Con la maglia della Sampdoria ha collezionato appena quattro presenze nei sei mesi finali della stagione 2002/03, ma Salvatore Miceli
ha comunque preso parte a quel campionato che segnò il ritorno in Serie
A della compagine blucerchiata. L'ex centrocampista calabrese, nel
corso della sua carriera, ha militato anche nel Catania,
prossimo avversario della squadra di Ciro Ferrara in campionato. Per
analizzare la sfida in programma domenica alle 15 allo stadio Massimino e
non solo, ho contattato in esclusiva Miceli.
Salvatore, hai trascorso solo pochi mesi a Genova ma fu un finale di stagione importante per la Samp. Tu che ricordi hai?
“Quando sei in una squadra che lotta
per la promozione in A e in una piazza importante come quella doriana,
ti rendi conto che sei arrivato in un club importante e quindi il
ricordo non può che essere positivo. Quello di allora era un gruppo
fortissimo, già pronto per affrontare la Serie A. La categoria che
vivevamo non apparteneva alla Sampdoria e la dimostrazione arrivò negli
anni successivi quando la Samp fece bene nella massima serie”.
Una carriera nel segno di Walter Novellino, che ti ha allenato a Venezia, Napoli, Piacenza e poi a Genova...
“Dove Novellino ha ottenuto una
promozione in Serie A c'ero sempre anche io. Forse mi ha voluto portare
con sé come segno scaramantico, però tutto sommato sono riuscito a dare
il mio apporto tranne che a Genova dove ho giocato poco. Alla fine
quando un allenatore ti cerca è anche perché possiedi valori umani che
sono fondamentali nella vita come nel calcio”.
A proposito di allenatori, qual è il tuo giudizio su mister Ciro Ferrara?
“E' un allenatore giovane ma con
esperienza, dato che ha già fatto tanta strada per l'età che ha: prima
come collaboratore di Lippi in Nazionale, poi con la Juventus e infine
sulla panchina dell'Under 21. Fare l'allenatore non è come fare il
calciatore, però sono sicuro che farà bene come ha fatto da giocatore e
che raggiungerà gli obiettivi preposti dalla società. E' fisiologico che
ci siano alti e bassi, la Samp non è una corazzata né un top club, ma
senza dubbio riuscirà a raggiungere la salvezza. Sono sicuro che Ferrara
saprà fare bene bene con i tanti giovani importanti che ha in squadra”.
E la sua Sampdoria può tentare il colpaccio al Massimino?
“Perché no? Mai niente è scontato nel
calcio. Il Catania è ormai da anni in Serie A ed è una delle squadre di
seconda fascia, ma ha dimostrato di poter fastidio a chiunque. La
squadra, la società, la dirigenza e l'ambiente di Catania hanno
acquisito la maturità giusta. Se la Sampdoria verrà lasciata lavorare
con tranquillità, potrà imitare quello che ha fatto il Catania nelle
ultime stagioni”.
Cosa devono temere in particolare i blucerchiati di questo Catania?
“Quella rossazzurra è una squadra
cinica che sa giocare bene a calcio, cerca di fare sempre la partita e i
giocatori hanno capito immediatamente qual è la filosofia di Maran. Non
è una squadra attendista, anzi è molto vivace e cerca sempre di
ottenere il massimo risultato. Il Catania ha giocatori dotati di grande
tecnica, ma che corrono anche tanto. E' un brutto avversario per la Samp”.
Se dovessi azzardare un pronostico sulla sfida di domenica pomeriggio?
“E' una partita difficile da
analizzare, ma da doppio ex metterei tranquillamente X. La Sampdoria è
una squadra particolare, può fare il colpaccio in trasferta così come
perdere malamente in casa. Fino a questo momento la squadra di Ferrara
ha alternato grandissime prove a prestazioni che non ti aspetti, ma se
riesce a trovare l'equilibrio giusto potrà disputare un campionato molto
tranquillo”.
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