E'
passato circa un mese da quando l'associazione 'Maglia biancorossa' ha
deciso di querelare l'ex capitano del Bari Antonio Bellavista, coinvolto
nell'ambito delle indagini sul calcioscommesse. Per conoscere meglio le
finalità di questa iniziativa ed approfondire il tema scommessopoli, intervistato in esclusiva l'Onorevole Francesco Paolo Sisto, avvocato dell'associazione.
Come è nata l'associazione 'Maglia biancorossa'?
“Nasce da un comune sentire: la città
è stata fortemente ferita e lacerata così come la squadra. Lo stadio è
il luogo dove la città si incontra più che in altri momenti, l'emotività
mette insieme tante persone più che in occasione di altri eventi.
Questo ha indotto una serie di ex calciatori capitanati da Mimmo
Magistro a pensare a questa iniziativa, che vuole rievocare la necessità
di tenere questi colori puliti rispetto a chi ha cercato di inzozzarli e
ci è anche riuscito. Rivendichiamo la pulizia della città e della
società. La nostra associazione riunisce ex giocatori di tutte le epoche
e tifosi, abbonati sia allo stadio sia alle televisioni a pagamento; i
primi hanno avuto un danno di immagine, i secondi hanno pagato non per
vedere partite con risultato precostituito. Ci proponiamo due obiettivi:
costituirci persona offesa e rivendicare il diritto di risarcimento del
danno. Abbiamo presentato querela nei confronti di Antonio Bellavista
che ha mosso un'accusa che colpisce tutti quelli che nel Bari hanno
giocato, cioè quella secondo cui nel Bari vendere le partite sarebbe
stata una consuetudine. Oltre allo scopo giudiziario nei processi penali
di Bari e Cremona, c'è anche la necessità di rivedere il tema della
responsabilità oggettiva: ormai un calciatore può truccare delle partite
anche via internet, come può una società controllare per queste
condotte sofisticatissime? Se la società ne era a conoscenza allora
dovrà rispondere, ma in mancanza di un briciolo di chance di controllare
certe condotte...”.
Davvero tutti sapevano che il Bari lo scorso anno ha venduto mezzo campionato?
“Come dice Oscar Wilde: tutte le
generalizzazioni sono sbagliate, anche questa. Bisogna esaminare caso
per caso, andare avanti step by step. Anche la sola connivenza può
essere idonea ad essere soggetta alla giustizia sportiva che deve essere
più severa nell'individuazione delle responsabilità: non basta non
fare, ma bisogna cercare di bloccare questi atteggiamenti omissivi. Dire
che tutto questo si sapeva mi sembra inesatto e non credo sia vero;
molti calciatori hanno protestato e anche vivacemente con i colleghi
senza che la società ne fosse a conoscenza”.
Avvocato, i tifosi vogliono sapere: cosa rischia l'AS Bari?
“Se fosse provata l'omissione
colpevole o l'omessa denuncia, la società Bari può andare incontro a
sanzione ma, a pensar male, si tratterà di una penalizzazione. Non mi
sembra che il Bari possa preoccuparsi più di tanto rispetto ad altri
club”.
A fine stagione dobbiamo aspettarci classifiche rivoluzionate?
“C'è bisogno di valutare a poco a
poco, ma sono sincero: quello che si percepisce è che il rischio di
modifica del risultato sportivo ci sia tutto. Non si può ignorare che
prendere soldi per truccare una partita - fotografia di quello che è
successo - costituisce un illecito sportivo gravissimo. L'autorete di
Andrea Masiello nel derby del 15 maggio dello scorso anno è il modello
inespugnabile di negatività; non è possibile fare di peggio in un derby
Bari-Lecce, è come un suicidio-omicidio, non tanto per la rivalità ma
perché un derby viene vissuto dalla gente in maniera particolarmente
sentita. Basterebbe fare questa riflessione, non siamo lontani da forme
di colpa cosciente, una colpa grave. Credo che nessuno si renda conto
che il fatto penale shakerato con quello sportivo renda più grave l'uno e
l'altro”.
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