21 marzo 2013

Amichevoli con Catania e Akragas per Malta under 21: occasione per Muscat, cercato in B e Lega Pro

Prime prove di calcio italiano per Zach Muscat, talentuoso difensore della nazionale under 21 maltese. Ieri, infatti, il classe '93 del Birkirkara è infatti sbarcato in Sicilia con la sua nazionale per una breve tournée. La federazione maltese sarà ospite del Catania nel centro sportivo di Torre del Grifo, dove sosterrà gli allenamenti e preparerà due amichevoli. La prima venerdì a Misterbianco contro il Catania e domenica ad Agrigento contro l'Akragas, che ha da poco vinto il campionato di Eccellenza. Un bel banco di prova per i giovani maltesi e soprattutto per Muscat, che avrà la possibilità di mettersi in mostra dinanzi agli occhi di diversi osservatori e direttori sportivi. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, il promettente centrale difensivo è al centro di alcune trattative per un possibile approdo in Italia a fine stagione, in Serie B o in Lega Pro. Muscat, che il Birkirkara ha prelevato l'estate scorsa dal Pieta Hotspurs, è rappresentato in Italia dall'agente FIFA Gianfranco Cicchetti.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Niente Inter per Lichnovsky: si inseriscono altre due di A

Nonostante il suo futuro sembrasse destinato a tingersi di nerazzurro, Igor Lichnovsky non dovrebbe approdare all’Inter la prossima estate (a meno di clamorosi ed imprevisti colpi di scena), complici anche gli arrivi di Andreolli e Campagnaro. Al difensore classe ’94 dell'Universidad de Chile e della nazionale cilena under 20, però, non mancano comunque le pretendenti. In Italia, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, sono due le società che si sarebbero messe di recente sulle sue tracce. Sono la Fiorentina e la Sampdoria, ai cui occhi non sarebbero passate inosservate le prestazioni offerte da un anno a questa parte. Una curiosità: insieme al compagno classe ‘93 Valber Huerta, forma la coppia difensiva più giovane di tutta la Coppa Libertadores.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

20 marzo 2013

Parma e Atalanta su un attaccante del Lanus

Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla redazione e provenienti dall’Argentina, Atalanta e Parma si sarebbero interessate a Silvio Romero, attaccante classe ’88 di proprietà del Lanus. E’ una seconda punta dotata di rapidità e velocità, ma anche di fiuto del gol. Lo dimostrano anche le statistiche: in questa stagione l’argentino ha finora collezionato 19 presenze mettendo a segno 8 reti. Romero, munito di passaporto italiano e quindi comunitario, ha attualmente una valutazione che si aggira intorno ai 3-3,5 milioni di euro, ma se continuerà così è sicuramente destinata a salire nei prossimi mesi.

Marchetti: "Questa Juve può imitare la mia con un Pirlo in più. Il mio futuro? Vorrei andare a scovare nuovi talenti"

Mentre continua a marciare verso lo scudetto senza trovare ostacoli, la Juventus è riuscita a qualificarsi ai quarti di Champions League come unica italiana presente nella massima competizione continentale. Adesso il sogno è quello di entrare il double, un po’ come fece la Juve di Giovanni Trapattoni nella stagione 1976-77, quando conquistò sia lo scudetto che la Coppa UEFA. Di quella squadra faceva parte un giovane Alberto Marchetti, che ho intervistato in esclusiva per parlare dei bianconeri di Conte ma non solo.

Questa Juve può imitare quella di cui lei faceva parte, trionfando sia in Italia che in Europa?
«Penso di sì. E’ sempre difficile fare paragoni tra generazione diverse e stili di gioco diversi, ma la Juventus di oggi può farsi valere. Questa squadra non ha niente da invidiare a quella in cui ho avuto la fortuna di giocare o a quella di Platini. Ha la possibilità di vincere la Champions League, così come abbiamo visto in passato trionfare agli Europei nazionali poco blasonate come Danimarca e Grecia. La Juventus sta dimostrando tutto il suo valore e, anche se davanti ha degli squadroni magari più forti tecnicamente, ha determinazione, fame ed è forte in tutti i reparti. E poi un giocatore come Pirlo nessun allenatore bianconero lo hai mai avuto; è indiscutibilmente il giocatore più forte del mondo nel suo ruolo».

In quella squadra, però, non fu facile per lei trovare posto davanti a gente del calibro di Furino, Benetti e Tardelli...
«Fu comunque un’esperienza bellissima. Ho fatto la mia parte, totalizzando sei presenze in campionato e tre presenze in Coppa UEFA. Era la Juventus di Trapattoni che già l’anno precedente vinse lo scudetto e ci riuscì anche in quella stagione, dopo un testa a testa con il Torino andato avanti per tutto il girone di ritorno. Alla fine avevamo 51 punti in classifica contro i 50 dei granata».

E' andata meglio a Cagliari dove Riva, allora dirigente, la definì il nuovo Benetti.
«Io però non mi vedevo nel ruolo di Benetti. Lui è stato una mezzala, un centrocampista non di costruzione ma di corsa, mentre io partecipavo allo sviluppo dell'azione ed ero più che altro un regista. Venni utilizzato come merce di scambio nell'affare che portò Virdis in bianconero, ma a Cagliari mi tolsi le mie soddisfazioni, venendo anche convocato nella Nazionale olimpica. Non vi nascondo che nel corso della mia militanza in rossoblu si interessarono a me grandi squadre come il Milan, il Torino di Luciano Moggi e il Genoa che in quel periodo stava andando molto bene».

A trentatré anni lei tornò a Novara, dove poi ha iniziato anche la sua seconda carriera.
«Con la maglia azzurra ho giocato gli ultime tre anni in Serie C e tutt’ora vivo qui a Novara. Conclusa la mia carriera da calciatore, ho lavorato come allenatore sia nel settore giovanile che in prima squadra, poi anche come osservatore».

Quest'anno ha allenato la formazione Juniores del San Marco Avenza fino a febbraio, quando è stato esonerato. Che esperienza è stata?
«Nelle serie dilettantistiche c’è una mentalità diversa. Per fare l’allenatore nel settore giovanile delle squadre dilettanti non basta insegnare, perché a 17-18 anni i giovani hanno già la loro testa. Con il San Marco Avenza si è venuta a creare una situazione negativa e tutto si è concluso in maniera rocambolesca. Insomma, mai più dilettanti».

Quindi dove potremmo rivederla nel prossimo futuro?
«Mi piacerebbe trovare una società professionistica che mi desse l’opportunità di lavorare come osservatore e di scoprire nuovi talenti. Ho lavorato anche all'Inter come osservatore per il settore giovanile, però questo non mi gratificava molto. Mi sentirei più agio ad osservare i grandi, perché per i giovani bisogna avere degli occhi speciali. Il lavoro più adatto a me sarebbe quello di trovare giocatori per la prima squadra. In Sud America ci sono ormai tanti osservatori, ma i buoni giocatori si possono trovare anche da altre parti come nell'Est Europa. Le società più blasonate vanno a caccia di argentini e brasiliani, ma nei paesi della ex Jugoslavia, ad esempio, ci sono calciatori meno costosi che possono rivelarsi utili alla causa, perché hanno fame e voglia di mettersi in mostra. Tornerei anche a fare l’allenatore in un settore giovanile, ma solamente di una squadra professionistica e dalla categoria Allievi o più giovani, in modo da poter instradarli quando incominciamo a imparare tattiche e tipo preparazione fisica, così da permettergli di compiere il salto di qualità nella Primavera».

18 marzo 2013

Il punto della settimanA - 29a giornata

Pochi cambiamenti dopo questo ventinovesimo turno di Serie A, né nei piani alti né nelle zone calde. Le prime quattro vincono tutte, mentre nessuna delle ultime quattro è riuscita a conquistare i tre punti. La situazione di classifica resta quindi sostanzialmente invariata rispetto ad una settimana fa, anche se le sorprese non sono di certo mancate.
Nel primo anticipo di sabato, il Catania si è confermato la settima forza del campionato. Dopo due ko di fila, gli etnei si rialzano contro l'Udinese e ottengono un'importantissima vittoria. Succede tutto nella seconda frazione di gioco, quando, in poco più di venti minuti, il Papu Gomez mette a segno una doppietta e Lodi sigla il 3-0 direttamente da calcio di punizione. Inutile il gol della bandiera di Muriel nel finale. Anche nel secondo anticipo arriva un successo maturato nel secondo tempo. Quello della Juventus, che nemmeno il Bologna riesce a fermare. Tra le mura del Dall'Ara finisce 2-0 in virtù delle reti di Vucinic su assist di Marchisio e di Marchisio su assist di Vucinic. A voi l'elezione del 'man of the match'.
Nel lunch match della domenica finisce a reti inviolate tra Siena e Cagliari, con i sardi che possono lamentarsi per la mancata assegnazione di un penalty (fallo di Angelo su Ibarbo in piena area di rigore). Alla fine è un punto che fa comunque comodo ai bianconeri, ora a -1 dal Genoa. Sempre in terra Toscana, i rossoblu cadono al cospetto di una Fiorentina che dimostra di trovarsi meritatamente al quarto posto. I viola concludono un primo tempo dominato sul punteggio di 1-0 grazie ad Aquilani, poi nel secondo si fanno raggiungere da Portanova al 58'. Passano quattro minuti e Cuadrado approfitta di un errore di Tzorvas per portare nuovamente in vantaggio i suoi, che però il Grifone pareggiare al 69' con Antonelli. A tredici minuti dal termine è però l'ex di turno Cassani a regalare i tre punti ai padroni di casa. La squadra di Montella è sempre a -3 punti di distanza dal Milan, che non trova molti ostacoli nel superare il Palermo. A San Siro è ancora una volta Balotelli show, con Super Mario che segna una rete per tempo (la prima su rigore, la seconda approfittando di un errore dell'accoppiata Aronica-Sorrentino). I rossoneri riescono così a mantenersi due lunghezze dietro al Napoli, che ottiene un successo fondamentale quanto rocambolesco contro l'Atalanta. Al San Paolo i padroni di casa partono bene e dopo quattro minuti si trovano avanti grazie ad un rigore trasformato da Cavani, ma al 31' Cannavaro perfeziona uno sfortunato autogol. Al 65' è di nuovo Cavani (ventesimo gol in campionato per lui) ad andare a bersaglio, ma otto minuti più tardi ci pensa l'ex Denis a pareggiare i conti. A nove minuti dal novantesimo arriva però la rete del definitivo 3-2 e porta la firma di Pandev. Tornando alla corsa per non retrocedere, il Pescara incappa in una nuova sconfitta. Questa volta ad espugnare l'Adriatico è il Chievo, che va a segno in due occasioni tra l'88' e il 93' con Stojan e Thereau.
I posticipi in programma ieri sera erano tre, ma Sampdoria-Inter è stata rinviata al 2 aprile a causa del maltempo che ha colpito la città di Genova nella giornata di ieri. Spazio dunque alle due squadre della capitale che, dopo questa giornata, si trovano appaiate a quota 47 punti in graduatoria. Questo è stato possibile grazie al successo casalingo della Roma contro il Parma (Lamela al 7' e Totti al 70') e alla sconfitta della Lazio in casa del Torino (decisivo Jonathas a otto minuti dal novantesimo). E adesso, appuntamento a sabato 30 marzo.

Dopo la Juve un'altra big di Serie A mette gli occhi sul brasiliano Jean

Aumentano le pretendenti italiane per il centrocampista della Fluminense e della Selecao Jean Raphael Vanderlei Moreira, più semplicemente noto come Jean. Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti direttamente dal Brasile, anche l'Inter, insieme alla Juventus, si sarebbe messa sulle tracce del forte mediano. Dopo essere stato uno dei protagonisti della cavalcata dell'undici carioca che ha vinto l'ultimo Brasileirao, il classe '86 ha fatto il suo esordio in nazionale nell'amichevole di novembre con l'Argentina e, sempre in amichevole, è sceso in campo anche lo scorso febbraio contro l'Inghilterra. Attualmente sotto contratto fino al 2016, Jean ha una valutazione di mercato che si aggira intorno ai sei milioni di euro. La Juve e i nerazzurri proveranno ad assicurarsi le sue prestazioni, concorrenza e caselle da extracomunitario permettendo.

16 marzo 2013

Offerta dello United per James Rodriguez: le cifre e la risposta del Porto

Non lo scopriamo di certo oggi che a Sir Alex Ferguson piaccia fortemente James Rodriguez e che dalla prossima estate lo vorrebbe nella sua squadra. Ma la novità è che ci sarebbe molto di più di un concreto interessamento. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, il Manchester United si sarebbe mosso ufficialmente per provare ad assicurarsi le prestazioni del nazionale colombiano, mettendo circa 30 milioni di euro sul tavolo. I dirigenti del Porto, però, hanno rispedito la proposta al mittente, lasciando intendere che per l'ala classe '91 quei soldi non bastano. Adesso i Red Devils risponderanno con un'offerta migliore?

Luca Iannone per Calcionews24.com

Il doppio ex Scanziani: "Sarà una Samp concentrata, pro e contro della gara con l'Inter. Cassano? Non lo vorrei perché..."

Archiviare la brutta sconfitta con il Cagliari ottenendo subito un risultato positivo. E' questo l'obiettivo della Sampdoria in vista di domani sera, quando sarà di scena al Luigi Ferraris contro l'Inter. Per analizzare vari aspetti che riguardano il confronto tra blucerchiati e nerazzurri, ho intervistato in esclusiva il doppio ex Alessandro Scanziani, che nel corso della sua carriera vestì entrambe le casacche.

Partiamo dalla variazione di orario del match, che è stato oggetto di polemiche.
«E' un chiaro segnale che ormai il calcio italiano è in mano alle televisioni. Di sera riescono a vendere sicuramente meglio il loro prodotto, però sarebbe più giusto che queste decisioni vengano prese prima, in modo che ciascuno si possa regolare nel migliore dei modi; mi riferisco soprattutto gli allenatori. Poi per i tifosi di Genova, andare allo stadio al pomeriggio o alla sera non credo faccia grande differenza».

La Samp non è quella di Cagliari”. Su questo lei è d'accordo con mister Rossi?
«Lui vede i giocatori tutti i giorni, perciò sa dire quale potrebbe essere la vera Sampdoria. Ma, nonostante il lavoro settimanale e quotidiano, non è comunque facile capire cosa la squadra ti darà la domenica. Non penso che la squadra abbia lavorato male nella settimana antecedente la trasferta di Cagliari, altrimenti un tecnico attento come Rossi sarebbe corso ai ripari. Possono esserci giornate storte in cui non riesci a entrare in partita, ma questo capita a tutti».

I tifosi si aspettano una squadra diversa da quella vista domenica scorsa, ma l'avversario non è dei più semplici...
«Certamente, però l'Inter è anche un avversario che ti mette in condizione di tenere alta la concentrazione. In settimana, al di là della sconfitta di Cagliari, non credo che Rossi abbia dovuto sollecitare l'attenzione e la partecipazione agli allenamenti; ci sono tutte quelle componenti che fanno sì di poter affrontare la partita nel migliore dei modi. Contro il Tottenham i nerazzurri sono arrivati ai supplementari e ad un certo punto sembrava che ce la potessero fare, però hanno dovuto compiere un grandissimo sforzo fisico».

Quindi peseranno, a suo parere, i 120 minuti di Europa League sul groppone dell'Inter?
«Peseranno di sicuro, perché se la sono giocata però alla fine hanno ottenuto un risultato negativo. Nel momento in cui disputi un'ottima gara ma vieni comunque eliminato, riesci a caricare le batterie dal punto di vista fisico, mentre riuscirci dal punto di vista mentale è molto più difficile. Potrebbero essere rimaste delle scorie nelle gambe e soprattutto nella testa dei giocatori dell'Inter. La Sampdoria dovrebbe approfittare proprio di questo».

L'impresa sfiorata col Tottenham potrebbe rinvigorire i nerazzurri. Questo e cos'altro la Samp deve temere?
«L'Inter senza dubbio ha interpretato molto bene il match con il Tottenham, ma alla fine il risultato l'ha penalizzata perché il 3-0 subito all'andata era un risultato molto pesante; per questo, non so fino a che punto i giocatori abbiano tratto autostima da questa gara. I blucerchiati devono temere soprattutto alcune individualità, Cassano e Palacio bisogna tenerli sotto osservazione. Sono quei giocatori che, anche se non sono in una giornata felicissima, hanno le qualità per mettere in seria difficoltà gli avversari».

Secondo lei, il ritorno di Cassano in blucerchiato è fantamercato o è un'ipotesi plausibile?
«Sono lontano da Genova per cui quello che aveva combinato Cassano non lo so di preciso; certo, ho letto i giornali, ma certe cose bisogna viverle dall'interno per sapere il perché di determinati comportamenti. Però, se è vero quello che ho letto, Cassano non lo vorrei mai più nella mia squadra. Sento che tanti tifosi l'hanno perdonato e lo stesso Garrone aveva fatto pace con lui ed è chiaro che il giocatore da un punto di vista prettamente tecnico non si può discutere, però nella mia squadra vorrei gente rispettosa dei compagni, degli avversari, della società e di chi rappresento indossando quei colori. Non mi piacerebbe avere dei 'soldatini', però vorrei gente che sputa sangue per la maglia».

15 marzo 2013

La Juventus gioca d'anticipo: Marotta e Paratici hanno già chiuso due trattative in Brasile

Tempismo e talento. Sono queste le due parole d'ordine in casa Juventus che, con l'avvicinarsi della sessione estiva di calciomercato, si sta intelligentemente portando avanti con il lavoro per provare ad assicurarsi alcuni dei giovani più interessanti del panorama nazionale ed estero. Se è vero che mancano ancora tre mesi prima che inizi ufficialmente la prossima campagna acquisti, è vero anche che Giuseppe Marotta e Fabio Paratici non stanno di certo con le mani in mano. Anzi, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, i due uomini mercato bianconeri avrebbero già messo a segno due colpi a tinte verdeoro. Doria, centrale difensivo del Botafogo, e Mattheus, trequartista del Flamengo, possono considerarsi a tutti gli effetti due nuovi acquisti della Vecchia Signora. Nazionali under 20 e classe '94, entrambi sono vengono annoverati tra i migliori giovani prospetti di tutto il Brasile. E la Juve non intendeva assolutamente lasciarseli sfuggire.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Tre italiane in corsa per Leonel Galeano

E' da ormai due anni che si vocifera di un possibile approdo in Italia di Leonel Galeano, ventunenne difensore dell'Independiente. In questo momento, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti direttamente dal Sud America, il vecchio pallino di Pietro Lo Monaco sarebbe nel mirino di tre società della massima serie: il Catania, il Torino e l'Udinese. Tutte avrebbero già avviato dei contatti con l'entourage del centrale difensivo classe '91 e con il club argentino per sondare il terreno in vista della sessione estiva di calciomercato. Adesso, chi volesse portarlo in Italia dovrà sborsare circa 3-4 milioni di euro, ma qualcuno sostiene che questa potrebbe essere davvero la volta buona. Staremo a vedere se sarà così.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Sampdoria, si guarda anche in Norvegia per l'attacco: spunta Berget, cercato anche da un'altra italiana

Uno dei principali obiettivi della Sampdoria per la prossima campagna acquisti estiva è quello di rafforzare il reparto avanzato a disposizione di Delio Rossi. Tra le varie piste sondate dagli uomini mercato blucerchiati ce ne sarebbe una che conduce direttamente in Scandinavia. Stando ad alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva, uno degli osservati speciali come possibile rinforzo risponderebbe al nome di Jo Inge Berget. Attaccante classe '90 attualmente in forza ai campioni di Norvegia del Molde allenati dall'ex Manchester United Ole Gunnar Solskjaer, viene impiegato indifferentemente in vari ruoli del fronte offensivo: sia come seconda punta che come trequartista, ma anche da ala destra. Dopo tutta la trafila nelle nazionali giovanili norvegesi, ha collezionato tre presenze con la nazionale maggiore e lo scorso anno aveva attirato su di sé l'interesse del Newcastle. Oggi invece, oltre alla Samp, ci sarebbe anche il Bologna sulle sue tracce, ma serviranno almeno 2 milioni di euro per provare a strapparlo al Molde. Per Berget si tratterebbe di un ritorno in Italia, dove approdò nel luglio 2008 quando fu acquistato dall'Udinese, salvo poi andare via dopo poco più di sei mesi. Chissà che non voglia prendersi una rivincita personale...

Luca Iannone per SampNews24.com

Jadson è dell'Udinese ma l'obiettivo numero uno era un altro sudamericano...

Che Jadson sia stato acquistato già dall'Udinese è ormai appurato. Emerge però un interessante retroscena riguardante le strategie di mercato della società bianconera. Infatti, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, il principale obiettivo per il centrocampo non era Jadson, bensì il suo coetaneo Juan Pablo Nieto. I friulani avevano anche avanzato una proposta concreta per il centrocampista colombiano, ma l'Atletico Nacional non ha ritenuto adeguata la cifra offerta. Così si è deciso di virare sul brasiliano classe '93, dalla cui cessione il Botafogo incasserà 2,3 milioni di euro.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

14 marzo 2013

Zaza, l'agente fa chiarezza: "Non ho avuto nessun incontro ufficiale: ecco come sono andate le cose"

Da tempo si parla ormai del futuro di Simone Zaza, dell'eventuale rinnovo con la Sampdoria e della possibilità che in estate approdi in una grande squadra. Stamattina, però, è arrivata un'indiscrezione a sorpresa che non può lasciare indifferenti. Secondo l'edizione odierna de Il Corriere Mercantile, la società sarebbe pronta a denunciare l'attaccante e il suo procuratore, Christian Maifredi, perché quest'ultimo avrebbe incontrato Fabio Paratici, volto noto dalle parti di Corte Lambruschini e attuale direttore sportivo della Juventus. Per fare luce sulla questione, ho contattato in esclusiva proprio Maifredi, che non era al corrente della notizia: «Io non ho parlato con nessuna società in maniera ufficiale. Se incontro allo stadio un direttore sportivo non significa parlargli ufficialmente, queste cose devono provarle. Diano una prova che io mi sia seduto al tavolo con qualche ds e abbia discusso del futuro di Simone. Ma nessuno può farlo siccome è impossibile provarlo. Noi siamo stati più che corretti con la Sampdoria e ci siamo messi a loro completa disposizione per discutere del rinnovo. Io e il mio socio Marco Giulini ci siamo recati più volte a Genova per provare a raggiungere un punto di incontro, ma se la società è lontana dalla cifra del mercato del calciatore io devo lavorare così, altrimenti il giocatore se la prende con me e ha ragione».
Nella fattispecie, il procuratore del classe '91 ha voluto fornire una spiegazione di quanto si è vociferato ultimamente, ovvero che lui avrebbe parlato con il ds della Juve: «I giornali e i siti scrivono che mi sono incontrato con Paratici, ma non è vero. La scorsa settimana sono andato a vedere Juventus-Celtic, ma questo significa che ho parlato del contratto di Simone? Ognuno scrive quello che vuole, ma le parole riportate dai media non sono mie. E' vero che ho visto Paratici allo Juventus Stadium, ma è anche vero che mi ha semplicemente fatto i complimenti per quello che sta facendo Simone in questa stagione. Stasera andrò al Meazza per assistere al match fra Inter e Tottenham, ma se vedo Ausilio non significa che si tratta di un incontro ufficiale per parlare di un eventuale trasferimento di Simone. E poi l'argomento del discorso può cadere anche su altri giocatori che rappresentiamo, perché io non sono solamente l'agente di Zaza».
Infine non poteva mancare un commento sulle intenzione dello stesso Zaza, che pare destinato a dire addio alla Samp: «Il giocatore avrebbe comunque volentieri continuato il rapporto con la Sampdoria, che tre anni fa lo ha messo sotto contratto, perché a lui non sarebbe assolutamente dispiaciuto giocare con la maglia blucerchiata. Lui non mi ha mai chiesto di lasciare la Samp, anzi gli piacerebbe tornare per dimostrare il suo valore dato che non ci era riuscito nella sua unica stagione a Genova. Nessuno vuole portare via Simone Zaza dalla Sampdoria e io non sto andando a proporre il calciatore in giro. Noi rispettiamo la dirigenza doriana, anche perché sarebbe la Samp sarebbe la squadra perfetta per Simone dove poter esprimere tutto il suo potenziale. Andare a cercare altre squadre, pur blasonate che siano, non ci interessa. Le denunce le prendono altre persone, non quelle che lavorano correttamente e nel rispetto delle norme», ha concluso Maifredi.

Ag. FIFA Cicchetti: "Sette consigli 'sudamericani' per le prime sette della Serie A"

Mancano tre mesi e mezzo, poi la finestra estiva di calciomercato aprirà ufficialmente i battenti. Pur essendoci ancora un po' di tempo a disposizione, tutti i club italiani si stanno già guardando intorno per gettare le basi della prossima campagna acquisti così da non farsi trovare impreparati. Una delle aree dalle quali attingeranno maggiormente sarà, come sempre, il Sud America. A questo proposito, ho contattato in esclusiva Gianfranco Cicchetti. L'agente FIFA, profondo conoscitore del calcio e del mercato sudamericano, ci ha illustrato sette giocatori, provenienti dal 'Nuovo Mondo', che potrebbero fare al caso delle attuali prime sette classificate nella nostra massima serie.

Juventus - «Consiglierei un giovane attaccante che nel giro di un paio di anni possa diventare il famigerato erede di Trezeguet, tanto desiderato dalla tifoseria. Parlo di Nicolas Castillo, 'craque' classe '93, centravanti dell'Universidad Catolica e della nazionale cilena under 20. E' uno dei giovani prospetti più talentuosi dell'intero panorama sudamericano. Forte fisicamente, vede bene la porta, ha grinta e personalità da vendere. Ha tutto per diventare il nuovo Salas. Ha già una valutazione di mercato importante, tanto che l'Universidad Catolica ha rifiutato tutte le offerte inferiori ai 5 milioni di euro pervenute nel mercato di gennaio dai vari club europei. Lo considero un affare da fare al volo».

Napoli - «Ai partenopei suggerisco di cercare il nuovo Cavani. L'erede del Matador potrebbe essere l'attaccante argentino del River Plate Rogelio Funes Mori, classe '90. E' giovane, ma ha alle spalle già tanti anni nella massima serie argentina e diverse edizioni della Copa Libertadores. E' il pupillo di Ramon Diaz, uno che di attaccanti se ne intende. Per caratteristiche fisiche e tecniche, Funes Mori potrebbe davvero essere il nuovo gioiello sudamericano da esibire al San Paolo. Piace a tanti club italiani ed europei, il River di certo non lo regalerà tanto facilmente, però sarebbe un investimento davvero mirato».

Milan - «La partita di martedì con il Barcellona ha prodotto alcune considerazioni. Una è che il Milan ha assolutamente bisogno di un difensore di caratura internazionale. Consiglio ai rossoneri di prendere immediatamente Dedè, elegante centrale difensivo del Vasco da Gama e della nazionale brasiliana, considerato in patria come il futuro leader della retroguardia verdeoro. Classe '88, ha l'età, l'esperienza e la qualità giusta per imporsi anche nel Milan, così da colmare il vuoto lasciato da Thiago Silva e Nesta. La richiesta del Vasco è di 10 milioni, ma sarebbero soldi ben spesi per un difensore forte e affidabile come lo è adesso Dedè».

Fiorentina - «Ai viola consiglierei un giovane attaccante sul quale puntare con convinzione soprattutto in ottica futura; una prima punta, forse l'unico ruolo scoperto dell'attuale Fiorentina. Punterei su Ezequiel Rescaldani, 'panzer' del Velez Sarsfield, un centravanti di peso che ha forza, qualità e tanti margini di miglioramento. E' un classe '92, ha passaporto italiano, in campionato e Copa Libertadores sta cominciando a segnare con una certa regolarità. Piace a tante società di Serie A per le sue qualità fisiche e tecniche che lo rendono adatto al calcio italiano. Somiglia molto al 'Tanque' Denis. E' da prendere adesso, prima che le quotazioni di mercato si impenneranno inesorabilmente».

Inter - «Dopo gli addii di Sneijder e Coutinho, ai nerazzurri manca un giocatore veloce, rapido e fantasioso che salti l'uomo, crei superiorità numerica e sforni assist per i compagni. L'identikit porta al funambolico Bernard, talento brasiliano classe '92 in forza all'Atletico Mineiro. E' alto 165 cm, somiglia ai vari Giovinco, Aimar e Saviola, un numero 10 che va a velocità supersoniche. Può giocare su tutto il fronte offensivo ed essere impiegato in tutti i ruoli d'attacco alle spalle di una prima punta. Attualmente in Brasile è uno dei calciatori più tecnici e geniali dell'intero panorama nazionale. Ha passaporto spagnolo e quindi è comunitario, sarebbe un acquisto quanto mai indovinato».

Lazio - «Alla squadra biancoceleste servirebbe un centrocampista dotato di tecnica, inserimento e cambio di passo. La pista da seguire porta a Ezequiel Cirigliano, talentuoso classe '91 argentino del River Plate, conteso da mezza Europa e piace praticamente a tutta la Serie A. E' un centrocampista completo, che sa impostare, interdire e, soprattutto, fare gol. Una mezzala di assoluto valore, al quale manca forse solo la definitiva consacrazione per diventare un giocatore importante. Il trasferimento in Italia potrebbe proprio consentirgli di compiere il salto di qualità. Ha passaporto italiano ed è comunitario, ma il River non lo svende e vorrà monetizzare al massimo la cessione di uno dei suoi migliori gioielli».

Roma - «I giallorossi dovrebbero acquistare un grande difensore da affiancare a Marquinhos per blindare la difesa per i prossimi dieci anni. Il nome giusto potrebbe essere quello di Werley, forte centrale difensivo del Gremio, classe '88 nel giro della nazionale maggiore verdeoro. Alto 185 cm, è forte di testa, abbastanza veloce, bravo negli anticipi e nelle chiusure, un difensore pressoché completo al quale piace anche mettersi in mostra sulle palle inattive perché ha il vizietto del gol. Ha l'età e l'esperienza necessaria per imporsi anche nella capitale e, il che non guasta, la sua quotazione di mercato è ancora accessibile».

13 marzo 2013

Tre big di Serie A sulle tracce del talentuoso attaccante belga Batshuayi

Nella Jupiler League c'è una giovane punta che, a partire dalla scorsa stagione, si sta facendo notare dagli addetti ai lavori. Il suo nome è Michy Batshuayi e gioca nello Standard Liegi. Il diciannovenne di origini congolesi è un attaccante di movimento che ama spaziare su tutto il fronte offensivo. In campionato è andato a segno sette volte e ha collezionato ventuno apparizioni, finendo nel mirino di club di Premier League e Bundesliga. Secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, però, ci sarebbero anche tre società italiane nella lista delle pretendenti. Si tratta della Juventus, del Napoli e della Lazio, tutte pronte a mettersi in corsa per provare ad assicurarsi le prestazioni di questo talento classe '93. Batshuayi, protagonista di buone prestazioni anche con il Belgio under 21, è legato allo Standard da un contratto che scadrà nel 2017.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Catalano: "Dal Bari alla WFM: vi racconto la mia carriera. Quella finale dei Giovanissimi contro l’Inter…"

Ho intervistato in esclusiva Lorenzo Catalano, per circa dieci anni allenatore nel settore giovanile del Bari. Il figlio dell’indimenticato campione biancorosso Biagio Catalano, dopo l’addio ai galletti e varie esperienze nelle serie minori, ha deciso di abbracciare il progetto della World Football Management, in qualità di assistente tecnico del presidente Fabio Montecalvo.

Mister Catalano, ripercorriamo innanzitutto le varie fasi della sua carriera.
La soddisfazione che più mi inorgoglisce è aver avuto a che fare con calciatori che calcano palcoscenici come la Serie B o che hanno giocato in Serie A. Il settore giovanile dovrebbe avere come unico obiettivo la formazione dei giovani calciatori per farli continuare e farli diventare dei professionisti, se poi arrivano anche i risultati è più di una soddisfazione. Aver avuto poi la possibilità, nella stagione '98-'99, di lavorare nello staff tecnico di mister Fascetti al Bari, rappresenta il fiore all'occhiello della mia carriera. Ma nel 2006 la mia strada e quella del Bari si divisero. Mi arrivò la chiamata di Roberto Rizzo (secondo di De Canio a Lecce e Genova, ndr), che conoscevo per averci giocato contro e per aver seguito insieme il corso di allenatore a Coverciano. Mi chiese di intraprendere con lui l'avventura al Martina Franca, all'epoca in Serie C1, e io decisi di seguirlo. La stagione successiva approdai alla Virtus Casarano, sempre come vice allenatore di Rizzo, dopo di che si interruppe il rapporto, ma solo dal punto di vista lavorativo. Tutt'oggi ci sentiamo spesso e siamo grandi amici; ci tengo a dire che Rizzo, oltre a essere una bravissima persona, è anche un grande intenditore di calcio. Dopo l'esperienza al Casarano, ho continuato ad allenare nelle serie dilettanti fino all'anno scorso, quando, con la New Football Academy Bari, ci siamo qualificati alle Final Six Allievi Dilettanti in programma a Chianciano Terme. Alla fine ci abbiamo ottenuto il terzo posto, ma la vera soddisfazione è data dal fatto che cinque ragazzi di quella squadra sono passati alle giovanili del Bari, tra Allievi Nazionali e Primavera, mentre il Lecce ha messo gli occhi su altri che stanno giocando in Eccellenza. Questo sta a significare che, evidentemente, li abbiamo formati e, ripeto, questo dovrebbe essere l'obiettivo di ogni settore giovanile”.

Ma non dimentichiamo che nel 2006 è arrivato alla finale scudetto dei Giovanissimi Nazionali con il Bari…
Quell’anno arrivammo in finale contro l’Inter dei vari Caldirola, Obi, Destro e Santon, perdemmo ai rigori. Ricordo che noi passammo in vantaggio, poi fece gol Destro. Nel primo tempo supplementare andammo sul 2-1 ma, a dieci minuti dalla, arrivò il pareggio dei nerazzurri. Alla fine la lotteria dei rigori fu fatale per noi, perché facemmo due gol in meno dei nerazzurri. Resta però, anche a distanza di anni, la soddisfazione di essere riusciti a bloccare quella squadra che negli anni successivi ha poi vinto lo scudetto Allievi e Primavera, un gruppo di tutto rispetto e formato da calciatori che oggi giocano in grandi squadre”.

Se dovesse citare un paio di nomi altisonanti di giocatori con quali ha lavorato?
Mi vengono in mente De Ascentis o Zambrotta. Quest’ultimo nella stagione 1998-99, quando facevo parte dello staff di Fascetti al Bari, e lui arrivò dal Como. Senza dimenticare che, lo stesso anno, ci fu l'exploit di Cassano. Proveniva dalla Primavera, così avemmo il privilegio di poter lavorare con lui e di capire le sue grandissime qualità tecniche”.

A proposito di giovani, si parla da tempo si riforma dei settori giovanili per rilanciare i talentini italiani.
Credo che il calcio italiano, a livello di settore giovanile, sia sceso nel ranking europeo in posizioni che non gli erano mai appartenute. Fino a qualche anno fa, ricordo i traguardi che l’Italia ha raggiunto con tutte le nazionali giovanili fino all'Under 21. Credo che abbiamo confuso i giocatori a livello tattico, formandoli esclusivamente come singoli e non come come squadra; avendoli formati in linea generale e non nello specifico, abbiamo creato un po' di confusione in loro. In Serie A stanno arrivando sempre più stranieri, che però non incidono più di tanto; tranne qualche top player, non vedo tantissimi stranieri che riescono a fare la differenza. Ma c’è un altro problema che non ha dato l’opportunità ai nostri giovani di emergere. A livello di Primavera, ci sono società che intervengono a tutti gli effetti sul mercato e costruiscono le squadre per vincere, si preferisce puntare sugli stranieri a discapito di ragazzi che sono cresciuti nel settore giovanile della squadra. Un altro errore che commettiamo, è volere calciatori già pronti e formati a 16 anni, mentre bisognerebbe avere pazienza e lasciare che questi ragazzi si formino maturando esperienza negli anni. Credo comunque che l’intero sistema abbia delle pecche e debba essere rivisto il più presto possibile, ma la colpa non è dei giovani”.

E adesso sta collaborando con la WFM: come valuta questa nuova esperienza?
La collaborazione è nata in questo mio periodo di break. Ho iniziato la stagione sulla panchina di una squadra in Eccellenza pugliese, ma, nonostante la squadra fosse al terzo posto in classifica, sono stato esonerato. Così abbiamo intavolato questo rapporto con Fabio Montecalvo, che mi ha dato la possibilità di iniziare a vedere tutto il lavoro svolto dietro le quinte. Essere entrato in questa nuova dimensione non fa altro che arricchire il mio bagaglio culturale calcistico, è un’esperienza assolutamente positiva”.

Quale sarà, però, il futuro di Lorenzo Catalano?
Sono un uomo di campo e quando mi ritrovo fuori è come stare in apnea. In questo momento, il mio principale obiettivo è quello di tornare ad allenare ma, soprattutto, quello di trovare persone che possano valorizzarmi e che io possa valorizzare a mia volta. Non fa differenza se a livello di settore giovanile o di prima squadra, perché so come trattare sia i giovani sia i grandi. Mi auguro solo di ricevere questa opportunità”.

12 marzo 2013

Nel 2010 castigò la Juve in Europa League e oggi la Fiorentina pensa a lui per l'attacco

Gli uomini mercato della Fiorentina sono alla ricerca di un rinforzo per il reparto avanzato a disposizione di Vincenzo Montella. Non un rinforzo qualsiasi, ma un attaccante che abbia tutte le caratteristiche di un vero e proprio centravanti capace di andare facilmente in doppia cifra. Nella lista degli obiettivi per l'attacco, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, ci sarebbe finito anche il nome di Artjoms Rudnevs, classe '88 dell'Amburgo e della nazionale lettone. Autore di undici reti in Bundesliga, il club tedesco lo ha prelevato la scorsa estate dal Lech Poznan e valuta il suo cartellino non meno di 10 milioni di euro. Proprio durante la sua esperienza con la compagine polacca, Rudnevs fu uno dei principali fautori dell'eliminazione della Juventus dall'edizione 2010-2011 dell'Europa League; nella fase a gironi, infatti, la punta mise a segno tre gol a Torino e uno a Poznan. I tifosi bianconeri non si saranno certamente dimenticati di lui e chissà che presto non possa diventare un idolo di quelli viola.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Ligocki alla Roma: dopo il provino ci sarà il trasferimento?

Ad ottobre scorso aveva sostenuto un periodo di prova con la Primavera giallorossa allenata da Alberto De Rossi, ma nel futuro di Jacek Rasko Ligocki potrebbe esserci ancora la capitale. Infatti, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, i dirigenti della Roma non avrebbero depennato il suo nome dalla lista degli obiettivi in vista della prossima sessione di calciomercato. Ligocki, attaccante polacco classe '94 in forza alla Renato Curi Angolana (squadra che milita nel girone F di Serie D) e nel giro della rappresentativa Serie D, è da tempo nel mirino della società capitolina, che in estate potrebbe decidere di portarlo definitivamente a Trigoria.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

11 marzo 2013

Ag. FIFA Giusti: "I casi di Forren, Campbell ed Emenike: proposti in Italia e finiti all'estero"

Con il passare degli anni e delle sessioni di calciomercato, aumentano sempre di più i rimpianti dei direttori sportivi italiani per essersi lasciati sfuggire giocatori, magari giovani, di qualità a prezzi abbordabili, poi finiti in qualche club estero. Uno di questi potrebbe essere Vegard Forren che, dopo essere stato offerto in Italia per diversi anni, è passato al Southampton lo scorso gennaio. A proporlo alle società di Serie A, in qualità di intermediario, era stato l'agente FIFA Edoardo Giusti. Il titolare e fondatore della GGXX, intervenuto in esclusiva ai miei microfoni, ha raccontato tutti i retroscena riguardanti il difensore norvegese e non solo, parlando di altri due calciatori da lui proposti ai club italiani, che però non gli hanno voluto dare ascolto.

Possiamo svelare tutta la verità sul mancato arrivo di Forren in Italia?
Il mio amico e collega Gulli Tomasson, islandese ma che abita sede in Danimarca, lo scoprì nel 2008 quando giocava nelle serie dilettanti norvegesi. Su suggerimento dello stesso Tomasson il Molde lo prese e, al contempo, Tomasson lo pose alla nostra attenzione. Immediatamente notammo le qualità espresse in campionato con la Norvegia under 21. Tra il 2008 e il 2009 iniziammo a lavorare per provare a portarlo in Italia e, proprio in quel periodo, Fabio Paratici (a quell'epoca alla Sampdoria, ndr) si dimostrò uno dei suoi più grandi estimatori. Così il club blucerchiato si interessò al giocatore ma poi fece altre scelte di mercato e lo stesso accadde con il Chievo. Passata l'estate del 2009, Forren giocava in pianta stabile al Molde continuando a crescere insieme alla squadra, che nel 2011 e nel 2012 si aggiudicò il primato nella Tippeligaen (la massima serie del campionato norvegese, ndr). Nell'autunno del 2011 Zanzi lo fece seguire e ci fornì una relazione positiva. Da una parte c'era il Bologna che aveva avanzato il desiderio di prelevarlo con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, dall'altra il Molde che invece era rigido sul fatto di volerlo cedere soltanto a titolo definitivo. Questa fu la causa principale del mancato a affare. Noi, fin dal 2008, ogni estate abbiamo periodicamente riproposto il giocatore in Italia ma non è stato minimamente calcolato e da qualcuno è stato considerato troppo lento per la Serie A. I dirigenti italiani lo hanno seguito, monitorato e visto la sua crescita però, dopo una prima fase di interessamenti, c'è stata fase di stallo. Nel 2010 e nel 2011 poteva essere acquistato per un milione di euro, mentre l'estate scorsa bastava un milione e mezzo; a gennaio, invece, il Southampton ha dovuto sborsare quasi 5 milioni di euro”.

Forse le sue caratteristiche sono più adatte alla Premier che al nostro campionato?
Grazie alle ultime due stagioni disputate in maniera eccellente, si è guadagnato il posto da titolare nella Norvegia e ha acquisito un valore ancora più alto. Detto questo, credo che si tratta più di un discorso ambientale. Nella mentalità del calciatore scandinavo, l'Inghilterra rappresenta il top e la Premier League è considerato il campionato più bello al mondo. Forren, per quelle che sono le sue caratteristiche, si sposerebbe perfettamente anche con un calcio più tecnico come quello italiano. Esce palla al piede, è elegante nei movimenti e bravo ad impostare, a tutto questo abbina forza fisica e senso della posizione. E' destinato, sempre che la fortuna lo assista, ad affermarsi ancora di più e a diventare uno dei migliori difensori europei; ha tutte le qualità per poterlo diventare. Ripeto, era più che pronto per il calcio italiano”.

Quale potrebbe essere un altro caso simile a questo appena citato?
Sicuramente quello rappresentato da Joel Campbell è il più eclatante. Prima che vari avvoltoi si avvicinassero, alla fine del 2010 mi fu segnalato questo ragazzo da un collaboratore e amico fidato in Costa Rica. Possedeva qualità importanti ma era ancora sconosciuto in Europa e, guardando alcuni video, intravidi in lui delle doti impressionati, tanto da paragonarlo a Samuel Eto'o. Da quel momento cominciai a lavorarci in prima persona. Poteva essere preso per appena 500mila euro e c'era anche la possibilità di portarlo in Italia per un periodo di prova. Addirittura, da una società mi dissero di stare attento a proporre giocatori del Costa Rica perché poteva pesare sulla mia reputazione. Dopo l'esordio con gol con la maglia della sua nazionale qualcosa si era mosso, ma soltanto alcune richieste di informazioni e niente di più. Nell'agosto 2011 lo prese l'Arsenal, che lo mandò subito in prestito al Lorient e, l'estate scorsa, al Betis. Oggi continua a fare benissimo con la il Costa Rica, ma non dimentichiamoci che ha vent'anni e può ancora crescere. Peccato perché si sarebbe potuto prendere a cifre basse, anche se ci sarebbe voluto un periodo di ambientamento”.

Andiamo avanti: un terzo caso di questo genere?
Citerei Emmanuel Emenike, attuale centravanti dello Spartak Mosca. Nel 2010 giocava nel Karabukspor, allora in serie B turca, e notammo le sue qualità attraverso il suo procuratore. Nel suo contratto c'era una clausola rescissoria di soli 600mila euro. Mi ricordo che preparai alcuni dvd e feci un certo tipo di lavoro per poi proporlo in Italia. Nel 2011 si trasferì al Fenerbahce e la scorsa estate è stato acquistato dallo Spartak. Sta fornendo ottime prestazioni anche in Champions League e adesso vale circa 12 milioni di euro. E pensare che sarebbe potuto approdare in Serie A per meno di un milione...”.

Proviamo a dare una risposta a questi mancati arrivi. Come mai i ds italiani non hanno puntato su questi giocatori?
Adesso la nostra agenzia è un po' più conosciuta e forse una delle risposte risiede nel fatto che allora ero più giovane e, pur lavorando seriamente, ero meno conosciuto. Però, se posso permettermi, il mio consiglio ai dirigenti di Serie A è quello di fidarsi sempre dei loro occhi e quello di essere dei manager; al giorno d'oggi non si può valutare un giocatore in base alla persona che lo propone. Vedo che ci si affida agli agenti più noti, ma bisognerebbe acquistare i giocatori per il loro valore e non per le etichette. Nel calcio italiano c'è mancanza di meritocrazia e l'esigenza tecnica viene messa in secondo piano rispetto alle esigenze 'politiche'. Invece sarebbe necessaria una gestione manageriale in tutti gli aspetti, anche nella scelta dei giocatori. Ci vogliono analisi e valutazioni che prescindano da qualsiasi altro discorso, all'estero funziona così e i risultati si vedono”.

Il punto della settimanA - 28a giornata

Se qualcuno pensava che la corsa allo scudetto fosse ancora aperta, adesso dovrà per forza ricredersi. Il discorso non è ancora chiuso per una mera questione aritmetica, perché recuperare nove punti (anzi dieci in virtù degli scontri diretti) nel giro di dieci partite è tutt’altro che impossibile, ma diventa molto difficile se chi è davanti non ha alcuna intenzione di mollare, nonostante sia impegnato anche in Champions League. Tutto diventa ancora più difficile se chi sta al secondo posto deve guardarsi da chi sta dietro, perché dista soltanto due lunghezze. La stessa distanza che divide chi ora è in terzultima posizione e non ha mai smesso di credere alla permanenza in Serie A, da chi invece è in zona salvezza.
L’ultima squadra a cui è fatto riferimento è ovviamente il Genoa, reduce dalla seconda (immeritata) sconfitta di fila. Nell’anticipo del venerdì della ventottesima giornata di campionato, al Luigi Ferraris è di scena il Milan che esce vittorioso per 2-0 grazie ad una rete per tempo, nel primo di Pazzini e nel secondo di Balotelli. Peccato che al Grifone manchino un paio di rigori e se a fine partita i rossoblu recriminano hanno tutte le ragioni per farlo. Dall’altra parte, però, ci sono i rossoneri che continuano la propria avanzata verso il secondo posto.
Mentre nel più familiare anticipo del Saturday night, l’Udinese perde l’occasione di agganciare la Roma alla settima posizione in classifica. Al Friuli le due squadre non vanno oltre il pareggio per 1-1, ottenendo un punto che serve poco ad entrambe.
Successo in rimonta per l’Atalanta nel lunch match delle 12.30. Impegnati fra le mura casalinghe contro il Pescara, gli orobici prima vanno sotto ma poi riescono a ribaltare il risultato e ad avere la meglio per 2-1. Intanto la Juventus è in piena fuga scudetto. Che quello con il Catania non fosse un confronto semplice lo si sapeva già, ma nessuno si aspettava che i bianconeri riuscissero a imporsi con una vittoria di misura andando a segno nei minuti di recupero con Giaccherini. Così la Juve si distanza ulteriormente dal Napoli, che adesso si trova a -9 dal primato. Gli azzurri confermano di essere in un periodo negativo e cadono sotto i colpi del Chievo, bravo a chiudere la gara nella prima frazione di gioco con Dramè e Thereau. Chi conferma il momento no è anche Cavani, che fallisce l’occasione di accorciare le distanze dal dischetto nella ripresa, e alla fine i padroni di casa possono esultare per il 2-0 finale. Scorrendo la classifica, ecco il Cagliari che si porta a -1 dalla Sampdoria battendo la stessa con il risultato di 3-1 grazie ad una tripletta di Ibarbo. Pioggia di gol al Tardini, dove il Parma ritrova finalmente la via del successo rifilando un secco 4-1 al Torino. In coda alla classifica, invece, è il Siena che in rimonta riesce a mettere ko il Palermo e ad espugnare il Renzo Barbera. La squadra di Iachini continua a non mollare e vede la zona salvezza a solo due punti.
La domenica sera del doppio posticipo sorride alla Fiorentina, che ora si ritrova in solitaria al quarto posto. Scavalcate così la Lazio, sconfitta proprio dai viola, e l'Inter, battuta dal Bologna. Vincenzo Montella vede la sua squadra espugnare uno stadio a lui molto familiare come l'Olimpico; alla compagine gigliata bastano un gol di Jovetic nel primo tempo e un gol di Ljajic nella ripresa. Al Meazza, invece, i rossoblu di Pioli superano di misura i padroni di casa, grazie alla rete messa a segno da Gilardino all'inizio della seconda frazione di gioco.

Per l'Inter torna di moda il nome dell'argentino Correa

Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, l'Inter sarebbe tornata alla carica per Carlos Joaquin Correa, regista classe '94 di proprietà dell'Estudiantes. Definito in patria l'erede di Juan Sebastian Veron, era stato vicinissimo ai nerazzurri nelle ultime battute della sessione invernale di calciomercato, quando però le parti non riuscirono a raggiungere un accordo, non trovando l'intesa né sulla formula del trasferimento né sulle effettive cifre dell'affare. Ora, complice la grave crisi economica che sta attanagliando il glorioso club argentino, gli uomini mercato della società meneghina si sono fatti nuovamente sotto, convinti di poter concludere l'operazione con un esborso economico inferiore rispetto a gennaio. Nel caso in cui la trattativa dovesse andare in porto, l'Inter potrebbe poi decidere di cedere Correa in prestito ad un'altra squadra di Serie A, così da poterlo far maturare senza pressioni nella sua prima stagione italiana.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

9 marzo 2013

Il doppio ex Monelli: "Lazio, ora non puoi più sbagliare: sfrutta i punti deboli della Fiorentina. Tra Floccari e Kozak scelgo..."

Sconfitto lo Stoccarda e archiviata (o quasi) la qualificazione ai quarti di Europa League, per la Lazio è tempo di concentrarsi nuovamente sul campionato. L'impegno non è dei più agevoli, perché all'Olimpico arriva la Fiorentina di Vincenzo Montella. Per commentare il match in programma domani sera, ho intervistato in esclusiva l'ex attaccante ed oggi allenatore Paolo Monelli, che nel 1987 lasciò proprio Firenze per approdare in biancoceleste.

Ultimamente la Lazio ha ottenuto risultati altalenanti in campionato: se lo aspettava dopo un'ottima prima parte di stagione?
Diciamo che è anche fisiologico dopo aver fatto molto bene nel girone di andata, è normale che ci sia un periodo in cui può non andare tutto per il verso giusto. Però io ritengo che la Lazio stia facendo molto bene e stia raggiungendo risultati incredibili, al di là delle più rosee aspettative. Giovedì ha disputato un'ottima partita contro lo Stoccarda e ha una rosa molto attrezzata che può lottare in tutte le competizioni”.

Tali risultati, però, hanno compromesso l'obiettivo terzo posto...
Il problema è che adesso la Lazio non può più sbagliare. Fino a qualche mese davamo per spacciato il Milan che invece ha inanellato una serie incredibile di risultati positivi e oggi è un avversario in più per la corsa alla qualificazione in Champions. Ma, come dicevo prima, i biancocelesti hanno tutte carte in regola per fare bene, pur essendo obbligati a non sbagliare più neanche una partita perché le altre stanno andando forte”.

Domani la Lazio ospiterà la Fiorentina, che nel girone di ritorno ha sempre perso fuori casa.
Statisticamente è un dato positivo, ma credo sia frutto dell'impronta di gioco che Montella ha dato alla sua squadra. Anche in trasferta la Fiorentina cerca di giocare sempre la palla senza buttarla mai via e i difensori escono palla al piede, talvolta perdendola. Questo ha portato a far sì che non arrivassero risultati e che fossero buttati via punti importanti. A volte bisognerebbe essere meno belli e più concreti”.

Quanto potrà pesare il confronto di Europa League sulle gambe dei biancocelesti?
La Lazio un po' ne risentirà, ma on credo che che sia determinante ai fini del risultato perché molti titolari erano a riposo. E poi, quando vinci, c'è uno slancio positivo sia fisicamente sia mentalmente che ti fa lasciar da parte i postumi di coppa”.

Una domanda a bruciapelo: Floccari o Kozak per l'attacco anti Fiorentina?
Io punterei su Floccari, più esperto e più completo rispetto al compagno di reparto. Da quando ha preso il posto di Klose, sta facendo molto bene fornendo buone prestazioni oltre a segnare molto. Gioca a tutto campo e non sta mai fermo in area, mentre Kozak deve ancora dimostrare qualcosa, anche se in Europa League ha sempre fatto bene e ha fatto anche gol. E' ancora presto per giudicarlo, prima di farlo dovremmo vederlo giocare con continuità perché non ha mai avuto questa opportunità”.

Il Genoa non molla Pucko: l'ala slovena piace ancora, ma spunta un altro club di A

Il Genoa lo ha messo nel mirino circa un anno fa ma tutt'oggi Matej Pucko, attaccante esterno classe '93 di proprietà dell'FC Koper, resta un obiettivo di mercato del Grifone in chiave futura. Però, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, anche un'altra società della nostra massima serie avrebbe messo di recente gli occhi su di lui. Si tratta del Chievo, i cui osservatori hanno avuto la possibilità, così come quelli dei rossoblu, di vederlo all'opera da vicino a Trieste mercoledì scorso, quando ha affrontato l'Italia Lega Pro con la maglia della Slovenia Under 20. Pucko, pur essendo di piede destro, gioca prevalentemente nel ruolo di ala sinistra, ama accentrarsi per andare al tiro e cerca di sfruttare sempre al massimo la sua grande velocità in contropiede. I due club italiani potrebbero fare loro il giovane avanzando un'offerta inferiore al milione di euro al Koper, che lo ha messo sotto contratto fino a giugno 2014.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

8 marzo 2013

Pescara su un giovane centrocampista dell'AIK

I dirigenti del Pescara continuano a monitorare con attenzione l'intero panorama calcistico scandinavo in vista delle prossime sessioni di calciomercato. L'ultimo giocatore finito nel mirino, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, sarebbe Robin Quaison. Si tratta di un centrocampista (nato a Stoccolma da padre ghanese e madre svedese) di proprietà dell'AIK Solna, club nel quale è cresciuto. Il direttore sportivo della società biancazzurra, Daniele Delli Carri, lo starebbe tenendo sotto osservazione da diverso tempo, colpito dalla potenza e dalla fisicità che contraddistinguono questo classe '93, abile sia in fase di impostazione sia in fase di interdizione. Dopo aver fatto parte della Svezia Under 19 e Under 21, Quaison ha già collezionato due presenze ed un gol con la nazionale maggiore. Se vorranno assicurarsi le prestazioni del giovane mediano, gli abruzzesi dovranno versare nelle casse dell'AIK circa un milione di euro.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

L'infortunio stoppa Viglietti: il giovane terzino era pronto a lasciare la D per la Lega Pro

Stagione finita per Luca Viglietti. Il promettente laterale sinistro dei campani del Gladiator (squadra al secondo posto nel girone H di Serie D e ancora imbattuta) si è procurato in allenamento un grave infortunio (si teme la rottura dei legamenti crociati). Il destino ha così giocato un brutto scherzo al terzino classe '93 che, oltre a stare lontano dai campi di gioco fino al termine del campionato, ha anche perso - per il momento - la chance di salire di categoria. Infatti, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, Viglietti avrebbe dovuto firmare tra qualche giorno con una società di Prima Divisione di Lega Pro, il Lumezzane, per poi trasferirvici in estate. Un vero peccato per questo interessante esterno mancino, che di recente era stato seguito anche da Catania, Bari, Livorno e Salernitana.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Gli occhi di Parma e Udinese sul tascabile attaccante Avila

Nella notte fra mercoledì e giovedì, gli osservatori di Parma e Udinese hanno seguito con attenzione il match di Copa Libertadores tra i peruviani dello Sporting Cristal e i paraguaiani del Libertad (terminato 2-2). Il principale oggetto delle relazioni, stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, sarebbe Irven Avila, attaccante dello Sporting ed autore di una doppietta. Classe '90, trova nella rapidità e nella corsa piuttosto che nell'altezza (è alto 168 centimetri) il suo punto di forza. La facilità nell'andare al tiro che lo contraddistingue fa di lui un giocatore molto prolifico sotto porta. Insomma, sembra avere tutte le credenziali per poter fare bene anche nel calcio europeo e sia i ducali che i friulani sembrano essersene accorti.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

7 marzo 2013

Ag. Krsticic: "Rinnovo frutto del legame con la Samp e coi Garrone. C'erano dei club interessati, ma lui vuole crescere in blucerchiato"

Quella di ieri è stata una giornata importantissima in casa Sampdoria. Oltre a Eder e Obiang, anche Nenad Krsticic ha firmato il suo nuovo contratto che lo legherà ai colori blucerchiati fino al 30 giugno 2017. Krsticic, che lo scorso mese ha anche esordito con la nazionale maggiore serba, ha così confermato concretamente la propria volontà, quella di continuare a battagliare sulla mediana blucerchiata. Ho intervistato in esclusiva il procuratore del centrocampista, Marko Naletilic, per un commento su questa notizia che farà felici tutti i tifosi della Samp.

Signor Naletilic, un passo fondamentale fortemente voluto da entrambe le parti?
«Certo, assolutamente. Il ragazzo si trova benissimo a Genova e vuole crescere ancora con questa maglia. Adesso è diventato anche un giocatore della nazionale sia per merito delle sue qualità sia anche per merito della Sampdoria. Lui è molto legato alla società e alla famiglia Garrone, quindi non c'era possibilità che tutto finisse in un altro modo».

Il nuovo contratto scadrà fra quattro anni, segno che la Samp punta su Krsticic per il presente ma soprattutto per il futuro...
«Io penso di sì, ma non posso sbilanciarmi troppo e parlare del programma della società. Questo gesto dimostra comunque che punta su di lui come un giocatore importante. Pur avendo un contratto già lungo (fino 2016, ndr), la Sampdoria ha proposto di prolungare. Questo dimostra grande rispetto e fiducia nei suoi confronti, è stato un gesto veramente signorile».

Essendo da quasi cinque anni a Genova, quanto ha inciso il fattore ambientale su questo rinnovo?
«Lui si ricorda sempre che, quando dopo due mesi dal suo arrivo ha avuto dei seri problemi di salute, la famiglia Garrone si è comportata con lui come con un figlio. Nenad, che è una persona seria e cosciente di quanto gli hanno dato nel momento più difficile della sua vita, sa che queste cose non si devono mai dimenticare. Da quel momento ha capito che doveva ripagare in qualche modo la società».

La Serie A, le soddisfazioni con la Samp e poi anche la nazionale: è una stagione d'oro per il suo assistito.
«Sicuramente, anche se dobbiamo aspettare la fine del campionato per vedere dove arriverà la Sampdoria; più in alto si posizionerà, più Nenad sarà contento. Se non avrà problemi fisici e infortuni, continuerà a crescere e a migliorare».

Per concludere, ci può dire se ci sono stati dei club che ultimamente si sono mossi per Krsticic?
«Devo ammettere che ci sono stati degli interessamenti, anche dall'estero, ma né lui né io abbiamo voluto prendere in considerazione altre offerte. Lui sta benissimo alla Sampdoria e vuole trasferirsi altrove per poi rischiare di ripartire da zero. Da parte nostra non c'è stato neanche un minuto di esitazione, abbiamo immediatamente rifiutato qualsiasi tipo di discorso».

6 marzo 2013

Il Corinthians mette in vetrina Igor: Milan e Roma lo osservano

Sono molti gli addetti ai lavori che nel week end hanno seguito la sfida tra Santos e Corinthians, terminata poi a reti inviolate. Fra questi ci sarebbero stati anche degli osservatori di Milan e Roma. Fra gli osservati speciali di entrambe le società, secondo accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva, non vi sarebbero ovviamente Neymar e Pato, ma un classe '94 che si sta ritagliando uno spazio importante nel Corinthians campione del mondo. Il suo nome è Igor Fernandes da Silva Araújo, meglio conosciuto come Igor, ed è un terzino sinistro, ruolo in cui molte squadre sono scoperte. Gli uomini mercato capitolini e quelli rossoneri dovranno comunque fare i conti con il club paulista, intenzionato a blindare il laterale mancino con nuovo contratto, dato che quello attuale scadrà a dicembre 2013.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Ag. FIFA Luisi: "Cuevas al Chelsea, un affare per i Blues ma un rimpianto per le italiane. E pensare che lo avevamo proposto..."

Dopo essersi messo in mostra in patria con la maglia del Deportivo O'Higgins e al Sudamericano sub 20 con il Cile, Cristian Cuevas è riuscito a coronare il sogno di approdare in Europa. Come noto infatti, dalla prossima estate l'ala sinistra classe '95 vestirà la maglia del Chelsea. I Blues si sono assicurati le sue prestazioni per circa due milioni di euro, cifra ritenuta forse troppo elevate dalle società di Serie A a cui è stato segnalato il giocatore. A proporlo senza successo in Italia è stato l'agente FIFA ed avvocato Giacomo Luisi, titolare dello Studio LSL - Luisi Sports Law and Management. Lo ho contattato in esclusiva per saperne di più sul talentuoso calciatore cileno e sul perché giocherà in Premier League piuttosto che nella nostra massima serie.

Cuevas al Chelsea per due milioni: investimento o scommessa?
Un investimento sicuro e non esorbitante per un ragazzo così talentuoso. Sono anni che lo seguo e credo che possa diventare un calciatore di altissimo livello. Al momento ha solo bisogno di irrobustirsi seguendo un programma di allenamento mirato in palestra”.

Sappiamo che lo avevate proposto in Italia, ma evidentemente i dirigenti nostrani non ti hanno dato ascolto...
E' stato proposto a qualche club di Serie A, ma probabilmente l'investimento di 2 milioni per un classe '95 extracomunitario è stato ritenuto esoso per un calciatore che non giocava in pianta stabile nel Deportivo O' Higgins. In ogni caso, si tratta di un eccellente calciatore che in Italia non era ancora conosciuto ed attenzionato”.

Quali sono le principali caratteristiche e doti del classe '95 cileno?
Grande visione di gioco, qualità individuale eccellente ed invidiabile duttilità. E' un predestinato. Ha ricoperto praticamente ogni ruolo nelle varie partite disputate tra nazionale e settore giovanile, ma il suo ruolo naturale è quello di esterno sinistro o di trequartista dietro le punte. Fisicamente non è ancora prontissimo ma nell'ultimo semestre è cresciuto molto. Il Chelsea gli propose un provino molti mesi fa, ed il ragazzo impressionò lo staff tecnico londinese”.

Quindi possiamo dire che si tratta di un'occasione persa per le italiane?
Tra qualche anno si potrà considerare con certezza questo mancato trasferimento in Italia come un grande rimpianto, ma è la dura legge del mercato. Poi di situazioni future alla pari di Cuevas in giro ce ne saranno comunque ancora tante. L'importante è essere anche un po' coraggiosi e tempestivi nel puntare sui giovani calciatori bravi che spesso non si mettono in evidenza solamente nei campionati sudamericani ma anche e soprattutto in quelli scandinavi ed in tutta l'Europa dell'Est”.

5 marzo 2013

Due squadre di Serie A mettono gli occhi sul centrale argentino Braghieri

Stando ad accreditate indiscrezioni raccolte in esclusiva e provenienti dal Sud America, Torino e Parma starebbero seguendo con interesse un difensore di proprietà dell'Arsenal Sarandi. Si tratta di Diego Luis Braghieri, classe '87, centrale veloce e difficile da superare; qualche giorno fa il suo nome è balzato alle cronache per un brutto fallo ai danni di Ronaldinho in un match di Coppa Libertadores contro l'Atletico Mineiro. Braghieri, in possesso del passaporto italiano, sembra essere finito da tempo nel mirino delle italiane, fin da quando militava tra le fila del Rosario Central. Un brutto infortunio subito nel 2010 ha rallentato la sua carriera ma adesso, a ventisei anni da poco compiuti, pare avere tutte le carte in regola per compiere il grande salto. Granata e ducali sarebbero pronti a puntare su di lui per la stagione che verrà.

Luca Iannone per CalcioNews24.com

Ag. FIFA Spada: "Dall'accoglienza alle scuole calcio, dai rapporti personali al clima calcistico: ecco il mio primo mese in Colombia"

E' trascorso poco più di un mese da quando Federico Spada, laureatosi un anno e mezzo fa il più giovane agente FIFA d'Europa, ha lasciato la sua Bologna per volare alla volta della Colombia, dove vi rimarrà fino alla prossima estate. Per saperne di più su questo scorcio iniziale della sua trasferta sudamericana e curiosare sulle prime esperienze avute con la realtà colombiana, ho raggiunto in esclusiva Spada, che ha risposto alle mie domande direttamente dalla città di Tuluá.

Federico, se dovessi tracciare un primo bilancio della tua trasferta colombiana?
Molto bene, anzi muy bien. E' un'esperienza totalmente positiva, sia per il calcio che per la vita, per niente pericolosa come tutti dicono. Ovviamente bisogna stare attenti per strada, ma questo in tutte le parti del mondo. Diciamo che in un mese ho fatto molto e sono contento quanto sorpreso. Più di quindici club con cui sono entrato in contatto, ma non solamente conosciuti; con questi club sono continuamente in contatto e c'è grande rispetto dei ruoli. Ripeto, muy bien”.

Come sei stato accolto dalla gente e, in particolare, da dirigenti e giocatori?
Ho ricevuto un'accoglienza super. Inizialmente mi vedevano come una divinità, come il salvatore della patria che può portare tutti i calciatori in Italia e donare denaro a tutti. Poi, facendo intendere che non è così facile, mi hanno fatto un po' scendere dalle nuvole! Però niente da dire, i dirigenti di tutte le squadre sono sempre educati e disponibili; vedere una partita e mangiare qualcosa insieme a giocatori e addetti ai lavori è sempre un piacere. Vorrei sottolineare quanto siano educati i bambini delle scuole calcio, nel tempo libero sto volentieri con loro. Per questi bambini è un sogno solo potermi stringere una mano e questo ha dell'incredibile. Rappresentano una soddisfazione veramente unica per me”.

Quali sono le persone con cui sei riuscito ad instaurare un rapporto migliore?
L'elenco sarebbe lunghissimo. A proposito, colgo l'occasione per ringraziare presidenti e dirigenti vari. Ma una parentesi la vorrei aprire su due ragazzi da dieci e lode, sul campo e fuori. Si tratta di Miguel Borja e Cristian Bonilla, rispettivamente capocannoniere e capitano della Colombia campione al recente Sudamericano sub 20. Due giocatori che mettono il 101% in partita come in allenamento, ma soprattutto due ragazzi educati ed intelligenti, due amici con cui è sempre un piacere condividere cene o altri momenti insieme. Penso che di calciatori così non ce ne siano molti, per questo sono sicuro che il loro futuro sarà da noi è farò di tutto per renderlo possibile”.

Quali grandi differenze hai trovato rispetto all'Italia dal punto di vista ambientale e calcistico?
Ho notato differenze enormi tra Italia e Colombia, a livello calcistico ma soprattutto a livello di educazione. Basta assistere a degli allenamenti per accorgersene: in Italia molte volte i giocatori si credono campioni, giocano su una gamba e tirano indietro il piede. Qua invece è sempre una battaglia e lo vedi negli occhi di questi ragazzi, tutti motivati e decisi a poter coltivare il sogno di diventare calciatori professionisti. Purtroppo, però, questo si trasforma troppo spesso in un obiettivo di vitale importanza e quindi non si dedica molto tempo all'istruzione. Un'altra differenza è rappresentata dal tifo, perché qua in Colombia sono sempre tutti allo stadio per saltare e cantare. Ieri ero allo stadio Cali e, nonostante il gol subito dalla squadra di casa, i tifosi della curva continuavano a saltare senza fermarsi e a tifare incessantemente. Diciamo che in Italia non è proprio così”.

Sappiamo che sei entrato in contatto con diverse scuole calcio, strutture che da noi fanno fatica a decollare...
Le scuole calcio sono il futuro della Colombia. Nella maggior parte dei casi le scuole calcio preparano i giovani meglio di come li preparano le squadre professionistiche. Di loro non si parla mai sui giornali o sui siti web, ma molte volte il cartellino dei giocatori che sbarcano in Europa appartiene per metà proprio a queste scuole calcio. Le migliori sono ben strutturate e i presidenti forniscono tutto, dal materiale al cibo, ai bambini per potere crescere nel migliore dei modi. Mentre altre non hanno purtroppo le finanze giuste e quindi prendono i ragazzi dalla strada mettendoli semplicemente in campo con un pallone. Così è nato Falcao, con il triplo della fame degli altri”.

Per concludere non possiamo esimerci dal porti questa domanda: c'è qualcosa che bolle in pentola in ottica mercato?
Assolutamente no, sono qui in vacanza, non lo sapevate? (ride). Quello che vi posso dire è che mi sto muovendo e sempre al fianco della Reset Group. Con Claudio Chiellini mi sento quotidinamente e per un ragazzo giovane come me è un punto di riferimento indispensabile. Anzi, ne approfitto per dirgli: grazie Claudio!”.