“Seguo
l’Inter da quando sono molto piccolo e amo questi colori da una
vita, fin dai tempi del mio mitico Luis Nazario Da Lima, Ronaldo!”.
Dalle passerelle di Milano, Londra, New York e Parigi a quella
del Meazza, dove Joao Mario ha salutato i suoi nuovi tifosi e l’Inter
non è riuscita ad andare oltre il pareggio contro il Palermo. Ospite
della dirigenza nerazzurra che lo ha invitato domenica scorsa, Fabio
Mancini, considerato a livello internazionale uno dei modelli
italiani di maggior successo e protagonista di diverse campagne per
Armani, ha potuto guardare dalla tribuna di San Siro la squadra del
suo cuore: “In questa seconda gara
della stagione, la prima in casa, ho visto una squadra un po’
indietro nella condizione fisica ma in netta ripresa. Ma, nonostante
una sconfitta e un pareggio nelle prime due giornate, sono fiducioso
in vista delle gare che arriveranno”, racconta in
esclusiva a Il Solito Calcio il modello nato in Germania da madre di origini indiane e padre italiano.
Specificando
(ridendo) di non essere imparentato con l’omonimo ex allenatore
dell’Inter, Mancini si dice fiducioso che Frank
de Boer
possa essere l’uomo giusto per guidare la squadra: “L’olandese
è arrivato in un momento in cui fondamentalmente la rosa era stata
già stata costruita per una nuova stagione con Mancini, quindi si
ritrova in mano una squadra nuova per lui. Però sono sicuro che
riuscirà a fare bene, ha solo bisogno di tempo, quello che non danno
qui i media e il pubblico”.
Quanto a Roberto
Mancini,
il suo addio è ancora fresco e non poche polemiche hanno
accompagnato la vicenda: “Penso
che quello che ha fatto Mancini negli anni scorsi non debba essere
dimenticato! Dopo anni di luce spenta, ha portato l’Inter al
successo nazionale fornendo poi la base di giocatori presenti fino
all’anno dell’indimenticabile triplete. Penso che l’anno scorso
abbia guidato bene la squadra, nonostante sia stato spesso criticato
per le scelte tecniche come sempre, ma in fin dei conti ha ridato
l’Europa all’Inter e questo era quello che contava. Il problema è
che in Italia c’è molta pressione e spesso non capiamo una cosa:
essere l’allenatore di una squadra come l’Inter non è facile e,
purtroppo, siamo tutti allenatori competenti sugli spalti e dietro
allo schermo della televisione, senza dare a nessuno il tempo
materiale di poter sbagliare e crescere!”.
Ma
cosa si aspetta Mancini dalla sua Inter impegnata anche quest’anno
sia in campionato che in Europa League? “Io
penso solo al fatto che si crei una squadra
- risponde -.
Non mi interessa vincere, mi interessa che la squadra ritrovi il
gruppo...come una volta. Il gruppo fa tanto, ho giocato a pallone e
so quanto sia importante l’unione dei calciatori, anche e
soprattutto fuori dal campo! Se solo qualcuno di loro pensasse a
pubblicare meno cavolate sui social network e ad allenarsi, come
faceva il grande e unico Javier Zanetti, forse saremmo competitivi
già da anni”.
E di questo argomento più che mai attuale Mancini, dall’alto delle
sue centinaia di migliaia di followers su Facebook e Instagram, ne sa
qualcosa: “I social al
giorno d’oggi sono molto importanti. Si tratta attualmente del
mezzo di comunicazione più veloce e diretto che esiste, tramite cui
si riesce a trasmettere un messaggio nel minor tempo possibile da una
parte del mondo ad un’altra! Penso che, come internet, sia la
scoperta del ventunesimo secolo ed ormai la via di comunicazione più
diffusa, ma dovrebbe essere gestita nel migliore dei modi per
pubblicizzarsi e non per distruggersi, come fanno in molti. Io, come
tantissimi nel mio settore o nel settore del calcio, lo uso spesso
per esternare un pensiero, buono o cattivo che sia, e bisogna
accettare anche le critiche se costruttive”.
Che abbia voluto mandare un messaggio ad un certo capitano
dell’Inter?
Tornando a parlare di calcio giocato,
Mancini, così come la maggior parte dei tifosi della Beneamata, si
aspetta tanto dai nuovi arrivati: “Da
come ho potuto vedere da questo inizio di stagione, penso che Banega
abbia riportato quella qualità che mancava in mezzo al campo. Poi
penso che con l’arrivo di Joao Mario e Gabigol, la squadra si
rimetterà in sesto immediatamente. Perisic rimane il mio preferito
insieme a Miranda per l’anima che mettono in campo e per come sanno
determinare le partite”. Ma da esperto di moda e
di stile, cosa ne penserà della nuova maglia Home per la stagione
appena cominciata? “Non
amo molto quel giallo dietro le maglie e i calzettoni…sono più
per il classico blu e nero con qualche tinta di bianco, pur sempre
elegante. Per il resto è la solita”. A proposito
di look, attualmente
la compagine nerazzurra veste Brooks Brothers, ma da tifoso interista
Mancini potrebbe magari provare a fare da mediatore per diventare
partner di Giorgio
Armani...
“Sarebbe
una cosa interessante, da non escludere. Non dimentichiamoci che il
signor Armani è già presidente dell’Olimpia Milano da anni ed è
un grandissimo appassionato di sport, come infatti avrete visto anche
alle ultime Olimpiadi, e unico testimonial sugli abiti della
nazionale italiana”.
Chissà che non possa esserci spazio per un nuovo Mancini in
quest’Inter e chissà soprattutto cosa ne penserebbero i tifosi...
Luca Iannone
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