19 gennaio 2013

Ag. FIFA Spada: "Quante sorprese al Sudamericano sub 20! La mia top 11 dopo la fase a gironi"

E' proprio vero che “le sorprese non finiscono mai”. E chissà come si dice in spagnolo e in portoghese, perché è proprio quello che avranno pensato Marcelo Trobbiani e ed Emerson Avila, ct rispettivamente dell'Argentina e del Brasile Under 20, dopo l'eliminazione della propria formazione dal Sudamericano Sub 20. Un'uscita di scena clamorosa da parte di entrambe, che ha lasciato strada via libera alle sei squadre che meritatamente si sono qualificate alla fase finale: Cile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay ed Ecuador. Insieme ai giovani argentini e brasiliani, anche Bolivia e Venezuela hanno dovuto dire addio ai propri sogni di gloria. Nella notte si è conclusa intanto la fase a gironi, si riprenderà domenica sera con un girone che vedrà affrontarsi a turno la sei finaliste. Per analizzare e commentare quanto visto finora nel torneo in questione, ho contattato in esclusiva l'agente FIFA Federico Spada, che ha seguito attentamente le dinamiche del Sudamericano partita dopo partita.

Iniziamo col parlare del gruppo A, che ha visto l'Argentina scivolare fuori e il dominio del Cile sempre vincente.
Penso che dal gruppo A possa uscire la futura vincitrice di questo interessantissimo Sudamericano Sub 20. Vedo il Cile davanti a tutti, non solo per il punteggio pieno ottenuto nel girone, ma per l'enorme solidità mostrata dalla Roja. Un fortino inespugnabile, con i centrali Huerta e Lichnovsky che regnano in difesa, con il polmone Baeza in mezzo al campo e con i quattro tenori là davanti: Cuevas, Rabello, Rubio e ‘El Zlatan’ Castillo. Proprio su questo ultimo volevo soffermarmi, e se non sbaglio noi l'avevamo già fatto prima che partisse il torneo. Sbaglio io? Una punta mobile, adatta per il calcio moderno. Piedi buoni, agilità, tutto quello che si richiede a un attaccante: è il vero trascinatore di questo super Cile. Ma non dimentichiamoci della ‘mia’ Colombia, che ha tutto per insidiare fino in fondo la Roja. Squadra compatta costituita da giocatori rapidi e potenti, da una panchina lunga e da un giocatore che nessuno ha: Juan Fernando Quintero. Grande mossa di mercato quella di Delli Carri di mandare il classe 1993 oltreoceano nonostante il Pescara non viaggi in buone acque. Il prezzo del talento colombiano più si va avanti con il tempo più tende a lievitare, probabilmente presto lo vedremo con una casacca diversa. A fare compagnia a Cile e Colombia c'è il Paraguay. Il Paraguay del gioiellino classe ‘94 Derlis Gonzalez e della ritrovata punta Cecilio Dominguez. Entrambi autori di una partita storica, quella contro l'Argentina: un gol a testa e passaggio del turno archiviato. E che dire dell'Argentina? La grande delusione di questo torneo, giocato per di più tra le proprie mura. Una squadra senza idee, senza un gioco. Una squadra che va avanti grazie alle individualità ma che poi ai venti metri si ferma e non riesce a finalizzare. Eliminazione più che meritata per la Seleccion di Trobbiani. Stesso discorso vale per la Bolivia, non scesa neanche in campo (undici gol subiti nelle ultime due partite!)”.

Più combattuto il girone B, ma quattro punti non sono comunque bastati al Brasile...
Il gruppo B è stato il vero e proprio girone di ferro. Fino a qualche ora fa non si sapeva neanche chi potesse passare. Cinque raggruppate in cinque punti prima dell'ultima giornata.
Chiudono a 4 punti e in fondo al gruppo Brasile e Venezuela. Venezuela trascinato da un grande Josef Martinez che va ad un passo dalla qualificazione. Brasile che non ci va nemmeno vicino, nonostante l'abbondanza di stelle in campo e in panchina. Qualificazione meritata per Perù, Uruguay e Ecuador. Di queste solo l'Uruguay sembra poter essere in grado di lottare per il titolo. L'Albiceleste, nonostante la fragile difesa(capitolo portiere meglio non aprirlo), abbonda di qualità in avanti. Lopez, Rolan, Bueno, Aguirre, Betancourt: tutti giocatori che giocherebbero titolari in qualsiasi altra nazionale Sub 20 del Sudamerica. Nico Lopez, con 4 gol in 3 partite, è il capocannoniere della competizione. La vera sorpresa positiva di questo Sudamericano Sub-20 è il Perù di Ahmed che, nonostante abbia un Andy Polo part-time causa infortunio, chiude il girone sconfiggendo meritatamente la Selecao per 2 a 0 e balzando così al primo posto. Davanti non si rimpiange Polo grazie ai vari Reyna, Deza, Benavente e Flores. Non penso possa lottare per il titolo ma comunque bisogna stare attenti a questo Perù che fa del contropiede la sua arma principiale. Al terzo posto arriva un Ecuador poco continuo, con troppe sostituzioni da una partita all'altra. La squadra sembra avere trovato un equilibrio grazie al trio Cevallos-Uchuari-Esterilla, i tre giocatori di maggior qualità di questa nazionale. Ce ne saranno delle belle nel girone finale. Le premesse sono delle migliori, tanti gol e tante belle giocate in queste prime venti partite. Ve lo assicuro: nonostante gli orari, non sono mai riuscito a sbadigliare durante queste notti!”.

Se dovessi stilare la formazione tipo con i migliori undici giovani visti all'opera?
Schierata con un offensivo 4-2-3-1, la mia top 11 è formata: Benitez; Palacios, Tapia, Lichnovsky, Ramirez; Quintero, Laxalt; Rubio, Lopez, Benavente; Castillo”.
Ed ecco di seguito una breve descrizione, fornita dallo stesso Spada, di ognuno degli undici gioiellini inseriti nel suo undici ideale. Tre cileni, tre colombiani, due peruviani, due uruguaiani ed un ecuadoriano.
Cristian Bonilla 1993 (Colombia, Atletico Nacional): il gatto di Medellin non delude le aspettative.
Le aspettative della Colombia ma anche del City di Roberto Mancini che è sulle sue tracce.
Abile tra i pali, meno nelle uscite. Assomiglia, per il suo stile di gioco, a Marteen Stekelenburg.
Helibelton Palacios 1993 (Colombia, Deportivo Calì): terzino destro di spinta, una vera e propria ala aggiunta. Può giocare anche come esterno a centrocampo. Tecnica da migliorare, troppo spesso sbaglia il cross sul fondo. Assomiglia a Emmanuel Ebouè.
Cristian Ramirez 1994 (Ecuador, Ind. Josè Teran): pendolino di piede mancino. Non finisce mai le energie e spesso lo trovi a inseguire l'uomo al novantesimo. Batte sia punizioni che calci d'angoli poichè dotato di buon sinistro. Assomiglia a Yuto Nagatomo.
Renato Tapia 1995 (Perù, Esther Grande de Bentin): un vero e proprio colosso. Nel suo club gioca da centrocampista centrale, qui da difensore, risultato? Ottimo. Di testa non perde un contrasto, ha però il piccolo vizietto di volere sempre uscire palla al piede dalla sua area di rigore. Assomiglia a Lucio.
Igor Lichnovsky 1994 (Cile, Universidad de Chile): che bel giocatore, già pronto per il campionato italiano. Ragazzo intelligente e responsabile, ordina la difesa come se fosse un veterano. Ama impostare ed è un asso nel gioco aereo grazie ai suoi 185 cm. Assomiglia a Gerard Piquè.
Diego Laxalt 1993 (Uruguay, Defenser Sporting Club): il migliore centrocampista del torneo -  Quintero fa parte di una categoria a parte -. Jolly di centrocampo che può fare indifferentemente il regista, la mezzala o il trequartista.Il centrocampista dalle mille treccine va più veloce con la palla tra i piedi che senza. Assomiglia ad Anderson.
Diego Rubio 1993 (Cile, Sporting Lisbona): è un peccato che questa ala sia già stata acquistat un anno fa dallo Sporting. Rapido, uomo assist, realizzatore: Diego Rubio le ha tutte per diventare un grande. Nei suoi club ha sempre segnato molto, nella Roja si limita ad assistere il suo amico Castillo. Assomiglia ad Alexis Sanchez.
Juan Fernando Quintero 1993 (Colombia, Pescara): il giocatore più forte e più maturo del torneo. Questo è quello che ha dimostrato fino ad ora il numero 93 del Pescara. Due gol e quattro assist (in altrettante partite), non proprio male per un centrocampista. Assomiglia a Mesut Ozil.
Nicolas Lopez 1993 (Uruguay, Roma): ‘El Conejo’ è scoppiato. Quattro gol e titolo temporaneo di capocannoniere lo hanno reso l'unico titolare fisso nell'attacco uruguaiano. Attaccante mancino, implacabile sotto porta. Assomiglia a Robin Van Persie.
Cristian Benevente 1994 (Perù, Real Madrid): trascina il Perù al turno successivo. Segna, fa segnare, ma soprattutto aiuta il centrocampo. Giocatore di tanta qualità che con il pallone tra i piedi fa quello che vuole. Assomiglia a Eden Hazard.
Nicolas Castillo 1993 (Cile, Universidad Catolica): ormai ho finito gli aggettivi per la stella della Roja. Corre, viene incontro, dà profondità. Ma soprattutto, grandissimo fiuto del gol. Assomiglia a Zlatan Ibrahimovic.

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