6 dicembre 2012

Ag. FIFA Giusti: "I segreti della GGXX: ecco come operiamo tra molte difficoltà. Vi racconto di Taufer e Malagoli"

La GGXX International Scouting & Management è una delle tante agenzie in Italia che si occupano di scoprire e poi seguire calciatori professionisti. Le differenze con le altre agenzie sono però tante e Edoardo Giusti, fondatore di questa società, ha scelto questi microfoni per approfondire la questione. Giusti, agente FIFA, si è anche soffermato a parlare di due giovani talenti che si avvalgono dei servizi della sua agenzia: Melkamu Taufer, centrocampista classe '98 dell'Inter, e Matteo Malagoli, estremo difensore classe '96 del Bologna.

La vostra agenzia si chiama GGXX International Scouting & Management, ma spesso lo scouting e il management non vanno di pari passo...
Sono due componenti fondamentali del calcio e del mercato di oggi. Un buon management deve essere preceduto da un ottimo scouting. Il primo requisito per essere una buona agenzia e un buono agente è quello di avere occhio, andare sui campi e fare scelte sui giovani di prospettiva presi in esame. La nostra vocazione è confermata dalla struttura che abbiamo e nasce proprio da questo. Il nostro fare scouting è improntato su quei giovani che io e la mia agenzia andiamo a scoprire”.

Ci puoi descrivere a grandi linee il vostro modus operandi?
Il nostro è un progetto importante a medio-lungo termine che parte dai giovani. Possediamo una struttura con ramificazioni e collaborazioni su tutto il territorio. Visioniamo partite a partire dalla categoria Giovanissimi Nazionali fino alla Primavera per scoprire nuovi interessanti talenti e, successivamente, farli entrare nella nostra agenzia. Puntiamo molto sulla qualità, pur essendo attenti a tutti gli aspetti. Inoltre prediligiamo chi è già stato frutto di una selezione da parte della società di appartenenza. La nostra idea è quella di prendere giocatori già inseriti in contesti di livello, cercando di assisterli e di condurli il più in alto possibile. Noi abbiamo un ruolo di assistenza, di consiglio e di fiducia, ma è il giocatore ad essere artefice del proprio destino”.

Qual è invece la tua idea sul ruolo dell'agente FIFA?
Questo è un tema molto interessante. Quando nel 2006 abbiamo dato vita alla GGXX, volevamo dare una risposta moderna a tutto il mondo del calcio. Al giorno d'oggi non è più il singolo agente ad operare ma un'agenzia strutturata come la nostra, ovvero con due elementi distintivi: forte organizzazione e dimensione internazionale. Il calcio è sempre più globale e bisogna essere pronti a offrire certi tipi di opportunità. Noi, per esempio, abbiamo intermediari che lavorano in aree calcisticamente importanti in tutto il mondo. Questa è una politica che ho da sempre portato avanti in prima persona. Abbiamo appreso dal mondo dello sport anglo-sassone. In Inghilterra così come negli Stati Uniti si punta a massimizzare il potenziale di un atleta, non solo nel calcio ma anche in altri sport. Questo è il punto focale, in Italia pochi agiscono in questo modo mentre noi siamo partiti fin dall'inizio con questa impostazione. La nostra idea è quella di curare l'atleta a 360 gradi; la stiamo cercando di portare in Italia non senza difficoltà”.

Che tipo di difficoltà?
Il nostro è un paese dove non vige la meritocrazia. Per esemplificare la situazione rubo un termine alla politica, quello di peggiocrazia. La considerazione viene data non in base a reali capacità ma sempre più spesso in base a relazioni, amicizie o al passato che uno ha avuto e nel calcio tutto questo è amplificato rendendolo un settore privo di meritocrazia. La nostra idea professionale viene quindi recepita molto più difficilmente, in Italia l'opinione pubblica e l'ambiente in generale non vedono di buon occhio tutto ciò. Noi, invece, consideriamo tutti i club alla pari e ragioniamo in base alla convenienza dei nostri giocatori. Siamo liberi, indipendenti e gestiamo ogni giocatore senza alcun tipo di condizionamento”.

In passato si è parlato anche di abolire l'albo degli agenti FIFA...
Due anni fa sembrava che nel giro di pochi mesi questo nuovo provvedimento rivoluzionario fosse realtà. Al momento, invece, la cosa è ferma. La mia posizione comunque è sempre stata chiara fin dall'inizio: sono favorevole perché nel mercato devono esserci libertà e pari opportunità. E' evidente che chi possiede una licenza regolare ottenuta attraverso un esame molto restrittivo ha un quid in più da esibire nel proprio curriculum. Bisogna stare attenti ad una deregolamentazione eccessiva, ma servono poche regole che però devono essere rispettate. Oggi invece ci sono tante regole che non vengono sempre rispettate”.

Da poco il vostro fiore all'occhiello è diventato Mel Taufer. Ci racconti qualcosa su di lui?
L'acquisizione della sua rappresentanza è avvenuta grazie a Fabio Arioli, nostro referente per la Lombardia. Ci tengo a sottolinearlo perché il suo lavoro è stato preziosissimo ed è la dimostrazione che lavorare come un equipe funziona. Lo abbiamo notato l'anno scorso, quando militava nei Giovanissimi Nazionali dell'Inter con un anno di anticipo rispetto ai compagni. Nel tempo si è creato un rapporto di fiducia e sintonia reciproca col ragazzo e con la sua famiglia. Noi siamo contentissimi di poterlo rappresentare, si tratta di un giocatore di grande prospettiva. E' ancora giovane e ora deve pensare a studiare, alla sua vita, a dare il massimo e a vivere giorno per giorno. Nell'ambiente del calcio si fa presto a passare dalle stelle alle stalle, ma un giovane con qualità importanti deve mantenere profilo basso e piedi per terra. Inoltre lui ha la fortuna di giocare in una grande società come l'Inter che punta molto su di lui e siamo contenti di questo. E' il leader e capitano della sua squadra, è l'ambiente ideale per crescere e fare bene. Vedo suoi coetanei sottoposti troppo all'attenzione dei media e questo è assolutamente negativo. Va bene parlare di questi ragazzi, ma è giusto rimanere coi piedi per terra”.

Taufer è stato definito un 'tuttocampista'...
E' stato definito così dagli addetti ai lavori perché è un ragazzo che possiede la capacità di ricoprire più ruoli. Infatti, può essere impiegato in tutti i ruoli di centrocampo: da esterno, da mezzala, da playmaker e anche da trequartista. Ha il piede e la visione di gioco per fare il regista, ma anche il cambio di passo. Tutte queste doti messe insieme lo rendono un giocatore che può ben figurare in qualsiasi collocazione tattica a centrocampo e lui è bravo ad adattarsi con grande naturalezza. Mel Taufer è nato per giocare calcio”.

Un altro giovane emergente è Matteo Malagoli.
Si tratta di un ragazzo che ha fatto benissimo tutta la trafila delle giovanili del Bologna, giocando sempre come titolare. L'anno scorso negli Allievi Nazionali ha disputato una stagione importante, con una costanza di rendimento veramente impressionante. Da quest'anno è in Primavera e, pur essendo un '95, è praticamente titolare. I risultati sono dalla sua parte, quando ha giocato si è sempre fatto trovare pronto. Malagoli fa della costanza di rendimento e della personalità i suoi punti di forza. Deve crescere come tutti e non bisogna caricarlo troppo, però ha tutto per poter veramente giocarsela e dire la sua nel calcio che conta. Possiede le giuste qualità tecniche e morali per continuare a crescere bene. E non dimentichiamoci che stiamo parlando di un portiere, un ruolo sempre delicato”.

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