12 settembre 2016

Moreno Beretta lascia il calcio e scrive una lettera: 'Contano solo gli interessi di gente sporca'

E' cresciuto nella Sampdoria dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili, poi ha girato l'Italia senza trovare fortuna in Lega Pro fra il Portogruaro, il ritorno alla Virtus Entella (dove aveva giocato fino a 14 anni), la Paganese, il San Marino, il Pisa e infine il Mantova, con cui ha rescisso il proprio contratto a luglio dopo l'ultima stagione. Stiamo parlando di Moreno Beretta, attaccante classe '93 che può vantare anche 4 presenze con la Nazionale Under 18 e 3 con l'Under 19. Anzi, oramai dovremmo dire ex attaccante. Sì perché Beretta, 23 anni compiuti lo scorso maggio, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e, a questo proposito, ha deciso di affidare a Il Solito Calcio una lettera riportata qui di seguito.

In questi giorni ho letto parecchio scalpore per il post scritto da un mio ormai ex collega, giocatore della Lazio, che sottoscrive un andamento del sistema calcistico italiano non del tutto corretto (per essere gentili).
In conseguenza a ciò, mi sento di rimarcare i concetti espressi nelle sue parole e non, raccontando la mia di esperienza, ragazzo di ventitré anni che quest'anno ha deciso di dire stop a questa vita.
Scrivo tutto questo non per polemizzare, non per rivendicare ma, (spero), per sensibilizzare almeno un secondo le vostre menti riguardo a quello che succede nel mondo del calcio, in Italia, in Lega Pro, ma non solo.
Già mi vedo le facce di molti addetti ai lavori, ignoranti, chiaramente ignoranti, che dopo aver letto due righe sorridono sotto i baffi e pensano: "Eccone un altro che ha smesso perché incapace di sopportare le pressioni del mestiere e se la prende con il sistema". Pensiero immediato, questo, di tutti. Ma proprio perché di tutti, ovviamente sbagliato. Avete mai partecipato ad un discorso dove tutti sono d'accordo? Rispondo io, no. Iniziamo a sensibilizzarci, quindi.
A ventitré anni ho girato già ben sette squadre di calcio professionistiche in cerca "dell'ambiente adatto" per fare un ipotetico salto di qualità. Tralasciando il fatto che io possa essere il più scarso del pianeta o meno, il sopracitato "ambiente adatto" per crescere non l'ho mai incontrato, quindi, gli addetti ai lavori che qualche riga fa sorridevano ora dovrebbero cambiare espressione, in quanto teoricamente feriti nell'orgoglio per essere beccati in fallo nel loro lavoro, ma ovviamente, essendo ignoranti non lo faranno, ed ecco chiarito il primo punto per cui le cose nel calcio partono già male. Chi comanda spesso ignora quello che sta facendo. Andiamo avanti.
La meritocrazia non esiste. Frase fatta, penserete (sempre voi eh, non vi cito più per non essere ripetitivo), ma è triste accorgersi di quanto sia vera.
Nelle Primavere spesso, se non sempre, gioca chi ha il contratto, se sei straniero meglio e dalla società vieni visto come un peso e non come un potenziale calciatore di alto livello. Anche perché, siamo onesti, o gli spermatozoi che giocheranno bene a calcio si sono trasferiti tutti in Cataluña e il Barcellona gode di questo fantastico miracolo terrestre oppure loro stanno lavorando bene e noi no. A voi la scelta. Andiamo avanti.
Se nelle Primavere le cose non funzionano come dovrebbero nella terza serie le cose vanno ancora peggio.
Partiamo dagli stranieri anche qui, spesso ma non sempre bidoni incredibili che guadagnano in un anno tutto quello che tu e la tua famiglia avete speso facendo sacrifici in 15 anni di attività calcistica.
Questo avviene ovviamente per interessi da parte di dirigenti, procuratori, ecc., che creano abilmente "torte" gigantesche da spartirsi per andare poi in vacanza, comprarsi il "macchinone" e vivere al di sopra delle loro chiaramente basse potenzialità.
Ancora altri interessi, quelli degli allenatori ad esempio che si portano dietro come un convoglio rimorchi di sponsor per poter allenare, o meglio, fare danni in una squadra professionistica con calciatori professionisti che si stanno facendo il culo per raggiungere un sogno e voi, ignoranti, vi prendete gioco di questo valore.
Parliamo adesso dei presidenti, o presunti tali, non tutti eh, specifico, ma alcuni sembrano messi lì come si mette la stella sulla punta dell'albero di Natale...non sai mai se serve o se no e talvolta neanche la noti. Semplice imprenditoria, se cosi si può definire, la loro. Per di più da quattro soldi, perché dopo aver giocato a fare i potenti le società falliscono. Chissà.
Mi va di concludere per non tediarvi oltre dicendo che se il calcio in Italia sta andando come va un motivo c'è: non c'è amore, non c'è passione, non ci sono sentimenti, ma solo sporchi interessi di gente altrettanto sporca che si prende gioco della vita altrui.
Questo a grandi linee è quello che succede in Italia e urge un cambiamento.
Spero che queste parole destino curiosità e voglia di rivoluzione nei giovani addetti ai lavori, dirigenti, allenatori e presidenti.
È il solo motivo per cui ho reso pubbliche queste parole.

Moreno Beretta

A breve ne sapremo di più.

Luca Iannone


10 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono anni che succedono queste cose e tutti lo sanno

Unknown ha detto...

Giusto tu sei uno dei pochi anzi pochissimi calciatori che la pensi così ormai il calcio di oggi non è calcio ma solamente soldi i giocatori,procuratori,presidenti ecc... pensano solo ai soldi,al guadagno tralasciando la semplicità, l'essere UMILE.

Alessandro cristaudo ha detto...

Caro moreno io la penso esattamente come te, perchè ho vissuto le stesse identiche cose! Solo che ancora non ho mollato.. ma mi ci stanno portando! Il problema è che il calcio cosi piace a tutti.. perchè tutti ci mangiano e si arrichiscono rovinando i sogni di noi persone umili e con la voglia di raggiungere qualcosa che amiamo davvero e non lo facciamo solo per soldi.

Anonimo ha detto...

Semplicemente cosi!

Unknown ha detto...

Ho visto troppi giovani abbandonare per questi motivi.EEe i pochi allenatori bravi. Ricordo tra molti Stefano Erano Grazie del coraggio.

fabio moretti ha detto...

Caro Morenol'stuzia e la furbizia di queste persone a scapito di ragazzi come te con sogni nel cassetto che ai suoi tempi ti hanno messo in testa era solo un modo di portarti dentro ad un sistema fatto da loro e puoi scommeterci che non cambierà mai.Il calcio è malato di una grave malattia e presto morirà,sono solamente 45 anni che sono dentro anch'io difendendo i giovani nostri ma nessuno mi ha mai ascoltato, ostai nel giro o non sei nessuno....tu chiamala se vuoi MAFIA.Ciao Moreno vivi la tua vita e lascia perde questo mondo corrotto.

Unknown ha detto...

Hai ragione. Però siamo tutti inseriti dentro un sistema vorticoso che si nutre di soldi con lo scopo di....farne degli altri. A prescindere dal calcio. Mi spiace moltissimo, non mollare. Se ci credi e ci tieni.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
crash ha detto...

Leggo solo ora questa accorata denuncia per un sistema che non ama il calcio. La Toscana è la peggiore regione dove un ragazzo può tentare di cercare spazio in una squadra di calcio. Ho esperienza di retta di ben 2 ragazzi umiliati da gente ignorante e senza la minima esperienza nel mondo del calcio. Ex calciatori falliti che si improvvisano allenatori e non riconoscono un fuori gioco da un rigore, gente che allena solo perchè ha sponsor e calciatori che giocano per lo stesso motivo. La vergogna è che la federazione è perfettamente a conoscenza di tutto questo, se non paghi vieni estromesso dalla squadra e ti fanno terra bruciata intorno, non mollano il cartellino per costringerti a pagarlo se vuoi tentare di giocare in un'altra squadra. Voi giornalisti non siete da meno, la vs. responsabilità è quella di essere sottomessi ad un sistema marcio e corrotto, di scrivere quello che vi impone il procuratore amico, l'allenatore che vi sta simpatico e non denunciare mai questo marciume. Coraggio

Anonimo ha detto...

Caro calciatore sconosciuto se è vero come dici di amare il calcio la mattina vai a zappare la terra e la domenica giochi in terza categoria.quello è amore per il calcio