21 maggio 2013

Ag. FIFA Ferrari: "Dagli Allievi al debutto col Milan: che stagione per Mancini! Roma? A Pescara per diventare grande"

Iniziare la stagione tra le fila degli Allievi Nazionali del Pescara per poi entrare a far parte della formazione Primavera, totalizzando da febbraio ad aprile dieci presenze e quattro gol. Niente male per un classe '96 come Andrea Mancini, trequartista cresciuto nel settore giovanile della società biancazzurra. Se poi, però, arriva anche il momento dell'esordio nella massima serie e non in una partita qualsiasi ma contro il Milan, allora significa che vale davvero la pena iniziare a tenere d'occhio questo talento abruzzese, accomodatosi in panchina nelle ultime due giornate di campionato. Per conoscerlo meglio e capire quali sono le proiezioni future per lui, ho intervistato in esclusiva Fabrizio Ferrari, agente FIFA che segue Mancini, il più giovane a solcare i campi della Serie A 2012/2013.

Dagli Allievi alla Primavera fino alla prima squadra: è stata l'annata perfetta?
«Diciamo che ha avuto la fortuna di avere lo stesso allenatore (Bucchi, ndr) sia in Primavera che in prima squadra e ha dimostrato di essere già pronto per la Primavera. Questa situazione ha permesso al Pescara di utilizzarlo nel migliore dei modi, ma per essere considerato un giocatore da prima squadra deve ancora passare un po' di tempo».

L'esordio contro il Milan ha rappresentato la ciliegina sulla torta...
«Assolutamente sì. E' stato bellissimo e il ragazzo era molto emozionato. Domenica in occasione del match casalingo con la Fiorentina era contrariato per non aver giocato e questo denota una mentalità vincente».

Conosciamolo meglio. Qual è il suo ruolo naturale?
«E' un trequartista che in un 4-2-3-1 giocherebbe dietro la prima punta, mentre in un 4-3-3 verrebbe schierato nel ruolo di attaccante esterno come ha giocato in Primavera. E' un giocatore da assist e da gol, ha facilità nel saltare l'uomo e fa della velocità e del dribbling i suoi punti di forza».

A questo punto della sua carriera, cosa vede nel suo futuro?
«Credo e spero che venga aggregato alla prima squadra nella fase di preparazione estiva per poter trascorrere una stagione tra campionato Primavera e Serie B. In questo modo potrà trovare il tempo di gioco e ci si potrà rendere conto velocemente se è già pronto mentalmente e fisicamente. In casa Pescara c'è una situazione in evoluzione e manca ancora il direttore sportivo. Aspettiamo e vediamo cosa succederà».

Si vocifera che la Roma abbia chiesto informazioni su di lui.
«In questo momento non c'è da registrare nessun interessamento concreto nei suoi confronti. Contro la Roma, contro il Napoli così come in tutte le altre partite ha fatto molto bene. E' chiaro che se un giocatore della formazione Allievi mette a segno quattro gol in dieci partite con la Primavera non può essere una casualità. E' un ragazzo molto forte, ma da qui dire che la Roma è interessata a lui ce ne passa. Gli avranno fatto semplicemente i complimenti per la prestazione. Poi c'è da dire che il Pescara ha ottimi rapporti con la società giallorossa...».

Il Pescara, a suo parere, deve ripartire proprio dai giovani come lui per ripartire e provare a ripetere quanto fatto lo scorso anno?
«Non sarà sicuramente facile perché nella scorsa stagione il Pescara poteva contare su due talenti come Insigne e Immobile oltre che su altri giocatori che hanno dato un'impronta importantissima. E poi c'era un allenatore straordinario come Zeman. Insomma, una combinazione di fattori vincenti. La filosofia del presidente Sebastiani è comunque quella di puntare sui giovani e di avere una squadra che dia delle soddisfazioni. E' chiaro che era impossibile ripetersi quest'anno in Serie A con giocatori non di proprietà. Cercando di non forzare la mano e di puntare su giocatori che escono dal settore giovanile come Vittiglio, Vitturini o lo stesso Mancini, può arrivare la ripartenza perfetta».

E se tornasse, come sperano in tanti, proprio Zdenek Zeman in panchina?
«Si tratta di un tecnico straordinario e personalmente sono un suo grandissimo fan. Quest'anno è stato capace di rivitalizzare un giocatore come Totti e di riportarlo in una forma straordinaria. Zeman però ha certe caratteristiche e devi sapere che, se ti affidi a lui, devi accettare tutti i suoi principi».

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