4 settembre 2013

Ag. Bjarnason: "Tanta corsa e voglia di Samp, vi presento il nuovo soldato agli ordini di Rossi"

Lunedì è arrivata la firma tanto attesa, dopo una negoziazione che a tratti sembrava potesse non andare in porto. Ma alla fine, Birkir Bjarnason è diventato un nuovo giocatore della Sampdoria. Il centrocampista islandese è stato prelevato dal Pescara con la formula della comproprietà e, dopo gli impegni con la sua nazionale, sbarcherà a Bogliasco per sostenere i primi allenamenti sotto la guida di Delio Rossi. Per conoscere meglio il neo acquisto e saperne di più sulla trattativa che lo ha portato alla Samp, ho intervistato in esclusiva il procuratore di Bjarnason Stefano Salvini.

Quando è nato l’interesse della Sampdoria per Bjarnason?
«I primi contatti risalgono ad aprile scorso. I dirigenti blucerchiati lo avevano già adocchiato nelle due partite in cui l’avevano affrontato come avversario, soprattutto a gennaio nonostante la pesante sconfitta del Pescara».

L’interessamento, però, non si è concretizzato subito...
«E’ vero. Il nodo da sciogliere inizialmente era relativo al problema di trovare la formula giusta. Abbiamo aspettato perché non si sapeva ancora se il Pescara avesse esercitato o meno il diritto di riscatto, quindi si stava valutando quale pista percorrere. Ad inizio mercato c’era stato un primo affondo per prenderlo in cambio di Renan e di un conguaglio economico, però il Pescara ha detto di no a questa prima proposta».

E poi come sono andate le cose?
«La trattativa è stata messa in standby per valutare eventuali cessioni e per capire se potevano essere utili o meno alcuni giocatori ritornati alla Samp. Poi, evidentemente, hanno ritenuto di avere ancora bisogno di un elemento a centrocampo che conoscesse la Serie A e sono tornati su di lui negli ultimi 10-15 giorni. L’ipotesi del prestito non era più possibile perché il Pescara aveva cambiato tipologia di formula per la cessione; allora abbiamo iniziato a parlare di comproprietà e per fortuna è andato tutto a buon fine, anche se al penultimo giorno di mercato. Il Pescara ha cercato di tenerlo fino all’ultimo, ma la volontà della Sampdoria era ferma e importante. Ma non è stato così semplice definire il tutto».

Lei e il suo assistito avete mai avuto il timore che l’affare potesse non andare in porto?
«Ci sono stati momenti in cui il timore c’era, anche se con la società blucerchiata avevamo già definito la situazione e trovato un accordo di massima in breve tempo, nonostante ci fossero in concomitanza offerte concrete come quella del Sassuolo. La Samp lo voleva e il giocatore voleva la Samp, ma bisogna comunque stare sempre alle direttive della squadra che vende».

Cosa ha spinto il giocatore a preferire la Samp rispetto alle altre squadre interessate?
«Sicuramente la sua paura principale, dato che è da solo da un anno in Italia, era quella di ripetere la stagione dell’anno scorso. Il ripetersi dell’esperienza di Pescara poteva rappresentare una problematica e questo lo ha indotto a riflettere. Le offerte di Sassuolo e Livorno non le abbiamo scartate subito, ma abbiamo chiesto tempo e loro, giustamente, hanno poi virato verso altre soluzioni; l’interesse del Sassuolo era forte, con Di Francesco che si è mosso in prima persona insieme al direttore Bonato. Poi è arrivata la Sampdoria e lui ha preferito i blucerchiati, anche dovendo giocarsi il posto. La sua volontà è stata decisiva perché, al di là di quello che posso avergli consigliato io, la decisione ultima spetta al giocatore».

Quella della comproprietà è una formula che soddisfa tutte le parti in causa?
«La richiesta che mi aveva fatto Sebastiani, nel caso in cui avessimo trovato una soluzione ideale, era quella di definire il trasferimento in compartecipazione o a titolo definitivo. Negli ultimi giorni si è stato a discutere a lungo su questo bonus che alla fine è stato inserito, ma credo sia stato un modo per prendere tempo e per cercare un sostituto di Bjarnason. Il presidente Sebastiani è stato molto corretto, ci aveva dato la sua parola e l’ha mantenuta».

Come ha scoperto Bjarnason?
«Insieme ai nostri scout, l’avevamo scoperto in nazionale due anni fa, lo avevamo seguito allo Standard Liegi e prima ancora nel Viking. Noi seguiamo tanti campionati per poi cercare di andare a prendere i giocatori che ci interessano. L’avevamo considerato come un giocatore per una squadra medio-piccola di Serie A, l’allora ds del Pescara Delli Carri stava cercando un profilo di questo tipo e gli era piaciuto».

Crede che possa adattarsi bene al sistema tattico della Samp?
«A mio parere sì, sia come mezzala sinistra sia in mediana insieme a Obiang o Krsticic ci starebbe molto bene. Ha caratteristiche di inserimento, corre senza palla, mentre nella fase difensiva deve migliorare; secondo me, si può adattare molto bene. Dà sempre il 100%, corre per tutta la partita, uno così in mezzo al campo penso sia molto importante».

Da non dimenticare che è uno dei punti fermi della nazionale islandese ed è stato convocato anche per i prossimi due impegni.
«Assolutamente sì, insieme al veronese Hallfredsson. Lui ha giocato sempre negli ultimi due anni ed è sempre stato titolare in svariati ruoli, anche in posizione più avanzata e si è adattato bene facendo diversi gol. L’Islanda è una nazionale con diversi giocatori bravi come Sigurdsson».

Forse, però, trascorrere una settimana in più agli ordini di Rossi gli avrebbe giovato.
«Sarebbe stato utile conoscere, farsi conoscere e parlare con il mister, ma purtroppo agli impegni con la nazionale bisogna rispondere sempre. Lui ci tiene molto e spera di riuscire a contribuire alla qualificazione ai prossimi Mondiali. Tornerà a Genova giovedì, pronto e arruolabile. Starà poi a mister Rossi decidere cosa fare, ma senza dubbio troverà un nuovo soldato pronto e a disposizione della squadra».

L’esordio nel derby potrebbe essere la ciliegina sulla torta?
«Se giocasse come d’altronde sa giocare, facendo vedere l’impegno a mille come ha dimostrato l’anno scorso, non ci potrebbe essere esordio migliore. Soprattutto a Genova, dove il derby riveste un’importanza fondamentale nell’economia della stagione. Spero che, se anche non dovesse essere tenuto in considerazione per la stracittadina, i tifosi blucerchiati possano capire il reale valore del giocatore e dell’investimento fatto dalla società».

Come risponde a chi vede in lui il sostituto di Poli?
«Possono avere caratteristiche simili. Forse vedo Bjarnason, dal punto di vista dell’impegno agonistico, leggermente superiore, ma solo perché, come ho detto prima, si impegna fino al novantesimo. Con questo non voglio dire che Poli non lo faccia, però Bjarnason corre e va a recuperar palloni dal primo all’ultimo minuto. Credo che questo sia molto importante. Al primo anno in Serie A ha segnato due gol che non rappresentano uno score eccezionale, ma sulla carta si tratta di un ottimo innesto che va a colmare la lacuna causata dall’uscita di Poli».

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