23 aprile 2013

Il doppio ex Esposito: "Porto nel cuore i colori blucerchiati. Fiorentina? La Samp non è inferiore a nessuno. Su Icardi e Maxi Lopez..."

A Carmine Esposito la Sampdoria è rimasta nel cuore, o meglio, è sempre stata nel suo cuore. Nato a Napoli, l'ex attaccante è sempre stato un tifoso blucerchiato e, quando è approdato a Genova nell'estate del 1999, ha visto esaudito il suo più grande desiderio. Lo ho intervistato in esclusiva in vista dell'impegno casalingo contro la Fiorentina, squadra della quale Esposito ha fatto parte prima di indossare per due stagioni e mezzo la casacca della Samp.

Iniziamo con lo scavare nei ricordi. Lasciasti la Fiorentina e la Serie A per la Samp, cosa ti spinse a compiere questa scelta?
«La Sampdoria ha sempre rappresentato la mia prima scelta perché era la mia squadra del cuore. Ricordo che, quando ero a Napoli ancora giovanissimo, i miei coetanei mi prendevano in giro perché conoscevo a memoria la formazione della Samp che vinse lo scudetto. Poi ho nutrito sempre grande ammirazione nei confronti della famiglia Mantovani; mi hanno voluto bene fin dal primo momento e, con tutto il rispetto per i Garrone, come loro non ci sarà più nessuno. Avrei rinunciato a qualsiasi cosa per vestire la maglia blucerchiata, infatti rifiutai offerte sia dall'Inghilterra che dalla Spagna. Non rinnegherò mai Napoli che è la mia città, però quei colori mi hanno sempre fatto impazzire. Per me è stata una scelta d'amore, ho coronato il mio sogno. Purtroppo, però, la mia esperienza iniziò male perché mi infortunai gravemente alla spalla nel secondo giorno di allenamento. Da lì iniziò il mio calvario, fu una stagione molto dura e difficile».

Come ricordi il tuo gol sotto la Sud nel derby del 7 novembre 2000 vinto 2-0?
«Quella rete la porto sempre nel mio cuore, ho un poster gigante con la mia esultanza sotto la gradinata. In campo c'era tanta voglia di vincere, nessuno gioca mai per pareggiare. Noi avevamo tutte le armi per vincere, ma quel Genoa era una signora squadra. Rimane però la sensazione più bella, quella di essere riuscito a segnare. D'altronde quello di Genova è il derby per eccellenza, il più bello ed emozionante; entrare nella storia dei derby della Lanterna è qualcosa di unico».

La Samp è ad un passo dalla salvezza aritmetica, la Fiorentina insegue il terzo posto: che gara dobbiamo aspettarci?
«Sarà una partita sicuramente difficile. Domenica ero al Dall'Ara e ho visto una bella Sampdoria che, tutto sommato, ha disputato una buona partita. Attualmente la Fiorentina, insieme alla Juventus e al Napoli, è la squadra più in forma del campionato. Vincere come ha fatto contro il Torino non era facile, ma con un pizzico di fortuna ci è riuscita. Per la Sampdoria sarebbe importante ottenere qualche punticino, soprattutto fra le mura amiche, ma contro i viola sarà una gara difficilissima. Spero che ne esca fuori un bel pareggio e che i blucerchiati conquistino quanto prima la salvezza matematica».

Sicure le assenze di Eder e Kristicic, potrebbero non farcela anche Icardi e Mustafi...
«Sarebbero tutte assenze molto pesanti perché si tratta di giocatori fondamentali per l'aspetto tattico di Delio Rossi e stanno facendo bene. Mi è dispiaciuto per Icardi che contro il Bologna aveva iniziato male, ma poteva essere il match giusto per tornare a fare gol; è un ragazzo molto interessante e ha grande forza fisica. Mancherà anche Eder che è quel giocatore capace di far saltare gli schemi. Avere entrambi a disposizione sarebbe stato importante contro la corazzata Fiorentina, ma la Sampdoria non è seconda a nessuno».

Maxi Lopez potrebbe avere una delle ultime occasioni per mettersi in mostra. Ritieni che meriti la conferma?
«A me non dispiace, è un buonissimo giocatore anche se domenica dalla tribuna mi è sembrato di vederlo un po' in sovrappeso; quando è entrato, però, ha fatto la differenza. Maxi Lopez è un punto di riferimento per la squadra e nella sua carriera ha sempre fatto gol. Spero che possa rimanere perché si trova nella piazza giusta per rilanciare i giocatori».

Chiudiamo tornando a Icardi. Tu hai giocato con Batistuta, al quale l'attaccante blucerchiato è stato paragonato più volte.
«Fisicamente è molto forte, però ai suoi tempi Batistuta era il miglior attaccante del mondo. Oltre che era bello da veder giocare, era il classico capitano di una volta e in allenamento era mostruoso: centrava la porta senza neanche guardarla. Icardi è ancora molto giovane, ha molto da imparare e paragonarlo a Bati mi sembra eccessivo, ma gli auguro di fare una grandissima carriera».

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