Dalla Spagna all'Italia, anzi al Piemonte, e poi in Scozia. Il tutto nel giro di due anni. Il protagonista è Jesus Garcia Tena, centrale difensivo spagnolo classe '90. La Juventus
lo aveva portato in Italia prelevandolo dal Terrassa nell'estate 2010
per poi impiegarlo nelle giovanili; a distanza di un anno lo stopper è
passato in Lega Pro al Cuneo, che nella scorsa stagione ha conquistato la Prima Divisione. Così arriviamo allo scorso agosto, quando Jesus si è accasato al Livingston,
club che milita nella seconda divisione del campionato scozzese.
Esattamente due settimane fa il ventiduenne ha esordito nella Scottish
First Division con la sua nuova squadra, alla quale è legato da un
contratto annuale. Per saperne di più riguardo la sua avventura in
Scozia e non solo, lo ho intervistato in esclusiva.
Jesus, come sta andando al Livingston?
“La verità è che mi sto trovando
molto bene. Questa è una squadra giovane che vuole giocare la palla e
poi qui ci sono tante belle persone. Dall'allenatore ai miei compagni,
tutti mi hanno aiutato tantissimo in questo mio primo mese”.
Quali differenze hai trovato tra il campionato italiano e quello scozzese?
“Il campionato italiano è più fisico e
più tattico, mentre qui in Scozia è tutto più veloce e il gioco è
velocissimo. Dopo un mese trascorso qua, questa è la principale
differenza che ho notato. Il pressing e il ritmo della partita è più
alto rispetto a quanto accade in Italia o in Spagna, i giocatori vanno a
mille all'ora”.
E per quanto concerne l'ambiente? Stai facendo fatica ad adattarti?
“Non è difficile adattarsi quando ci
sono delle persone che ti danno una grossa mano. Ho trovato tre persone
che mi hanno aiutato tantissimo in tutto; sono Stefano, ex giocatore
della Fiorentina, e una coppia scozzese, Ted e Dot, che mi aiutano con
qualsiasi problema che ho. Ma anche lo staff tecnico e i giocatori. E'
tutto più facile quando si è aiutati”.
Facciamo un passo indietro: come è venuta fuori l'occasione di trasferirsi in Scozia?
“Questa opportunità è nata in un modo
un po' strano. Era circa il 10 agosto ed ero in Italia senza squadra,
per uno straniero non è facile trovare squadra con le società in crisi
economica. Quella stessa settimana ho conosciuto gli agenti Matteo
Mossini e Alessandro Orlandi. Ho parlato con loro della mia situazione e
mi hanno proposto di andare in Scozia per un periodo di prova con una
formazione di serie B. Io non ci ho pensato su due volte ed ho
immediatamente accettato. Credo che questa sia una grandissima
opportunità e devo ringraziare loro, così come il loro mediatore in
Scozia Salvatori, per il lavoro che hanno svolto”.
Hai già giocato in Spagna e in Italia, il tuo desiderio è quello di tornarci?
“Adesso non penso a tornare in Spagna
o in Italia, il mio unico desiderio è quello di giocare a calcio,
giocare al Livingston e poter dimostrare quello che so fare. In futuro
potrei ritornare a giocare nel campionato spagnolo o in quello italiano,
ma il mio principale desiderio è quello diarrivare il più in alto
possibile. Poi il resto si vedrà; come si dice in Spagna 'el tiempo pone
a cada uno en su lugar' (il tempo mette ognuno al suo posto)”.
Alla Juventus continui a pensarci?
“In questo momento non sto pensando
alla Juventus né a nessun altro club, solo al Livingston. Penso al club
bianconero solo per mio fratello Pol (difensore della Primavera bianconera, ndr). Credo
sia difficile per lui restare lì ed allenarsi, andare a scuola e
abitare lontano della famiglia. Ecco, solo per lui penso alla Juve,
perché io so che lui può fare tantissimo e si soffre a vedere il proprio
fratello lontano da te e da casa”.
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