3 maggio 2013

Sampietro: "Prima mi salvo con il Portogruaro, poi deciderò il mio futuro con la Samp. L'esordio al Gamper? Indimenticabile, grazie Ferrara"

Avere militato per dieci anni nella Sampdoria ed essere appena all'inizio della propria carriera. Impossibile? Assolutamente no e Gianluca Sampietro ne è l'esempio. Approdato in blucerchiato all'età di nove anni, il classe '93 ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile fino alla scorsa estate. Dopo aver preso parte al ritiro pre-campionato ed aver debuttato con la casacca della Samp contro il Barcellona, il giovane regista si è trasferito in prestito al Portogruaro giocare con quella continuità che l'allora tecnico Ferrara non gli poteva garantire. Come sta andando la sua avventura in Lega Pro? Lo rivedremo a Genova? Lo ho chiesto al diretto interessato, intervistato in esclusiva.

Gianluca, iniziamo col tracciare un bilancio della tua esperienza al Portogruaro.
«Non è mai facile approcciarsi con un campionato professionistico. La differenza con la Primavera si sente parecchio, soprattutto a livello agonistico e di intensità. Ho avuto la fortuna di giocare parecchio e questo mi ha aiutato molto a crescere, nonostante io abbia un po' faticato inizialmente fatica. Non nascondo che le difficoltà ci sono state, perché giochi in un campionato difficile con determinate pressioni, però ti aiuta a crescere e, come si dice in gergo, a farti le ossa».

Ad inizio stagione avevi definito il tuo trasferimento come un'occasione per fare esperienza: le tue aspettative sono state rispettate dunque?
«Sicuramente sono migliorato. Ho avuto la possibilità di giocare tanto e fino ad oggi ho collezionato 26 presenze, riuscendomi a mettere in mostra. Per fortuna ho disputato molte partite».

La tua squadra, a due giornate dal termine, si trova però in zona play-out. Ti aspettavi un campionato in salita?
«Le aspettative di inizio stagione erano un po' diverse. Siamo partiti bene, poi abbiamo avuto un calo ma per una squadra molto giovane come la nostra ci può stare. In questo momento dobbiamo pensare solamente a ottenere la salvezza, poi quello che succederà quest'estate si vedrà. Ci aspettano due finali».

A distanza di quasi un anno, rifaresti la stessa scelta o decideresti di restare alla Samp?
«No, rifarei senza dubbio la stessa scelta. E' giusto che io sia andato a giocare e a mettermi in mostra. Grazie al Portogruaro sono stato convocato più volte in Nazionale e mi sono messo in luce. Sono soddisfatto della mia scelta, ne è valsa la pena».

Alla Sampdoria eri chiuso dalla tanta concorrenza, ma Ferrara credeva molto in te...
«Il mister aveva molta fiducia in me, però, non avendo mai fatto esperienza tra gli adulti, era giusto che io andassi in prestito per crescere, migliorare e confrontarmi con un campionato professionistico».

In estate hai partecipato al ritiro con la prima squadra. C'è stato un giocatore in particolare che ti ha fatto da chioccia?
«Negli anni passati ho giocato in Primavera con Obiang e Krsticic, loro mi hanno dato una mano così come i giocatori di maggior esperienza come Gastaldello. Nel corso del ritiro estivo ho cercato di apprendere un po' da tutti, ma Pedro e Nenad mi hanno aiutato molto».

Ad agosto hai esordito con la maglia blucerchiata al Camp Nou, in occasione del trofeo Gamper. Un sogno che diventa realtà?
«Conservo un ricordo bellissimo, è stata una serata indimenticabile. Pagherei tanto per tornare indietro e rivivere quei momenti. E' una di quelle serate che non puoi mai scordare, giocare davanti a tutta quella gente e in uno stadio come il Camp Nou... Ringrazierò sempre mister Ferrara per avermi fatto giocare quei quindici minuti, è stato veramente bellissimo».

E adesso quali sono le prospettive di Gianluca Sampietro?
«Il mio primo obiettivo è quello di salvarmi con il Portogruaro e di evitare i play-out. Poi, una volta che il campionato sarà terminato, il mio procuratore parlerà con la società e valuteremo. Compieremo la scelta migliore per la mia crescita e staremo a vedere che cosa offre il mercato, quali saranno le richieste. Ne discuteremo insieme alla Sampdoria per il mio bene».

Cosa ti manca di Genova e della Sampdoria?
«Sono cresciuto a Bogliasco per dieci anni e fa un certo effetto non indossare quella maglia, staccartene fa un certo effetto. Quando sono andato in ritiro con la squadra sono rimasto sorpreso dal calore dei tifosi, questo mi ha impressionato più di tutto. Ovviamente allenarmi con quei giocatori e vedere tutta quella gente che ti sostiene è davvero bellissimo. Mentre qui a Portogruaro non siamo molto seguiti da un gran numero di tifosi. Di Genova, invece, non saprei dire cosa mi manca. So solo che spero di tornarci il prima possibile».

Per chiudere parliamo di Nazionale. A novembre è arrivata la prima convocazione in Under 20 alla quale ne sono seguite altre tre: cosa significa indossare la maglia azzurra?
«E' sempre un onore indossare quella maglietta e scendere in campo per la tua nazione. E' un palcoscenico diverso ma comunque bellissimo, ti mette a confronto con ragazzi forti. Affronti avversari dai nomi blasonati e giochi insieme a compagni molto bravi, con i quali mi sono trovato sempre benissimo, così come con mister Di Biagio. Ogni volta che ricevo una convocazione sono contentissimo perché la Nazionale rappresenta per me un'emozione bellissima oltre che un modo per farti vedere a livello internazionale».

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