Stephan El Shaarawy prende per mano il Milan.
Ancora una volta, ci ha pensato l'attaccante italo-egiziano a regalare
tre punti preziosi ai rossoneri e a salvare, per il momento,
Massimiliano Allegri. Uno che conosce bene il suo talento è Andrea Rabito, che ha giocato con lui due anni fa al Padova: “Le
sue qualità sono indubbie e le aveva mostrate a Padova in Serie B. Fin
dal ritiro estivo si vedeva il suo talento naturale; quello che
sorprendeva di lui era la naturalezza con cui esprimeva le sue qualità.
Mi ha sorpreso per la grande umiltà, nonostante avesse grandi doti e
avesse fatto un campionato straordinario. Una volta approdato in
rossonero, di certo non ci si aspettava che potesse fare subito bene. Ha
avuto bisogno di un periodo di adattamento, giocare nel Milan per un
'92 non è cosa solita. Magari a Milanello hanno voluto rifinirgli il
fisico visto che a Padova aveva avuto dei problemi alle ginocchia,
questo per non bruciarlo”, ha raccontato in esclusiva. Fa bene quindi il Milan a puntare su di lui per uscire da questo periodo difficile: “Vedendo
le difficoltà che hanno i rossoneri nell'andare in gol, direi che hanno
fatto bene a puntare sulle sue qualità innate. In nove giornate di
campionato ha fatto sei gol e ha segnato anche in Champions League.
Credo che in questo momento sia nel pieno della sua crescita; è talmente
giovane che di crescita si deve parlare, non ha limiti e a vent'anni
può solo migliorare. Il Milan fa bene a tenerselo stretto, è un giovane
da valorizzare e da far giocare in campo”. Rabito si è anche espresso sulla collocazione tattica di El Shaarawy: “Credo
che si esprima meglio partendo da una zona defilata del campo. Non ha
le caratteristiche del trequartista, è più una seconda punta veloce,
bravo a rifinire e ad attaccare gli spazi. Partendo da una posizione
defilata può esprimere al meglio quelle che sono le sue caratteristiche
puntando l'avversario e saltandolo, andando al tiro e servendo assist ai
compagni. L'ho visto giocare nel Milan partendo sia dal centro-destra
che dal centro-sinistra e i risultati gli stanno dando ragione. Nel
tempo può davvero giocare ovunque, l'importante è che ci sia qualcuno di
peso che faccia il lavoro sporco e faccia da sponda per lui”. Qualcuno, però, accusa il classe '92 di essere egoista: “Non
sono d'accordo, anzi. E poi, a mio avviso, questo non sarebbe da vedere
in maniera negativa. Essere egoista vuol dire anche avere personalità: a
volte devi prendere delle decisioni in una frazione di secondo e, se
non sei determinato, rischi di fare cose a metà. Quindi meglio provare
un tiro in porta che non provarlo e i risultati si vedono. Quando
giocavo con lui a Padova, mi sembrava tutt'altro che egoista”, ha concluso l'attaccante attualmente svincolato.
Luca Iannone per CalcioNews24.com
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