Ho contattato in esclusiva Massimo Agostini per un'intervista. Con l'ex attaccante, che ha indossato la casacca del Milan nella stagione 1990/91, abbiamo cercato di analizzare il periodo che sta vivendo la compagine rossonera.
Come può il Milan uscire da questo momento di crisi?
“Una società importante come il Milan
non ha bisogno di consigli per curare il malanno che ha in questo
momento. Stiamo parlando di una squadra di altissimo livello e di un
club qualificato al massimo livello. Se hanno scelto di andare in ritiro
anticipato è solamente per provare a far ritrovare la serenità ai
ragazzi. Sarà poi il campo a dire come andranno le cose. E' senza dubbio
un momento difficile a cui il Milan non era abituato, ma ha un gruppo
che ne uscirà fuori nella maniera giusta. E' normale che, dopo otto
giornate di campionato, non sia bello trovarsi in questa situazione per
un club importante come quello rossonero. Domani sera c'è la gara di
Champions con il Malaga, un'occasione per ritrovare la strada giusta e
per cercare di riprendere la serenità che serve per affrontare i
prossimi impegni”.
C'è chi ritiene che la causa sia l'operato in fase di mercato estivo: è d'accordo con questa tesi?
“Quest'anno la maggior parte della
società si è imposto l'austerity, spendendo un quarto di quanto si
spendeva le scorse estati. Alcuni club hanno operato nel modo corretto e
con i soldi giusti senza esagerare, mentre il Milan non è riuscito a
trovare i giocatori che in questo momento potessero sostituire i vari
Thiago Silva, Ibrahimovic, Gattuso, Seedorf e Nesta. I rossoneri hanno
preso giovani che devono fare esperienza in Serie A e farsi le ossa, ma
serviranno almeno due stagioni per essere catalogati come top player. I
rossoneri hanno deciso di puntare anche sui giocatori provenienti dalla
Primavera, però bisogna capire che serve pazienza e che i risultati
arriveranno a lungo andare. Nel breve periodo arrivavano prima, quando
si spendevano fior di milioni per acquistare calciatori importanti. Il
fair play finanziario ha preso abbastanza piede in Italia e il calcio
sta cambiando, forse in bene. I risultati li vedremo nei prossimi anni,
ma ritengo che le nostre squadre possano fare bene in Europa; come si
comportano i club stranieri dovremo comportarci anche noi, a piccoli
passi. Chi ha da spendere lo può fare e può pretendere di vincere
subito, chi non può più farlo invece deve lavorare”.
In attacco sembra esserci più di un problema...
“Bisogna tener conto che Pato è
tornato a giocare soltanto sabato scorso, Pazzini è partito con tre gol e
poi ha avuto una flessione, Robinho ha il mal di pancia dei campioni e
non si ritrova più. El Shaarawy invece è stata una scoperta
importantissima, è un giocatore molto importante e lo ha dimostrato
segnando cinque gol nelle prime otto giornate. Se pensiamo all'addio di
Ibra, è normale che qualche problema ci sia. Credo comunque che il Milan
abbia delle buone frecce nel loro arco, anche se manca un top player.
Pato potrebbe essere il vero top player in avanti, ma bisogna aspettare
che ritorni al 100%. C'è da dire, però, che se l'attacco non è
supportato in una certa maniera da difesa e centrocampo, allora ne può
risentire. Serve equilibrio in tutti i reparti, Allegri e Tassotti hanno
l'esperienza e l'intelligenza necessarie per porre dei rimedi. E il
Milan, per me, rimane una delle cinque migliori squadre d'Europa”.
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