7 maggio 2014

Piana: 'Vi racconto la mia annata a due facce. Sogno la B'

Non era partita col piede giusto la prima stagione nel calcio professionistico di Luca Piana. Il promettente classe '94, fino allo scorso anno colonna portante della difesa della Primavera, aveva lasciato la Sampdoria a luglio per andare in prestito al Como, dove però non si è creduto in lui. A fine gennaio è quindi arrivato il trasferimento al Viareggio, che ha dato fiducia a Piana e gli ha permesso di mettere in mostra le sue indubbie doti. Ho intervistato in esclusiva il ventenne difensore di Cogoleto per tracciare un bilancio della sua particolare annata.

Luca, per te è stata una stagione a doppia faccia: prima i sei mesi a Como con appena 81 minuti giocati...
«E' stata senza dubbio un'esperienza negativa, ma ha avuto anche aspetti positivi che mi hanno fatto maturare e crescere».

...poi da gennaio sei passato al Viareggio e la musica è cambiata.
«Questo trasferimento è stato molto importante per me soprattutto a livello mentale. Spero di essere riuscito a dimostrare le mie qualità e credo di aver fatto delle buone prestazioni. Sì, è stato importante».

Ti sei chiesto perché in Lombardia non ti sia stata data la possibilità di esprimerti?
«Ad essere sincero, neanche io non ho ancora capito il vero motivo per cui non mi abbiano mai dato la possibilità di dimostrare le mie qualità. Evidentemente era una squadra di fenomeni...».

Mentre a Viareggio hai trovato un tecnico come Lucarelli che ha avuto fiducia in te: quanto è stato importante?
«Il mister mi ha dato fiducia fin da subito e io ho cercato di ripagarlo in campo. E' stato un grande attaccante e adesso è un allenatore che sa di calcio; ci ha trasmesso la mentalità che aveva da da giocatore. Grazie a lui abbiamo giocato ogni partita al massimo, indipendentemente dal risultato. A parte poche eccezioni, abbiamo sempre fatto prestazioni di buon livello. Quando abbiamo perso c'era rammarico, ma c'era anche la consapevolezza di essercela giocata».

In bianconero è arrivato anche il tuo primo gol tra i professionisti...
«Contro il Perugia, che poi ha vinto il campionato, e nel giorno del mio compleanno: mi sono fatto il regalo da solo, peccato che non sia servito a vincere. Quel gol mi rimarrà dentro per sempre. E' stato un momento importante in un periodo di difficoltà».

Tutto sommato, quindi, che valutazione dai al tuo primo anno lontano da Genova?
«E' stata una stagione a due facce, una negativa e l'altra positiva. Io però cerco di prendere da ogni esperienza le cose buone che mi permettono di crescere. Quando va tutto bene è tutto più semplice ma quando le cose vanno male, e può capitare, bisogna essere bravi a venirne fuori».

Dicci la verità, rimpiangi gli anni nelle giovanili della Samp?
«Lì è andato sempre tutto bene. Ma il calcio professionistico è tutta un'altra cosa, è molto diverso. Soprattutto i primi mesi sono importanti perché sono quelli in cui devi cogliere la palla balla al balzo e adattarti il prima possibile a questa nuova realtà. Rispetto al settore giovanile, ho riscontrato differenze soprattutto a livello di ritmo sia in allenamento sia in partita. E' tutta un'altra cosa».

In conclusione, credi che un'altra stagione in prestito sia la cosa migliore per il tuo futuro?
«Probabilmente sì, ma adesso deciderà la società cosa fare. Io spero di fare un salto di categoria, sarebbe bello giocare in Serie B per crescere ulteriormente. Speriamo di fare bene anche il prossimo anno».

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