4 febbraio 2010

Intervista a Simone Palermo

Il passo dalla Primavera della Roma e dalle squadre giovanili della Nazionale alla Lega Pro è davvero breve. Lo dimostra la storia di Simone Palermo, regista classe 1988. E' stato lo stesso centrocampista romano a raccontarci come sono andate effettivamente le cose: "Militavo nella Primavera della Roma quando nell'estate del 2007 il Rimini mi prelevò con la formula del prestito con diritto di riscatto a favore dei giallorossi. Il tecnico dei romagnoli Acori mi voleva fortemente e mi convinse a trasferirmi in Romagna. Dopo poco tempo però subii la rottura della cartilagine del ginocchio e da lì sono cominciati i miei problemi. Sono dovuto stare fermo per undici mesi, undici mesi di dolore intenso, e pensai di appendere gli scarpini al chiodo. La Roma mi richiamò per la preparazione atletica, i problemi fisici passarono e ricominciai a giocare. Nell'estate successiva passa al Treviso, dove non mi sono trovato proprio benissimo: collezionai appena quattro presenze e una rete rocambolesca contro il Piacenza. Dopo l'ottima prestazione in quella partita, mi ritrovai in tribuna per ben sei giornate di fila e per una specie di operazione di mobbing da parte dell'allenatore, decisi di andare via. Quindi nella finestra di mercato invernale del 2009 accettai la scommessa della Pistoiese. Eravamo il fanalino di coda a -6 dalla penultima, poi riuscimmo ad arrivare terzultimi. Fummo però sconfitti ai playout dal Foligno per differenza reti. Dopo l'esperienza a Treviso e Pistoia la Roma non volle prolungare il mio contratto perchè non credeva più in me, visti anche i miei problemi fisici. A settembre però mi arrivò un'offerta della Pro Patria, ma accettai una proposta più interessante da parte dell'Helsingborg, club d'élite in Svezia, dove militava il mio idolo Henrik Larsson. Mi allenai con loro ma non potevo essere tesserato perchè in quel periodo il calciomercato svedese era chiuso. Ero finalmente sereno, ma dopo neanche un mese mi ruppi quinto metatarso del piede in allenamento. Dopo l'infortunio subito il mio trasferimento al club svedese sfumò perchè l'offerta che mi fu proposta era economicamente inferiore a quella che mi era stata promessa, dato che ero anche infortunato. Allora sono tornato in Italia e il presidente della Pro Patria ha dimostrato di volermi fortemente convicendomi con il suo progetto, nonostante avessi ricevuto offerte da alcune società di B". Ora quindi sotto con la Pro Patria, attualmente al terzultimo posto del girone A di Prima Divisione: "La classifica è difficile ma la squadra non merita questa classifica, forse più dettata dalla sfortuna ce da altro. L'obiettivo è naturalmente la salvezza. Non è assolutamente una missione impossibile, la classifica è corta. Dopo questi primi giorni di allenamento, mi sono reso conto che questa è una delle compagini più forti della categoria. Mister Cosco mi sembra un allenatore molto preparato, sa di calcio e questa è la cosa importante. In Prima Divisione è difficile trovare tecnici così preparati come lui. Dal punto di vista umano devo ancora conoscerlo, ma mi ha fatto un impressione tecnica molto buona". Infine il regista romano dichiara di non chiedere niente di particolare per il suo futuro: "Per la mia carriera non mi auguro niente di particolare, spero solo di stare bene fisicamente. Spero che il mio futuro dipenda soltanto da me e non dai problemi fisici".
Luca Iannone per ItaSportPress.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo non solo i problemi fisici lo hanno reso un flop del calcio... Quando non c'è la Testa...

Anonimo ha detto...

La carriera di Palermo è stata sin qui all'insegna di gravi infortuni ma purtroppo anche di scelte e di atteggiamenti discutibili. Peccato, perchè lo seguo dagli Allievi della Roma, disputò pure da titolare il Mondiale Under 17 (con De Silvestri, Russotto, Brivio, Alfonso, Cremonesi). Sembrava un ottimo regista, tecnico e dal buon senso tattico. Ero pronto a scommetere sul suo futuro, poi però Rimini e Treviso furono tappe condizionate da infortuni, Pistoia e Pro Patria potevano aiutarlo a ritrovarsi, per non parlare di Foggia. Non so cosa non abbia funzionato, bisognerebbe intervistarlo adesso... Cavoli, hanno fatto tutti bene, e molti erano esordienti assoluti (penso a Laribi, Insigne, Romagnoli, Rigione..) Possibile che sia finito addirittura fuori rosa? Non può essere sempre colpa degli altri. E' giovanissimo e mi auguro che possa ritrovarsi, ma la vedo dura.
Gianni