29 novembre 2013

Bagni: "Attenta Inter, alla Samp servono punti. Il mercato blucerchiato dipende dalle uscite"

Sono attesi tanti volti conosciuti a San Siro per la sfida tra Inter e Sampdoria. Il nuovo presidente nerazzurro Erick Thohir ha voluto invitare tanti ex calciatori nerazzurri, tra cui anche Salvatore Bagni. Ho contattato in esclusiva l'ex centrocampista per avere una sua opinione sul prossimo impegno e sul mercato dei blucerchiati.

Bagni, ci sarà anche lei domenica al Meazza tra le vecchie glorie interiste?
«In realtà non so ancora se ci sarò. Ho ricevuto l'invito di Thohir e ho accettato volentieri, dicendo però che forse non potrò esserci per impegni all'estero».

In ogni caso, che tipo di partita dobbiamo aspettarci?
«L'Inter ha fatto benissimo fino a questo punto. Chi poteva aspettarsi che giocasse in quel modo e che si ritrovassero giocatori che sembravano non avere qualità, forza e rapidità? Poi, soprattutto, è una squadra che gioca a calcio e messa bene in campo. Il merito è tutto di Mazzarri. La Sampdoria, invece, è in una zona di classifica difficilissima. Certo, se avesse vinto domenica contro la Lazio forse sarebbe stata un'altra partita, ma adesso ha bisogno di punti. I giocatori di Walter non prendono mai le partite sotto gamba, saranno pronti a fare risultato e a regalare la prima vittoria a Thohir, ma non è tutto così scontato nonostante la differenza di posizione in classifica».

Sulla panchina della Samp ci sarà un altro grande ex nerazzurro, Sinisa Mihajlovic.
«Conosce bene l'ambiente blucerchiato e in questo momento era fondamentale ci fosse feeling con la piazza; anche per questo motivo la scelta è ricaduta su di lui. Mihajlovic ha dato e ricevuto tantissimo a questa squadra per la quale è stato disposto a lasciare una nazionale importante come la Serbia. E' voluto tornare giocandosi molto ma senza aver alcuna paura. Sono d'accordo con lui quando dice che i vincenti trovano una strada e i perdenti una scusa, è una frase che mi piace e in cui mi rispecchio. Dall'altra parte c'è comunque un rischio, perché tutti i tifosi lo conoscono e si aspettano molto da lui».

Tra le fila dell'Inter c'è Belfodil che non sta trovando molto spazio...
«Belfodil lo conosco molto bene così come Taider. Quest'ultimo si è ritagliato il suo spazio ed è tenuto in grande considerazione da Mazzarri, che ama quei giocatori che si mettono a disposizione del tecnico e si sacrificano. L'altro è un attaccante e quindi è più difficile trovare spazio; l'attuale modulo dell'Inter, che prevede una sola punta ed un trequartista, lo penalizza abbastanza e togliere il posto a Palacio è impossibile in questo momento. Bisogna dargli tempo e lui deve crederci, mettendosi a disposizione e aspettando la sua chance. In un anno e mezzo tra Bologna e Parma ha dimostrato di avere qualità importanti e ora sta comunque giocando in una grande squadra».

...e c'è chi dice potrebbe venire in prestito a Genova.
«Ne ho sentito parlare anche io, sia per quanto riguarda la Sampdoria che altre squadre. Io non so se andrà via in prestito, è una decisione che prenderà lui con il suo procuratore. L'agente di Belfodil, George Atangana, è un amico e sono sicuro che gli consiglierà il meglio, poi anche la società dirà la sua e insieme decideranno. Ripeto, non so cosa farà a gennaio, ma questa è una storia che sento da parecchio tempo. Se partirà, lo farà per racimolare minuti in una squadra dove si potrà ritagliare uno spazio maggiore che all'Inter».

Quali mosse dobbiamo attenderci dalla Sampdoria in sede di mercato invernale?
«Carlo (Osti, ndr) è un amico oltre che una persona veramente perbene e corretta, quindi gli auguro al più presto di riuscire a tirarsi fuori da questa situazione. Però bisogna sottolineare che non è facile muoversi quando hai un organico di trentuno giocatori. In assoluto farà mosse di mercato, però deve anche far andar via qualcuno perché non si può aumentare il numero di elementi in rosa. Questo è normalissimo».

28 novembre 2013

Il Kortrijk trattiene Santini: "Non vuole partire a gennaio, nessun contatto con la Samp"

Che la Sampdoria sia alla ricerca di un rinforzo per il reparto avanzato è possibile, ma che il prescelto sia Ivan Santini è tutto da vedere. Ma varie indiscrezioni parlano di una Samp concretamente interessata all'attaccante croato, attuale capocannoniere della Jupiler Pro League (la massima serie del campionato belga) con la maglia del Kortrijk. Per saperne di più, ho sentito in esclusiva Jelle Brulez, responsabile della comunicazione del club delle Fiandre.

Innanzitutto, per chi non lo conoscesse, chi è Ivan Santini?
«Santini è probabilmente il miglior attaccante centrale che ha mai giocato nel Kortrijk e, per il momento, è una delle migliori punte in Belgio. E' un attaccante completo davvero forte: sa tenere la palla, ha fiuto per il gol, dialoga bene con i compagni, lavora molto duramente e rappresenta un costante pericolo nell'area avversaria. Inoltre è un bravissimo ragazzo, è molto religioso e ha grande cura della sua famiglia, che è considera la cosa più importante del mondo. Lui è un modello per i calciatori professionisti. Si impegna a fondo sia dentro che fuori dal campo e sa come mantenersi in forma. Il suo carattere e gli anni trascorsi nella Bundesliga hanno contribuito a fare di lui un atleta professionista. Ha acquisito un sacco di esperienza nonostante la giovane età. Attraverso tutte le sue esperienze nella vita e nel calcio, con alti e bassi, ha maturato questo carattere veramente forte».

Pensate che possa fare bene anche in un campionato difficile come la Serie A?
«Siamo convinti che Santini abbia le carte in regola per giocare nella vostra Serie A. Potrebbe giocare in qualsiasi campionato, indipendentemente dalla difficoltà».

Il Kortrijk ha mai avuto contatti con la Samp per lui?
«No, non abbiamo mai parlato con la Sampdoria».

E con altre società italiane?
«Diverse squadre stanno seguendo Santini, ma è normale che un giocatore con le sue qualità attiri su di sé molte attenzioni».

Ma Santini potrebbe cambiare maglia a gennaio?
«Lui ha dichiarato alla stampa che preferirebbe restare al Kortrijk almeno fino al termine di questa stagione».

Da quanto si legge ha una clausola di rescissione di 2,5 milioni...
«Questo è quello che ha raccontato un giornalista belga senza aver verificato le loro fonti. Non è vero che c'è una clausola rescissoria di 2,5 milioni di euro nel contratto di Santini».

27 novembre 2013

Juary: "Mi aspettavo un'altra Samp, ma Mihajlovic darà filo da torcere all'Inter"

Domenica sugli spalti del Meazza a seguire la sfida tra Inter e Sampdoria ci sarà anche Jorge Juary, ex attaccante nerazzurro degli anni '80 e fino a marzo allenatore del Sestri Levante. Ho raggiunto in esclusiva l'ex calciatore brasiliano per avere il suo punto di vista su quella che sarà la prima trasferta di Sinisa Mihajlovic da tecnico blucerchiato.

Juary, da Sestri Levante a Gallarate: ha nostalgia della nostra regione?
«Onestamente, più ancora della Liguria, mi manca l'atmosfera del campo perché ho tanta voglia di allenare e questa è la cosa che mi manca più di tutte. Mi auguro di tornare un giorno in Liguria, lì ho lasciato tanti amici».

Però poteva tornare in estate per sedersi sulla panchina del Bogliasco...
«E' vero, c'è stata questa possibilità ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Alla fine è il presidente che decide e lui ha scelto un altro allenatore».

Spostiamoci su Inter-Samp. I blucerchiati possono dare filo da torcere ai nerazzurri?
«Mi aspetto una gara difficile come tutte le altre per l'Inter, che comunque considero favorita. Senza dubbio la Samp può dare filo da torcere agli avversari perché è motivata dopo il cambio di allenatore. Questo può essere un fattore importante, perché l'avvento di un nuovo tecnico porta sempre un entusiasmo in più».

Che idea si è fatto dell'avvio di campionato della Sampdoria?
«Sinceramente mi aspettavo un altro inizio di stagione da parte della formazione blucerchiata, che invece è partita così così. Non mi aspettavo nemmeno l'esonero di Delio Rossi, ma purtroppo sono cose che succedono nel calcio. In ogni caso, ripeto, domenica non sarà una partita facile per l'Inter».

Quella di affidare la squadra a Mihajlovic è stata una scelta azzeccata secondo lei?
«Col tempo Mihajlovic potrà fare sicuramente bene. Lui ha giocato per diversi anni a Genova e quindi conosce bene la piazza, poi si è dimostrato anche un bravo allenatore».

In ottica mercato, c'è un calciatore brasiliano che si sente di consigliare alla Samp?
«Bisogna capire in che ruolo la Sampdoria cerca dei rinforzi. Senza dubbio in Brasile ci sono dei giocatori giovani che si potevano e si potranno portare in Italia come scommesse da vincere».

Il doppio ex Canuti: "Milan in ripresa. Catania, meglio un punto che zero"

Archiviato con un'importante vittoria il match con il Celtic, il Milan si appresta a rituffarsi in campionato per tornare a vincere anche in Italia. O almeno a provarci, perché domenica si troverà di fronte un Catania in cerca di punti salvezza. Ho contattato in esclusiva l'ex difensore Nazzareno Canuti, che in carriera ha indossato sia la maglia dei rossoneri che quella degli etnei.

Canuti, che impressione la ha fatto il Milan vittorioso a Glasgow e più vicino alla qualificazione agli ottavi di Champions?
«Ho visto una squadra in ripresa e, soprattutto, gli è andata bene negli episodi di solito negativi in questo inizio di stagione. Dopo l'1-0, gli avversari hanno avuto la palla per pareggiare e poi invece il Milan si è dimostrato padrone del campo. Il Celtic era comunque un avversario abbordabile ma, visti i tempi, i rossoneri hanno fatto dei passi in avanti».

Questo successo può rappresentare una svolta per la squadra di Allegri?
«Sicuramente vincere fa bene sia per la Champions League, sia per il campionato, sia per la Coppa Italia; fa bene per tutto. Quando si vince le cose girano per il verso giusto e ogni vittoria dà morale e autostima. La squadra esce rafforzata dal Celtic Park».

Domenica i rossoneri faranno visita ad una squadra alla disperata ricerca di punti, il Catania.
«Quando hai bisogno di punti non è mai una situazione facile; si fa dura quando hai l'obiettivo dei tre punti che ti sfugge ogni domenica. Io sono sempre del parere che un pareggio non è da buttare in questi casi, quindi consiglierei ai rossazzurri di accontentarsi anche se giocano in casa».

Quali insidie potrebbe nascondere questa trasferta?
«Non ci sono vere e proprie insidie, è la seconda partita fuori casa di fila dopo Glasgow. I rossoneri troveranno un Catania piuttosto arrabbiato e con voglia di riprendersi dopo sconfitta contro il Torino. Però è una partita alla portata del Milan, è abbastanza abbordabile guardando la situazione delle due squadre. La partita è più difficile per il Catania che per il Milan».

L'anno scorso fu El Shaarawy a trascinare il Milan verso la vittoria, chi può essere decisivo questa volta?
«Visto che ieri è tornato a segnare dopo un mese e mezzo, direi Balotelli. Viene da un periodo negativo anche se lui ormai è abituato ad essere sempre chiacchierato. Magari il fatto che in Sicilia ci siano temperature miti può darsi che lo facciano svernare (sorride, ndr)».

E per quanto riguarda gli etnei invece?
«Il Catania purtroppo ha dei problemi e deve rinunciare a degli elementi importanti come Bellusci e Bergessio attualmente fuori per infortunio. Non saprei indicare un calciatore in particolare, il Catania deve ritrovarsi come squadra».

26 novembre 2013

Alberto Masi: "Con la Lazio pari immeritato. Ho Samp e Genova nel cuore"

C'erano tanti volti noti ad assistere alla prima di Sinisa Mihajlovic da allenatore della Sampdoria. In compagnia della famiglia del neo tecnico doriano, di Dejan Stankovic e del proprio agente c'era anche Alberto Masi, genovese doc, cresciuto nelle giovanili blucerchiate e oggi in forza alla Ternana. Ho contattato in esclusiva il ventunenne difensore per un suo parere sull'esordio della Samp targata Mihajlovic.

Alberto, come hai visto la Sampdoria domenica?
«Ho visto una Samp molto motivata. A mio parere il cambio di allenatore è servito ed è arrivato un tecnico come Mihajlovic che riesce a tirare fuori il meglio dai propri giocatori. La squadra era messa molto bene in campo anche se, ovviamente, c'è ancora tanto lavoro da fare».

La squadra, come ha detto mister Mihajlovic, meritava qualcosa in più?
«Sì, forse meritava qualcosa in più del pareggio. Nonostante l'inferiorità numerica, la Samp ha difeso molto bene ed è anche riuscire ad andare in vantaggio; poi però è arrivato quel gol beffardo all'ultimo minuto. Se avesse vinto la partita, nessuno avrebbe potuto recriminare».

Peccato per il rosso a Krsticic, tra l'altro tuo ex compagno nella Primavera.
«Secondo me l'espulsione è stata un po' eccessiva, però l'arbitro ha deciso così...».

Nei tre giorni a disposizione, Mihajlovic sembra aver dato quantomeno una scossa alla squadra.
«Certo ha avuto pochi giorni per preparare questo match, però dal punto di vista delle motivazioni Mihajlovic ha saputo dare molto ai suoi».

Hai assistito alla partita vicino a Stankovic, ti ha detto qualcosa in particolare?
«Sono venuto a Genova per assistere alla partita con il mio procuratore (Federico Cavalli, ndr) e mi sono ritrovato lì con Dejan. Non ci siamo detti nulla di particolare, abbiamo semplicemente commentato l'andamento della gara nel corso dei novanta minuti».

Personalmente, che effetto ti ha fatto tornare nello stadio dove non sei mai riuscito ad esordire?
«Io sono cresciuto a Genova e sono sempre stato tifoso sampdoriano fin da bambino. Ho alcuni amici che giocano ancora qui e, quando posso, mi fa sempre piacere venire a vedere la Sampdoria al Ferraris».

Sii sincero: ti manca un po' Genova?
«E' la città dove sono nato e cresciuto, dove ho la mia famiglia e i miei amici, ma comunque sono contento delle esperienze che sto facendo. Però Genova rimane sempre nel mio cuore».

25 novembre 2013

Monticone: "La Serie A un sogno, ora penso al Lumezzane: voglio e devo migliorare ancora"

Tra i giovani di proprietà della Sampdoria che meglio si stanno comportando in Lega Pro c'è sicuramente lui, Mattia Monticone. L'ex capitano della Primavera blucerchiata, dopo l'esperienza di sei mesi con il Pavia, si sta confermando domenica dopo domenica come uno dei pilastri difensivi del Lumezzane. Le sue prestazioni non sono passate inosservate, tanto che Valerio Bertotto ha deciso di convocarlo per l'Under 20 Lega Pro e di schierarlo dal primo minuto contro la Norvegia nell'International Challenge Trophy. Ho raggiunto in esclusiva il difensore classe '94, all'indomani della sconfitta per 2-1 contro la Pro Patria.

Mattia, cosa ci dici di questi primi quattro mesi con la nuova maglia?
«Per ora le cose stanno andando bene. Sto crescendo molto e imparando dai compagni, soprattutto quelli più anziani come Belotti e Mandelli; per me è un onore giocare con loro che hanno militato per anni in categorie più importanti. Mi sto trovando molto bene con la società e i compagni, sono convinto che possiamo diventare un bel gruppo».

Il Lumezzane ha un'età media di soli 22,6 anni, ma tu sei uno dei più giovani in rosa.
«E' vero e fino a questo momento sono sempre stato titolare. Attualmente, purtroppo, il nostro tecnico Marcolini è in convalescenza (è reduce da un intervento chirurgico, ndr) e ha preso il suo posto mister Santini. Entrambi mi hanno sempre mandato in campo dal primo minuto, spero di riconfermarmi e di dimostrare di meritare il posto».

E poi rispetto a Pavia giochi nel tuo ruolo naturale...
«Adesso sto giocando nel ruolo in cui mi trovo meglio. Ringrazierò sempre il responsabile dell'area tecnica del Pavia Preite e mister Roselli, che mi ha sempre fatto giocare anche se in un ruolo non mio. L'anno scorso non ho sempre dato quello che potevo, giocavo come quinto di centrocampo nel 3-5-2 e non ho mai dato veramente tanto. Quest'anno invece vengo schierato nel mio ruolo ideale e sto facendo bene, però so che posso fare ancora meglio. Soprattutto rivedendo le partite, mi accorgo di commettere anche piccoli errori da limare».

Con la Primavera avevi segnato solo due reti e non è di certo la priorità per un difensore, ma la gioia del gol non ti manca?
«Ci sto provando (ride, ndr). Mi sono procurato un rigore ieri contro la Pro Patria e anche a Pavia se l'arbitro non avesse cambiato idea. Comunque non vedo l'ora di segnare la mia prima rete tra i professionisti. Il gol è un'emozione unica ma è la cosa più importante per me, prima devo pensare a difendere e a dare tutto per la squadra».

Nella partita con il Venezia hai affrontato Martinelli, tuo ex compagno in Primavera: come lo hai trovato?
«Devo essere sincero, contro il Venezia noi abbiamo giocato bene nel primo tempo ma nella ripresa è cambiata partita proprio grazie al suo ingresso in campo. Martinelli è un centrocampista completo e lo ha dimostrato anche in quell'occasione, sembrava un veterano per come ha trascinato la squadra. Lui, Sampietro e Icardi erano i giocatori che mi piacevano di più ai tempi della Primavera».

Per te è la seconda stagione in Lega Pro, è la categoria giusta per te in questo momento?
«Non so quale sia il campionato adatto a me, io so solo che voglio continuare a migliorarmi il più possibile. E' normale voler arrivare in Serie A, ma se ci riuscirò si vedrà soltanto in futuro. Se avrò le capacità tecniche e mentali lo vedremo. Ora penso a lavorare per migliorare ancora tanto».

Le tue prestazioni ti hanno fruttato anche la chiamata dell'Under 20 Lega Pro.
«Ho preso parte a vari stage e sono riuscito a guadagnarmi la convocazione per la prima partita del torneo, venendo anche schierato come titolare. E' stato bellissimo. Giocare in azzurro è sempre un onore, un motivo di orgoglio e soddisfazione. Adesso devo solo continuare così, anzi fare ancora meglio per continuare questo percorso che ho intrapreso».

Ma, dopo aver giocato in Under 18 e Under 19, all'Under 20 non ci pensi?
«Sarebbe un'ulteriore bella soddisfazione, però so che il ct Evani conta su giocatori forti di Serie B per la sua Under 20 e quindi non è facile. Io in una sua convocazione ci spero sempre, poi quello che verrà verrà».

23 novembre 2013

Il doppio ex Casazza: "Samp, con Sinisa e Nenad sei in buone mani. Attenzione alla Lazio"

Tra giovedì e oggi Sinisa Mihajlovic ha diretto le sue prime sedute di allenamento da mister della Sampdoria. Nel poco tempo a loro disposizione, il neo allenatore blucerchiato e il suo staff stanno cercando di preparare al meglio il prossimo impegno della truppa blucerchiata, che domenica alle 15 riceverà la Lazio. Del cambio tecnico e del match in programma al Ferraris, ne ho parlato in esclusiva con il doppio ex di Samp e biancocelesti Fabrizio Casazza, che con Mihajlovic ha condiviso la stagione 2003/04 proprio nella capitale.

Via Rossi, dentro Mihajlovic: qual è la sua lettura a proposito?
«Probabilmente si era arrivati ad una situazione in cui c'era la necessità di fare qualcosa. E bisognerà ancora fare qualcosa, perché non sarà sufficiente un cambio di allenatore che nelle ultime settimane sembrava essere sempre più vicino. Si era arrivati ad un bivio e poi il presidente Garrone ha preso questa decisione. C'è da augurarsi che Sinisa e tutto il suo staff invertano la rotta che si è presa in questo inizio di stagione e penso che le premesse possano esserci tutte, magari con l'aiuto di qualche rinforzo che sembra indispensabile per un gruppo che fino ad oggi ha avuto qualche difficoltà».

In conferenza stampa il nuovo tecnico blucerchiato si è lasciato andare a dichiarazioni molto forti.
«Credo sia anche giusto perché quando si verifica il cambio di allenatore rappresenta sempre una sconfitta di tutti. Sinisa ha fatto bene a mettere in chiaro che lui cercherà di capire chi sono quelli che hanno la fame giusta per scendere in campo e, sotto questo punto di vista, non credo abbia sbagliato ad alzare i toni nei confronti della squadra. In questo momento ci deve essere un solo ed unico pensiero: riuscire a salvare una situazione che, domenica dopo domenica, si è fatta complicata. E' giusto che metta tutti sullo stesso piano e che voglia vedere gente pronta a mettersi mostra in settimana per avere un posto in squadra».

Il Mihajlovic allenatore rispecchia quello che era il Mihajlovic giocatore?
«Da giocatore è stato un grandissimo e tutti lo conosciamo; ha una forza notevole a livello di personalità e credo che cerchi di trasmettere questa sua forza interiore alla squadra. E' normale, quando si è calciatori, ragionare più per sé stessi, ma da allenatore devi ragionare in funzione di un gruppo e e del bene comune. Sinisa ha avuto esperienze calcistiche che gli consentono di gestire una squadra, conoscendone tutte le sfumature possibili. Senza dubbio è una persona e un allenatore che può fare bene. D'altra parte, guardando alle sue esperienze passate in in Italia, a Catania ha fatto bene e anche a Firenze non ha fatto poi così male. Questo gruppo di ragazzi può fare bene con l'innesto di qualche nuovo giocatore a gennaio e con un tecnico più stimolato di Rossi, che ultimamente sembrava non avere più fame o quantomeno non la trasmetteva. Sinisa invece ha tanta voglia e per la Samp ha lasciato la sua nazionale, anche per dimostrare di essere un ottimo allenatore».

Insieme a lui è tornato a Genova anche un altro tuo ex compagno, Nenad Sakic.
«Ho giocato con Nenad alla Samp per tre anni e posso dire che è un ragazzo eccezionale, mi fa molto piacere che sia tornato. Mi auguro che insieme riescano nell'intento di raddrizzare l'andamento di questa squadra che nelle ultime settimane non dava molto speranze. Inoltre ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui e ho sempre detto che avevamo i serbi più bravi del mondo. Lui, Zivkovic e Jovicic sono tutti ragazzi speciali».

L'esordio di Mihajlovic sarà contro un'altra sua ex squadra, la Lazio...
«Mi aspetto una partita come tutte quelle che la Samp ha disputato contro squadre che lasciano un po' più spazio agli avversari e vengono a giocarsi la partita senza tanta pre-tattica. Con le squadre che si chiudono e ripartono, i blucerchiati hanno più difficoltà. Non sarà una gara facile perché Lazio ha un ottimo organico e in questo periodo hanno potuto riassestarsi. Anche loro hanno un ottimo tecnico che è stata la sorpresa dello scorso anno, quando Petkovic ha sorpreso tutti, soprattutto quelli che non lo conoscevano. In questo campionato di Serie A non ci sono partite facili - ce lo ha dimostrato il Sassuolo - e neanche la prossima lo sarà».

Domenica si affronteranno due squadre che, in questo avvio, hanno deluso le aspettative.
«Se andiamo a vedere, forse la squadra che ha deluso di più è proprio la compagine biancoceleste. La Lazio come potenziale poteva giocarsi il campionato ed è una piazza molto esigente dove i giocatori sono tutti i giorni sotto pressione; infatti, dopo un inizio di campionato non bellissimo, si parlava di un Petkovic in bilico. Dall'altra parte qualcuno aveva messo in preventivo una Samp con qualche difficoltà, ma non così tante. Sicuramente ci si aspettava di più da certi giocatori presenti in rosa e proprio quelli da cui si avevano già dei riscontri positivi sono mancati di più. Ma sono due delusioni molto diverse».

I blucerchiati hanno le carte in regola per tornare ad esultare davanti al proprio pubblico?
«Bisogna cercare di fare una buona gara, se poi arriva il risultato meglio ancora. Secondo me, al Ferraris la Samp ha sempre la possibilità di fare la partita. Dipenderà anche da come Sinisa deciderà di affrontarla e dovrà valutare se giocare in una certa maniera o in un'altra. La sua idea di modulo può contare molto, ma devono contare molto anche gli undici da schierare titolari. E poi questi cambi di allenatore portano spesso a risultati imprevisti nelle prime partite...».

Prima parlava di nuovi innesti a gennaio. Cosa si aspetta dal mercato invernale?
«Sicuramente ci sono zone del campo dove la Sampdoria sta facendo più fatica, ma spetterà alla società decidere. Sarà importante anche quello che Sinisa vedrà in queste settimane, poi prima arrivano i rinforzi e meglio è. So che è facile dirlo ma non facile farlo, però bisognerà cercare di non sbagliare acquisti. Servono giocatori di qualità che non hai preso in estate e ora devi obbligatoriamente andare a cercare».

22 novembre 2013

Beunardeau sempre in orbita Samp, situazione in stand-by

Negli ultimi giorni non è stato, per ovvi motivi, in cima ai pensieri dei dirigenti blucerchiati, ma Quentin Beunardeau non ha assolutamente perso la speranza di ricevere una chiamata da Genova. Terminato il suo periodo di prova al Bayern Monaco venerdì scorso, il portierino francese ha fatto ritorno in patria dove sta continuando ad allenarsi con la sua ex squadra, il Le Mans, dalla quale si è svincolato ormai un mese fa.

Proprio dalla Francia, come raccolto in esclusiva, gli sarebbero arrivate alcune offerte, ma l'estremo difensore classe '94 ha deciso di accantonarle ed attendere una proposta da parte della Sampdoria, che ha manifestato un interesse concreto dopo averlo visto da vicino durante i suoi quattro giorni a Bogliasco. Ma prima di qualsiasi passo ufficiale, la società vuole capire se può riuscire a trovare una squadra di Lega Pro pronta ad accogliere lui o Andrea Tozzo in prestito. Al momento la Samp, però, è in pole position per Beunardeau, che potrà essere tesserato non prima di gennaio.

21 novembre 2013

Cusin: "Con Zenga all'Al-Jazira per riportare in alto questo top club"

Dopo le esperienze alla guida dell'Al-Ain e Al-Nasr, Walter Zenga è tornato ad allenare negli Emirati Arabi. Dal 26 ottobre è infatti il nuovo tecnico dell'Al-Jazira e in questa nuova avventura ha voluto nuovamente al suo fianco Stefano Cusin, suo vice all'Al Nassr Riyadh prima e all'Al Nasr Dubai poi. Ho intervistato in esclusiva Cusin, che ha deciso di lasciare il suo posto da allenatore all'Al Fujairah per seguire Coach Z ad Abu Dhabi.

A luglio ci raccontava della sua nuova avventura all'Al Fujairah e ora la ritroviamo all'Al-Jazira. Cosa è successo nel frattempo?
«All'Al Fujairah avevamo iniziato bene e fatto un buon lavoro, ottenendo degli ottimi risultati e dimostrandoci vincenti sul campo. Però io e la società non avevamo le stesse idee riguardo i giocatori stranieri presi in estate e c'erano valutazioni diverse. Non c'era condivisione di idee e ho capito che quello del club non era un programma vincente».

Quando è arrivata la chiamata di Zenga ha subito detto di sì?
«Mentre allenavo l'Al Fujairah, Walter era venuto a vedere diverse partite e ci siamo incontrati più volte. Quando mi ha parlato della trattativa con l'Al-Jazira e mi ha chiesto di seguirlo non ci ho pensato troppo, perché a me piace vincere. Non sono stato a pensarci su più di tanto e gli ho dato immediatamente la mia disponibilità. Poi, una volta che la cosa si è concretizzata, ho raggiunto l'accordo con l'Al Fujairah per la rescissione del contratto».

Se ti ha voluto ancora una volta con sé, significa che conta molto su di lei e sulla sua esperienza...
«Considero Walter prima di tutto un amico e secondariamente un grande allenatore. Abbiamo lavorato sia in Arabia Saudita che negli Emirati Arabi facendo bene, forse perché siamo molto complementari. Mi ha rivoluto con sé perché abbiamo fatto buone cose insieme e i risultati ci hanno sempre dato ragione; c'è grande feeling tra noi e ormai ci conosciamo bene, questo è senza dubbio un vantaggio».

In un'intervista Zenga ha detto che ha bisogno di collaboratori “con capacità di parlare le lingue”.
«Ha assolutamente ragione. Noi abbiamo in rosa un giocatore come Barrada (nella scorsa stagione al Getafe, ndr) che è cresciuto in Francia e parla solo francese. Sul piano della squadra era rimasto un po' isolato sul piano, ma io parlo francese e questo è molto importante per comunicare con i giocatori. Conoscere le lingue è fondamentale in campo».

Che eredità avete raccolto?
«L'Al-Jazira è un grandissimo club, il più grande dove io abbia mai lavorato. E' una società molto ben organizzata, ha uno stadio megagalattico e non dimentichiamoci che il presidente Mansour è anche proprietario del Manchester City. Nel 2013 la gestione dei precedenti allenatori aveva evidenziato dei problemi tecnici, noi siamo arrivati trovando una squadra con tantissimi infortunati, che stanno recuperando, e una condizione atletica non ottimale. C'è bisogno di ricreare entusiasmo e di dare il via ad un nuovo progetto, ma la situazione è complessa. Non è facile perché c'è bisogno di un programma di fondo e ci sono alcune cose da cambiare; allo stesso momento c'è il problema fisico da risolvere nel breve periodo e bisogna fare risultato perché la società si aspetta di vincere. Da quando siamo arrivati non abbiamo potuto fare affidamento su un giocatore come Valdez che era infortunato e da poco è tornato ad allenarsi. Non è facile fare bene in un campionato dove ci sono buone squadre se non si può contare su tanti titolari».

Come stanno andando le cose da quando siete arrivati e qual è il vostro obiettivo?
«Le cose stanno andando piuttosto bene, anche se siamo subentrati il 28 ottobre e due giorni dopo la squadra doveva scendere in campo, un altro aspetto che va a complicare le cose. Comunque nella prima partita di campionato abbiamo pareggiato 2-2 contro Dubai. Successivamente sono stati convocati quattro giocatori nella nazionale A degli Emirati e cinque nella nazionale olimpica, quindi non potevamo avere a disposizione altri giocatori oltre agli infortunati. Nella partita di coppa abbiamo vinto 3-1 contro l'Al-Ain lanciando ragazzi della formazione under 19, ma noi avevamo mezza squadra fuori e loro avevamo in campo giocatori come Asamoah Gyan. In ogni caso l'avvio è stato positivo ma siamo soltanto all'inizio, perché non è in tre settimane che vai a risolvere i grandi problemi. La ha bisogno di recuperare diversi giocatori, di lavorare bene e soprattutto di avere ordine dal punto di vista fisico. Stiamo lavorando con grande entusiasmo per dare un'identità a questa squadra e farla ritornare grande. Sabato ci attende il derby con l'Al Wahda».

Chiudiamo con un commento sulla rosa, che può vantare alcuni elementi di spicco.
«Abbiamo l'ex Milan Ricardo Oliveira, il nazionale paraguaiano Nelson Valdez (ex Werder Brema, Borussia Dortmund, Rubin Kazan e Valencia, ndr) e il centrocampista coreano Shin Hyung-Min che nel 2009 ha vinto la Champions League asiatica il Pohang Steelers, ma anche giovani interessanti e forti come Barrada. Quest'ultimo è un ragazzo marocchino di 24 anni che nella Liga ha fatto strabene col Getafe e viene da una stagione importante».

Quindi ci sono tutte le basi per poter fare bene?
«Stiamo parlando di un top club che può essere paragonato a Juventus e Milan per struttura della società, stadio e seguito dei tifosi. E' la prima squadra del Golfo per importanza e, infatti, tre anni fa ha vinto tutto. Purtroppo nel frattempo sono andati via alcuni giocatori importanti e bisogna ricreare i presupposti per un nuovo ciclo vincente. Abbiamo un contratto fino a giugno 2015, la nostra missione è tornare competitivi abbastanza velocemente e vincere nel medio periodo, perché vincere vuol dire programmare».

20 novembre 2013

Juventus, ag. Garcia: "E' pronto ad esordire se Conte vuole. A gennaio..."

Con Barzagli in forte dubbio e Bonucci e Ogbonna squalificati, chissà che ad Antonio Conte non sia venuto in mente di pescare dalle giovanili per la sua Juventus, che domenica sarà ospite del Livorno. E chissà che non abbia pensato proprio a Pol Garcia Tena, protagonista di ottime prestazioni con la maglia della Primavera tra campionato e UEFA Youth League. Ne ho parlato in esclusiva con Alessandro Orlandi, socio e direttore dell'area tecnica dello Studio Assis & Partners, che cura gli interessi del difensore spagnolo classe '95.

La Juve ha più di una defezione in difesa e Garcia sta facendo benissimo: domenica lo vedremo in campo dal primo minuto?
«Non saprei, sono scelte che farà mister Conte insieme al suo staff durante questa settimana. Senza dubbio Pol Garcia ad oggi rappresenta uno dei prospetti più interessanti del settore giovanile bianconero. Un suo eventuale debutto rappresenterebbe uno stimolo ulteriore per tutti i ragazzi della cantera juventina che sognano un giorno di esordire con questa importante maglia».

Quanto è atteso dal ragazzo il momento dell'esordio?
«Rappresenta sicuramente la sua ambizione e il suo obiettivo. E’ un traguardo che vuole raggiungere attraverso l’impegno e il lavoro quotidiano sul campo».

Dal punto di vista psicologico, credete sia mentalmente pronto ad un passo così importante?
«Uno dei punti di forza di Pol è sicuramente quello relativo alle qualità mentali. Sotto questo punto di vista è un giocatore sopra la media, è un professionista eccezionale e ha una cultura del lavoro pazzesca. Non dimentichiamoci che ha solamente 18 anni...».

Al di là del debutto o meno contro il Livorno, c'è grande sintonia con la Juventus...
«Pol si trova bene a Torino, è il capitano e il leader della Primavera di mister Zanchetta, sente la fiducia della società ed è determinato a ripagarla quotidianamente sul campo».

Si è vociferato di un interesse di Bari e Juve Stabia, ma i bianconeri lascerebbero partire Garcia a gennaio?
«Sta facendo molto bene sia in Italia che in Europa ed è chiaro che un giovane di grande prospettiva possa suscitare l’interesse di numerosi club. Però la Juventus crede molto nelle potenzialità di Garcia e difficilmente considererà un prestito già il prossimo gennaio».

19 novembre 2013

Marazzina: "L'Inter vorrà vincere a Bologna per Thohir"

Con un giorno di ritardo rispetto al Bologna, questo pomeriggio l'Inter ha ripreso ad allenarsi dopo il week-end. Le due squadre si ritroveranno una di fronte all'altra domenica sera, per il posticipo in programma allo stadio Dall'Ara. Per avvicinarci alla partita, ho contattato in esclusiva l'ex attaccante Massimo Marazzina, doppio ex di rossoblu e nerazzurri oltre che tifoso interista.

L'Inter, reduce da cinque risultati utili consecutivi, andrà a cercare il sesto a Bologna.
«Essendo la prima con Thohir nuovo presidente sicuramente tutti ci terranno a far bene, questo è un aspetto da non sottovalutare. L'Inter scende sempre in campo per vincere e lo farà anche domenica contro il Bologna, soprattutto perché ha tanti punti di distacco dalle prime e non può permettersi di rimanere troppo indietro».

Dall'altra parte, invece, la compagine felsinea stenta ad avere continuità...
«Il Bologna è la mia seconda squadra del cuore e dispiace che non se la stia passando benissimo. Grazie ad un paio di risultati positivi è riuscito a venir fuori dai bassifondi della classifica, ma adesso deve cercare di fare punti in casa».

...e a trovare la via del gol.
«Purtroppo si è evidenziata questa lacuna. Negli ultimi anni il Bologna è stato abituato bene con attaccanti come Di Vaio, mentre quest'anno non ha garanzie e non c'è un vero e proprio bomber. Per questo devono cercare un gioco più corale e provare a mandare in gol i centrocampisti con gli inserimenti. Però non è facile e Diamanti non può fare tutto da solo».

Per i nerazzurri sarà la prima partita senza Moratti presidente.
«Non l'ho mai conosciuto personalmente perché quando ero all'Inter c'era appena stato il passaggio delle consegne tra lui e Pellegrini. Da tifoso nerazzurro lo ricorderò con piacere perché ha investito tanti soldi e ne ha persi altrettanti; non dimentichiamoci che ha portato dei campioni in Italia, uno su tutti Ronaldo. Quindi a Moratti si può dire solo grazie».

Il suo posto lo ha preso Thohir, che idea si è fatto?
«I propositi sono buoni, ma un'idea me la farò col tempo. Al tifoso interessa poco la storia di un nuovo presidente, ma lo valuta dagli acquisti e da tutto il suo operato. Thohir ha fatto delle promesse e i presupposti ci sono, però adesso ci vogliono i fatti come, magari, degli acquisti roboanti che spero faccia».

Domenica può essere l'occasione buona per festeggiare la prima vittoria da presidente dell'Inter?
«Il Bologna non può regalare punti, credo fondamentalmente che un bel pari possa starci. Anche se il pari andrebbe bene sicuramente più ai rossoblu che all'Inter».

Mihajlovic, la radiografia di Ricchiuti: "Con lui la Samp può salvarsi"

La Sampdoria aspetta il suo nuovo condottiero. Ormai è questione di ore per il ritorno a Genova di Sinisa Mihajlovic nelle vesti di tecnico Da due anni l'ex blucerchiato è lontano dall'Italia, dove ha allenato Bologna, Fiorentina e Catania. Forse proprio alle pendici dell'Etna ha vissuto il suo periodo migliore quando, subentrando all'esonerato Atzori, totalizzò 36 punti in 23 giornate portando la formazione siciliana dall'ultimo al tredicesimo posto. Di quella squadra faceva parte anche Adrian Ricchiuti, oggi alla Virtus Entella. Lo ho intervistato in esclusiva per conoscere nei minimi dettagli il Mihajlovic allenatore.

Domanda a bruciapelo: Mihajlovic può essere l'uomo giusto per questa Samp?
«Sicuramente. Quando il mister arrivò a Catania, la squadra era messa molto peggio della Sampdoria adesso; mancavano due partite alla fine del girone andata e lui ci raggiunse in ritiro a Roma. Alla prima partita perdemmo, ma lui non ci ha mai fatto mancare la fiducia nella salvezza. Riuscì a dare grande personalità alla squadra e infatti siamo andati a vincere a Torino contro la Juventus».

Tutti parlano di lui come un allenatore molto carismatico...
«Posso dire che è vero perché con noi è stato così. Sa tirare fuori da ognuno la motivazione giusta e trasmette una grinta incredibile, è un gran motivatore. E poi ha fatto schierato titolare gente come me, che fino a dicembre non giocava e poi ha disputato tutte le partite dando una grossa mano. Per lui anche gente che non giocava prima può tornare utile, non si fissa su undici giocatori ma su tutta la rosa. Quindi quei calciatori che non giocavano con Delio Rossi potrebbero trovare spazio con Mihajlovic».

Ed è stato proprio Mihajlovic ha trasformarti da attaccante a centrocampista.
«E' stata un'incredibile scoperta del mister e lo ringrazio perché grazie a quel ruolo lì sono riuscito a fare quattro anni fantastici in una splendida città come Catania. Riuscì a trovare il ruolo in cui mi potessi esprimere al meglio in Serie A, senza il quale magari non sarei riuscito a trovare lo stesso spazio».

C'è un episodio che ricordi particolarmente in cui ha evidenziato tutta la sua personalità?
«L'ha dimostrata domenica dopo domenica, ma c'è una cosa che io ricordo molto bene. Quando davanti a tutti prendi il capitano, in quel caso era Mascara, e gli dici determinate cose, vuoi far vedere che il mister conta e si fa sentire. Tanti allenatori preferiscono non dire niente per non andare contro i giocatori più importanti, ma Mihajlovic non guarda in faccia a nessuno».

E dal punto di vista dei rapporti con i suoi giocatori, come si relaziona?
«Con noi non ha mai avuto peli sulla lingua e da questo punto di vista ho tanti ricordi. Ha una grinta incredibile e, ripeto, se ha da dirti qualcosa davanti a tutti te la dice senza problemi. Che tu sia Maradona o no, tutti i giocatori sono uguali per lui e grazie a questo è riuscito a tirar fuori il 101% da ognuno di noi».

Quindi la Sampdoria di oggi può emulare quel Catania?
«Assolutamente sì. Ho visto qualche partita e la Samp ha dei problemi, però mister Mihajlovic avrà tempo per dimostrare che si può raggiungere la salvezza. Nella parte destra della classifica il campionato è molto livellato e tutti hanno l'opportunità di rimanere in Serie A. Togliendo le prime 6-7 squadre, tutte le altre sono allo stesso livello e hanno le stesse possibilità di salvarsi, anche se vedo il Chievo un po' più indietro rispetto alle concorrenti».

16 novembre 2013

Montecalvo: "Pallone d'Oro, dico CR7. Pirlo nella top 5, ma anche Balotelli e Totti..."

Una settimana fa è stata resa nota un'interessante novità sull'assegnazione del prossimo Pallone d'Oro. Come annunciato dal presidente della FIFA Blatter, per questa edizione saranno cinque i finalisti e non tre come è accaduto fino allo scorso anno. Di questo e non solo, ne ho discusso in esclusiva con il presidente di FM Communications e di World Football Management Fabio Montecalvo.

Cristiano Ronaldo, Messi e Ribery sicuri, chi potrebbero essere gli altri due a contendersi il Pallone d'Oro?
«Secondo me nel parterre finale dovrebbero entrare Pirlo e Ibrahimovic. Il regista juventino non solo per coronare una carriera brillante che lo ha visto vincente in Italia, in Europa e nel mondo, con il Milan e con la Nazionale, ma anche perché è ancora protagonista dei successi bianconeri che lo hanno consacrato protagonista assoluto della scorsa stagione. Per quanto concerne Ibra, invece, oltre ai meriti professionali ed alle eclettiche e pirotecniche doti calcistiche, una nomination nei primi cinque andrebbe data quale talismano positivo dei club che lo ospitano. Come dire: dove passa Ibra, si vince. E con il PSG, letto, firmato e confermato».

In ogni caso, chi vedi favorito per la vittoria finale?
«E' sicuramente una bella battaglia. Ci sono quei primi mostri sacri del calcio, per dirla alla Mughini. Cristiano Ronaldo e Messi rappresentano oggi il 'top dei top players' che non fa classica, ovvero al di sopra di qualsiasi chart internazionale. Hanno, su tutte, due caratteristiche esclusive: una continuità di rendimento impressionante e una media goal da guinnes dei primati. Il vincitore? Sono di parte, dico Cristiano perché è mio amico...».

Un solo italiano tra i 23 candidati, Andrea Pirlo, è davvero l'unico a meritarselo?
«Su Pirlo ho già espresso i relativi meriti e onori. Di sicuro ci sono anche altri nomi che meriterebbero di entrare nella nomination. Uno su tutti, e come non considerarlo, è Francesco Totti: un campione assoluto, un professionista esemplare, un grande calciatore, un eccelso realizzatore ed un grande uomo. Se ci fosse un premio alla carriera, all'interno del Pallone d'Oro sarebbe sicuramente da assegnare a lui. Ma dico anche Buffon, Marchisio, Balotelli e Diamanti».

Dieci anni fa gli italiani in corsa erano 7, il "made in Italy" non va più di moda?
«In Italia si dovrebbe istituire, per dirla all'americana, una 'Football Crisis Departement', un'unità di crisi atta a ricercare, studiare e applicare soluzioni strategiche per evitare alla già invadente recessione che ha colpito il Bel Paese, di portare ad una totale deflagrazione anche il nostro amato calcio. La nostra Serie A purtroppo, tranne per pochissime operazioni di mercato, diventa ogni anno sempre più debole, con conseguente migrazione di calciatori all'estero e relativi investimenti in comunicazione i cui budget divengono sempre più risicati. Si dovrebbe partire da questi aspetti per comprendere la carenza di nomination dei calciatori azzurri».

Qualcuno si aspettava di vedere anche Balotelli nella lista dei 23...
«Sì, la meriterebbe tutta, a mio avviso, la famigerata nomination. Non dimentichiamoci della performance sportiva 'castiga Germania' durante l'Europeo 2012. Ma i meriti, quest'Italia, li riconosce o no? Sono più meritevoli le 'gossippate' e le relative 'balottellate' delle importanti prestazioni sportive che hanno portato in alto il nostro tricolore? E' uno sfogo e forse anche un po' generico, ma dovremmo essere tutti più positivi per far quadrare i conti, e non solo. Quindi forza Mario, che lo vincerà il Pallone d'Oro prima o poi, e sopratutto, forza Italia».

13 novembre 2013

Samp, l'ex dg Gasparin: "Mihajlovic ha carisma e personalità, lo contattamo già nel 2010"

La Sampdoria attende una risposta. Quella di Sinisa Mihajlovic, che nelle ultime ore è diventato il principale candidato a prendere il posto di Delio Rossi. Il tecnico serbo fu vicino ad assumere la guida della formazione blucerchiata nel 2010, quando pensò a lui la dirigenza di allora capitanata da Sergio Gasparin. Ne ho parlato in esclusiva proprio con l'ex direttore generale della Samp.

Gasparin, partiamo con l'esonero di Rossi ufficializzato lunedì sera.
«E' chiaro che in questo momento la Samp sta vivendo momento molto delicato e, valutando dal di dentro, si è deciso di interrompere un rapporto che sembrava, sin dall'inizio, destinato a durare a lungo. Con un contratto a scadenza a giugno 2015, è evidente che questa interruzione ha un insieme di risvolti sotto l'aspetto economico estremamente impegnativi. Se la società ha deciso di intervenire avrà comunque valutato la situazione optando per un intervento immediato».

Che idea si è fatto della squadra vista in campo fino a questo momento?
«Non siamo ancora ad un terzo del campionato e c'è tutto il tempo per recuperare per portare in salvo la navicella blucerchiata. Però, dopo le gare giocate, la classifica diventa eloquente e veritiera rispetto a quelli che sono i valori portati sul terreno di gioco fino a questa fase del campionato. Il risultato è insufficiente sul piano numerico, del risultato pratico e di una classifica che è assolutamente preoccupante».

La verità è che, probabilmente, nessuno si aspettava una Samp con nove punti dopo dodici giornate...
«Questo è indiscutibile, anche se c'è tutto il tempo per rimediare. Non siamo alla seconda o alla terza giornata di Serie A, sono trascorsi tre mesi e la graduatoria del campionato assume un modus sicuramente veritiero dei valori in campo. Sul piano dei pronostici nessuno candidava la Sampdoria a questa posizione, ma in questo momento i dati sono incontestabili».

In pole per sostituire Rossi c'è Sinisa Mihajlovic, a cui già voi avevate pensato nel 2010.
«E' vero, ci furono dei colloqui e successivamente le situazioni portarono a scelte diverse perché furono fatte valutazioni che tenevano conto di altre cose. Avendo lavorato molto bene a Catania lui aveva altre alternative e, infatti poi, approdò a Firenze. Sinisa è un allenatore di grande personalità, di grande carisma e ha lasciato un ricordo importantissimo nella tifoseria».

Come dice lei, i tifosi lo riaccoglierebbero a braccia aperte...
«La tifoseria lo ricorda come atleta perché ha indossato maglia blucerchiata da calciatore. Sinisa ha lasciato senza dubbio un ricordo importante, ma nelle scelte societarie ci sono altre valutazioni prioritarie come l'aspetto tattico, la gestione di situazioni difficili e il carattere: sono queste le componenti che pesano. In ogni caso ritengo sia importante, in considerazione della sosta per le nazionali, che venga scelto il prima possibile il nuovo tecnico».

Quindi Mihajlovic può essere la persona giusta?
«Il momento della Sampdoria è sicuramente delicato. Credo che la società valuterà con grande attenzione e meticolosità i pro e contro dell'esonero di Rossi da un lato, dall'altro farà altrettanto nella scelta del nuovo allenatore, che deve essere fatta in maniera oculata come l'attuale classifica richiede».

Luca Iannone per SampNews24.com

12 novembre 2013

Samp, dietro l'idea Zeman ci sono Sabatini e la Roma

L'esonero di Delio Rossi ufficializzato ieri sera obbliga la Sampdoria a correre immediatamente ai ripari e a prendere una decisione di fondamentale importanza: scegliere la persona giusta a cui affidare le redini della squadra. Dopo il summit di ieri durato quasi sette ore, oggi i vertici della società sono nuovamente al lavoro e al vaglio ci sono i nomi già fatti in questi giorni. Mihajlovic, Ballardini, Reja, ma anche quello di Zdenek Zeman, che sarebbe il preferito di Edoardo Garrone.

Come raccolto in esclusiva, a caldeggiare la pista che porta al tecnico boemo sarebbe stato Walter Sabatini. D'altronde è risaputo che il presidente Garrone ha grande stima del direttore sportivo della Roma e fra i due ci sono ottimi rapporti. Ma in tutto questo potrebbe esserci un risvolto interessante. Non bisogna infatti dimenticare che Zeman ha un contratto in essere con la società capitolina fino a giugno e, se la Samp dovesse effettivamente ingaggiarlo, i giallorossi ne trarrebbero anch'essi vantaggio perché si libererebbero di una parte, se non la totalità, del suo stipendio. Stando così le cose, il consiglio di Sabatini verrà comunque ascoltato?

11 novembre 2013

Beunardeau in prova al Bayern, ora gli ostacoli per la Samp sono due

Si è concluso giovedì, con la partecipazione alla tradizionale partitella in famiglia tra i pali degli Allievi Nazionali, il periodo di prova di Quentin Beunardeau. Quattro giorni tutto sommato positivi, nonostante non abbia potuto allenarsi con la prima squadra quanto ci si aspettava a causa della contestazione dei tifosi martedì. Però il classe '94, estremo difensore titolare della nazionale Under 19 transalpina, ha destato una buona impressione in quel di Bogliasco.

Il portierino francese, come raccolto in esclusiva, da oggi fino a venerdì sosterrà un periodo di prova con il Bayern Monaco, ingolosito dalla possibilità di ingaggiare a parametro zero un giovane promettente. Tutto in preventivo comunque, perché i dirigenti della Sampdoria erano stati allertati di questo. Blasone e maggiore appeal del club bavarese a parte, c'è soprattutto un altro fattore ad impedire ai blucerchiati di presentare un'offerta concreta al diciannovenne svincolatosi dal Le Mans: la presenza di altri due portieri in rosa oltre Da Costa. Soltanto se si trovasse a breve termine un accordo per cedere uno tra Fiorillo e Tozzo da Corte Lambruschini potrebbero formalizzare una proposta. In ogni caso, qualsiasi decisione è rimandata alla prossima settimana: Beunardeau lascia aperte tutte le porte, la Samp busserà?

9 novembre 2013

Samp su Ezeh e Gudino, l'ag. Chiofalo: "Vi presento i migliori talenti del Mondiale Under 17"

E' calato ieri ad Abu Dhabi il sipario sul Mondiale Under 17 che ha visto la Nigeria trionfare battendo il Messico in finale. La Sampdoria, sempre presente a questo genere di manifestazioni con i suoi scout, si sarebbe mostrata interessata a due calciatori in particolare: l'attaccante nigeriano Chidera Ezeh e il portiere messicano Raul Gudino. Per saperne di più e conoscere meglio questi due baby campioni sconosciuti ai più, ho contattato in esclusiva l'agente FIFA Marco Chiofalo, molto attento ai giovani talenti ed anche esperto di calcio africano, che ha seguito passo dopo passo la competizione svoltasi negli Emirati Arabi.

Iniziamo con Chidera Ezeh, sulle cui tracce sembrano esserci anche Lazio e Roma...
«Ezeh è un classe '97 che, con i suoi tre assist e un gol al Mondiale vinto dalla sua Nazionale, si è messo in grande evidenza, attirando l’interesse di diversi club italiani e stranieri. Gioca nel River Lane Academy, la mia migliore accademia ci calcio Nigeriano. Può fare l'esterno d’attacco o la seconda punta ed è  molto rapido; per intenderci assomiglia molto a Salomon Kalou del Lille. Dotato di buona tecnica, gioca prevalentemente a destra, anche se in questo Mondiale lo abbiamo visto giocare a sinistra. Deve migliorare dal punto di vista tattico e nelle conclusioni a rete, ma resta nel panorama calcistico nigeriano uno dei migliori, se non il miglior talento pronto per palcoscenici  importanti. La sua valutazione economica è lievitata, in virtù anche della vittoria del Mondiale della sua nazionale, ma comunque a cifre abbordabili questo piccolo talento si può prendere per fare un ottimo investimento».

Chi è invece Raul Gudino?
«Gudino si è dimostrato il miglior portiere del Mondiale e grazie alle sue parate il Messico ha potuto disputare la finale; non a caso ha parato in semifinale un rigore contro l’Argentina. E' un classe 1996 e gioca nel Deportivo Guadalajara, la miglior cantera messicana. Possiede una grande reattività tra i pali ed è bravissimo nelle uscite basse e alte; ha una personalità da giocatore già navigato, tanto che in patria lo vorrebbero convocare già in prima squadra. La sua valutazione economica  è già molto alta, tenendo conto che le squadre messicane hanno una bottega molto cara».

Tra i giovani messisi in mostra al Mondiale Under 17, se dovessi citarne uno su tutti?
«Farei il nome di Gustav Engvall, giocatore che seguo ormai da tempo. E' un attaccante classe 1996 e gioca nel Goteborg, dove è già in prima squadra e quest'anno ha fatto il suo esordio in campionato. Ben dotato fisicamente, è capace di giocare sia come prima punta che come seconda punta svariando su tutto il fronte offensivo. Deve migliorare dal punto di vista tecnico e sotto porta dove deve essere più incisivo, ma i margini di miglioramento ci sono. Però ci sono altri due giocatori che personalmente mi hanno impressionato nell'arco di tutta la manifestazione...».

Prego.
«Mi ha colpito molto Mohamed El Bouazzati, classe '97 di nazionalità marocchina ma naturalizzato Tedesco. E' un centrale difensivo, gioca nella formazione Under 17 del Borussia Dortmund della quale è il capitano. Alto quasi 190 centimetri, è un difensore di grande personalità, di piede destro e fortissimo di testa. Il Borussia lo ritiene di grande prospettiva e lo considera una valida alternativa ad Hummels e Subotic per il futuro. Quello che gli manca è la velocità. Il terzo giocatore che mi ha colpito è Kelechi Iheanacho, una prima punta nigeriana classe '96. Gioca in patria nel Taye Academy ed è stato nominato miglior giocatore del Mondiale, durante il quale ha segnato ben 6 reti e servito 7 assist ai compagni. Su di lui si stanno già muovendo i più importanti club inglesi. Assomiglia a Fernando Torres. E' un attaccante rapido e freddo sotto porta, calcia molto bene sia di destro che di sinistro, ma deve migliorare tatticamente e confrontarsi con campionati più importanti rispetto a quello nigeriano».

Luca Iannone per SampNews24.com

8 novembre 2013

Genoa, un baby cipriota in prova: altre due italiane su di lui

Il Genoa si dimostra ancora una volta una delle società di Serie A più attive sul mercato 365 giorni all'anno, sia per quanto riguarda la prima squadra che per le giovanili. Proprio a questo proposito, la scorsa settimana ha sostenuto quattro giorni di prova con la Primavera Leandros Lillis. Capitano della nazionale cipriota Under 19, questo classe '96 è un esterno offensivo ambidestro dal baricentro basso e dalla grande velocità, capace di giocare sia sulla fascia sinistra sia su quella destra. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, il diciassettenne di proprietà dell'Alki Larnaca avrebbe impressionato positivamente il tecnico della Primavera Juric e i dirigenti del settore giovanile, che però vorrebbero rivederlo da vicino entro fine novembre. Quello rossoblu non è però l'unico club italiano interessato a Lillis, sulle cui tracce ci sarebbero anche Parma e Torino.

6 novembre 2013

Beunardeau, l'intermediario: "Con la prima squadra fino a domani, la Samp lo seguiva"

In questi giorni caratterizzati da tensione e contestazioni, ecco un volto nuovo in casa Sampdoria. E' quello di Quentin Beunardeau, estremo difensore francese classe '94 che da due giorni si sta allenando con la Primavera ed oggi potrebbe aggregarsi alla prima squadra. Ma chi è questo portierino piombato all'improvviso a Bogliasco? Lo ho chiesto direttamente alla persona che sta facendo da intermediario tra Beunardeau e la Samp, l'agente FIFA Marcello Marrocco.

Iniziamo con la domanda che chi non lo conosce si sta ponendo: chi è Quentin Beunardeau?
«E' un ragazzo che si è liberato due settimane fa dal Le Mans che è fallito a causa di una brutta situazione finanziaria. Essendo svincolato ed avendo svolto tutta la trafila delle nazionali giovanili francesi, questa è una situazione molto appetibile per tutti i club in generale. La stessa nazionale francese punta molto su di lui anche per un futuro in nazionale maggiore».

Come è nata questa possibilità con la Sampdoria?
«La Sampdoria aveva già seguito il ragazzo ed è nata l'opportunità di farlo vedere da vicino. Lavorando come agente è nata una collaborazione con il direttore sportivo del Le Mans e successivamente ho avuto contatti con la società blucerchiata».

Fino a quando resterà a Bogliasco?
«E' qui da lunedì e rimarrà qui fino a giovedì, dopo si vedrà tutto il resto. Stamattina si sta allenando con la prima squadra e lo farà anche oggi pomeriggio e domani prima di rientrare in Francia. Anche se ha richieste da parte di club francesi, lui è molto attratto dalla possibilità di giocare in un altro campionato».

E' ipotizzabile, nel caso in cui venisse ingaggiato, una cessione in prestito a gennaio?
«Va bene fare ipotesi, ma in questo momento cerchiamo di pensare al presente e il presente è questa settimana di prova. Se poi la società dovesse essere interessata, è normale che ci sia un progetto dietro per farlo andare a giocare in qualche altra squadra. Ha diciannove anni e in blucerchiato potrebbe essere chiuso. Le ipotesi potrebbero essere tante, ma prima bisogna vedere se c'è un concreto interesse da parte del club. Potrebbe rimanere a Genova così come andare via in prestito».

Lui stesso ha ammesso di aver avuto proposte dalla Francia, ma dall'Italia solo quella della Samp?
«Stiamo parlando di un giocatore che si è appena svincolato, quindi è normale che le situazioni possano essere tante. Ora come ora io posso parlare della Sampdoria che ha dimostrato un interesse immediato. La società si è detta pronta a testarlo in quanto conosce il ragazzo e lui non ha avuto alcun tipo di problema ad accettare».