21 novembre 2013

Cusin: "Con Zenga all'Al-Jazira per riportare in alto questo top club"

Dopo le esperienze alla guida dell'Al-Ain e Al-Nasr, Walter Zenga è tornato ad allenare negli Emirati Arabi. Dal 26 ottobre è infatti il nuovo tecnico dell'Al-Jazira e in questa nuova avventura ha voluto nuovamente al suo fianco Stefano Cusin, suo vice all'Al Nassr Riyadh prima e all'Al Nasr Dubai poi. Ho intervistato in esclusiva Cusin, che ha deciso di lasciare il suo posto da allenatore all'Al Fujairah per seguire Coach Z ad Abu Dhabi.

A luglio ci raccontava della sua nuova avventura all'Al Fujairah e ora la ritroviamo all'Al-Jazira. Cosa è successo nel frattempo?
«All'Al Fujairah avevamo iniziato bene e fatto un buon lavoro, ottenendo degli ottimi risultati e dimostrandoci vincenti sul campo. Però io e la società non avevamo le stesse idee riguardo i giocatori stranieri presi in estate e c'erano valutazioni diverse. Non c'era condivisione di idee e ho capito che quello del club non era un programma vincente».

Quando è arrivata la chiamata di Zenga ha subito detto di sì?
«Mentre allenavo l'Al Fujairah, Walter era venuto a vedere diverse partite e ci siamo incontrati più volte. Quando mi ha parlato della trattativa con l'Al-Jazira e mi ha chiesto di seguirlo non ci ho pensato troppo, perché a me piace vincere. Non sono stato a pensarci su più di tanto e gli ho dato immediatamente la mia disponibilità. Poi, una volta che la cosa si è concretizzata, ho raggiunto l'accordo con l'Al Fujairah per la rescissione del contratto».

Se ti ha voluto ancora una volta con sé, significa che conta molto su di lei e sulla sua esperienza...
«Considero Walter prima di tutto un amico e secondariamente un grande allenatore. Abbiamo lavorato sia in Arabia Saudita che negli Emirati Arabi facendo bene, forse perché siamo molto complementari. Mi ha rivoluto con sé perché abbiamo fatto buone cose insieme e i risultati ci hanno sempre dato ragione; c'è grande feeling tra noi e ormai ci conosciamo bene, questo è senza dubbio un vantaggio».

In un'intervista Zenga ha detto che ha bisogno di collaboratori “con capacità di parlare le lingue”.
«Ha assolutamente ragione. Noi abbiamo in rosa un giocatore come Barrada (nella scorsa stagione al Getafe, ndr) che è cresciuto in Francia e parla solo francese. Sul piano della squadra era rimasto un po' isolato sul piano, ma io parlo francese e questo è molto importante per comunicare con i giocatori. Conoscere le lingue è fondamentale in campo».

Che eredità avete raccolto?
«L'Al-Jazira è un grandissimo club, il più grande dove io abbia mai lavorato. E' una società molto ben organizzata, ha uno stadio megagalattico e non dimentichiamoci che il presidente Mansour è anche proprietario del Manchester City. Nel 2013 la gestione dei precedenti allenatori aveva evidenziato dei problemi tecnici, noi siamo arrivati trovando una squadra con tantissimi infortunati, che stanno recuperando, e una condizione atletica non ottimale. C'è bisogno di ricreare entusiasmo e di dare il via ad un nuovo progetto, ma la situazione è complessa. Non è facile perché c'è bisogno di un programma di fondo e ci sono alcune cose da cambiare; allo stesso momento c'è il problema fisico da risolvere nel breve periodo e bisogna fare risultato perché la società si aspetta di vincere. Da quando siamo arrivati non abbiamo potuto fare affidamento su un giocatore come Valdez che era infortunato e da poco è tornato ad allenarsi. Non è facile fare bene in un campionato dove ci sono buone squadre se non si può contare su tanti titolari».

Come stanno andando le cose da quando siete arrivati e qual è il vostro obiettivo?
«Le cose stanno andando piuttosto bene, anche se siamo subentrati il 28 ottobre e due giorni dopo la squadra doveva scendere in campo, un altro aspetto che va a complicare le cose. Comunque nella prima partita di campionato abbiamo pareggiato 2-2 contro Dubai. Successivamente sono stati convocati quattro giocatori nella nazionale A degli Emirati e cinque nella nazionale olimpica, quindi non potevamo avere a disposizione altri giocatori oltre agli infortunati. Nella partita di coppa abbiamo vinto 3-1 contro l'Al-Ain lanciando ragazzi della formazione under 19, ma noi avevamo mezza squadra fuori e loro avevamo in campo giocatori come Asamoah Gyan. In ogni caso l'avvio è stato positivo ma siamo soltanto all'inizio, perché non è in tre settimane che vai a risolvere i grandi problemi. La ha bisogno di recuperare diversi giocatori, di lavorare bene e soprattutto di avere ordine dal punto di vista fisico. Stiamo lavorando con grande entusiasmo per dare un'identità a questa squadra e farla ritornare grande. Sabato ci attende il derby con l'Al Wahda».

Chiudiamo con un commento sulla rosa, che può vantare alcuni elementi di spicco.
«Abbiamo l'ex Milan Ricardo Oliveira, il nazionale paraguaiano Nelson Valdez (ex Werder Brema, Borussia Dortmund, Rubin Kazan e Valencia, ndr) e il centrocampista coreano Shin Hyung-Min che nel 2009 ha vinto la Champions League asiatica il Pohang Steelers, ma anche giovani interessanti e forti come Barrada. Quest'ultimo è un ragazzo marocchino di 24 anni che nella Liga ha fatto strabene col Getafe e viene da una stagione importante».

Quindi ci sono tutte le basi per poter fare bene?
«Stiamo parlando di un top club che può essere paragonato a Juventus e Milan per struttura della società, stadio e seguito dei tifosi. E' la prima squadra del Golfo per importanza e, infatti, tre anni fa ha vinto tutto. Purtroppo nel frattempo sono andati via alcuni giocatori importanti e bisogna ricreare i presupposti per un nuovo ciclo vincente. Abbiamo un contratto fino a giugno 2015, la nostra missione è tornare competitivi abbastanza velocemente e vincere nel medio periodo, perché vincere vuol dire programmare».

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