la simpatia che mi lega alla Sampdoria, dico i blucerchiati. Sarebbe bello riuscire ad ottenere il primo successo sotto la gestione Mihajlovic».

29 novembre 2013

Bagni: "Attenta Inter, alla Samp servono punti. Il mercato blucerchiato dipende dalle uscite"

Sono attesi tanti volti conosciuti a San Siro per la sfida tra Inter e Sampdoria. Il nuovo presidente nerazzurro Erick Thohir ha voluto invitare tanti ex calciatori nerazzurri, tra cui anche Salvatore Bagni. Ho contattato in esclusiva l'ex centrocampista per avere una sua opinione sul prossimo impegno e sul mercato dei blucerchiati.

Bagni, ci sarà anche lei domenica al Meazza tra le vecchie glorie interiste?
«In realtà non so ancora se ci sarò. Ho ricevuto l'invito di Thohir e ho accettato volentieri, dicendo però che forse non potrò esserci per impegni all'estero».

In ogni caso, che tipo di partita dobbiamo aspettarci?
«L'Inter ha fatto benissimo fino a questo punto. Chi poteva aspettarsi che giocasse in quel modo e che si ritrovassero giocatori che sembravano non avere qualità, forza e rapidità? Poi, soprattutto, è una squadra che gioca a calcio e messa bene in campo. Il merito è tutto di Mazzarri. La Sampdoria, invece, è in una zona di classifica difficilissima. Certo, se avesse vinto domenica contro la Lazio forse sarebbe stata un'altra partita, ma adesso ha bisogno di punti. I giocatori di Walter non prendono mai le partite sotto gamba, saranno pronti a fare risultato e a regalare la prima vittoria a Thohir, ma non è tutto così scontato nonostante la differenza di posizione in classifica».

Sulla panchina della Samp ci sarà un altro grande ex nerazzurro, Sinisa Mihajlovic.
«Conosce bene l'ambiente blucerchiato e in questo momento era fondamentale ci fosse feeling con la piazza; anche per questo motivo la scelta è ricaduta su di lui. Mihajlovic ha dato e ricevuto tantissimo a questa squadra per la quale è stato disposto a lasciare una nazionale importante come la Serbia. E' voluto tornare giocandosi molto ma senza aver alcuna paura. Sono d'accordo con lui quando dice che i vincenti trovano una strada e i perdenti una scusa, è una frase che mi piace e in cui mi rispecchio. Dall'altra parte c'è comunque un rischio, perché tutti i tifosi lo conoscono e si aspettano molto da lui».

Tra le fila dell'Inter c'è Belfodil che non sta trovando molto spazio...
«Belfodil lo conosco molto bene così come Taider. Quest'ultimo si è ritagliato il suo spazio ed è tenuto in grande considerazione da Mazzarri, che ama quei giocatori che si mettono a disposizione del tecnico e si sacrificano. L'altro è un attaccante e quindi è più difficile trovare spazio; l'attuale modulo dell'Inter, che prevede una sola punta ed un trequartista, lo penalizza abbastanza e togliere il posto a Palacio è impossibile in questo momento. Bisogna dargli tempo e lui deve crederci, mettendosi a disposizione e aspettando la sua chance. In un anno e mezzo tra Bologna e Parma ha dimostrato di avere qualità importanti e ora sta comunque giocando in una grande squadra».

...e c'è chi dice potrebbe venire in prestito a Genova.
«Ne ho sentito parlare anche io, sia per quanto riguarda la Sampdoria che altre squadre. Io non so se andrà via in prestito, è una decisione che prenderà lui con il suo procuratore. L'agente di Belfodil, George Atangana, è un amico e sono sicuro che gli consiglierà il meglio, poi anche la società dirà la sua e insieme decideranno. Ripeto, non so cosa farà a gennaio, ma questa è una storia che sento da parecchio tempo. Se partirà, lo farà per racimolare minuti in una squadra dove si potrà ritagliare uno spazio maggiore che all'Inter».

Quali mosse dobbiamo attenderci dalla Sampdoria in sede di mercato invernale?
«Carlo (Osti, ndr) è un amico oltre che una persona veramente perbene e corretta, quindi gli auguro al più presto di riuscire a tirarsi fuori da questa situazione. Però bisogna sottolineare che non è facile muoversi quando hai un organico di trentuno giocatori. In assoluto farà mosse di mercato, però deve anche far andar via qualcuno perché non si può aumentare il numero di elementi in rosa. Questo è normalissimo».

28 novembre 2013

Il Kortrijk trattiene Santini: "Non vuole partire a gennaio, nessun contatto con la Samp"

Che la Sampdoria sia alla ricerca di un rinforzo per il reparto avanzato è possibile, ma che il prescelto sia Ivan Santini è tutto da vedere. Ma varie indiscrezioni parlano di una Samp concretamente interessata all'attaccante croato, attuale capocannoniere della Jupiler Pro League (la massima serie del campionato belga) con la maglia del Kortrijk. Per saperne di più, ho sentito in esclusiva Jelle Brulez, responsabile della comunicazione del club delle Fiandre.

Innanzitutto, per chi non lo conoscesse, chi è Ivan Santini?
«Santini è probabilmente il miglior attaccante centrale che ha mai giocato nel Kortrijk e, per il momento, è una delle migliori punte in Belgio. E' un attaccante completo davvero forte: sa tenere la palla, ha fiuto per il gol, dialoga bene con i compagni, lavora molto duramente e rappresenta un costante pericolo nell'area avversaria. Inoltre è un bravissimo ragazzo, è molto religioso e ha grande cura della sua famiglia, che è considera la cosa più importante del mondo. Lui è un modello per i calciatori professionisti. Si impegna a fondo sia dentro che fuori dal campo e sa come mantenersi in forma. Il suo carattere e gli anni trascorsi nella Bundesliga hanno contribuito a fare di lui un atleta professionista. Ha acquisito un sacco di esperienza nonostante la giovane età. Attraverso tutte le sue esperienze nella vita e nel calcio, con alti e bassi, ha maturato questo carattere veramente forte».

Pensate che possa fare bene anche in un campionato difficile come la Serie A?
«Siamo convinti che Santini abbia le carte in regola per giocare nella vostra Serie A. Potrebbe giocare in qualsiasi campionato, indipendentemente dalla difficoltà».

Il Kortrijk ha mai avuto contatti con la Samp per lui?
«No, non abbiamo mai parlato con la Sampdoria».

E con altre società italiane?
«Diverse squadre stanno seguendo Santini, ma è normale che un giocatore con le sue qualità attiri su di sé molte attenzioni».

Ma Santini potrebbe cambiare maglia a gennaio?
«Lui ha dichiarato alla stampa che preferirebbe restare al Kortrijk almeno fino al termine di questa stagione».

Da quanto si legge ha una clausola di rescissione di 2,5 milioni...
«Questo è quello che ha raccontato un giornalista belga senza aver verificato le loro fonti. Non è vero che c'è una clausola rescissoria di 2,5 milioni di euro nel contratto di Santini».

27 novembre 2013

Juary: "Mi aspettavo un'altra Samp, ma Mihajlovic darà filo da torcere all'Inter"

Domenica sugli spalti del Meazza a seguire la sfida tra Inter e Sampdoria ci sarà anche Jorge Juary, ex attaccante nerazzurro degli anni '80 e fino a marzo allenatore del Sestri Levante. Ho raggiunto in esclusiva l'ex calciatore brasiliano per avere il suo punto di vista su quella che sarà la prima trasferta di Sinisa Mihajlovic da tecnico blucerchiato.

Juary, da Sestri Levante a Gallarate: ha nostalgia della nostra regione?
«Onestamente, più ancora della Liguria, mi manca l'atmosfera del campo perché ho tanta voglia di allenare e questa è la cosa che mi manca più di tutte. Mi auguro di tornare un giorno in Liguria, lì ho lasciato tanti amici».

Però poteva tornare in estate per sedersi sulla panchina del Bogliasco...
«E' vero, c'è stata questa possibilità ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Alla fine è il presidente che decide e lui ha scelto un altro allenatore».

Spostiamoci su Inter-Samp. I blucerchiati possono dare filo da torcere ai nerazzurri?
«Mi aspetto una gara difficile come tutte le altre per l'Inter, che comunque considero favorita. Senza dubbio la Samp può dare filo da torcere agli avversari perché è motivata dopo il cambio di allenatore. Questo può essere un fattore importante, perché l'avvento di un nuovo tecnico porta sempre un entusiasmo in più».

Che idea si è fatto dell'avvio di campionato della Sampdoria?
«Sinceramente mi aspettavo un altro inizio di stagione da parte della formazione blucerchiata, che invece è partita così così. Non mi aspettavo nemmeno l'esonero di Delio Rossi, ma purtroppo sono cose che succedono nel calcio. In ogni caso, ripeto, domenica non sarà una partita facile per l'Inter».

Quella di affidare la squadra a Mihajlovic è stata una scelta azzeccata secondo lei?
«Col tempo Mihajlovic potrà fare sicuramente bene. Lui ha giocato per diversi anni a Genova e quindi conosce bene la piazza, poi si è dimostrato anche un bravo allenatore».

In ottica mercato, c'è un calciatore brasiliano che si sente di consigliare alla Samp?
«Bisogna capire in che ruolo la Sampdoria cerca dei rinforzi. Senza dubbio in Brasile ci sono dei giocatori giovani che si potevano e si potranno portare in Italia come scommesse da vincere».

Il doppio ex Canuti: "Milan in ripresa. Catania, meglio un punto che zero"

Archiviato con un'importante vittoria il match con il Celtic, il Milan si appresta a rituffarsi in campionato per tornare a vincere anche in Italia. O almeno a provarci, perché domenica si troverà di fronte un Catania in cerca di punti salvezza. Ho contattato in esclusiva l'ex difensore Nazzareno Canuti, che in carriera ha indossato sia la maglia dei rossoneri che quella degli etnei.

Canuti, che impressione la ha fatto il Milan vittorioso a Glasgow e più vicino alla qualificazione agli ottavi di Champions?
«Ho visto una squadra in ripresa e, soprattutto, gli è andata bene negli episodi di solito negativi in questo inizio di stagione. Dopo l'1-0, gli avversari hanno avuto la palla per pareggiare e poi invece il Milan si è dimostrato padrone del campo. Il Celtic era comunque un avversario abbordabile ma, visti i tempi, i rossoneri hanno fatto dei passi in avanti».

Questo successo può rappresentare una svolta per la squadra di Allegri?
«Sicuramente vincere fa bene sia per la Champions League, sia per il campionato, sia per la Coppa Italia; fa bene per tutto. Quando si vince le cose girano per il verso giusto e ogni vittoria dà morale e autostima. La squadra esce rafforzata dal Celtic Park».

Domenica i rossoneri faranno visita ad una squadra alla disperata ricerca di punti, il Catania.
«Quando hai bisogno di punti non è mai una situazione facile; si fa dura quando hai l'obiettivo dei tre punti che ti sfugge ogni domenica. Io sono sempre del parere che un pareggio non è da buttare in questi casi, quindi consiglierei ai rossazzurri di accontentarsi anche se giocano in casa».

Quali insidie potrebbe nascondere questa trasferta?
«Non ci sono vere e proprie insidie, è la seconda partita fuori casa di fila dopo Glasgow. I rossoneri troveranno un Catania piuttosto arrabbiato e con voglia di riprendersi dopo sconfitta contro il Torino. Però è una partita alla portata del Milan, è abbastanza abbordabile guardando la situazione delle due squadre. La partita è più difficile per il Catania che per il Milan».

L'anno scorso fu El Shaarawy a trascinare il Milan verso la vittoria, chi può essere decisivo questa volta?
«Visto che ieri è tornato a segnare dopo un mese e mezzo, direi Balotelli. Viene da un periodo negativo anche se lui ormai è abituato ad essere sempre chiacchierato. Magari il fatto che in Sicilia ci siano temperature miti può darsi che lo facciano svernare (sorride, ndr)».

E per quanto riguarda gli etnei invece?
«Il Catania purtroppo ha dei problemi e deve rinunciare a degli elementi importanti come Bellusci e Bergessio attualmente fuori per infortunio. Non saprei indicare un calciatore in particolare, il Catania deve ritrovarsi come squadra».

26 novembre 2013

Alberto Masi: "Con la Lazio pari immeritato. Ho Samp e Genova nel cuore"

C'erano tanti volti noti ad assistere alla prima di Sinisa Mihajlovic da allenatore della Sampdoria. In compagnia della famiglia del neo tecnico doriano, di Dejan Stankovic e del proprio agente c'era anche Alberto Masi, genovese doc, cresciuto nelle giovanili blucerchiate e oggi in forza alla Ternana. Ho contattato in esclusiva il ventunenne difensore per un suo parere sull'esordio della Samp targata Mihajlovic.

Alberto, come hai visto la Sampdoria domenica?
«Ho visto una Samp molto motivata. A mio parere il cambio di allenatore è servito ed è arrivato un tecnico come Mihajlovic che riesce a tirare fuori il meglio dai propri giocatori. La squadra era messa molto bene in campo anche se, ovviamente, c'è ancora tanto lavoro da fare».

La squadra, come ha detto mister Mihajlovic, meritava qualcosa in più?
«Sì, forse meritava qualcosa in più del pareggio. Nonostante l'inferiorità numerica, la Samp ha difeso molto bene ed è anche riuscire ad andare in vantaggio; poi però è arrivato quel gol beffardo all'ultimo minuto. Se avesse vinto la partita, nessuno avrebbe potuto recriminare».

Peccato per il rosso a Krsticic, tra l'altro tuo ex compagno nella Primavera.
«Secondo me l'espulsione è stata un po' eccessiva, però l'arbitro ha deciso così...».

Nei tre giorni a disposizione, Mihajlovic sembra aver dato quantomeno una scossa alla squadra.
«Certo ha avuto pochi giorni per preparare questo match, però dal punto di vista delle motivazioni Mihajlovic ha saputo dare molto ai suoi».

Hai assistito alla partita vicino a Stankovic, ti ha detto qualcosa in particolare?
«Sono venuto a Genova per assistere alla partita con il mio procuratore (Federico Cavalli, ndr) e mi sono ritrovato lì con Dejan. Non ci siamo detti nulla di particolare, abbiamo semplicemente commentato l'andamento della gara nel corso dei novanta minuti».

Personalmente, che effetto ti ha fatto tornare nello stadio dove non sei mai riuscito ad esordire?
«Io sono cresciuto a Genova e sono sempre stato tifoso sampdoriano fin da bambino. Ho alcuni amici che giocano ancora qui e, quando posso, mi fa sempre piacere venire a vedere la Sampdoria al Ferraris».

Sii sincero: ti manca un po' Genova?
«E' la città dove sono nato e cresciuto, dove ho la mia famiglia e i miei amici, ma comunque sono contento delle esperienze che sto facendo. Però Genova rimane sempre nel mio cuore».

25 novembre 2013

Monticone: "La Serie A un sogno, ora penso al Lumezzane: voglio e devo migliorare ancora"

Tra i giovani di proprietà della Sampdoria che meglio si stanno comportando in Lega Pro c'è sicuramente lui, Mattia Monticone. L'ex capitano della Primavera blucerchiata, dopo l'esperienza di sei mesi con il Pavia, si sta confermando domenica dopo domenica come uno dei pilastri difensivi del Lumezzane. Le sue prestazioni non sono passate inosservate, tanto che Valerio Bertotto ha deciso di convocarlo per l'Under 20 Lega Pro e di schierarlo dal primo minuto contro la Norvegia nell'International Challenge Trophy. Ho raggiunto in esclusiva il difensore classe '94, all'indomani della sconfitta per 2-1 contro la Pro Patria.

Mattia, cosa ci dici di questi primi quattro mesi con la nuova maglia?
«Per ora le cose stanno andando bene. Sto crescendo molto e imparando dai compagni, soprattutto quelli più anziani come Belotti e Mandelli; per me è un onore giocare con loro che hanno militato per anni in categorie più importanti. Mi sto trovando molto bene con la società e i compagni, sono convinto che possiamo diventare un bel gruppo».

Il Lumezzane ha un'età media di soli 22,6 anni, ma tu sei uno dei più giovani in rosa.
«E' vero e fino a questo momento sono sempre stato titolare. Attualmente, purtroppo, il nostro tecnico Marcolini è in convalescenza (è reduce da un intervento chirurgico, ndr) e ha preso il suo posto mister Santini. Entrambi mi hanno sempre mandato in campo dal primo minuto, spero di riconfermarmi e di dimostrare di meritare il posto».

E poi rispetto a Pavia giochi nel tuo ruolo naturale...
«Adesso sto giocando nel ruolo in cui mi trovo meglio. Ringrazierò sempre il responsabile dell'area tecnica del Pavia Preite e mister Roselli, che mi ha sempre fatto giocare anche se in un ruolo non mio. L'anno scorso non ho sempre dato quello che potevo, giocavo come quinto di centrocampo nel 3-5-2 e non ho mai dato veramente tanto. Quest'anno invece vengo schierato nel mio ruolo ideale e sto facendo bene, però so che posso fare ancora meglio. Soprattutto rivedendo le partite, mi accorgo di commettere anche piccoli errori da limare».

Con la Primavera avevi segnato solo due reti e non è di certo la priorità per un difensore, ma la gioia del gol non ti manca?
«Ci sto provando (ride, ndr). Mi sono procurato un rigore ieri contro la Pro Patria e anche a Pavia se l'arbitro non avesse cambiato idea. Comunque non vedo l'ora di segnare la mia prima rete tra i professionisti. Il gol è un'emozione unica ma è la cosa più importante per me, prima devo pensare a difendere e a dare tutto per la squadra».

Nella partita con il Venezia hai affrontato Martinelli, tuo ex compagno in Primavera: come lo hai trovato?
«Devo essere sincero, contro il Venezia noi abbiamo giocato bene nel primo tempo ma nella ripresa è cambiata partita proprio grazie al suo ingresso in campo. Martinelli è un centrocampista completo e lo ha dimostrato anche in quell'occasione, sembrava un veterano per come ha trascinato la squadra. Lui, Sampietro e Icardi erano i giocatori che mi piacevano di più ai tempi della Primavera».

Per te è la seconda stagione in Lega Pro, è la categoria giusta per te in questo momento?
«Non so quale sia il campionato adatto a me, io so solo che voglio continuare a migliorarmi il più possibile. E' normale voler arrivare in Serie A, ma se ci riuscirò si vedrà soltanto in futuro. Se avrò le capacità tecniche e mentali lo vedremo. Ora penso a lavorare per migliorare ancora tanto».

Le tue prestazioni ti hanno fruttato anche la chiamata dell'Under 20 Lega Pro.
«Ho preso parte a vari stage e sono riuscito a guadagnarmi la convocazione per la prima partita del torneo, venendo anche schierato come titolare. E' stato bellissimo. Giocare in azzurro è sempre un onore, un motivo di orgoglio e soddisfazione. Adesso devo solo continuare così, anzi fare ancora meglio per continuare questo percorso che ho intrapreso».

Ma, dopo aver giocato in Under 18 e Under 19, all'Under 20 non ci pensi?
«Sarebbe un'ulteriore bella soddisfazione, però so che il ct Evani conta su giocatori forti di Serie B per la sua Under 20 e quindi non è facile. Io in una sua convocazione ci spero sempre, poi quello che verrà verrà».

23 novembre 2013

Il doppio ex Casazza: "Samp, con Sinisa e Nenad sei in buone mani. Attenzione alla Lazio"

Tra giovedì e oggi Sinisa Mihajlovic ha diretto le sue prime sedute di allenamento da mister della Sampdoria. Nel poco tempo a loro disposizione, il neo allenatore blucerchiato e il suo staff stanno cercando di preparare al meglio il prossimo impegno della truppa blucerchiata, che domenica alle 15 riceverà la Lazio. Del cambio tecnico e del match in programma al Ferraris, ne ho parlato in esclusiva con il doppio ex di Samp e biancocelesti Fabrizio Casazza, che con Mihajlovic ha condiviso la stagione 2003/04 proprio nella capitale.

Via Rossi, dentro Mihajlovic: qual è la sua lettura a proposito?
«Probabilmente si era arrivati ad una situazione in cui c'era la necessità di fare qualcosa. E bisognerà ancora fare qualcosa, perché non sarà sufficiente un cambio di allenatore che nelle ultime settimane sembrava essere sempre più vicino. Si era arrivati ad un bivio e poi il presidente Garrone ha preso questa decisione. C'è da augurarsi che Sinisa e tutto il suo staff invertano la rotta che si è presa in questo inizio di stagione e penso che le premesse possano esserci tutte, magari con l'aiuto di qualche rinforzo che sembra indispensabile per un gruppo che fino ad oggi ha avuto qualche difficoltà».

In conferenza stampa il nuovo tecnico blucerchiato si è lasciato andare a dichiarazioni molto forti.
«Credo sia anche giusto perché quando si verifica il cambio di allenatore rappresenta sempre una sconfitta di tutti. Sinisa ha fatto bene a mettere in chiaro che lui cercherà di capire chi sono quelli che hanno la fame giusta per scendere in campo e, sotto questo punto di vista, non credo abbia sbagliato ad alzare i toni nei confronti della squadra. In questo momento ci deve essere un solo ed unico pensiero: riuscire a salvare una situazione che, domenica dopo domenica, si è fatta complicata. E' giusto che metta tutti sullo stesso piano e che voglia vedere gente pronta a mettersi mostra in settimana per avere un posto in squadra».

Il Mihajlovic allenatore rispecchia quello che era il Mihajlovic giocatore?
«Da giocatore è stato un grandissimo e tutti lo conosciamo; ha una forza notevole a livello di personalità e credo che cerchi di trasmettere questa sua forza interiore alla squadra. E' normale, quando si è calciatori, ragionare più per sé stessi, ma da allenatore devi ragionare in funzione di un gruppo e e del bene comune. Sinisa ha avuto esperienze calcistiche che gli consentono di gestire una squadra, conoscendone tutte le sfumature possibili. Senza dubbio è una persona e un allenatore che può fare bene. D'altra parte, guardando alle sue esperienze passate in in Italia, a Catania ha fatto bene e anche a Firenze non ha fatto poi così male. Questo gruppo di ragazzi può fare bene con l'innesto di qualche nuovo giocatore a gennaio e con un tecnico più stimolato di Rossi, che ultimamente sembrava non avere più fame o quantomeno non la trasmetteva. Sinisa invece ha tanta voglia e per la Samp ha lasciato la sua nazionale, anche per dimostrare di essere un ottimo allenatore».

Insieme a lui è tornato a Genova anche un altro tuo ex compagno, Nenad Sakic.
«Ho giocato con Nenad alla Samp per tre anni e posso dire che è un ragazzo eccezionale, mi fa molto piacere che sia tornato. Mi auguro che insieme riescano nell'intento di raddrizzare l'andamento di questa squadra che nelle ultime settimane non dava molto speranze. Inoltre ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui e ho sempre detto che avevamo i serbi più bravi del mondo. Lui, Zivkovic e Jovicic sono tutti ragazzi speciali».

L'esordio di Mihajlovic sarà contro un'altra sua ex squadra, la Lazio...
«Mi aspetto una partita come tutte quelle che la Samp ha disputato contro squadre che lasciano un po' più spazio agli avversari e vengono a giocarsi la partita senza tanta pre-tattica. Con le squadre che si chiudono e ripartono, i blucerchiati hanno più difficoltà. Non sarà una gara facile perché Lazio ha un ottimo organico e in questo periodo hanno potuto riassestarsi. Anche loro hanno un ottimo tecnico che è stata la sorpresa dello scorso anno, quando Petkovic ha sorpreso tutti, soprattutto quelli che non lo conoscevano. In questo campionato di Serie A non ci sono partite facili - ce lo ha dimostrato il Sassuolo - e neanche la prossima lo sarà».

Domenica si affronteranno due squadre che, in questo avvio, hanno deluso le aspettative.
«Se andiamo a vedere, forse la squadra che ha deluso di più è proprio la compagine biancoceleste. La Lazio come potenziale poteva giocarsi il campionato ed è una piazza molto esigente dove i giocatori sono tutti i giorni sotto pressione; infatti, dopo un inizio di campionato non bellissimo, si parlava di un Petkovic in bilico. Dall'altra parte qualcuno aveva messo in preventivo una Samp con qualche difficoltà, ma non così tante. Sicuramente ci si aspettava di più da certi giocatori presenti in rosa e proprio quelli da cui si avevano già dei riscontri positivi sono mancati di più. Ma sono due delusioni molto diverse».

I blucerchiati hanno le carte in regola per tornare ad esultare davanti al proprio pubblico?
«Bisogna cercare di fare una buona gara, se poi arriva il risultato meglio ancora. Secondo me, al Ferraris la Samp ha sempre la possibilità di fare la partita. Dipenderà anche da come Sinisa deciderà di affrontarla e dovrà valutare se giocare in una certa maniera o in un'altra. La sua idea di modulo può contare molto, ma devono contare molto anche gli undici da schierare titolari. E poi questi cambi di allenatore portano spesso a risultati imprevisti nelle prime partite...».

Prima parlava di nuovi innesti a gennaio. Cosa si aspetta dal mercato invernale?
«Sicuramente ci sono zone del campo dove la Sampdoria sta facendo più fatica, ma spetterà alla società decidere. Sarà importante anche quello che Sinisa vedrà in queste settimane, poi prima arrivano i rinforzi e meglio è. So che è facile dirlo ma non facile farlo, però bisognerà cercare di non sbagliare acquisti. Servono giocatori di qualità che non hai preso in estate e ora devi obbligatoriamente andare a cercare».

22 novembre 2013

Beunardeau sempre in orbita Samp, situazione in stand-by

Negli ultimi giorni non è stato, per ovvi motivi, in cima ai pensieri dei dirigenti blucerchiati, ma Quentin Beunardeau non ha assolutamente perso la speranza di ricevere una chiamata da Genova. Terminato il suo periodo di prova al Bayern Monaco venerdì scorso, il portierino francese ha fatto ritorno in patria dove sta continuando ad allenarsi con la sua ex squadra, il Le Mans, dalla quale si è svincolato ormai un mese fa.

Proprio dalla Francia, come raccolto in esclusiva, gli sarebbero arrivate alcune offerte, ma l'estremo difensore classe '94 ha deciso di accantonarle ed attendere una proposta da parte della Sampdoria, che ha manifestato un interesse concreto dopo averlo visto da vicino durante i suoi quattro giorni a Bogliasco. Ma prima di qualsiasi passo ufficiale, la società vuole capire se può riuscire a trovare una squadra di Lega Pro pronta ad accogliere lui o Andrea Tozzo in prestito. Al momento la Samp, però, è in pole position per Beunardeau, che potrà essere tesserato non prima di gennaio.

21 novembre 2013

Cusin: "Con Zenga all'Al-Jazira per riportare in alto questo top club"

Dopo le esperienze alla guida dell'Al-Ain e Al-Nasr, Walter Zenga è tornato ad allenare negli Emirati Arabi. Dal 26 ottobre è infatti il nuovo tecnico dell'Al-Jazira e in questa nuova avventura ha voluto nuovamente al suo fianco Stefano Cusin, suo vice all'Al Nassr Riyadh prima e all'Al Nasr Dubai poi. Ho intervistato in esclusiva Cusin, che ha deciso di lasciare il suo posto da allenatore all'Al Fujairah per seguire Coach Z ad Abu Dhabi.

A luglio ci raccontava della sua nuova avventura all'Al Fujairah e ora la ritroviamo all'Al-Jazira. Cosa è successo nel frattempo?
«All'Al Fujairah avevamo iniziato bene e fatto un buon lavoro, ottenendo degli ottimi risultati e dimostrandoci vincenti sul campo. Però io e la società non avevamo le stesse idee riguardo i giocatori stranieri presi in estate e c'erano valutazioni diverse. Non c'era condivisione di idee e ho capito che quello del club non era un programma vincente».

Quando è arrivata la chiamata di Zenga ha subito detto di sì?
«Mentre allenavo l'Al Fujairah, Walter era venuto a vedere diverse partite e ci siamo incontrati più volte. Quando mi ha parlato della trattativa con l'Al-Jazira e mi ha chiesto di seguirlo non ci ho pensato troppo, perché a me piace vincere. Non sono stato a pensarci su più di tanto e gli ho dato immediatamente la mia disponibilità. Poi, una volta che la cosa si è concretizzata, ho raggiunto l'accordo con l'Al Fujairah per la rescissione del contratto».

Se ti ha voluto ancora una volta con sé, significa che conta molto su di lei e sulla sua esperienza...
«Considero Walter prima di tutto un amico e secondariamente un grande allenatore. Abbiamo lavorato sia in Arabia Saudita che negli Emirati Arabi facendo bene, forse perché siamo molto complementari. Mi ha rivoluto con sé perché abbiamo fatto buone cose insieme e i risultati ci hanno sempre dato ragione; c'è grande feeling tra noi e ormai ci conosciamo bene, questo è senza dubbio un vantaggio».

In un'intervista Zenga ha detto che ha bisogno di collaboratori “con capacità di parlare le lingue”.
«Ha assolutamente ragione. Noi abbiamo in rosa un giocatore come Barrada (nella scorsa stagione al Getafe, ndr) che è cresciuto in Francia e parla solo francese. Sul piano della squadra era rimasto un po' isolato sul piano, ma io parlo francese e questo è molto importante per comunicare con i giocatori. Conoscere le lingue è fondamentale in campo».

Che eredità avete raccolto?
«L'Al-Jazira è un grandissimo club, il più grande dove io abbia mai lavorato. E' una società molto ben organizzata, ha uno stadio megagalattico e non dimentichiamoci che il presidente Mansour è anche proprietario del Manchester City. Nel 2013 la gestione dei precedenti allenatori aveva evidenziato dei problemi tecnici, noi siamo arrivati trovando una squadra con tantissimi infortunati, che stanno recuperando, e una condizione atletica non ottimale. C'è bisogno di ricreare entusiasmo e di dare il via ad un nuovo progetto, ma la situazione è complessa. Non è facile perché c'è bisogno di un programma di fondo e ci sono alcune cose da cambiare; allo stesso momento c'è il problema fisico da risolvere nel breve periodo e bisogna fare risultato perché la società si aspetta di vincere. Da quando siamo arrivati non abbiamo potuto fare affidamento su un giocatore come Valdez che era infortunato e da poco è tornato ad allenarsi. Non è facile fare bene in un campionato dove ci sono buone squadre se non si può contare su tanti titolari».

Come stanno andando le cose da quando siete arrivati e qual è il vostro obiettivo?
«Le cose stanno andando piuttosto bene, anche se siamo subentrati il 28 ottobre e due giorni dopo la squadra doveva scendere in campo, un altro aspetto che va a complicare le cose. Comunque nella prima partita di campionato abbiamo pareggiato 2-2 contro Dubai. Successivamente sono stati convocati quattro giocatori nella nazionale A degli Emirati e cinque nella nazionale olimpica, quindi non potevamo avere a disposizione altri giocatori oltre agli infortunati. Nella partita di coppa abbiamo vinto 3-1 contro l'Al-Ain lanciando ragazzi della formazione under 19, ma noi avevamo mezza squadra fuori e loro avevamo in campo giocatori come Asamoah Gyan. In ogni caso l'avvio è stato positivo ma siamo soltanto all'inizio, perché non è in tre settimane che vai a risolvere i grandi problemi. La ha bisogno di recuperare diversi giocatori, di lavorare bene e soprattutto di avere ordine dal punto di vista fisico. Stiamo lavorando con grande entusiasmo per dare un'identità a questa squadra e farla ritornare grande. Sabato ci attende il derby con l'Al Wahda».

Chiudiamo con un commento sulla rosa, che può vantare alcuni elementi di spicco.
«Abbiamo l'ex Milan Ricardo Oliveira, il nazionale paraguaiano Nelson Valdez (ex Werder Brema, Borussia Dortmund, Rubin Kazan e Valencia, ndr) e il centrocampista coreano Shin Hyung-Min che nel 2009 ha vinto la Champions League asiatica il Pohang Steelers, ma anche giovani interessanti e forti come Barrada. Quest'ultimo è un ragazzo marocchino di 24 anni che nella Liga ha fatto strabene col Getafe e viene da una stagione importante».

Quindi ci sono tutte le basi per poter fare bene?
«Stiamo parlando di un top club che può essere paragonato a Juventus e Milan per struttura della società, stadio e seguito dei tifosi. E' la prima squadra del Golfo per importanza e, infatti, tre anni fa ha vinto tutto. Purtroppo nel frattempo sono andati via alcuni giocatori importanti e bisogna ricreare i presupposti per un nuovo ciclo vincente. Abbiamo un contratto fino a giugno 2015, la nostra missione è tornare competitivi abbastanza velocemente e vincere nel medio periodo, perché vincere vuol dire programmare».

20 novembre 2013

Juventus, ag. Garcia: "E' pronto ad esordire se Conte vuole. A gennaio..."

Con Barzagli in forte dubbio e Bonucci e Ogbonna squalificati, chissà che ad Antonio Conte non sia venuto in mente di pescare dalle giovanili per la sua Juventus, che domenica sarà ospite del Livorno. E chissà che non abbia pensato proprio a Pol Garcia Tena, protagonista di ottime prestazioni con la maglia della Primavera tra campionato e UEFA Youth League. Ne ho parlato in esclusiva con Alessandro Orlandi, socio e direttore dell'area tecnica dello Studio Assis & Partners, che cura gli interessi del difensore spagnolo classe '95.

La Juve ha più di una defezione in difesa e Garcia sta facendo benissimo: domenica lo vedremo in campo dal primo minuto?
«Non saprei, sono scelte che farà mister Conte insieme al suo staff durante questa settimana. Senza dubbio Pol Garcia ad oggi rappresenta uno dei prospetti più interessanti del settore giovanile bianconero. Un suo eventuale debutto rappresenterebbe uno stimolo ulteriore per tutti i ragazzi della cantera juventina che sognano un giorno di esordire con questa importante maglia».

Quanto è atteso dal ragazzo il momento dell'esordio?
«Rappresenta sicuramente la sua ambizione e il suo obiettivo. E’ un traguardo che vuole raggiungere attraverso l’impegno e il lavoro quotidiano sul campo».

Dal punto di vista psicologico, credete sia mentalmente pronto ad un passo così importante?
«Uno dei punti di forza di Pol è sicuramente quello relativo alle qualità mentali. Sotto questo punto di vista è un giocatore sopra la media, è un professionista eccezionale e ha una cultura del lavoro pazzesca. Non dimentichiamoci che ha solamente 18 anni...».

Al di là del debutto o meno contro il Livorno, c'è grande sintonia con la Juventus...
«Pol si trova bene a Torino, è il capitano e il leader della Primavera di mister Zanchetta, sente la fiducia della società ed è determinato a ripagarla quotidianamente sul campo».

Si è vociferato di un interesse di Bari e Juve Stabia, ma i bianconeri lascerebbero partire Garcia a gennaio?
«Sta facendo molto bene sia in Italia che in Europa ed è chiaro che un giovane di grande prospettiva possa suscitare l’interesse di numerosi club. Però la Juventus crede molto nelle potenzialità di Garcia e difficilmente considererà un prestito già il prossimo gennaio».

19 novembre 2013

Marazzina: "L'Inter vorrà vincere a Bologna per Thohir"

Con un giorno di ritardo rispetto al Bologna, questo pomeriggio l'Inter ha ripreso ad allenarsi dopo il week-end. Le due squadre si ritroveranno una di fronte all'altra domenica sera, per il posticipo in programma allo stadio Dall'Ara. Per avvicinarci alla partita, ho contattato in esclusiva l'ex attaccante Massimo Marazzina, doppio ex di rossoblu e nerazzurri oltre che tifoso interista.

L'Inter, reduce da cinque risultati utili consecutivi, andrà a cercare il sesto a Bologna.
«Essendo la prima con Thohir nuovo presidente sicuramente tutti ci terranno a far bene, questo è un aspetto da non sottovalutare. L'Inter scende sempre in campo per vincere e lo farà anche domenica contro il Bologna, soprattutto perché ha tanti punti di distacco dalle prime e non può permettersi di rimanere troppo indietro».

Dall'altra parte, invece, la compagine felsinea stenta ad avere continuità...
«Il Bologna è la mia seconda squadra del cuore e dispiace che non se la stia passando benissimo. Grazie ad un paio di risultati positivi è riuscito a venir fuori dai bassifondi della classifica, ma adesso deve cercare di fare punti in casa».

...e a trovare la via del gol.
«Purtroppo si è evidenziata questa lacuna. Negli ultimi anni il Bologna è stato abituato bene con attaccanti come Di Vaio, mentre quest'anno non ha garanzie e non c'è un vero e proprio bomber. Per questo devono cercare un gioco più corale e provare a mandare in gol i centrocampisti con gli inserimenti. Però non è facile e Diamanti non può fare tutto da solo».

Per i nerazzurri sarà la prima partita senza Moratti presidente.
«Non l'ho mai conosciuto personalmente perché quando ero all'Inter c'era appena stato il passaggio delle consegne tra lui e Pellegrini. Da tifoso nerazzurro lo ricorderò con piacere perché ha investito tanti soldi e ne ha persi altrettanti; non dimentichiamoci che ha portato dei campioni in Italia, uno su tutti Ronaldo. Quindi a Moratti si può dire solo grazie».

Il suo posto lo ha preso Thohir, che idea si è fatto?
«I propositi sono buoni, ma un'idea me la farò col tempo. Al tifoso interessa poco la storia di un nuovo presidente, ma lo valuta dagli acquisti e da tutto il suo operato. Thohir ha fatto delle promesse e i presupposti ci sono, però adesso ci vogliono i fatti come, magari, degli acquisti roboanti che spero faccia».

Domenica può essere l'occasione buona per festeggiare la prima vittoria da presidente dell'Inter?
«Il Bologna non può regalare punti, credo fondamentalmente che un bel pari possa starci. Anche se il pari andrebbe bene sicuramente più ai rossoblu che all'Inter».

Mihajlovic, la radiografia di Ricchiuti: "Con lui la Samp può salvarsi"

La Sampdoria aspetta il suo nuovo condottiero. Ormai è questione di ore per il ritorno a Genova di Sinisa Mihajlovic nelle vesti di tecnico Da due anni l'ex blucerchiato è lontano dall'Italia, dove ha allenato Bologna, Fiorentina e Catania. Forse proprio alle pendici dell'Etna ha vissuto il suo periodo migliore quando, subentrando all'esonerato Atzori, totalizzò 36 punti in 23 giornate portando la formazione siciliana dall'ultimo al tredicesimo posto. Di quella squadra faceva parte anche Adrian Ricchiuti, oggi alla Virtus Entella. Lo ho intervistato in esclusiva per conoscere nei minimi dettagli il Mihajlovic allenatore.

Domanda a bruciapelo: Mihajlovic può essere l'uomo giusto per questa Samp?
«Sicuramente. Quando il mister arrivò a Catania, la squadra era messa molto peggio della Sampdoria adesso; mancavano due partite alla fine del girone andata e lui ci raggiunse in ritiro a Roma. Alla prima partita perdemmo, ma lui non ci ha mai fatto mancare la fiducia nella salvezza. Riuscì a dare grande personalità alla squadra e infatti siamo andati a vincere a Torino contro la Juventus».

Tutti parlano di lui come un allenatore molto carismatico...
«Posso dire che è vero perché con noi è stato così. Sa tirare fuori da ognuno la motivazione giusta e trasmette una grinta incredibile, è un gran motivatore. E poi ha fatto schierato titolare gente come me, che fino a dicembre non giocava e poi ha disputato tutte le partite dando una grossa mano. Per lui anche gente che non giocava prima può tornare utile, non si fissa su undici giocatori ma su tutta la rosa. Quindi quei calciatori che non giocavano con Delio Rossi potrebbero trovare spazio con Mihajlovic».

Ed è stato proprio Mihajlovic ha trasformarti da attaccante a centrocampista.
«E' stata un'incredibile scoperta del mister e lo ringrazio perché grazie a quel ruolo lì sono riuscito a fare quattro anni fantastici in una splendida città come Catania. Riuscì a trovare il ruolo in cui mi potessi esprimere al meglio in Serie A, senza il quale magari non sarei riuscito a trovare lo stesso spazio».

C'è un episodio che ricordi particolarmente in cui ha evidenziato tutta la sua personalità?
«L'ha dimostrata domenica dopo domenica, ma c'è una cosa che io ricordo molto bene. Quando davanti a tutti prendi il capitano, in quel caso era Mascara, e gli dici determinate cose, vuoi far vedere che il mister conta e si fa sentire. Tanti allenatori preferiscono non dire niente per non andare contro i giocatori più importanti, ma Mihajlovic non guarda in faccia a nessuno».

E dal punto di vista dei rapporti con i suoi giocatori, come si relaziona?
«Con noi non ha mai avuto peli sulla lingua e da questo punto di vista ho tanti ricordi. Ha una grinta incredibile e, ripeto, se ha da dirti qualcosa davanti a tutti te la dice senza problemi. Che tu sia Maradona o no, tutti i giocatori sono uguali per lui e grazie a questo è riuscito a tirar fuori il 101% da ognuno di noi».

Quindi la Sampdoria di oggi può emulare quel Catania?
«Assolutamente sì. Ho visto qualche partita e la Samp ha dei problemi, però mister Mihajlovic avrà tempo per dimostrare che si può raggiungere la salvezza. Nella parte destra della classifica il campionato è molto livellato e tutti hanno l'opportunità di rimanere in Serie A. Togliendo le prime 6-7 squadre, tutte le altre sono allo stesso livello e hanno le stesse possibilità di salvarsi, anche se vedo il Chievo un po' più indietro rispetto alle concorrenti».

16 novembre 2013

Montecalvo: "Pallone d'Oro, dico CR7. Pirlo nella top 5, ma anche Balotelli e Totti..."

Una settimana fa è stata resa nota un'interessante novità sull'assegnazione del prossimo Pallone d'Oro. Come annunciato dal presidente della FIFA Blatter, per questa edizione saranno cinque i finalisti e non tre come è accaduto fino allo scorso anno. Di questo e non solo, ne ho discusso in esclusiva con il presidente di FM Communications e di World Football Management Fabio Montecalvo.

Cristiano Ronaldo, Messi e Ribery sicuri, chi potrebbero essere gli altri due a contendersi il Pallone d'Oro?
«Secondo me nel parterre finale dovrebbero entrare Pirlo e Ibrahimovic. Il regista juventino non solo per coronare una carriera brillante che lo ha visto vincente in Italia, in Europa e nel mondo, con il Milan e con la Nazionale, ma anche perché è ancora protagonista dei successi bianconeri che lo hanno consacrato protagonista assoluto della scorsa stagione. Per quanto concerne Ibra, invece, oltre ai meriti professionali ed alle eclettiche e pirotecniche doti calcistiche, una nomination nei primi cinque andrebbe data quale talismano positivo dei club che lo ospitano. Come dire: dove passa Ibra, si vince. E con il PSG, letto, firmato e confermato».

In ogni caso, chi vedi favorito per la vittoria finale?
«E' sicuramente una bella battaglia. Ci sono quei primi mostri sacri del calcio, per dirla alla Mughini. Cristiano Ronaldo e Messi rappresentano oggi il 'top dei top players' che non fa classica, ovvero al di sopra di qualsiasi chart internazionale. Hanno, su tutte, due caratteristiche esclusive: una continuità di rendimento impressionante e una media goal da guinnes dei primati. Il vincitore? Sono di parte, dico Cristiano perché è mio amico...».

Un solo italiano tra i 23 candidati, Andrea Pirlo, è davvero l'unico a meritarselo?
«Su Pirlo ho già espresso i relativi meriti e onori. Di sicuro ci sono anche altri nomi che meriterebbero di entrare nella nomination. Uno su tutti, e come non considerarlo, è Francesco Totti: un campione assoluto, un professionista esemplare, un grande calciatore, un eccelso realizzatore ed un grande uomo. Se ci fosse un premio alla carriera, all'interno del Pallone d'Oro sarebbe sicuramente da assegnare a lui. Ma dico anche Buffon, Marchisio, Balotelli e Diamanti».

Dieci anni fa gli italiani in corsa erano 7, il "made in Italy" non va più di moda?
«In Italia si dovrebbe istituire, per dirla all'americana, una 'Football Crisis Departement', un'unità di crisi atta a ricercare, studiare e applicare soluzioni strategiche per evitare alla già invadente recessione che ha colpito il Bel Paese, di portare ad una totale deflagrazione anche il nostro amato calcio. La nostra Serie A purtroppo, tranne per pochissime operazioni di mercato, diventa ogni anno sempre più debole, con conseguente migrazione di calciatori all'estero e relativi investimenti in comunicazione i cui budget divengono sempre più risicati. Si dovrebbe partire da questi aspetti per comprendere la carenza di nomination dei calciatori azzurri».

Qualcuno si aspettava di vedere anche Balotelli nella lista dei 23...
«Sì, la meriterebbe tutta, a mio avviso, la famigerata nomination. Non dimentichiamoci della performance sportiva 'castiga Germania' durante l'Europeo 2012. Ma i meriti, quest'Italia, li riconosce o no? Sono più meritevoli le 'gossippate' e le relative 'balottellate' delle importanti prestazioni sportive che hanno portato in alto il nostro tricolore? E' uno sfogo e forse anche un po' generico, ma dovremmo essere tutti più positivi per far quadrare i conti, e non solo. Quindi forza Mario, che lo vincerà il Pallone d'Oro prima o poi, e sopratutto, forza Italia».