13 aprile 2013

Montecalvo: "Bayern superiore, ecco come la Juve potrà eguagliarlo. Ma con un certo numero 10 in campo..."

Niente da fare per la Juventus, ultima squadra italiana ad abbandonare la Champions League. I bianconeri vanno sotto 2-0 sia all'andata che al ritorno e spianano la strada al Bayern Monaco, che in semifinale se la dovrà vedere con il Barcellona. Per commentare l'uscita di scena della Juve e parlare dei possibili rimedi per il futuro, ho contattato in esclusiva Fabio Montecalvo, presidente di FM Communications e di World Football Management.

Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto della Juve vista contro il Bayern?
«Il parterre del 'G8' del calcio targato Champions League credo abbia decretato la giusta posizione della Juventus, tra le prime otto d'Europa. Credo che la qualificazione si sia decisa sopratutto nella partita di andata, dove i bianconeri avevano peccato con errori grossolani in difesa. Nel match di ritorno la Juve mi è piaciuta parecchio, ha affrontato una grande partita con lo spirito agonistico di una grande squadra. Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Il Bayern Monaco ha dimostrato di essere una squadra più completa, più competitiva e più all'altezza di essere ad un passo dalla finale di Champions. Non mi è piaciuto non vedere in campo Vidal e Lichtsteiner, le ali ideali per poter spiccare il volo; senza ali, come si sa, non si può volare. Inoltre, se proprio devo dirla tutta, non mi è piaciuto neanche non vedere un certo Alessandro Del Piero ed il suo numero 10 in una competizione quale è la Champions. Ma questa è un'altra storia...».

I tedeschi sono stati senza dubbio superiori, ma soprattutto sotto che punto di vista?
«Oggi si arriva in finale di Champions non solo grazie a un perfetto aspetto tecnico-tattico. Le società costruite per vincere, lo fanno quando il club mostra dei fatturati altisonanti che ti permettono grandi investimenti. Bayern, Real, Barcellona e PSG viaggiano sui 400 milioni di euro di ricavi delle vendite. Il calcio Italiano, invece, è pressoché fermo. Questo aspetto dev'essere chiaro e trasparente per tutti. Poi il Bayern è stato superiore ed è forte, non solo nella qualità dei singoli, ma ha un collettivo di primissimo livello; anche pressati, riescono a saltare l'uomo e a creare la superiorità numerica. Quindi, la loro superiorità è stata espressa da un grande collettivo e da un management fattivamente europeo».

Come si può colmare il gap tra la Juve e le big europee come il Bayern?
«La Juventus è sulla buona strada per poter raggiungere i livelli di prestazione delle 3-4 big d'Europa. Rimango sempre dell'idea che è una compagine costruita in stile 'made in Europe'. I quarti di finale erano l'obiettivo a cui il club ambiva dopo il ritorno nella massima competizione europea. Ora il gap potrà colmarsi cercando di imitare il know-how, secondo i criteri che sopra menzionavo, dei grandi competitori. Quindi grandi plannings di marketing internazionale, 'branding' operativi a livello mondiale, comunicazione altrettanto internazionale per poter alzar il livello dei fatturati e, conseguentemente, investimenti da top club».

In ottica mercato, oltre a Llorente di cosa ha bisogno questa squadra?
«A prescindere dal capitolo Llorente, sono assolutamente d'accordo con quanto sostiene l'amico e validissimo mister Antonio Conte: 'Se hai i soldi, prendi, compri e vinci. Diversamente ci vuole pazienza'. Con questo voglio dire che oggi per vincere in Europa non sono sufficienti solo un paio di innesti, ma ci vogliono, appunto, investimenti proporzionali all'obiettivo che si vuole raggiungere. Ma la Juve è sulla buona strada per arrivar in alto anche in Europa».

A questo punto, tu che lavori per il Real, tiferai per la squadra di Mourinho? La vedi favorita per la vittoria della Champions?
«Difficile non dire che il Real mi è entrato nel cuore, avverto la familiarità del grande club. Ecco, lavorando lì, si respira davvero un'aria di chi è proiettato - quasi obbligato - a vincere. Ero in Turchia con i blancos ed il loro 'team spirit', sul 3-1 per il Galatasaray, è stata l'arma vincente per non far precipitare il risultato. Credo che il Real alzerà la Coppa e prevedo una finale proprio contro il Bayern Monaco. Hala Madrid!».

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