E' notizia di ieri che la FIFA
ha dato definitivamente il via libera per l'introduzione della
tecnologia al fianco degli arbitri, in particolare per quanto riguarda i
gol fantasma. Per commentare questa novità assoluta, ho contattato in esclusiva Luca Marelli, ex arbitro di Serie A e B.
Signor Marelli, come giudica questa presa di posizione da parte della FIFA?
“Inizio col dire che la classe
arbitrale è sempre a favore delle innovazioni tecnologiche. L'obiettivo
degli arbitri è quello di sbagliare sempre meno possibile, quindi più
aiuti ci sono meglio è. Penso comunque che l'uso della tecnologia, in
Italia, sarà limitato a poche categorie; oltre a Serie A e B, mi viene
difficile pensare che sarà introdotta anche in Lega Pro”.
Si è parlato per anni di introdurre la tecnologia nel calcio, come mai ci è voluto così tanto?
“Vado a sensazione. Blatter non ha
mai voluto introdurre novità regolamentari riguardanti la tecnologia,
quindi mi dà l'impressione di essere una sorta di ripicca”.
Ci spieghi meglio...
“Facendo leva sul suo potere, Blatter
ha imposto alla UEFA di non procedere a rivoluzioni. Dall'altra parte
Platini, che punta alla presidenza della FIFA, ha introdotto gli arbitri
di porta. Ecco, quella di Blatter mi sembra una mossa politica. E'
soltanto una mia idea, ma altrimenti mi riesce difficile capire perché
di punto in bianco ha deciso di passare alla tecnologia sui gol fantasma”.
A questo punto i cosiddetti gol fantasma non avranno più ragion d'essere?
“La tecnologia aiuterà gli arbitri a
non sbagliare ma risolve solamente un paio di casi all'anno perché in
ogni stagione i gol fantasma sono due o tre. Sicuramente ci sarà una
certezza rispetto a questo tipo di episodi, che però sono marginali. E'
vero che l'anno scorso un gol fantasma ha parzialmente cambiato l'esito
del campionato e la tecnologia toglie responsabilità agli arbitri, ma
dobbiamo ben sapere che si tratta di episodi marginali. Nei recenti
Europei la sfida tra Inghilterra e Ucraina è stata decisa da una
valutazione sbagliata degli arbitri su un gol fantasma ma, ripeto, si
verificano pochi episodi di questo tipo”.
Installare questi sensori costerebbe circa 200mila dollari per stadio, non una cifra eccessiva.
“Assolutamente no per quanto riguarda
la Serie A e gran parte della Serie B. Per i tempi che corrono, però,
le società di Lega Pro non possono permettersi una spesa del genere. Già
in cadetteria ci sono club che potrebbero far fatica, ma immagino che a
sostegno delle società interverrà il Comune in cui si trovano. Comunque
si tratta di un'innovazione non immediata, prima verrà sperimentata
come accaduto con i giudici di porta”.
A proposito, ora gli arbitri di porta dovranno convivere con i sensori?
“Gli arbitri addizionali, che a mio
parere non servono assolutamente a nulla, hanno una funzione
completamente differente rispetto alla tecnologia. I sensori avranno il
compito di indicare se la palla ha oltrepassato completamente la linea
di porta, mentre i giudici di porta hanno altre funzioni. Sono quindi
convinto che non si tornerà indietro. Il problema però, almeno per
quanto riguarda l'Italia, è un altro secondo me. A livello qualitativo
gli arbitri italiani sono eccellenti, ma a livello quantitativo non
abbiamo direttori di gara di categoria per un anno intero. E' vero che
vengono ben pagati, ma non significa essere concentrati nove mesi
consecutivamente. Bisognerebbe pensare a incrementare il numero degli
arbitri. Ritengo che la divisione tra CAN A e CAN B, avvenuta nel 2010,
sia stata un'errore e porti diversi problemi. In Serie A servirebbero
circa cinquanta arbitri”.
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