Dopo aver dimostrato
di essere un vero e proprio bomber in tutti i campionati dalla C2 alla
B, Giorgio Corona potrebbe appendere gli scarpini al chiodo alla fine di
questa stagione. Per conoscere il suo destino e approfondire altre
tematiche legate al calcio siciliano, ho intervistato in esclusiva l'avvocato e agente FIFA Pietro Liberti,
procuratore del centravanti palermitano.
Avvocato, questa sarà l'ultima stagione di Re Giorgio?
“Dico la verità,
ancora non abbiamo parlato di questo. Se se la sente ci prova,
altrimenti potrebbe anche ritirarsi. Se si aspettava la riconferma della
Juve Stabia l'anno scorso? Era stata paventata quest'ipotesi, poi però
non se n'è fatta più niente. Si è rivelata comunque una scelta giusta
perché la i ritmi della Serie B sarebbero stati pesanti per lui che la
prossima settimana compirà 38 anni. Alla fine è stato meglio così, ha
fatto un campionato con grandissima dignità con la maglia del Messina”.
Ha in mente un giocatore che, così come Corona, dai dilettanti potrebbe approdare in A o B?
“Uno pronto a
fare la stessa carriera è Andrea Saraniti, punta centrale moderna classe
'88 in forza al Ragusa. In questa stagione ha messo a segno 23 gol. Due
anni fa giocava nel Sorrento in C1 poi andò via per un colpo di testa,
ma ora è maturo per ripercorrere un certo tipo di carriera. Il prossimo
anno spero che possiate vederlo in Lega Pro”.
Quali sono i giovani talenti emergenti del calcio siciliano?
“Negli Allievi Nazionali del Catania
c'è Michele Canale, esterno d'attacco del '95. Qualche giovane
interessare uscirà sicuramente dall'HinterReggio che può vantare un
settore giovanile importante.
Nella squadra Juniores c'è un classe '95 australiano che, se riuscirà a
immedesimarsi negli schemi tattici italiani, potrà fare bene perché è
bravissimo. Ma anche Marguglio, esterno sinistro della prima squadra: ha
giocato 27 partite segna sbagliarne una. In Lega Pro, invece, non ho
visto quest'anno un giovane talentuoso; è una categoria che ha perso
moltissimo e non ci sono 'prodotti fatti in casa'. Attenzione ai
gioielli del Trapani, che ha degli attaccanti molto forti. Infine
segnalo Impagliazzo, centrale difensivo classe '92 in forza al Messina”.
Palermo e Catania pronte a rivoluzionare il proprio assetto societario: come cambieranno le cose?
“A Palermo ci sarà Giorgio Perinetti e
non può fare altro che migliorare una situazione completamente al
ribasso. Si può fare solo bene e Perinetti è senza dubbio uno dei
dirigenti più in gamba d'Italia. Insieme a lui, sbarcherà nel capoluogo
siciliano Daniele Faggiano che però non ha poteri decisionali.
A Catania, invece, sostituire Pietro Lo Monaco sarà difficilissimo. Il
Catania è una creatura partorita da lui, per quanto poi possa essere
bravo Gasparin. Lo Monaco sugli stranieri sbaglia una volta su dieci,
mentre a Palermo si sbaglia sei volte su dieci”.
Cosa ne pensa dell'idea di far partecipare al campionato cadetto le formazioni B delle grandi squadre di Serie A?
“A Crotone,
Grosseto, Modena, Padova hanno bisogno di una loro realtà e non di
essere una copia sbiadita delle squadre di Serie A. Se poi questa crisi
economica diverrà ancora più devastante, allora sì che le big di Serie A
potrebbero proporre una squadra da far giocare in cadetteria. Il
problema fondamentale è di bloccare questa esagerata circolazione di
stranieri, limitare il loro numero e dare maggiore considerazione ai
nostri giovani. Altrimenti il nostro settore giovanile non crescerà mai;
se continuiamo su questa strada non nasceranno altri Insigne e Verratti”.
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